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  • garrulo1
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    Mi viene in mente, in relazione alle poche ma mirate righe del post di Catulla, una citazione del Maestro Kremmerz, non ricordo di preciso in quale testo sia contenuta, ma nello specifico recita: “La vita comanda alla vita”. Questo principio, penso valga sia nella dimensione macrocosmica, ma anche nell’individualizzazione microcosmica, e proprio in ragione a tale legge, ad esempio dopo una lacerazione, i tessuti cutanei immediatamente iniziano a ricomporsi, aiutati dall’accorrere per solidarietà, di un maggior numero di elementi cicatrizzanti contenuti nel sangue, meglio ancora se consapevolmente diretti da una volontà soggettiva finalizzata.
    Un saluto a tutti.

    garrulo1
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    Post totali: 458

    Il post di Catulla, in particolare quando accenna alle lingue antiche nelle quali tutte le radicali, oltre ad essere pluriespressive nell’individuazione e descrizione di cose e relative funzioni, racchiudevano sempre una grafica divina individualizzata (ideo-grafica) che, credo indicassero l’espressione grafica di una qualche funzione universale (Idea Madre?). Chiaramente, da qui alla moderna prosa e grammatica scolastica, si sono perse per strada tutte le chiavi di decodificazione del linguaggio originale, ed a questo proposito mi viene in mente una citazione del Maestro Kremmerz a sostegno della leggenda Babelica, secondo cui il linguaggio umano nacque proprio per esprimere le Idee Madri, ma poi ripiegò per distrorcerle ed infine per tradirle. Purtroppo, mi pare che tale processo involutivo si sia già palesato nell’Antico Egitto, dove le Prime Dinastie note, di Natura Teocratica (Scientificamente parlando), utilizzavano una modalità di espressione fatta di poche cifre geroglifiche, mentre le ultime presentavano un vocabolario ideografico decisamente ampliato e probabilmente ormai distante dalle concezioni insite nelle prime rappresentazioni geroglifiche. Inoltre, sempre nel post di Catulla, a proposito della Forza Unica, compare una citazione del Maestro Kremmerz, che la definisce non afferrabile dall’intelletto umano. Effettivamente, si sperimenta quotidianamente che la coscienza ordinaria è distante forse “anni-luce” da tale concezione, però, proprio nella Via della Rosa, nel Capitolo dedicato alla Matriarchia Miriamica ed alle Pratiche Trasmutatorie a cura del Maestro M.A. Iah-Hel, compaiono più accenni alla provocazione di condizioni “straordinarie” in cui portare l’Intelletto, al punto da poter ipotizzare di concepire la Forza Unica quale “sintesi suprema di forma e sostanza, agente in infinite forme, di cui una delle prime manifestazioni sensibili è la forza magnetica,” e tale traguardo della consapevolezza costituisce “la materia dell’opera alchemica ed è chiamata dagli alchimisti in vari modi: protoplasma o polline universale, azoth, mercurio filosofico, telesma e tanti altri. D’ altronde, proprio tale paragrafo, presentava il seguente titolo di apertura:”La materia-energia umana, unico soggetto dell’alchimia trasmutatoria”.
    Un caro saluto.

    garrulo1
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    in risposta a: Terapeutica #8444

    Ho letto il post di Sal che ad un certo punto scrive: “ tuttavia il nostro piccolo sguardo di società in cammino scientifico comincia a guardare all’universo come a una unità dove incessantemente la materia diventa energia e viceversa, legata senza soluzione di continuità a tutto il circostante”. Questa massima, ci riporta dritti alla Via della Rosa, dove nel Capitolo dedicato alla Trasmissione Ortodossa, a cura del Maestro M.A. Iah-Hel, compare a chiare lettere che proprio nel Centro Operante della Rosa Miriamica, si perpetua incessantemente l’enigma della Creazione, scaturente dal “Mistico Matrimonio tra la Causa Fermentativa (in perpetuo fermento) producente energia indifferenziata, e l’Effetto Fermentativo producente energia-forza individuata, quindi blindata nell’unica ed esclusiva finalità statuita nella Pragmatica Fondamentale, cioè quella terapeutico-evolutiva pro-salute populi, che connota e caratterizza a tutti gli effetti il Contenitore Miriamico, di cui ai vari livelli, si è tutti anelli o petali più o meno distanti dal Serbatoio o Bottone Centrale, ma rice-trasamittenti in qualità di tramiti di tale componente energetica.
    Un caro saluto a tutti.

    garrulo1
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    L’immagine della melanconia del Durer ed il conseguente riferimento all’opera Alchemica di primo “sgrossamento” della materia umana nel suo complesso, con la moltitudine di strumenti di lavoro ivi raffigurati, tra l’altro molti dei quali utili per portare a compimento lavori manu-facti, credo ci indichi in primis la complessità relativa alle abilità da acquisire, in quanto è bene essere in grado di maneggiare, quindi bisogna conoscere, tutti gli attrezzi presenti nell’icona. Il simbolo dello strumento di lavoro, diventa per analogia, il simbolo del “lavorio” quindi dell’attivazione, e la figura alata ma con sembianze umane in posizione accomodata, forse denota il necessario riposo dalle fatiche postume ad un simile tipo di impegno. D’altronde, l’autunno man mano che si manifesta, diventa tempo di semina, ed il seme messo a dimora, se accudito nel modo giusto cioè con scienza e coscienza che solo la direttrice ortodossa garantisce, a primavera dovrà dare i suoi frutti. Un tempo, quando l’Iniziazione poteva avvenire solamente incontrando sulla propria strada un Maestro Iniziatore, esisteva il Rito di Sagittario, da espletare in novembre inoltrato, foriero di provocare tale fatidico incontro. Tra l’altro, questa operazione rituale è chiaramente descritta dal Maestro Kremmerz sia nella Scienza dei Magi che nello stesso Avviamento, ed il tutto avveniva, rigorosamente, in pieno autunno.
    Un caro saluto.

    garrulo1
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6630

    Ancora alcune cose sull’importanza storico-antropologica e filosofico-ermetica del Principio Femminile nella Vita Universale. Secondo la tradizione Egizia, che bene ha retto nei vari passaggi dinastici, le forme materiali visibili ed anche invisibili sono sì espressione della maschia potenza solare, ma per la loro realizzazione oggettiva necessitano dell’intermediazione dell’utero lunare. Pertanto è proprio tale ultimo Principio che permette la fusione o compenetrazione di sostanze differenti presenti in Natura. Allora il Principio Femminile integra in sé e quindi presiede anche all’equivalente maschile, ed è forse per questo motivo, come si apprende da opere oggi accessibili, quali ad es. “L’eredità isiaca e osiridea dell’Egitto sacerdotale – Editrice Miriamica”, curata direttamente dal Maestro M.A. Iah-Hel, ma anche nei riferimenti alle “Officine Isiache (intese in senso Iniziatico)”, presenti in scritti e Fascicoli dello stesso Maestro Kremmerz, che le antiche Confraternite Isiache, “che avevano in Iside, principio femminile integrante in sé anche il maschile, la loro origine”, erano strutturate in Matriarchia. Si comprende chiaramente come tale concezione, sia completamente discostata dalla deviazione post-cristica, ma anche dal pensiero corrente in tutta la buia età di mezzo, ma pure dall’approccio in epoca rinascimentale, dove le rinverdite logge di stampo massonico contemplavano gradi ed incarichi quasi esclusivamente al maschile, avendo probabilmente smarrita la chiave analogica che nasconde il mistero della potenzialità creativa dentro e fuori l’essere umano, anche perché l’essere che agisce è simbolo Isiaco credo riconducibile alla “Mater Agens”, mentre il fattore che ne determina le potenzialità è insito nel relativo grado di purezza, penso riferibile al concetto di “Virgo Potens”.
    Un caro saluto a tutti.

    garrulo1
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6629

    Proprio in questi giorni, riguardando il sito nell’area Eventi e Segnalazioni, ho rivisto la pubblicazione relativa alla targa stradale indicante la dedica di una Via Barese alla Prima Avvocatessa di questa città, Laetitia Abbaticola, appartenente alla Schola fin dagli anni ‘quaranta. Oggi, è quasi buffo pensare che a quel tempo fosse addirittura difficile chiamare avvocatessa un’operatrice del diritto solamente perché di sesso femminile. Per fortuna, grazie a questo ed a moltissimi altri esempi che hanno contraddistinto un’inversione di tendenza nei tempi, le cose sono decisamente cambiate, tanto nel campo sociale quanto più in ambito iniziatico. Interessantissime le Sue pubblicazioni contenute nel libro “La Fenice”, in particolare quella sulla “Pasqua” che fa ben intendere l’origine magica delle grandi religioni ed i rapporti analogici tra le rappresentazioni antropomorfe e le leggi che presiedono alla ciclica evoluzione dell’anima umana. Ma anche nel “Mese Mariano”, viene magistralmente descritto l’elemento femminile quale fondamento storico-antropologico del culto, dimostrandone l’identificazione con la concezione primigenia dello Spirito Santo rimasta integra nella dottrina gnostica. Ma più di tutto, in questo scritto, mi ha colpito l’attenzione il riferimento esplicito che scaturisce da una profondissima indagine etimologica e filologica tra il nome Maria (da Mar e non a caso Myr) ed il mese di Maggio, entrambe le parole con la stessa iniziale (mem ebraica), e maggio scomposto porta a M-AGH, pertanto anche mater agens con tutti gli annessi e connessi. A questo punto mi viene spontanea una domanda: ma questo M-AGH, di stampo prettamente femminile, vuol forse ricordare che il corrispondente stadio evolutivo indicato dal Maestro Kremmerz nel “Mag”, stato di trance attiva per provocare “ad arte” la concezione e liberazione del Nume, sia una caratteristica principalmente (anche se non solamente) femminile? L’ultimo quarto di secolo di storia documentata della Schola Ortodossa, credo che a tutti gli effetti, sia un sigillo a dimostrazione di tutto questo.
    Un caro saluto.

    garrulo1
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6627

    Il post di Wiva 70 sul potere della musica nella vita dell’essere umano, parte dal presupposto che la Vita Universa segua dei ritmi che si ripercuotono a scalare dal Macro al micro, permeando e condizionando ogni forma di vita. Ne scaturisce parimenti che la musica, possa essere considerata da singoli esponenti dell’avanguardia scientifica, un potente farmaco a base non chimica. Di conseguenza, il riflesso terapeutico in gioco è racchiuso nell’armonia di determinate vibrazioni che le note musicali vanno ad attivare, le quali, studiate ad arte nella terapeutica, credo proprio vadano a creare una forma di compensazione e quindi di riequilibrio dell’armonia perduta, di cui la malattia ne è diventata l’espressione oggettiva. A questo proposito, un Filosofo Ermetico per eccellenza, Giordano Bruno, ripreso da F.A. Yates in Giordano Bruno e la Tradizione Ermetica, in cui viene fatto espresso riferimento alle opere “De Imaginum Compositione” e “De gli Eroici Furori”, nelle quali Giordano Bruno inquadra l’arte nelle sue svariate sfaccettature, come espressioni geroglifiche del mondo divino, o meglio come dei tentacoli che l’artista tende al fine di creare il contatto con il mondo delle cause. Nel libro anzicitato, compare una traduzione della seguente frase del Filosofo Nolano, che tengo letteralmente a trascrivere: ”La vera filosofia è musica, poesia o pittura; la vera pittura è poesia, musica e filosofia; la vera poesia o musica è sapienza divina e pittura”. D’altronde, come compare anche nello “Spaccio della Bestia Trionfante” è dalla conoscenza (identificazione?) per la vita rilucente nelle cose naturali (tra l’altro tutte regolate da determinate modalità vibratorie e simboleggiate nella Lira di Apollo o Spirito dell’Universo), che si monta progressivamente alla vita che soprasiede a quelle.
    Un caro saluto.

    garrulo1
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    Decisamente invitante ad una profonda riflessione il post di Wiva 70, circa le potenzialità nutritive dei cibi. Come emerso negli incontri organizzati dalla Schola degli anni 2011/2012 sulla nutrizione auto poietica, il timing nutritivo, in specialmodo tra madre e figlio, può vantare un valore aggiunto insito naturalmente nella componente Amore. Ma questa componente, la possiamo reincontrare a tavola in famiglia, se vi è una ottima armonia tra i commensali, e le virtù energetiche dei cibi possono ovviamente risultare esaltate se la scelta è azzeccata in relazione alle stagioni, alle quantità, agli abbinamenti, persino ai colori e così via. La massima espressione di questo Principio, è naturalmente realizzato nella nostra Agape rituale: un Matrimonio (LuniSolare), implica necessariamente la presenza del fattore Cosmico “Amore”. In quel particolarissimo momento astronomico (Plenilunio di Solleone), che tutto permea e tinge, il Pasto Sacro Rituale, presenta questo immenso valore aggiunto di cui ci si può ulteriormente nutrire, se consumato il più possibile con scienza e coscienza di quali siano i meccanismi trasmutativi in gioco in tale circostanza, dei quali il cibo, fin nelle più minuscole molecole, ne diventa il veicolo. Da qui l’importanza dei cibi della terra ove logisticamente si è riuniti, di stagione, il gradimento di ogni portata, l’equilibrio nelle dosi. Passato questo momento unico nell’intero anno solare, sarebbe bene tentare di restare per quanto possibile consapevoli che ogni pasto, credo proprio richiami per analogia, un principio di trasformazione (del cibo in energia motoria), reso possibile dall’elemento calore, che in questo caso ha le sembianze del fuoco digestivo o metabolismo.
    Un caro saluto.

    garrulo1
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6625

    Nel capitolo VI a proposito delle analogie del Timbro della Sebezia con i Rituali della Schola, viene ribadito il concetto di fondo secondo il quale, l’operatività della Schola è vincolata alla finalità terapeutica “pro salute populi”, unica modalità evolutiva per ogni iscritto praticante, proprio perché i meccanismi che presiedono alle operazioni terapeutiche, presiedono anche alle potenzialità evolutive. La logica conseguenza sta nel fatto che, sanità ed evoluzione della persona, risultano essere due facce della stessa medaglia. Pertanto, pare di comprendere che, se la condizione patologica è la risultante in ogni soggetto di uno squilibrio energetico o fluidico, la conquista di una nuova condizione di equilibrio implica un conseguente sforzo evolutivo, che necessariamente coinvolga tutto l’organismo umano, dalle parti più pesanti a quelle più sottili. Lo sforzo evolutivo anzicitato, richiede contestualmente una tensione costante, quindi un elemento motivazionale mai domo, proiettato verso il concetto di unità (d’altronde, il pensiero può essere considerato una vera palestra per l’intelletto), al fine di tentare un primo avvicinamento alle Leggi o Chiavi che reggono i sistemi o rapporti analogici. Solo così, ad esempio, credo si possa tentare di ricondurre cielo e terra ad un rapporto di corrispondenza come tra originale e copia, oppure anche ad una coppia di opposti in costante rapporto interattivo di cause ed effetti. Si può a questo punto tentare una considerazione sulla persona: l’essere umano, “microcosmo finito”, può essere considerato come copia dell’Originale, “Macrocosmo Infinito”. D’Altronde, proprio gli ultimi due passi del Credo Scientifico della Schola (Scientifico in quanto dichiarazione di intenti verso obiettivi finalizzati e non atto di fede), pare proprio vadano dritti in questa direzione.
    Un saluto a tutti.

    garrulo1
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6622

    A proposito delle ali di farfalla, ad un certo punto nel paragrafo 4 compaiono più riferimenti all’ermetica unione tra Amore e Psiche, e da tale unione nasce una divinità femminile, guarda caso, la figliola Voluptas, dalla straordinaria bellezza e parimenti attrazione. Si ritrova nel libro, un riferimento in calce al significato di tale simbologia per gli Epicurei, per i quali è tale figliola divina che muove gli esseri umani verso il bene supremo. Mi viene spontanea una riflessione: Voluptas ha la stessa etimologia di Voluntas cioè Volontà: ermeticamente intesa, questa Volontà credo corrisponda ad un vero e proprio Agente trasmutatorio, e, se scientemente diretta, regola tutto il lavorio di combustione e conseguente eliminazione delle immondizie dalla materia corporea (con procedimento alchemico come si evidenzia da più parti nel libro), ed a tutti gli effetti, dirigendo la trasmutazione della materia grave, presiede anche al perfezionamento delle modalità di espressione dello Spirito che man mano viene a disporre, quale veicolo di contatto con l’ambiente circostante, proprio della materia maggiormente sublimata.
    Infatti, in Natura è proprio il calore (Igne Natura) che tutto perfeziona e pertanto rinnova, ed a questo proposito viene in aiuto il Simbolo della Fenice, l’Uccello IBI che procede elevandosi dal fuoco.
    Tale Volonta’, credo abbia anche presa diretta sulla circolazione del fluido vitale nell’essere umano (Magnetismo Cosmico Individuato),come su tutte quelle parti della Natura soggette a modificazioni progressive mediante l’utilizzo dell’intelligenza. La Volontà, però, va determinata nella sua finalità, proprio perchè, come precisa il Maestro Kremmerz, “la più potente forza è la volontà dell’uomo che sa quello che vuole”. Tento di proseguire in questa disamina del Fattore Volontà, in quanto ho intravisto altri collegamenti nel successivo paragrafo 5 dedicato all’analisi del “seno sinistro indicato dalla mano sinistra”. Infatti a pagina 53, compare quanto segue :” L’allattamento era per queste culture (italico/egizie ed ellenico/mesopotamiche dal 700 A.C. in poi) il simbolo concreto dell’unione tra mondo divino e umano, proprio come tra madre e figlio, e della relazione diretta tra l’essere e la dea della natura universa, che venerata, cioè compenetrata dalla umana volontà, concentrata e fissata in uno stato d’amore, si concedeva”. A questo punto, l’iconografia del Timbro mi pare proprio presenti una prima concreta indicazione e tento di spiegarla. L’atteggiamento invitante, insito nella posizione tenuta dalla figura femminile, ed il velo che potrebbe anche essere tolto, fungono da stimolo a trascendere attivamente la propria individualità al fine di penetrare i segreti di natura, ma parimenti, la tensione verso uno stato di amore, sintetizzato in questo caso nell’offerta di allattamento dalla Nutrice (Mater Naturae) all’infante (figliola/figliolo umano), il quale, se armato di potente volontà direzionata, può muovere i primi passi nel mondo delle cause. D’altronde, “l’atto di Amore” va inteso come una clavicola di natura compenetrativa verso chi o cosa si ama, e più volte il Maestro Kremmerz ha scritto che per procedere alla conoscenza di una tale cosa, occorre diventare la cosa stessa. Forse questo rimanda al significato di convibrare, quindi pare di intendere che il percorso magico sia proiettato in una progressiva identificazione con la Realtà Circostante, realizzabile esclusivamente mediante un cammino di conoscenza esperienziale, da oggettivare gerarchicamente, che poi risulta essere uno dei fondamenti del Metodo Ermetico.
    Un caro saluto.

    garrulo1
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6619

    Proseguendo nella lettura, si evince che un “timbro è formato da immagini proprie del vissuto della società in cui esse si riflettono”. Il sistema sociale del primo novecento, cominciava ad essere caratterizzato da un lato, da un mercato in rapida espansione che presentava nuove dinamiche tese a diffusione e scambio di beni di consumo, e dall’altro, si inizia ad intravedere un’autentica riscoperta dell’impronta cosmica tipizzata nella figura femminile dotata di specifici attributi. Tra questi, in primis, il Velo (di Natura Divina), che, in estrema sintesi, per essere develato, l’essere umano uomo o donna che sia, deve trascendere i limiti della propria individualità. Inoltre, questo velo, si presenta decisamente gonfio quindi interamente pervaso dall’elemento aria. Nella cultura dell’Antica Mesopotamia, in particolare Sumera, proprio tale elemento presente in Natura aveva la funzione di trait d’union tra l’uomo ed il Cosmo. Se ho compreso bene tale significato, come compare nell’ultima parte del paragrafo 2 (Velificatio), stimola non poco la riflessione il fatto che, l’atteggiamento “venereo ed invitante” della figura femminile presente nel timbro, pare proprio voglia significare “lo spirito attivo della Natura Universale non si dona, ma si lascia dagli attivi attrarre”. Di conseguenza, un primo sintetico ma fondamentale significato di tale immagine, potrebbe proprio essere racchiuso nello stimolo all’essere umano alla mobilità finalizzata al progressivo svelamento del proprio potenziale inespresso quindi incognito proprio perché velato.
    Un caro saluto ed un augurio di un buon ferragosto.

    garrulo1
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6618

    Ho iniziato un’attenta lettura del Quaderno dell’Accademia Sebezia. Le idee, i dubbi, le riflessioni che ne scaturiscono sono tanti. Primo esempio: non riuscivo a identificare un timbro come pura espressione sintetica di una Idea Madre che sta a monte: forse perché nella quotidianità questa peculiarità o non esiste, oppure se ne è profanamente perso l’aggancio con l’impressione che volle esplicitare chi lo ha coniato. Personalmente, per ragioni professionali, vivo in mezzo a carte intestate, timbri, fregi, senza mai pormi il dilemma circa le finalità per le quali furono posti in essere. Invece, tutti i timbri delle singole Accademie sono deputati a sancire l’impressione, anche se con sfaccettature opportunamente diversificate, di una Idea Madre che non ha limite temporale (mi viene in mente quella proiezione di traiettoria della quale non si intravede la curvatura, alla quale fece riferimento il Maestro Benno nella ben nota Circolare del dicembre 1947 quando richiamava a raccolta tutti gli iscritti regolari), e proprio attraverso i lavori accademiali tale Idea si manifesta nella lenta, ma espansiva ed inesorabile incarnazione del senso di appartenenza alla Schola. Forse proprio per questo, che l’invito del Circolo Interno è sempre quello di mettere a verifica oltre ai singoli lavori espletati anche le idee e le impressioni che ne scaturiscono, perché l’Ermes, cioè la penetrazione intelligente dei fenomeni e delle loro cause, non si sa quale direzione individualizzata utilizzi per manifestarsi, ma sicuramente presiede sistematicamente ad una crescita individuale e collettiva dei partecipanti, fissando sempre la teoria dopo averla cavata dalla pratica.
    Un caro saluto a tutti.

    garrulo1
    Partecipante
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    Sono perfettamente d’accordo con Lino su quanto siano dispersivi gli appararti mediatici, e proprio tale dispersione in questo momento storico ha creato una crisi nell’assimilazione soggettiva dei valori tradizionali. Purtroppo, si vede nel sistema sociale più o meno allargato tale crisi, a volte disarmante, in particolare quando si tenta di spostare la comunicazione su argomenti che si scostano dai soliti circuiti mediatici. Però, proprio ieri, iniziando la lettura del Quaderno dell’Accademia Sebezia, nella Prefazione del Delegato Generale della Schola, Maestro M.A. Iah-Hel, ho visto a chiare lettere la definizione della fase evolutiva che nonostante tutto, l’umanità nella sua interezza sta vivendo. Questo è un dato estremamente positivo, che sprona una volta di più l’appartenente alla Schola Ortodossa a tentare di migliorare di quel poco che può il contesto in cui vive ed opera attraverso l’esempio etico e quindi di coerenza.
    Un caro saluto a tutti ed al prox post.

    garrulo1
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    Non posso che unirmi al coro di sentiti ringraziamenti per quanto posto in essere dalla Superiori Gerarchie e dal nostro Delegato Generale, Maestro M.A. Iah-Hel, che anche in questa Festa Rituale di Amore e di Luce hanno stimolato quel microgranulo evolutivo in ciascun partecipante, grazie a quel fermento amoroso proveniente o meglio traboccante dal Centro per inondare chiunque postosi in condizione recettiva. Il post di Lino ne descrive la tangibilità. Avrei voluto proporre un brindisi nella Festa dell’Accademia Giuliana, ma ero abbastanza emozionato, e non me lo ero scritto. Ma l’augurio lo faccio lo stesso in questo post, e mi ripropongo, per la prossima Agape di vincere l’emozione. Questo più o meno volevo dire: che quell’Albero Maestoso, dal fogliame spesso, sia sempre più fonte di riparo sicuro per tutte quelle persone che, con sincera motivazione alla sola ricerca della Luce, vogliano praticare con costante progressione Verità e Amore, nell’Assoluto ed Eterno Rispetto dell’Ortodossia Iniziatica.
    Un caro saluto a tutti.

    garrulo1
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    Eccomi nuovamente all’Introduzione Storico Filosofica sulla Fratellanza di Miriam, del Maestro Jesboama. Come al solito, qualcosa di nuovo viene messo a fuoco, mentre parecchio, purtroppo, sfugge ad un sistematico aggancio di consapevolezza soggettiva. Ovviamente, è bene volgere l’attenzione a quella piccolissima porzione di bicchiere con contenuto, anziché alla stragrande parte di bicchiere del quale il contenuto ancora non si vede, o meglio, ancora non è circoscrivibile nell’esperienza soggettiva. In tale manoscritto, ad un certo punto (Foto 11/15), compare una descrizione estremamente sintetica di cosa si debba intendere per MAGIA: “è la conoscenza scientifica di tutte le leggi sussidiarie della legge unica, tanto nel mondo delle forze conosciute o note, quanto nel campo delle forze ignorate od occulte”. Infatti, nel prosieguo dell’Introduzione, ad un certo punto compare un’altra Perla, tanto luminosa per quanto sintetica (Foto 11/23) : “Or bene tutti i simboli e geroglifici degli antichi sapienti non ci dicono che questo: Eà ha due facce, una visibile, che rappresenta la sua manifestazione nel mondo dei sensi fisici, cioè la Natura dei moderni filosofi materialisti; e l’altra invisibile, che rappresenta lo spirito della natura, cioè l’Intelligenza che è legge di ogni manifestazione della natura”. Quindi viene spontaneo pensare che il corpo umano funziona con tutta la sua macrocomplessità di funzioni attive, solamente perché a monte, vi è un’anima che disciplina e regola tutti i processi e le relative mansioni. Questo Principio ovviamente vale per tutti gli esseri che popolano i Regni della Natura Visibile, per ognuno armonizzato al relativo stato di sviluppo. Immancabilmente, alla Pagina 471, Foto 11/26, arriva diretta la spiegazione Magistrale, riferita in particolare al Fattore Umano: “Dovunque tu volgi uno sguardo, tu trovi un dolore. Chi soffre? E’ la materia. Lo spirito umano, che è divino non sente il dolore che in ragione della sua involuzione nella materia. Se subisce la materia, egli spasima come la materia; se la domina egli la sana: eccovi il principio fondamentale della medicina occulta, sacra o jeratica”.
    Un caro saluto a tutti.

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