-
AutorePost
-
La nuova frontiera della prevenzione parte dall’alimentazione con la domanda: il cibo può essere inteso come farmaco? La scienza sembra tornare alle origini, quando Ippocrate nel III secolo a. C affermava:”Fa’che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. In prospettiva quindi,ci sarà una medicina sempre più personalizzata, basata sulla conoscenza più approfondita tra il cibo e il nostro DNA ( uguale agli altri per il 99,9 ma diverso per quello 0,1 che ci rende unici). In breve,ci sono principi nutritivi negli alimenti che” spegnerebbero” la risposta negativa del DNA e che alla lunga ammalano e ” accenderebbero” viceversa una risposta positiva, diventando di per sé terapeutici. Sotto i riflettori delle nuove scienze dette “omiche”, ci sono i fitonutrienti, preziosi per le molteplici malattie dei nostri tempi (cardiovascolari, neurovegetative, cancro, invecchiamento precoce ecc); in particolare, sono stati individuati: i flavonoidi, resveratrolo, carotenoidi, licopene, tiocianati, allicina, genisteina, contenuti tutti, peraltro, nella dieta mediterranea (dichiarata patrimonio dell’umanità). Insomma,in futuro, le ricette mediche di potrebbero assomigliare sempre più alla lista della spesa?! L’argomento stimola molte domande, una su tutte, se ci sono punti di incontro con la Tradizione Ermetica. Ad es l’invito a preferire alimenti vegetali, non per ideologia ma in quanto mirati ad attivare consapevolmente certi principi attivi,o ad essere morigerati nel mangiare ( un farmaco si assume non si abusa), un giorno magari saranno indicate sulle confezioni alimentari non solo le calorie ma anche le posologie? E poi ancora se è vero che non si vive per mangiare ma si mangia per vivere, il gusto potrebbe superare un discorso edonistico per diventare un percettore finalizzato, atto a capire, in modo funzionale,cosa ci fa bene o male( è stato scoperto difatti, che siamo dotati di recettori che assieme al gusto, individuano la natura grassa dei cibi)? E, inoltre, nel Convegno sull’alimentazione, promosso dalla Schola nel 2011, ormai dieci anni fa ma sempre attualissimo, sì è parlato del farmaco universale più potente, l’Amore, che anche attraverso il cibo, specie nei neonati, passa, nutre e cura, grazie a viatici semplici come acqua, sale, olio, latte ecc… tutti eccipienti che ricordano una dispensa piuttosto che una farmacia, come suggerisce il Maestro Kremmerz, da oltre un secolo. È davvero auspicabile una scienza che vada nella direzione del Nosce Te Ipsum, ma senza dimenticare che oltre a scandagliare il nostro DNA, dobbiamo ,allo stesso tempo, imparare a capire e conoscere noi stessi?!
P.S.Allego link dove spiega nel dettaglio la differenza tra Nutrigenetica e Nutrigenomica
Un caro saluto a tutti i navigantiSul cibo come cura e in che relazione esso sia con le specifiche esigenze di ognuno di noi, mi sembra un argomento ampio ed interessante, oltretutto,come spesso si è parlato proprio su questo Sito, ha a che fare con la conoscenza di sé, con l’osservazione di se stessi e delle proprie percezioni psico- fisiche. Ricordo ad esempio che, parlando di dieta, ovvero di regime alimentare, si era sottolineato l’importanza di trovare ognuno il suo, in base non solo al proprio gusto e preferenza, o in base alle abitudini di vita, bensì soprattutto basandosi sui segnali che il nostro corpo ci rimanda. Che si sia tornati a parlare di cibo come farmaco non stupisce se si considera, come ricordava Wiwa, che nell’antichità si faceva già largo uso degli alimenti per curare corpo e…anima! Da un certo momento in poi, mi sembra, siano stati sostituiti da altri preparati, più facili da assumere e più pratici per chi ne aveva urgenza. È stato un bene? Per certi aspetti credo di sì, per altri, credo sia diventato più facile abusarne. Chissà. Bell’argomento, grazie Wiwa, fa venire in mente tante domande.
Ti condivido, Wiwa, e l’articolo è davvero interessante. Anni fa avevo sperimentato una ‘sorella’ della nutrigenetica e della nutrigenomica, la lipidomica, basata sull’analisi personalizzata della composizione lipidica della membrana cellulare. Sostanzialmente mi vennero somministrati degli integratori “farmaci” che, ahimè!, mi fecero ingrassare.
Il Convegno della Schola sull’alimentazione fu particolarmente pregno di spunti e molto innovativo, grazie mille x averlo ricordato cara Wiwa! (da Attività e Curriculum) “La dieta hermetica nella prevenzione e nella cura delle patologie alimentari e metaboliche. Dai nutrienti autopoietici alle influenze lunari e siderali sugli alimenti in natura”. La conferenza tenuta dal Presidente e da medici della S.P.H.C.I. ha evidenziato l’importanza di una sana alimentazione, composta di non solo cibo, nell’ambito di una natura sistemica e autopoietica e della necessità di una eco-alfabetizzazione alla nutrizione, anche alla luce degli sviluppi più all’avanguardia della scienza alimentare.”
Su “ecoalfabetizzazione” e “autopoiesi” ricordo gli articoli della D.ssa Anna Maria Piscitelli in elissa.net.Si la dieta ermetica è certamente la più completa ed intelligente, anche se credo che non sempre si riesca a trovare le soluzioni alimentari più adeguate al nostro organismo e al suo sviluppo psico-fisico. I tempi astronomici della nostra operatività miriamica ci avvicinano allo sviluppo di una coscienza di questo tipo. Più che cibi soggettivi penso a cibi finalizzati a ciò che si deve fare.
Spesso si mangia molto per motivi non legati all’appetito o si mangia poco per ragioni non attinenti il proprio sviluppo.
A volte ci si affida al parere degli altri…
Credo che non ci sia mai stato un tempo in cui si è parlato tanto di cibo e si siano dette cose tanto contraddittorie, che lasciano alquanto confusi, perché non è tenuta in conto la soggettività di ognuno né tantomeno è presa in considerazione l’influenza della Luna e degli Astri sull’alimentazione.
Per fortuna fra poco riprenderanno le Lunazioni.
C’è un mercato non di poco contro dietro le scelte alimentari.
Anch’io feci per un anno l’esperimento della lipidica, prendendo con regolarità gli integratori consigliati. Dopo un anno le analisi erano le stesse identiche… e… allora…Carissime, mi conforta sapere che non sono l unica ad aver sperimentato in questo senso…in effetti l’ interesse nasce da una esperienza personale, in cui avevo il sospetto di intolleranze alimentari ai lieviti e quindi, tramite visita specialistica, sottoposta a tampone salivare,dal DNA, sono riusciti a risalire alla risposta dell’organismo alla metabolizzazione di 250 tipi di alimenti( metodo diagnostico usato spesso per scoprire allergie alimentari). Risultato: erano verdi e cioè positivi per l’organismo, tutti i cereali, frutta, verdura e legumi( alimenti che ho sempre preferito) mentre rossi, ovvero negativi,il tuorlo d’uovo,latticini, dolci (che se posso scegliere non mangio); da qui la domanda era nata, come diceva Seppiolina,se istintivamente ci dirigiamo verso ciò che ci fa bene o meno, semplicemente mettendoci in ascolto dei segnali che il nostro organismo ci invia. Del resto, la parola, alimento deriva da altruim (nutrire, crescere, sorgere, porre in moto, suscitare) e dalla radice or/ar sanscrita di Origine, Ordine, Oriente( quasi ad indicare una direzione?!)L altra considerazione è sfatare il luogo comune che dice” tutto ciò che è buono, fa male!” Ma se invece l alimentazione ,come ogni altro aspetto della nostra vita,fosse un modo per prendersi cura di sé, potremmo scoprire che ciò che ci fa bene, è necessariamente buono e non è il gusto ma la gola a metterci lo zampino?! Grazie Mandragola per le indicazioni bibliografiche che non ricordavo e che andrò a rivedere volentieri, così come le Lunazioni che citava Tanaquilla.Un caro saluto
Concordo con Tanaquilla che sugli effetti dell’alimentazione sulla salute se ne dicono di cotte e di crude , il tutto ,in linea con la mentalità dei tempi, finalizzato al solo profitto economico.
Personalmente ho più fiducia nelle indicazioni semplici e chiare che ho trovato negli scritti del Kremmerz e riprese nei convegni e seminari della Schola ,piuttosto che nel mare magnum delle offerte del mercato della salute
E’ ovvio che una cosa è parlare di regime alimentare e stile di vita come prevenzione e mantenimento di stato di salute e altro è dover curare uno squilibrio in attoe vorrei aggiungere che , in caso di bisogno , esiste una Terapeutica Ermetica alla quale si può liberamente ricorrere senza controindicazioni
Miassocio, caro GELSOMINO…buona domenica a tutte/i!
Mi ricordo di aver partecipato agli incontri alla Madonna di Costantinopoli, ma forse quella volta non c’ero perchè non me lo ricordo questo sulla nutrizione che è molto interessante.
A parte che i cibi non sono più quelli sani di una volta, sono dell’opinione che il nostro corpo reagisce con le intolleranze e ti dice quello che gli serve … se uno gli dà retta!
Da bambina andavo in campagna dai miei e mangiavo tranquillamente senza avere mai problemi, oggi le stesse cose che compro a volte mi danno fastidio, ma perchè i grani non si sa da dove vengono e di quali sozzerie sono imbottiti!
Una volta c’era il nostro grano, ma ora?Ultimamente ho lettto un libro dal titolo “La pancia lo sa” scritto dal gastroenterologo Silvio Danese che, partendo dalla constatazione, ormai più che acclarata, che l’intestino con i suoi 500 milioni di neuroni e con la sua capacità di secernere ormoni e rilasciare neurotrasmettitori influisce sul metabolismo dell’intero corpo, spiega come la pancia (intestino e stomaco) sia fondamentale per la salute generale e come influenzi gli stati infiammatori a tutti i livelli, il sistema immunitario, l’umore, il metabolismo e dunque il peso corporeo,. A proposito del peso ipotizza che la tendenza ad ingrassare (alcune persone possono ingrassare mangiando pochissimo, altre al contrario non ingrassano mai) possa derivare dal rapporto tra “ciccia e microbi”. Sembrerebbe che negli obesi siano presenti ceppi batterici nello scomporre i carboidrati (amidi e zuccheri semplici) questa caratteristica comporta il fatto che questi individui estraggono energia, quindi calorie, da qualsiasi alimento. Al contrario il microbiota dei magri non sarebbe in grado di assorbire una certa parte di calorie. Vorrei concludere con alcune parole del Kremmerz che danno un senso a questo post “ …la storia moderna comincerà quando una chimica nuova analizzerà e svolgerà gli elementi animici che costituiscono l’individuo uomo, e segnerà la fine di una lunga notte in cui l’uomo ha ignorato se stesso” (S.M. II, pag.302)
Cari Tutti, si dice che noi siamo quello che mangiamo. Il nostro corpo utilizza gli alimenti allo scopo di trarne il giusto nutrimento, ma il vero problema è: cosa introduciamo nel nostro organismo quando ci alimentiamo? Troppo spesso i prodotti acquistati contengono sostanze nocive per il nostro organismo, sostanze che, accumulandosi, nel tempo provocano gravi problemi. Io, oggi, sono intollerante ad alimenti che prima mangiavo con tutta tranquillità, e più evito di assumerli, più quando provo ad ingerirli provo maggiori (proprio nei prossimi giorno dovrò effettuare numerosi esami su intolleranze farmacologiche ed alimentari, che aumentano anche le mie possibilità di non potere fare il vaccino anticovid). A volte ci si dimentica di ascoltarsi: il nostro corpo, se riusciamo a sentirlo, ci comunica sempre cosa dobbiamo fare, cosa dobbiamo evitare, cosa ci fa stare bene.
Ascoltare noi stessi. Nell’opera “Chymica Vannus” (che trovo uno scritto veramente straordinario), nella prima parte, l’ascoltare se stessi è posto come base per la futura lettura del libro, nonchè del percorso che si deve affrontare per ottenere la nostra trasformazione. Ma è anche la base del nostro percorso, quando ascoltando noi stessi, cerchiamo il nostro Sole.
Certo, oggi gli alimenti sono modificati, trattati, trasformati, non sono più quelli “di una volta”. E questo ci dimostra come, a volte, il progresso non è foriero di grandi nuove, che l’uomo cerca sempre di trasformare ciò che la Natura produce in maniera perfetta, in qualcos’altro di utile solo da un punto di vista economico. Gli animali domestici, abituati ormai a cibarsi di scatolette e croccantini industriali, si ammalano di forme tumoriali sconosciute negli animali selvatici… un motivo ci sarà.
Ascoltiamo noi stessi, e forse otterremo grandi risultati.
Vi abbraccio.Interessanti i vostri post, carissimi, i quali mi hanno fatto spostare un attimo il focus sul concetto di Prevenzione, se è di per sé stessa ‘ermetica’ o, al contrario, esistono metodi preventivi, non in linea con la Tradizione Ortodossa? Difatti, una delle caratteristiche del Metodo Ermetico è integrare ciò che può essere integrabile, avvalendosi ad es. delle conquiste più all’avanguardia della scienza medica, una su tutte in termini di importanza, è sicuramente la diagnostica precoce, grazie alla quale , a volte, può rappresentare la differenza tra la vita e la morte( nella stessa terapeutica miriamica la tempistica per intervenire è importante, anche se poi quando “l’abito diventa troppo logoro” si dice che è meglio cambiarlo del tutto!) e che ci aiuta in un percorso di presa di consapevolezza, parallelamente e senza nulla togliere al nostro lavoro di purificazione e destrutturazione dell’essere. Quindi tornando alla stimolante immagine del libro citato da Mrosa:’La pancia lo sa’ in quanto è il nostro ‘cervello intestinale’, ma mi chiedo: se non lo impara anche la testa, sintonizzandoci con quello che è stato definito il nostro ‘Sole’, per usare l’immagine di Angelo, dopo una vita di scelte sbagliate, ci ammaleremo ugualmente per il semplice principio che l’epigenetica e le sue figlie, nate da essa, persegue, e cioè che il DNA può essere influenzato in bene come in male, dalle nostre scelte e comportamenti reiterati all’infinito?(la nostra stessa scelta miriamica di etica ed estetica non si basa, forse, su questo principio di trasformazione?). Mi rendo conto che sembra un po’ come la canzoncina proposta da Alef:’ Chi è nato prima l’uovo o la gallina?’ ma quindi, ricapitolando, ci destrutturiamo per arrivare al nostro nucleo divino, senza però poter prescindere allo stesso tempo, dalle esperienze fatte in questa vita, senza le quali è impossibile capire e prendere coscienza? In tutto questo, mi considero felice di essere miriamica, in quanto credo, che in ogni caso, ciò mi aiuterà a raggiungere lo scopo principale: capire e conoscere a livello più profondo noi stessi, secondo il Nosce Te Ipsum. Un caro saluto a tutti e una buona domenica
Leggo ora, con piacere, gli ultimi post sull’argomento della nutrizione. Ci tengo ad esprimere alcuni concetti sul problema dell’alimentazione. Personalmente, negli ultimi tempi ho modificato parecchie cose in proposito, sempre nell’ottica della prevenzione e mantenimento dello stato di salute. Da tempo ho tentato di fare mia la frase di Ippocrate nel tentativo di tradurre in pratica il cibo come prima medicina, ricordando sempre la Natura ottima “Medicatrix”, ma anche secondo Ippocrate “Rendi medico il tuo paziente”, e, non essendo medico, tento, a tentoni, di essere il più possibile un “paziente silente”. Quest’ultima massima, credo intendesse proiettare chiunque verso un percorso di progressiva consapevolezza finalizzata al sapersi ascoltare e di conseguenza regolare sul fronte dell’alimentazione. Un po’ il “nosce Te ipsum” della Chymica Vannus, per camminare secondo l’input interno prima che esterno, quest’ultimo connotato di innumerevoli frastuoni, ma anche quel traguardo di autopoiesi alimentare ben evidenziato nei Convegni della Schola degli anni 2011/2012. Non ho trascurato una consapevole integrazione, in primis fatta di generose dosi di Vitamine C, D e K2 (K2 in dosi leggere) da abbinare alla D per evitare accumuli sulle pareti venose e arteriose, poi Vitamina A estratta dal fegato del merluzzo a mesi alterni, e perché no, Omega 3 per mantenere in omeostasi l’apparato cardiocircolatorio “latu sensi”. Consiglio sempre un confronto aprioristico con il medico di base per i dosaggi e nel caso di intolleranze soggettive a determinati principi attivi. E poi che dire delle spezie, se ben abbinate costituiscono il nemico giurato all’azione dei radicali liberi, responsabili dei processi di invecchiamento e di danneggiamento delle membrane delle cellule, e voglio a cominciare dalla curcuma, il cui principio attivo (curcumina) le conferisce un’azione antinfiammatoria e analgesica, per questo motivo impiegata efficacemente nel trattamento di infiammazioni, dolori articolari e molto altro. Alla curcuma abbino zenzero, chiodi di garofano e cannella, ma anche pepe nero per miglior sintesi della curcuma, nonché origano. Non sempre, ma a giorni alterni, infilo questo mix nelle insalate o nella minestra, a volte aggiungo anche un pizzico di buon curry. Sto anche attento a quello che metto in tavola, qui sta il nocciolo, evito per quanto possibile zuccheri e carboidrati insulinici, per evitare, sempre per quanto possibile e senza picchi ossessivi, i picchi glicemici. E poi, a proposito del resveratrolo citato da wiwa, ogni tanto, a cena, un buon bicchiere di nebbiolo, dispongo di un doc che ha visto i solfiti solo per la bollitura, e, scherzi a parte, il resveratrolo pare sia un composto polifenolico dalle enormi proprietà, antiossidanti, antinfiammatorie, epurative del sangue, immunomodulanti, oltreché beneficiare di una certa quantità di flavonoidi presenti nell’uva rossa. Ultima cosa ma non meno importante: mangiare con allegria, digerire con allegria, quando si può tutti insieme (TV rigorosamente spenta), ed essere il più possibile consapevoli di questo principio, è anche questo cibo di cui l’organismo, nella sua interezza, si nutre passando da vie più sottili.
Un caro saluto ed una buona domenica a tutti.Secondo me, è sicuramente vero che possiamo evitare gli alimenti che producono effetti evidentemente dannosi sul nostro copro fisico però non so quanto sia facile andare oltre e tessere un dialogo col nostro corpo fisico così fitto e chiaro da poterci guidare in tutte le scelte alimentari. Infatti (sempre secondo me) il corpo fisico andrebbe in qualche modo istruito dalla nostra volontà e non solo ascoltato. Probabilmente è meglio attenersi ad alcuni principi base (es. semplicità dei cibi e preferenza per alimentazione vegetariana) declinandoli nella propria quotidianità al meglio delle proprie possibilità. Io ad esempio mi sforzo di stare lontano dai grassi saturi, dalle pietanze troppo salate, consumo spesso frutta fuori dai pasti, privilegio il pesce alla carne e controllo quotidianamente il peso per rendermi conto se l’apporto calorico è proporzionato alle mie necessità. Ogni tanto però dimentico le regole e mangio ciò che in quel momento mi piace interrompendo la routine del cibo sano. Sono scelte giuste? Non lo so con assoluta certezza ma quando riesco ad applicarle in modo rigoroso per periodi lunghi mi sento meglio.
Non sono del tutto d’accordo con l’approccio di garrulo al concetto di salute. Condivido la massima di Ippocrate sull’essere medici di se stessi, però quando si tratta di patologie acclarate bisogna sentire chi ne sa più di noi e seguirne, per quanto possibile, le indicazioni (sempre tenendo presente che la libertà di scelta, anche in ambito medico, è imprescindibile). La cosa che del post non condivido, caro Fratello, è che sembra che consideri il tuo corpo come malato, tant’è vero che lo imbottisci di vitamine, integratori e quant’altro. E’ vero il concetto della prevenzione, ma se questa si trasforma in cura preventiva perde di senso perché preventiva di quale patologia? Forse la prevenzione, Miriamicamente parlando, si dovrebbe tradurre in qualcosa di più profondo, che coinvolga non solo l’aspetto alimentare (consiglio di rileggerci “L’educazuine ermetica alla salute e alla prevenzione terapeutica nella dottrina di G. Kremmerz” dal nostro sito). Credo inoltre, che così facendo si rischia di indebolire le capacità reattive naturali del corpo stesso delegando a delle sostanze (sicuramente innocenti e buone come nel tuo caso) l’attività che dovrebbe svolgere la nostra coscienza.
-
AutorePost
- Devi essere connesso per rispondere a questo topic.