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  • ippogrifo11
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    in risposta a: Il Carnevale #14503

    Anima critica ci ricorda, trascrivendola fedelmente, un’indicazione metodologica fondamentale della nostra Schola Italica e fa bene. Il carattere sperimentale che contraddistingue il nostro metodo, che si sintetizza nel “cavare la teoria dalla pratica”, ci richiama all’importanza di parlare di ciò di cui si ha riscontro diretto, così da tenere nettamente distinta la conoscenza, acquisita per esperienza soggettiva e oggettiva, dalle opinioni e dalle credenze che sostengono i nostri convincimenti, per altro tutti da passare al vaglio impietoso della verifica probante. Per impegno assunto, ciascuno di noi tende a diventare strutturalmente finalizzato al Bene e perciò ogni nostra azione e parola, orale o scritta, dovrebbe porsi come obiettivo il Bene, nostro e altrui. In tal senso – e qui porto la mia personalissima esperienza – prima di agire o dire sto imparando a chiedermi: ciò che sto per fare o per dire a cosa e a chi è utile? E se sorge qualche dubbio, mi astengo, perché mi sto convincendo che un’azione non finalizzata, non utile, finisca per alimentare il caos. É pur vero che in tema di Carnevale, come si è detto e come ci ricorda la Direzione nel link in riferimento, il caos “preludia l’ordine nuovo e idee e creazioni sempre più perfette”, ma si tratta, in questo caso di un caos funzionale al rinnovamento e non fine a sé stesso. Il Carnevale ci riporta alle mille maschere che indossiamo per convenienza, per ruolo, o per necessità come ci ricorda ancora anima critica, e ci richiama allo sforzo per liberarcene e far prevalere la semplicità sostanziale del nostro Essere. In assenza di questo lavorìo continuo di spoliazione di sé si finirebbe per sottostare giocoforza all’esercizio di un ruolo fittizio che, sul cammino da noi intrapreso, configurerebbe il rischio enorme – e le tante chiesuole che si richiamano al nome di Kremmerz stanno a dimostrarlo – di appiccicarsi al viso n’altra maschera, quella dell’Iniziato. E qui la cosa, oltre che la maschera, finirebbe davvero per diventare paradossalmente grottesca.
    Un caro saluto ai naviganti del sito.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 2 mesi fa da ippogrifo11.
    ippogrifo11
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    in risposta a: Il Carnevale #14461

    Non mi sorprende, cara Tanaquilla, che ti sia trovata solo con pochi altri a gridare di credere alle fate; le fate sono il centro delle fiabe e, purtroppo, alle fiabe si smette troppo presto di credere. Forse è per questo che le fate sono scomparse dai nostri orizzonti, rendendosi invisibili a occhi che non sono più in grado di riflettere la virtù dell’innocenza. All’incirca un secolo fa, il Maestro Kremmerz osservava non senza una punta di amarezza che “per noi il mondo delle fiabe, anche delle fiabe a tinte e mezze tinte di carattere occulto, è finito per sempre”.
    Buon carnevale a tutti.

    ippogrifo11
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    Apprendo con piacere che anima critica, dopo il lungo periodo di silenzio, abbia ripreso a frequentare il nostro sito e a scrivere nel Forum. Come iscritto alla Schola, poi, mi fa ancora più piacere che abbia intenzione di seguire i corsi on line; in proposito, immagino che, in coerenza col nick name scelto, li approcci con spirito libero e “critico”, così da offrirci, nelle considerazioni che vorrà condividere con noi in questo Forum, punti di vista stimolanti. Mi permetto solo un consiglio benevolo e disinteressato (anima critica non me ne voglia per questo): la Schola, come è detto nel video introduttivo, mette a disposizione del frequentatore dei corsi un tutor, sempre che l’interessato ne faccia richiesta, con lo scopo di aiutarlo nel percorso di approfondimento e di comprensione; ebbene, il consiglio è di approfittare al meglio di questa opportunità; certo, si può sempre fare da soli ma, come il metodo della Schola insegna, l’oggettivazione (di dubbi, perplessità, e quant’altro possa ostacolare il processo di comprensione) è fondamentale per non incorrere nella trappola dell’autoreferenzialita’, tanto più rischiosa quanto più si ritiene sia robusta la propria attrezzatura concettuale e culturale, la quale, non di rado, è un mero assemblato sovrastrutturale.
    Buon inizio di percorso, dunque, e a presto. A tutti un caro saluto.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 2 mesi fa da ippogrifo11.
    ippogrifo11
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    È proprio vero, cara Mercurius3, abbiamo bisogno di semplicità, di immediatezza, di genuinità, insieme alle considerazioni o agli interventi un tantino più impegnativi. Passare di qua è come fare una capatina a casa, anche solo per un momento, giusto per vedere se ci sono novità o per respirare una boccata di confortevole familiarità. Questo spazio serve anche a questo: darci modo di alimentare e rinsaldare l’unione che ci affratella, oltre che tenere la porta aperta per chi viene a farci visita, perché ci vuole conoscere o anche solo intavolare uno scambio o un confronto di opinioni.
    Buona serata ai naviganti: la Stella Polare è sempre al suo posto e a guardarla non si sbaglia rotta.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 2 mesi fa da ippogrifo11.
    ippogrifo11
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    Poesia è arte della parola e dietro ogni espressione artistica vi è l’immediatezza del “sentire”, del quale l’artista cerca in qualche modo di farsi tramite. Grazie per i versi, m_rosa: anch’essi, come ogni altra cosa di bello che ci regala la Vita, possono esserci di conforto nel lavorio quotidiano e incessante di trasformazione del nostro essere. Ancora un caro saluto a tutti i naviganti del sito.

    ippogrifo11
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    Finalmente sono riuscito a dedicarmi il ritaglio di tempo, come lo volevo e con le condizioni che volevo, per immergermi nel breve filmato postato dalla Direzione e farmi catturare dal miracolo della Vita. La Vita è nelle sue infinite trasformazioni; la Vita è cooperazione e armonia. La Vita è bellezza e spesso, anzi quasi sempre, la bellezza è semplicità. E la semplicità è diretta, immediata, e non ha bisogno di troppe parole per farsi comprendere. Un caro saluto ai naviganti tutti e che nell’attraversamento dell’oceano della vita resti ben salda la barra del timone.

    ippogrifo11
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    Mi unisco agli apprezzamenti di Mens.libera: trovo anch’io che gli ultimi accorgimenti apportati alle funzionalità del sito ne rendano più agevole e immediato l’utilizzo.

    ippogrifo11
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    Condivido in toto, senza riserve, quanto testimoniato da Diogenonn perché anche la mia esperienza vissuta nel seno della Miriam ortodossa, seppure svoltasi lungo un arco temporale un po’ più breve, racconta le stesse cose e parla della identica “tensione”, nonostante le tante resistenze e gli innumerevoli ostacoli frapposti dalla nostra condizione di esseri umani in itinere. Il Faro che ci guida sul cammino è sempre quello: anteporre l’ideale di Bene, altrui e nostro, alla vacuità dei personalismi sempre in agguato e sempre pronti a intrappolarci in una malintesa quanto sterile difesa della nostra individualità.
    Un caro saluto ai naviganti.

    ippogrifo11
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    Chissà, caro Kridom, forse anche le profezie buttate lì “a casaccio”, se osservate un po’ più dall’alto, come da invito del Maestro L.J. Aniel, e quindi con un orizzonte spazio-temporale più ampio, magari si presentano con un filo connettivo e con una “ratio” che invece sfuggono alla visione circoscritta e limitata imposta dagli spazi angusti e intricati che concede il labirinto…E allora anche le scelte conseguenti potrebbero essere diverse… Purtroppo, ci muoviamo lungo il filo dei “se”, filo che serve poco anche per chi voglia, non dico cucire, ma almeno imbastire. Meglio allora, come tu dici, servirsi del Filo d’Arianna che con grande generosità ci viene affidato nella e dalla Schola e che ci consente di restare sul “percorso” anche quando questo, come è nel caso del percorso della vita, ci appare aggrovigliato e senza capo né coda.
    Raccolgo con piacere il tuo augurio di buon inizio, che estendo a tutti i naviganti del sito, così come faccio mio il tuo “grazie” ai Maestri, sempre con noi e per noi.

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 4 mesi fa da ippogrifo11.
    ippogrifo11
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    Non condivido l’idea che il campo mediatico, come lo definisce Garrulo, agisca “inconsapevolmente” per imporre le proprie innovazioni. In generale, le linee innovative che poi si impongono alle abitudini della “totalità degli utenti” fanno seguito a strategie di marketing scientificamente studiate, per essere poi attuate preventivamente o contestualmente, spesso inducendo in maniera surrettizia bisogni non reali o lavorando sul piano simbolico dello status percepito e proiettato, così che l’emulazione diventi una sorta di necessità che ponga al riparo dal rischio di apparire emarginati per il semplice fatto di non essere alla moda o di non ostentare lo smartphone ultimo modello. Semmai, sono spesso gli utenti a diventare vittime, più o meno consapevoli, del “così funzionano le cose” e, fra queste, primariamente i genitori di figli in età pre o già adolescenziale. Personalmente sono convinto che prima che dagli educatori istituzionali, una formazione equilibrata, per quanto possibile equilibrata, debba partire proprio dai genitori, ossia dalle figure e dai ruoli da sempre chiamati a concorrere alla prima formazione educativa. Ma qui il discorso rischierebbe di farsi lungo e assai complesso e allora mi limito a una rapidissima considerazione: miriamicamente, anche come genitori, siamo chiamati a svolgere un ruolo permanentemente attivo e vigile, non potendo delegare al caso o alla forza delle abitudini o alla dittatura delle mode la responsabilità che ci compete in prima persona. Certo, mi rendo conto che non è affatto facile per un genitore, specialmente al giorno d’oggi, contrastare le pressioni condizionanti che agiscono da ogni dove e in ogni direzione, eppure, proprio per questo, occorre che la presenza dei genitori si faccia ancor più sentire. L’alternativa è dare forfait in partenza e arrendersi senza neppure aver provato. Ma è un’alternativa condivisibile?
    Un caro saluto a tutti.

    ippogrifo11
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    Hai ragione, carissima Mercurius3, l’essere Miriamici è una condizione, un modo di essere permanentemente disponibile a crescere, a rendersi permeabile al senso dell’etica, della giustizia, del bene disinteressato. Si tratta di una condizione che, per il nostro essere in itinere, è essenzialmente un anelito, una tensione costante verso un Ideale che tuttavia ci chiede riscontri e verifiche quotidiane, oltre all’esercizio di quella terapeutica ermetica la cui sperimentazione è vincolata alla più assoluta mancanza di aspettative di ritorno sul piano personale, se non la consapevolezza di agire per il Bene… Come è lontano tutto questo dai vagheggiamenti e dalle suggestioni di un occultismo rancido e torbido, tutto e soltanto volto ad alimentare ego ipertrofici e smanie ossessive di apparire ciò che non si è. Chissà se chi viene a visitare il nostro sito, leggendoci e non facendo parte della Miriam Ortodossa, riesce a percepire l’essenza autentica dell’Ecce quam bonum et quam iucundum habitare fratres in unum! Chissà se si pone domande e quali domande si pone! Chissà quali pensieri gli attraversano la mente: pensieri forse rapidi e fuggevoli come è forse rapido e fuggevole il suo sostare fra noi? Chissà quali sono i timori, o magari le prevenzioni, che gli impediscono di interagire con noi in un dialogo franco, aperto, anche per solo amore di contraddittorio!
    Purtroppo, non avendo per ora risposte, non possiamo che proseguire nel nostro dialogo con lo stesso approccio col quale ci accingiamo all’esercizio della terapeutica ermetica: la consapevolezza di agire per il bene, anche se talvolta può apparire che ci si muova all’interno di una gabbia dorata. Che dorata non è affatto… e tanto meno è gabbia!
    Un caro saluto a tutti i naviganti, a quelli con bussola e a quelli che ne sono privi e che guardano alle stelle per cercare l’orientamento giusto!

    ippogrifo11
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    Ecco!… I coach da ridere ci mancavano…
    In certe situazioni bisogna stare attenti a non rompere l’armonia, perché, si sa, chi rompe paga e i coach son suoi!

    ippogrifo11
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    L’affermazione di Buteo, secondo la quale scienza umana e divina sono indissolubili e che scoperte e progresso avvengono in virtù di questo, mi pare un tantino azzardata se collocata nella prospettiva della visione ermetica. La Scienza Ermetica, così ci dicono i Maestri, è Scienza Assoluta, quindi indipendente dal fluire del tempo e perciò indipendente anche dalla scienza umana, che invece progredisce lungo il fluire del tempo grazie alle scoperte che si succedono per opera dell’intelletto e dell’impegno umano. Certo, non può escludersi che accada che, per accelerare il progresso del sapere e delle sue applicazioni a beneficio della famiglia umana, l’Ermes “faccia visita” a scienziati e ricercatori e ne illumini la strada, ma questo non implicherebbe un rapporto di indissolubilità tra scienza umana e scienza divina ma semmai un rapporto di dipendenza della prima dalla seconda. Ciò che per altro nulla toglierebbe al rispetto che l’ermetista in primis deve all’impegno finalizzato all’accrescimento del sapere, in primo luogo quello che consente di traslare in avanti le frontiere della ricerca medica.
    Un caro saluto a tutti.

    ippogrifo11
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    Grazie Tanaquilla, condivido senza riserve quello che hai scritto e ti restituisco con affetto l’augurio di buona serata.

    ippogrifo11
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    C’è un filo sottile che lega insieme la notizia stravagante dello “spray trasmutatore” riportata da Mandragola e la storiella ermetica citata da Guglielmo Tell: il filo è quello della credulità umana e della labilità della ragione, come appunto la storiella ci insegna. Eppure questo filo deve indurci a riflettere su quello che probabilmente sta dietro alla propensione verso ciò che è contrario a ogni logica sensata e che fa credere sia possibile trasformare il proprio essere in quello che non è grazie a una “ricetta”, a un “formulario” più o meno misterioso o accreditato, all’intervento di un “essere prodigioso”, o anche semplicemente a uno spray, per l’appunto. In altri termini, si pensa che un “intervento esterno”, comunque lo si voglia immaginare, possa per effetto di un colpettino di bacchetta magica sostituirsi a un percorso progressivo di crescita, di strutturazione, di maturazione. Ossia a un percorso evolutivo che richiede tempo, che si alimenta di “vita vissuta”, che si concretizza per tappe graduali e che per questo risponde a quella legge inviolabile di giustizia che esorta a non desiderare quello che non si può avere.
    Forse può essere utile richiamare la seguente immagine figurata alla mente di tutti coloro che pensano che sulla via dell’iniziazione si possa invece fare diversamente: supposto che uno spray trasmutatore o un qualunque altro mezzo analogo siano nella realtà delle cose, si immagini di spruzzarlo o di utilizzarlo su un feto in via di sviluppo. Davvero si crede che, ipso facto, il feto si trasformi in un essere umano adulto, strutturato, maturo?

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