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in risposta a: La Scienza Ermetica nelle Arti #12066
Mi riallaccio volentieri al post di Wiwa del 19 gennaio, dove si sottolinea l’importanza della dignità in relazione alla Vita stessa. Sono perfettamente d’accordo e anzi, mi tocca particolarmente questo tema, perchè credo che la vera dignità dell’Essere sia la chiave per prendere coscienza di sè, per imparare ad ascoltare la parte più profonda di noi, quella che è sempre l’ultima ad essere considerata realistica ed affidabile. In tutti i processi e tentativi di demolizione del sè, sia da parte di chi è esterno a noi, sia di conseguenza nei confronti di noi stessi, si parte dal presupposto che la dignità sia un qualcosa che si debba meritare in qualche modo, una specie di atto certificato che qualcuno ha debitamente vagliato e bollato secondo la propria libera opinione. Ma la dignità è il diritto di essere fedeli a se stessi, di sperimentare, di osservare il mondo con i propri occhi, di qualunque colore o forma; dignità è riconoscere che ognuno di noi possa alzarsi, restare in piedi sulle sue gambe e, soprattutto, possa cominciare il viaggio nella direzione che ritiene più consona alle proprie esigenze. Il Maestro Kremmerz scrisse che l’evoluzione è un diritto, ed io credo che sia stato da sempre questo il messaggio inviato a tutti coloro che volevano iscriversi alla Fratellanza di Miriam: ogni essere ha il diritto di tentare la via dell’evoluzione, e quindi possiede pari dignità di accedervi,al di là delle vicessitudini di vita incontrate.Non credo che la dignità, in questo senso, abbia molto a che fare con la mistica “compassione”, dove il “poverino” viene segnato dalla commiserazione di chi ha intorno…
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #12032Mi ha interessato molto il post di Marypru del 16 gennaio, dove si parla della musica (oltre che della danza) e della sua valenza terapeutica e rasserenatrice. Mi è venuto in mente che tempo fa, leggendo un libro riguardante la gestazione, erano riportati alcuni studi fatti proprio sull’effetto della musica, quindi delle vibrazioni sonore e ritmiche associate ad essa, sul feto. Della musica classica e dei suoi riverberi rilassanti e riequilibranti, si sapeva già da tempo; curiosa fu la notizia che la stessa reazione sul bambino, ce l’avesse anche lo stile musicale raggae! Avevano infatti dimostrato che il ritmo del cuore rallenta, laddove ci sia agitazione, che il bambino si calmi e addirittura si addormenti. Chissà, forse perchè il ritmo lento ma dinamico del raggae ricorda il battito del cuore? Del resto, pensandoci bene, il canto ha sempre accompagnato le donne, che usavano la melodia come linguaggio/canale privilegiato per trasmettere sicurezza e amore; per non parlare del potere terapeutico che il canto aveva,ad esempio, sulle persone ridotte in schiavitù, le quali solo cantando ( e cantando in coro, spesso guidato dalla donna più anziana del gruppo) riuscivano a sopportare la sofferenza fisica e morale.
Sempre a proposito di musica, riflettevo giusto ieri, all’anniversario dei 50 anni di musica dei Pink Floyd, come sia cambiato, a partire dagli inizi del ventesimo secolo, il valore e la finalità della musica. Anche se i grandi geni della musica ( e i grandi estimatori) sono sempre esistiti, mi sembra evidente che è solo da un certo periodo storico in poi che si è cominciato ad “aprire” i propri orizzonti, indirizzando e considerando la musica come un bene per e di tutti, addirittura accompagnandolo a concetti ideologici e, oggigiorno, ad usarla come disciplina terapeutica a se stante.
Mi piacerebbe sentire l’opinione di chi di musica se ne intende e che nel mondo della musica lavora.in risposta a: La Scienza Ermetica nelle Arti #11976Vedo l’artista come una “creatura-antenna” che, pur attraverso la propria specifica attitudine, inclinazione o esperienze di vita, si fa canale ricetrasmittente di una Idea Unica…ma con moltissime sfaccettature diverse. Lo vedo come un “Bambino” che osserva la realtà e la vive attraverso una lente del tutto personale, e come tutti i bambini, riporta nella sua opera ciò che lo rende gioioso,orgoglioso ma anche,purtroppo, tutto ciò che lo spaventa e inorridisce. Gli artisti di tutti i tempi hanno rappresentato, a mio avviso, la cartina tornasole dello stato della società, delle sue rivoluzioni e delle sue necessità di cambiamento.Cercherò di vederla, la mostra su citata, perchè in effetti la paura, il dubbio, la follia ( intesa come il non-senso), sono “tappe” che ogni uomo sperimenta,secondo me :è il buio dal quale dobbiamo uscire “a riveder le stelle”, come diceva l’italico poeta Dante. Di quanto duri questo viaggio tenebroso poi… è tutt’altro che facile capirlo e allora mi aggrappo, fidandomi, alle parole del Maestro, la quale ci ricordò,tempo fa, che quando ci si trova nel mezzo della prova, spesso si è ciechi e non si riesce nemmeno a immaginare che la Luce possa essere….poco più in là !CHe balsamo queste parole!
in risposta a: Il Silenzio #11968Spesso nei film o nei romanzi, si vede un artista, carico di pennelli, colori e cavalletto, aggirarsi per campagne verdeggianti o solitarie vette in cerca di silenzio e di pace, dove terminare o iniziare un’opera d’arte, o comunque un atto creativo e artistico. Ho sempre pensato che la loro esigenza fosse quella di cercare il silenzio nella solitudine, perchè le interferenze più disturbanti erano legate ai propri simili. Ma poi, pensandoci bene, credo che, al di là dei suoni o “rumori” provenienti dall’esterno, il silenzio fosse semplicemente una condizione speciale dell’essere, uno stato fecondo e profondo in cui immergersi, quasi un “sonno” ,ricco di idee-guida da seguire, ma anche di assolute “sorprese” con le quali trovarsi in perfetta sintonia; e questo, aveva sì a che fare con i suoni della Natura, perchè il fluire di suoni esteriori,cioè il pulsare ininterrotto della vita, riportava probabilmente l’animo sensibile e ricercatore dell’artista a se stesso, facendogli da specchio. Quindi è vero che il silenzio non è necessariamente assenza di suoni! Mi viene anche in mente che noi miriamici sperimentiamo il silenzio prima dei riti quotidiani e lunari, accompagnandoli con i profumi legati alle quattro stagioni: anche l’olfatto ha dunque un valore in questa ricerca e sintonizzazione con noi stessi?
in risposta a: La Scienza Ermetica nelle Arti #11953Rileggendo le definizioni di arte riportate da Fleurdelys, mi ha colpito molto che esse comprendano anche le arti antiche,quelle che portano cioè l’uomo a realizzare oggetti utili e quindi di per sè preziosi. La tessitura, in effetti, rientra a pieno titolo in questa casistica perchè, come era emerso durante gli studi del Quaderno Vergiliano, essa era utilizzata non solo per fabbricare tessuti atti a decorare il corpo o l’ambiente, ed anche a proteggere dal freddo, ma era considerata un vero e proprio “linguaggio” grazie al quale si raccontavano lunghissime (eppur di estrema sintesi) storie di usi e costumi, di casate o di passaggi di soglia. Si tramandavano saperi pratici, tecniche che solo mani esperte potevano mostrare: una lavorazione tutta al femminile! Analoghe erano e sono, le arti tessili dell’uncinetto, anch’esso antichissimo di millenni, oltre ovviamente alla lavorazione della lana… Che bello spunto di riflessione questo dell’arte, anche perchè davvero le cose su cui soffermarsi sono innumerevoli. Basterà guradarsi un po’ intorno! Vado…A presto!
in risposta a: Il Silenzio #11811Il Silenzio. Quanto mistero lo circonda! Nella mia esperienza, il silenzio è stato sinonimo di “preparazione”, di “concentrazione di energie” in vista di qualcosa di importante da fare e da mettere a fuoco: un progetto, un nodo da smussare. Osservandomi, ho notato che anche le necessità più impellenti, come la fame o il sonno, venivano come messe a tacere, senza per questo sentirne la mancanza. C’è silenzio quando stiamo per proferire parola, anche durante le riunioni accademiali durante le quali, entrando più nello specifico di un argomento, rimaniamo come “sospesi”, mentre “qualcosa” gira in tondo! E di seguito, spesso tutti insieme parliamo e le voci si accavallano!Dunque nel silenzio qualcosa si muove, vive, cerca la strada per prendere forma. Credo inoltre che non sia facile da ricreare e da richiamare dentro di sè: quante volte non sono riuscita a”fare il punto della situazione”, a rallentare il flusso dei pensieri impazziti! Il pensiero nel silenzio è un pensiero creativo e mutevole ma libero! Da brava chiacchierona, ascoltare cosa ha da dire il mio silenzio sarà un’impresa…ma ci proverò!
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #11743Riagganciandomi al tema dell’alimentazione, di cui si è parlato nella scorsa riunione di dicembre a Torino, vorrei condividere un servizio in televisone visto poco tempo fa, in una trasmissione pomeridiana ( “Geo and Geo”), dove avevano intervistato un medico sull’argomento “flora batterica intestinale”. Si è voluto porre l’accento non sui batteri nocivi, ma su quelli che ci sanano e proteggono da infezioni e virus. Alla domanda della giornalista: ” ma noi nasciamo con una flora batterica già predisposta? Già attiva?”, la risposta è stata che al bambino, già nella pancia della madre durante la gravidanza e poi attraverso il canale del parto ,vengono trasmessi quei piccoli ma potenti batteri che lo proteggeranno dopo la nascita. E le domande sono proseguite: “e se si nasce col parto cesareo?” Allora, si parte un pochino “svantaggiati” (perchè nelle sale operatorie, diceva il medico, è stato dimostrato che persistono ceppi batterici più resistenti in quanto sopravvissuti a continue sterilizzazioni dell’ambiente) ma…niente paura, ci pensa il latte materno a sopperire al mancato passaggio dal canale uterino, in quanto anche lì sono presenti i “batteri buoni”. Ulteriore domanda: ” e se non si viene allattati alla nascita?”. L’esperto, con un sorriso, a questo punto ha asserito: “continua a non essere una condizione agevolata, ma è stato dimostrato scientificamente che l’organismo è capace di produrre per proprio conto la flora intestinale, attraverso una alimentazione equilibrata e variegata e attraverso un adattamento globale dell’organismo a quanto lo circonda. Gli integratori di fermenti lattici sono utili laddove realmente si sia di fronte ad una particolare fragilità del sistema immunitario o in presenza di ulteriori e gravi patologie”. Quindi… mi ha ricordato quanto detto dal Maestro, ovvero l’inutilità ( se non la dannosità?) di certe abitudini suggerite e pubblicizzate dai media, come fare cure preventive a base di fermenti, anche dove non si hanno problematiche particolari. E concludo con la simpatica frase che ha detto un nonnetto di 90 anni, (parente di una mia amica), che di mestiere aveva fatto il farmacista: ” Mai preso un integratore in vita mia: se si sente l’esigenza di prenderne, già vuol dire che qualcosa non ha funzionato!!” Un abbraccio a tutti
in risposta a: UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS #11741Condivido a pieno il pensiero di Ippogrifo del 10 dicembre,post riunione, in merito alle sensazioni prodotte ed avvertite dopo aver ascoltato le parole del Maestro. Rileggendo infatti quest’ultime, non si può restare indifferenti dinnanzi alla forza che riescono a trasmettere:andare controcorrente, come i salmoni, è possibile dunque, nonostante le salite impervie e gli attacchi degli orsi che, haimè,a volte ci aspettano al varco. Tanti soccombono, altri si perdono, altri, invece, non solo arrivano alla meta, ma portano a termine la loro missione… Il coraggio dell’Impresa ci viene, io credo, dall’attivazione degli strumenti rituali offerti già al momento dell’iscrizione alla Schola, in quanto solo agganciandoci a quella “Forza” possiamo sperare di smuovere realmente qualcosa dentro e fuori di noi. Le parole di un vero Maestro dicono tanto, vedono e leggono nel cuore e nelle menti di tutti, toccando a 360 gradi ogni singolo elemento presente, proprio come fa la Luce quando rimbalza tra tutte le facciate di un brillante, passando lieve ma decisa, attraverso di esse. Sono parole che, per Amore, ci spronano a non mollare, a rialzarci sempre e cercare di capire.
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #11576Ho letto con molto interesse il post di Buteo sull’alimentazione infantile; aggiungo di essermi imbattuta, tempo addietro, in un libro di puericultura che sosteneva, in base a vari studi scientifici,come l’educazione alimentare “spontanea” nei bambini, avesse lasciato in eredità agli stessi soggetti una maggiore e più consapevole attitudine ad orientarsi verso cibi e bevande più sane da adulti.Quindi persino a livello alimentare la prevaricazione fa danni, a breve e a lungo termine! Certo capisco anche come alcune mamme possano essere preoccupate del fatto che i loro figli mangino solo 3 cose, ma in ogni caso la scienza ha dimostrato che non si muore, nè si hanno particolari carenze nutrizionali laddove non ci sia una esplicita richiesta. Come disse l’autore del su citato libro (mi scuso ma non ricordo il nome): ” nessun bambino si è mai lasciato morire di fame”.
Un caro abbraccio a tuttiin risposta a: Attività delle Accademie Pitagora e Porfiriana #11545Concordo con Decla sull’opportunità, oltre che sulla necessità, di apportare “acqua pura” in quell’oceano web spesso torbido e ambiguo, che non lascia molta possibilità di spaziare liberamente e limpidamente tra i vari argomenti e, soprattutto, argomenti che possano giovare a tutti. Insomma, ritengo davvero, e per esperienza, che il Forum della S.P.H.C.I. rappresenti il “prototipo” del sito ideale ( mi si conceda questo termine…), perchè utilizza la tecnologia telematica al servizio di una Causa più grande, di un Progetto di Amore che non può escludere , a mio avviso,l’avvicinarsi delle persone le une alle altre, unendole non con argomentazioni personalistiche ( e diciamolo, noiose), ma facendole “ritrovare” su terreni ampi, liberi, utili dove sia possibile esprimere se stessi senza trascendere ( ai linguaggi dei social,vi giuro, non ci sono più abituata: parole pesanti,spesso volgari, concetti e giudizi personali buttati giù con rancore, nonchè vergognosi errori grammaticali!).Nell’ultima riunione accademiale mi ha colpito molto il concetto che è stato ribadito, di come la “missione miriamica” si estrinsechi nei confronti di tutti i bisognosi e i deboli, anche perciò di chi si trova”nascosto”, chissà dove e chissà in quale condizione psico-fisica,dietro al monitor di un computer e che magari cerca un appiglio solido e sicuro per uscire dalla propria condizione di difficoltà. La forza delle Idee di Bene, di Amore, di Salute possono raggiungere tutti …e subito, non solo con il pensiero,un gesto,una parola, ma anche con un sito web, concepito dunque con criteri democratici ed attuali, ma ispirato ad una Sapienza ininterrotta e un Bene antico.
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #11541Mi riallaccio al tema dell’alimentazione che in vari modi è stato citato e trattato, ma lo vorrei fare portando una personale considerazione,scaturita semplicemente da una mia esperienza passata.Anch’io come tanti mi sono sempre interrogata sull’opportunità di mangiare certi alimenti piuttosto che altri, combattuta sempre tra quello che leggevo sui giornali o ascoltavo in televisione (approccio sicuramente superficiale da un punto di vista scientifico, ma non essendo medico nè scienziata, ho fatto con quello che avevo a disposizione!) e quello che il mio organismo, a più riprese e con segnali inequivocabili, cercava di suggerirmi. 5 porzioni di frutta e verdura? Bere 2 litri di acqua al giorno? Pochissima carne rossa? Olio si, olio no? Insomma, le cose che di solito si sentono ripetere un po ovunque. Quando sono rimasta incinta dei miei due figli, ho scoperto in modo assolutamente spontaneo, che pur conoscendo le direttive di una “sana alimentazione”, mi orientavo con sicurezza (e una certa dose di gioia!) verso quei cibi che ho scoperto in seguito essermi di grande utilità per compensare le mie carenze (carenze che non sospettavo nemmeno di avere). Spesso sognavo anche di mangiare alcuni alimenti! Sono sempre stata alla larga, al contrario, da cibi che, al di là dei suggerimenti medici, non mi “ispiravano”. Con gli anni ho capito anche quanto sia giusto ascoltare i propri ritmi metabolici,cioè mangiare quando l’organismo ti fa capire che è “arrivato il momento”, tralasciando il più possibile gli orari fissi che comunenemente ero abituata a seguire ( a volte ho ricevuto strani commenti sulla mia esigenza di cenare alle 17.30 del pomeriggio e di andare a dormire alle 21). Questo mi fa sentire bene e in forza ( e oltretutto non mi fa ingrassare di un etto! Ah Ah..). Quindi credo sia importante, giusto per volersi sintonizzare con la parte più profonda di noi, cominciare/continuare a cogliere i segnali che la nostra materia ci invia e che, spesso, risultano reali esigenze dell’organismo da non tralasciare.
in risposta a: UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS #11440Vorrei riagganciarmi a quanto ha scritto Catulla2008 sull’importanza della voce e del linguaggio. Sono giorni che un’immagine “sonora” legata al mondo della Natura mi accompagna, addirittura l’ho sognata:i Lupi e il loro complesso sistema di comunicazione.Gli scienziati, dopo innumerevoli studi condotti sia con l’ausilio di strumenti tecnologici avanzatissimi, sia seguendo e memorizzando per anni gli ululati ad “orecchio”, hanno scoperto che tali suoni variano in modo caratteristico in base alla specie di appartenenza e i lupi comunicano tra loro usando uno specifico “dialetto”, con frequenza e modulazione caratteristiche. Oltre che per segnalare pericolo, per chiamare a raccolta o per non perdere di vista i compagni, i lupi ululano quando il partner si allontana (ululati prolungati e intensi) o quando ad allontanarsi è il membro del branco di alto rango:non solo dunque…romanticismo…ma anche rispetto per le gerarchie. Questo tipo di suono,nella sua funzione, assomiglia anche al cosìdetto ” fischio dei delfini”. Tutto questo mi ha portato a chiedermi il perchè di una tale necessità di comunicazione sonora/verbale tra gli esseri viventi, qual’è la sua reale funzione, o scopo, oltre a comodità logistiche. Cosa accade davvero quando un suono viene concepito, prodotto e infine “gettato” fuori verso l’esterno, ma che torna a noi per farci da specchio in quelle che sono le nostre posizioni o decisioni,uomo o lupo che sia. Ma soprattutto mi chiedo: perchè non possiamo avere un unico modo di comunicare, di intendere un linguaggio? Perchè non ci capiamo, visto che apparteniamo alla stessa Matrice? Dovremmo poter comunicare tra specie differenti ( animali-piante-minerali) e invece persino tra noi uomini non esiste un unica lingua…
in risposta a: UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS #11376Un’opportunità. Ecco cos’è la Miriam a mio avviso. Una possibilità reale e concreta, che mi ha messo di fronte a me stessa come niente e nessuno è stato capace di fare, o…ha avuto il coraggio di fare!E non lo dico con atteggiamento mistico, perchè dopo tanti anni ancora mi stupisco, a volte, di come, anche al di là di quelli che possono essere i miei pensieri o le mie aspettative o i “film” mentali che mi sono creata,il cammino Miriamico non segue i binari più immediati, quelli cioè psicologici, sociali, culturali, quelli cioè che si basano su pseudo certezze ( spessissimo prese a prestito dalle pseudo certezze di qualcun altro); dinamiche, che non hanno niente a che fare con i veri “noi” e anzi nascondono pesantemente le nostre reali esigenze, ovvero quella Volontà “bambina”, libera e determinata,unica “mente” di un Progetto evolutivo di Amore e di Salute.
La Salute!! Senza la quale niente si può fare e niente si può aspirare a comprendere! La vera resistenza la oppongo io, non c’è alcun dubbio su questo: ma di quante “prove” ho bisogno per convincermi che non esiste – e non esisterà mai – una via di fuga rispetto al lavoro di destrutturazione di se stessi?in risposta a: Notizie dal web #11375Trovo interessante questo studio fatto sull’impatto di un certo tipo di musica sulla piante; infatti credo che tutte le manifestazioni “armoniche”, in generale quelle di tipo creativo-artistico, possano influenzare positivamente i processi “formativi” e vitali delle svariate forme viventi, uomo compreso,ovviamente. I suoni hanno il potere di indirizzare ed amplificare le nostre percezioni:mi viene in mente l’immagine del chirurgo che in sala operatoria ascolta note classiche – o comunque a lui gradite – per rilassarsi e concentrarsi. O al ritmo cadenzato e martellante di cui si fa uso durante lo sport, perchè “dà la carica”; o ancora alla musica come strumento capace di creare immagini dentro di noi,positive e negative ( noti i casi addirittura di suicidio tra adolescenti, già fragili, ascoltando canzoni deprimenti o fortemente aliatorie). L’arte – che sia musica o pittura, o paesia ecc – da tempo viene utilizzata come valido canale terapeutico nei disturbi, ad esempio, nervosi o in persone disabili. Io personamente ne sento l’esigenza principalmente per “staccare la spina” e spesso mi fa da specchio rispetto a quelle che sono le emozioni e i pensieri.
un caro saluto a tuttiin risposta a: Convention a La Spezia #11282In occasione della presentazione dei Quaderni a La Spezia, avremo ancora una volta la possibilità di collaborare tutti al Progetto di Amore e di Salute Miriamico,sentendoci uniti come un unico Organismo, compatto ed unitario, che anela incessantemente ad un equilibrio sempre più stabile nel tempo.
Credo che questi fruttuosi semi possano e debbano essere vissuti ed interiorizzati quanto più possibile; respirati a pieni polmoni, perchè l’aria novella ch’essi porteranno alle nostre narici, diventerà – ne sono certa – parte integrante della nostra Vita e, in quanto Vivente, aspirerà a modificarla e a renderci maggiormente coscienti di ciò che vogliamo davvero.
Tutte le iniziative (conventions,seminari,ecc) che in tantissimi anni ci sono state offerte come esperienze attive e fattive,anche là dove non sempre ne sono stati compresi appieno significati e riverberi, hanno avuto – secondo me -lo stesso effetto benefico di un “vaccino” terapeutico, in quanto hanno stimolato e fortificato la parte più profonda di noi, rinnovandola, trasformando in modo graduale – ma definitivo – la nostra visione delle cose;indirizzandoci verso percorsi esistenziali ed evolutivi inusuali,coraggiosi forse, ma sempre reali ed ortodossi. Ognuno di noi, Fratello o Sorella, regolarmente iscritto ed operante, può testimoniare – secondo la propria esperienza di vita – quanto valore echeggi in tali ” fulgidi doni” e quale risonanza abbiano avuto, e abbiano, nella nostra quotidiana esistenza! Quindi non ci troveremo a La Spezia per caso e tantomeno perchè ci sentiamo “in dovere” di andarci, ma perchè crediamo fermamente nell’importanza della “Missione Miriamica” (come disse tempo fa il nostro Maestro M.A. Iah-Hel)e di quell’Opera di Amore che più di 100 anni fa il Maestro Kremmerz aveva statuito e fissato nella Pragmatica Fondamentale. A PRESTOOO! -
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