catulla2008

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  • catulla2008
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    Ripensandoci…e prima che finisca questo giorno del Pesce…aggiungerei un punto 7) a quanto già elencato.
    I pesci vivono in acqua e respirano solo in acqua, ma capita che, d’improvviso, montino in superficie. Così, pur non avendo capacità di respirare fuori dall’acqua, si affacciano comunque a un’altra dimensione – più raffinata e sottile – dove vivono esseri che hanno già sviluppato organi adatti a tale raffinatezza.
    Confidiamo, fratres nutriti in quest’UNUM, di poter imitare quel pesce respirando il visibile e invisibile mondo cui aspiriamo.
    Ancora buon PRIMO APRILE!

    catulla2008
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    Davvero giocondo abitare fratres in unum! Pure io stamattina pensavo al pesce d’aprile che ha le seguenti caratteristiche:
    1) è un pesce
    2) spunta in primavera
    3) porta qualcosa di sorprendente
    4) caratterizza l’inizio del mese che – per definizione – “apre”
    5) non necessariamente chi lo indossa si accorge di esserne portatore anche se gli altri lo vedono.
    Era infatti uso attaccare il pesce (di carta) alla schiena della vittima dello scherzo.
    6) questo PESCE d’aprile una volta era sintomatico del capodanno.
    Buona fine PESCE-D-APRILE a Tutti!!!

    catulla2008
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    Bentornata cara!! Bello risentire il tuo pizzico mercuriale condito dal calore della tua Terra! A proposito…BUONA FIORITURA!!!

    catulla2008
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    Auguri a Tutti noi nell’auspicio che l’Idea cui tendiamo si rivesta di nuova carne, foriera di Salute e di Luce fino nel profondo dell’anima, e con Amore sempre più consapevole per l’Opera che ci accomuna.
    In alto i calici e buon inizio di Primavera!

    catulla2008
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    in risposta a: Notizie dal web #14934

    Che la Terra sia malata si sa da tempo e i moniti magistrali avvenivano anche in tal senso … ricordo. Indatti, una Scienza integrale non solo non può prescindere dalla Natura ma credo e vedo che consiste nella crescente consapevolezza delle leggi e dei moti di Natura…a partire dalla propria.
    Cosi, credo che guardare ai giovani sia guardare a TUTTI i giovani, fuori dalle politiche relative e transitorie delle comunità umane. E dunque ai giovani che postano sui social e quelli che non; a quelli che vanno alle manifestazioni e quelli che non; a quelli che si rendono strumenti inconsapevoli di giochi di potere e quelli che vedono, credono e si adoperano.
    A questi ultimi – comunque – non possono non andare il plauso e il sostegno di tutti, nella certezza che la specie umana di domani, come quella di oggi, abbia bisogno della Madre e non viceversa.
    Come in ogni ambito, del resto.

    catulla2008
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    in risposta a: Notizie dal web #14913

    Devo ammettere che anche a me dà in genere piuttosto fastidio il buonismo di massa smentito dal fatto che in molti luoghi, dopo le manifestazioni del 15 marzo all’insegna di “io sto con Greta”, ha lasciato strade, piazze e monumenti zeppi di immondizia residuo del ‘passaggio’.
    E tuttavia non posso fare a meno di pensare che nel nostro mondo virtuale la determinazione di una ragazzina ha lasciato un’impronta che, come tutte quelle dalla rivoluzione tecnologica in poi, si è esponenzialmente moltiplicata e ‘viralmente’ diffusa su e giù per il globo, creando sinapsi planetarie e evidenziando temi effettivamente troppo preziosi per restare nella mera filosofia cartacea degli impegnati di ieri.
    Così è stato dunque. Vedremo il seguito.
    Ma non si potrà più fare come se non fosse mai stato.
    Anche nell’esperienza di noi, popolo di Miriam, accade spesso che la pigrizia abbia la meglio e che si decida con superficialità che ‘tanto poi qualcuno farà’: ma allora perdiamo un’occasione di consapevolezza e, quasi sempre, di progresso.
    A questo proposito vado spesso con la mente al monito magistrale che per me ha segnato l’ultima Agape: “IL MOVIMENTO CREA LA FORMA”.
    Buona domenica a Tutti!

    catulla2008
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    Grazie ADMIN per la Tua dedica piena di poesia.
    Di là dagli stucchevoli luoghi comuni il perdono è una preziosa e magistrale indicazione per chi decide di intraprendere un cammino iniziatico dove non c’è posto per l’attaccamento schiavizzante, in negativo quanto in positivo.
    L’Amore è libertà e ogni volta che ci fa soffrire si può essere certi che in mezzo c’è finito qualcosa che con l’Amore non c’entrava.
    Dunque perdonare è, di fatto, un lasciar andare quello che ci ha turbato e costretto, quello che ci ha imprigionato e tarpato le ali: sempre per nostra scelta e nostra incapacità a lasciar fluire la Vita.
    Così, noi donne in divenire, se imparassimo a perdonare propizieremmo la fioritura in quel giardino segreto che la poetessa ha dipinto con inspirate parole, pronte a sintonizzarci con l’imminente PRIMAVERA.

    catulla2008
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    in risposta a: Il Carnevale #14575

    In un bellissimo libretto pubblicato a Napoli nel 1836 e di cui è possibile oggi leggere la copia anastatica online https://books.google.it/books?id=Z60yimDF4mUC&pg=PA1&lpg=PA1&dq=Pietro+Roussel&source=bl&ots=Ai0EU_xH3T&sig=ACfU3U2UkuZXPIud1wbMnkG1W59s-6XyYg&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiVy6Dgmc_gAhWE-6QKHa1uCCo4ChDoATAAegQICRAB#v=onepage&q=Pietro%20Roussel&f=false
    tal Pietro Roussel raccolse degli “Enigmi da sciogliersi nelle conversazioni per divertire le dame”. Il 41° di questi enigmi riguarda “LA MASCHERA” e propone – per definizione – un enigma nell’enigma:

    Vi starò in faccia, e pur non mi vedrete,
    E mi vedrete, se starò distante;
    E all’occhio, ed al color conoscerete,
    Che sempre copre il ver, il mio sembiante,
    E se dell’arti mie voi vaghi siete;
    Cangerò cento forme a voi davante;
    E accostando i miei lumi agli occhi vostri,
    Saprò cagionarvi ancor in belve, e in mostri.

    Pietro Roussel, così interessato alle maschere veneziane, era un medico nato nel 1742 nelle Lande. Aveva studiato a Tolosa e abitato a Parigi, stimato dal Re di Prussia e più dedito alla politica che alla Medicina. Prese parte al Mercurio di Francia, giornale molto accreditato all’epoca e fu amico del più noto Cabanis, frammassone, medico e filosofo dell’epoca.

    catulla2008
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    in risposta a: Il Carnevale #14464

    È Natale … e tutti più buoni,
    è San Valentino…e tutti a fare i cuori,
    è la Festa della Mamma, dei Nonni, del Papà,
    degli Innamorati, della Donna, della Repubblica,
    e la vita scorre di data in data in un Carnevale fatto di mille carri su cui salire.
    Eppoi devi fare il gentile con la vecchietta, il paziente coi parenti, il severo coi monelli, il sensibile con quelli in crisi, il duro con gli scocciatori, il tenace quando chiami uffici pubblici, vai in posta, in banca, in municipio…
    Tutto l’anno posiamo una maschera e ne prendiamo un’altra che poi togliamo di lì a poco. Carnevale è la nostra vita di folle girandola quotidiana che solo sorella Morte spoglierà…
    Oppure la terapeutica magica di Miriam …lentamente…scrosterà.

    catulla2008
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    Questo thread che si intitola “nato il primo germoglio sulla luna” ecco che mi porta in un mondo di farfalle…terrestri e mi conduce a riflettere sul fatto che spesso siamo talmente assorbiti dal nostro pianeta che non ci accorgiamo neppure di quanto ci orbita intorno e delle (diverse) realtà che caratterizzano il ‘fuori’ da noi.
    Non so quindi se un giorno nasceranno germogli sulla Luna, ma so che l’arte del coltivatore è complessa e affascinante e assolutamente non improvvisata (si parla di Tradizione millenaria…!!!). E so che comunque la tradizione agricolturale riguarda la Terra: di certo chi vorrà coltivare sulla Luna (ma perché?) avrà bisogno di concepirne una adatta all’atmosfera del satellite!
    Concludo le riflessioni constatando la fortuna nostra di essere “nani sulle spalle di giganti” senza i Quali la nostra vista muoverebbe rasoterra e che invece, per la forza di tanti eroici Maestri, può cominciare da tre.
    Buon pomeriggio a Tutti i naviganti!

    catulla2008
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    Benvenuto Alessandro e concordo sul fatto di essere sempre vigili. Dubitare, senza indugio o pregiudizio, è indice di tensione alla verità, anche se questa solitamente non è facile né comoda. Purtroppo si è spesso propensi a considerare il proprio pensiero o il proprio sentire come “il pensiero” oppure “il sentire”, ciò che insegna che anche di noi stessi è bene dubitare in quanto nessuno è immune dall’influenza del proprio ambiente e della propria storia e quello che pensiamo o sentiamo solitamente ne porta tutto il peso e il colore.
    La difficile opera di spersonalizzazione che mira al recupero di quanto vi è in noi di più vitale e intelligente rende la Tradizione Ortodossa sostanzialmente differente da tutte le volgari imitazioni che neanche riescono a imitarla in quanto proprio predicanti ‘ALTRO’ da tale lavorio. Si vede infatti in giro un gran darsi da fare per trovare la pillola magica che darà il potere di questo o di quello: acume mentale, giovinezza, magnetismo attrattivo, imperio sui simili e così via. Produce molto meno seguito parlare di pazienza, impegno, dedizione, attenzione al peggio di noi, tensione a quanto ci spoglia più che a quanto ci veste o riveste.
    E poi tutti i papassi cadono nel momento in cui si tratta di METTERE IN PRATICA. Perché come ho sentito spesso ripetere da un Maestro: “tra il dire e il fare c’è…il fare”.
    E lì casca l’asino.

    catulla2008
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    Ho letto i post sull’argomento eclissi e quello di Cerere ha dato voce a qualcosa che già stavo tentando di articolare dentro di me: infatti, chi dice che non si possa usare il momento in cui la Luna è separata dal Sole a causa della presenza della Terra proprio per realizzare fisicamente e nel concreto quanto magari ci viene impedito dall’emotività o dall’immaginazione? E chi dice che allorché la Luna si interpone tra noi e il Sole non renda evidenti (e quindi isolabili e gestibili) quelle nostre magagne, difettività, tracotanze che spesso riescono a confondersi e mascherarsi nella quotidianità? Il Maestro L.J.Aniel ci ricorda infatti che lo studioso non “sta a guardare” e Cerere annota che gli astri “inclinano”: credo dunque che spetti a noi adattarci al Cielo e coltivare quanto è propiziato dagli astri o falciarlo, così che la materia viva di cui siamo fatti risponda alla nostra volontà come alla mano di un contadino, e il frutto del nostro lavoro diventi carne e sangue e non resti parola vana…

    catulla2008
    Partecipante
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    Grazie Tanaquilla per avere condiviso questa tua passeggiata! Hai dato modo anche a noi di respirare il mito, di sentire il brivido dell’Averno, di viaggiare all’interno dell’anima e dei pensieri… E mentre mi univo a Te nella visita in questo magico sito ho concluso una volta di più che in una Fratellanza vera l’esperienza di uno diventa quella di tutti.
    Come le api. E – forse – come in ogni specie anche di là dalla nostra consapevolezza.
    Da qui la necessità di amare il nostro…prossimo!
    Buonanotte a tutti i naviganti.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Carissimi Tutti, ho visto che anche l’Accademia Giuliana ha postato nell’area riservata un commento sulla giornata di ieri… C’è da dire che lo spirito che ha pervaso le riunioni, da Nord a Sud, pare proprio essere stato lo stesso: fratres in unum (o in UNA). E iucundum in sovrappiù!
    Buonanotte.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    La sindrome in questione, come tutte le patologie, merita attenzione, ricerca, prevenzione. Senza scendere nelle dinamiche sociali di un Paese altro – per sua storia distante dalla nostra cultura e quotidiana realtà – mi permetto di osservare che il solito buon senso può essere fonte di riferimento ‘educativo’ ben più di ogni altra ricerca o studio. Guarda caso, lo stesso buon senso che troviamo articolato nella Pragmatica Fondamentale su cui si basano la nostra Schola e operatività quando si afferma che “ai figli si deve insegnare con l’esempio che ogni atto della vita ha origine nelle nostre azioni, nelle nostre parole, nei nostri pensieri”.
    Non occorre pertanto scendere nelle analisi psicologiche per capire che là dove i genitori impugnano il cellulare come un cordone ombelicale da trascinarsi a tavola e in bagno e con cui interfacciarsi per ogni emozione del giorno, i figli faranno altrettanto, specie se sono stati gli stessi genitori a mettere nelle loro mani l’oggetto in questione sino dai tempi della scuola materna quando non addirittura prima.
    Se viene a mancare la comunicazione sensoriale piena, che è fatta di gesti, mimica, odori e sapori, complicità di pelle e risate, non deve stupire che poi i futuri adulti non riescano a svilupparsi armonicamente per la sterile incapacità delle tate-tablet o smartphone a coltivare ed educare una umanità che in quanto oggetti non possono avere.
    Poi, certo, ci saranno altre cause e altre ragioni, ma prima della rivoluzione tecnologica queste sindromi – di fatto – non c’erano. E non perché la rivoluzione tecnologica sia un male, ma in quanto i primi ad avere sviluppato dipendenza appaiono essere proprio gli ‘educatori’…

    • Questa risposta è stata modificata 5 anni, 4 mesi fa da catulla2008.
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