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  • catulla2008
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    in risposta a: Libere testimonianze #31472

    Cari Fratelli e Sorelle, non ho la visione di cosa sia 6n Maestro ma l’esperienza di cosa le Sue Parole e il suo amore spassionato fanno ( e hanno fatto) a me.
    E difatti il contatto, QUEL contatto, è insostiruibile.
    Le moderne tecnologie ci rwndono più fortunati rispetto a decenni fa in cui non c’erano videochiamate né possibilità di riunioni anche a distanza che oggi allargano il ventaglio di opportunità di ‘incobtrare’ il Maestro.
    Termino la mia precisazione: mangio adagio e altrettanto adagio ripasso e rimedito le parole che giungono dal Centro ma vi ringrazio per aver sollecitato con i vostri post a chiarire quanto evidentemente poteva essere equivicato.
    Un abbraccio a Tutti e buonanotte.
    Presto potremo essere insieme e non vedo l’ora di respirare con voi il profumo della Rosa più bella che c’è.

    catulla2008
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    in risposta a: Libere testimonianze #31457

    Cari Tutti, Fratelli e Sorelle, con le moderne tecnologie chiunque può vedersi e parlare con i Maestri e perfino col Delegato che a tutt’oggi, dopo decenni, ho sempre trovato ogni volta che DAVVERO c’è stato bisogno. E a volte anche quando non sono riuscita a dar voce al mio bisogno e Le ho parlato di futilità…: ebbene conversando con leggerezza apparente la Parola magistrale è comunque intervenuta a far da bisturi o da forcipe, in un modo che ancora mi sbalordisce solo a pensarvi.
    I Maestri vedono con un senso che negli uomini è in embrione, e curano con un amore che non ha nulla della passione: ma in loro e per loro è – come diceva Dafne – la Miriam che si fa occhi e carezza e che con l’esempio spinge a volare.
    Kridom che menziona il Maestro L.J.Aniel mi ha ricordato la semplicità essenziale del Suo percorso a tappe per noi iscritti. (E quanti spunti! e quanta pratica fattibile!).
    Quanto ai cerchi…ci pensate? il nostro cuore è una fonte di onda sonora che costantemente si allarga e propaga incontrando le onde dei cuori altrui, siano essi umani o animali.
    In fondo, la convibrazione è fatto concreto e tangibile.
    Buonanotte a Tutti

    catulla2008
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    Confermo quanto detto dalla ex collega come misure di controllo predisposte dal Ministero nelle istruzioni ai Dirigenti Scolastici, tuttavia, quanto alla obbligatorietà, sarà (circolare MIUR) “fino alla fine dello stato di emergenza” cioè fino al 31 dicembre.
    Insomma si naviga a vista, con test salivari dai 6 fino ai 14 anni, vaccinazioni d’obbligo per tutto il personale della scuola e studenti universitari, campagna vaccinale capillare sui giovani dai 14 ai 19 anche a cura dei docenti.
    Personalmente ho rifatto scorta di FFp2, Amuchina, dusinfettante per borsetta, e… strumenti nostri.
    Oltre a rispettare la Legge, ovviamente.
    Insomma, aiutati ché la Miriam ti aiuta.
    E buon Settembre alle porte.

    catulla2008
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    Essere sopra la corrente – dice Alef: indubbio punto di arrivo di cagliostra memoria.
    Credo occorra avere organi adatti: i pesci morirebbero (e muoiono) all’aria. Noi non riusciamo a bypassare la condizione di corrente che nel sogno ci sbatte fra i flutti di memorie e proiezioni.
    Intanto, magari, asservendo piano piano il pensiero alla volontà, possiamo sperimentare la purificazione che i nostri Maestri continuano a indicare come imprescindibile. Poi, magari, con la funzione si crea pure l’organo.
    E poi – chissà? – navigando si impara. E fortuna che nella Schola si è in ambiente protetto per imparar facendo.

    catulla2008
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    in risposta a: Le Dee Regali #31326

    In effetti le parole possono segnare come e più di un tatuaggio (che so invece potersi rimuovere). Di certe parole non ti liberi, come di quelle litanie o delle preghiere che ti hanno inculcato nell’infanzia.
    Le parole sono importanti (proprio per questo credo che Pitagora educasse i suoi discepoli al silenzio che come ogni contrario da virtù alla parola). Poi si impara, come sempre, sbagliando e profittando degli errori, ma…le parole sacre, quelle che la Tradizione della Schola custodisce e consegna per gradi quali strumenti, sono “altro” dalle parole comuni: sono il nostro tesoro che mi viene da paragonare ai liofilizzati rinvigoriti dall’acqua; ecco, QUELLE sono forze che l’aria del fiato riattiva nella magia che è loro intrinseca, fonte di Bene e virtù terapeutica.
    E poi c’è la Parola magistrale, Quella capace addirittura di rinnovare e rinnovarti per un anno intero, Quella che puoi solo invocare perché la tua materia vivente è troppo grave per poterla immaginare. Ecco, probabilmente la VEI che menziona Tanaquilla appartiene a quest’ultimo tipo, e forse il nome non lo si può pronunciare non tanto (o soltanto) per tabù ma per incapacità strutturale a ‘concepire’ tale ‘nome’, e dunque ad articolarlo nella sua integrità.
    Forse – azzardo – gli ‘dei atto’ sono esseri integrati che riescono a convibrare con tutte le loro cellule insieme al suono che emettono e all’intento che quel suono propugna. (Un po’ come i laser, che uniscono onde aventi stessa fase nel tempo e stessa direzione, anche su lunghi percorsi, ciò che li rende potentissimi). D’altra parte la definizione stessa induce a pensare a Creature che fanno sono e pensano in un unicum inscindibile…
    Dal canto nostro, io credo, sarebbe bello arrivare alla fine del percorso avendo nella scarsella cerebrale una quantità di parole di vita tale da sovrastare il pattume di suoni di cui si è stati invasi negli anni, così da poter dare dignità più alta alla vita nuova e senso alla facoltà di significare con i suoni.

    catulla2008
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    Mi sono spesso chiesta cosa sarebbe di noi se tutte le Sorelle e i Fratelli più avanti nel cammino, le Superiori Gerarchie, dovessero intervenire a rintuzzare e correggere ogni nostro errore secondo la mentalità comune e con la visione volgare di ciò che è l’insegnamento: ebbene credo che saremmo presto ridotti a gregge o a ciurma, e comunque non saremmo nella Fratellanza di Miriam. In effetti l’Amore nella Schola ha valenze diverse rispetto a quanto volgarmente si conta, si dice e …si prescrive.
    La cosa meravigliosa, la cosa ‘grande’, è che nella Schola anche, anzi soprattutto, i più avanzati nel cammino si rivolgono sempre al Nume(ro) di ciascuno, là dove la materia vivente individuata dispone non già gli eventi della vita ma la nostra reazione ad essi. E quanto più si procede verso la nostra Causa, e se ne cerca la Voce con gli strumenti messi a disposizione dalla Schola, tanto più si cresce e si trova ciò che è giusto: non l’assoluto, ma il giusto per ciascuno ai piedi del proprio Nume, sia che lo intenda (nei casi più evoluti) o che non lo intenda (nei più); e questo vale anche per chi nella Schola non è, ma alla Miriam si rivolge chiedendo e anelando a quel Nume (che ne sappia l’esistenza o che la ignori, o che chiami il Nume con appellativi quali ‘spirito tutelare’ angelo custode’ o quanti e quali altri esistano).
    Facciamo il nostro Bene? Ottimo. Facciamo il nostro danno? Impareremo dall’errore. Se come miriamici operiamo e tali ci sentiamo – siamo uniti in questa tensione al Centro, quale che sia il percorso.
    In tale piccola consapevolezza guardo alla mia esperienza, non solo per quanto concerne il Covid (le morti, i dissapori, le percepite ingiustizie, la solitudine, il dolore, la paura) e ringrazio per questo gancio in mezzo al Cielo che da un quarto di secolo è stata la mia protezione, il mio rifugio, il mio monito, la mia Canossa, e – perché non dirlo? – anche il mio paradiso di tanti momenti.
    Grazie a Chi è il nostro Anello imprescindibile, a Chi ci è di esempio, di conforto, di consolazione. Un abbraccio a Tutti/Tutte uniti nell’Idea.
    Buon Ferragosto verso la LUCE!

    catulla2008
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    Riflettevo sul fatto che il rinnovamento del novilunio è qualcosa che partendo dal piano fisico-tangibile (vedi bocca e stomaco) interrompe anche altri circuiti abituali e meccanici di alimentazione: ad esempio, il solo fermarsi PRIMA che parta un’emozione (di soddisfacimento, di riempimento, di condivisione per sintonia con altri quotidiani), o anche PRIMA che abbia effetto il pensiero (ti faccio assaggiare, fammi sentire, adesso prendo, bevo, cerco, ecc.) ecco questo ‘fermarsi’ interrompe una alimentazione e dunque una connessione anche cerebrale.
    Mai come nel Novilunio si scopre quanto siamo figli delle nostre abitudini…più che dell’idea che ci siamo fatti di noi stessi.

    catulla2008
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    in risposta a: Le Dee Regali #30882

    Mi viene da pensare che un balzo avanti nell’evoluzione sia stata ogni volta che l’essere umano è riuscito a ‘fissare’. Ad esempio, la costruzione che fissa la forma (es. piramidi) o l’immagine che fissa il gesto, o addiritura la scrittura che fissa il pensiero e la musica.
    Poi, in epoca recente, ecco giungere la possibilità di fissare anche la dimensione temporale: il cinema, il fonografo…
    E oggi, epoca di rete, ad ogni istante si fissano emozioni utilizzando ‘traduttori’ dei sensi coinvolti in modo multimediale.
    Senza fissazione non ci sarebbero oggettivazione né rettifica né evoluzione.
    Alla fine, dunque, noto che si chiama ‘arte’ ciò che riesce a discernere, tradurre e fissare la forma di cui i sensi (o dovrei dire i neuroni?) possono cibarsi.
    Insomma l’arte mi sembra un’agricoltura dell’anima.

    catulla2008
    Partecipante
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    La MUSICA è – fra le arti – quella che significa nel proprio nome la MUSA, la Dea, l’ispirazione. Ho sempre concepito i musicisti (quelli veri, non i meri tecnici esecutori) come coloro capaci di unire la scienza pratica del suono al flusso dell’emozione, insomna di dare corpo all’impalpabile MOTO.
    Tuttavia, la domanda che mi andava ripetendo qualcuno tempo fa (“a che pro?”): e che a me pareva una dissacrazione, devo ammettere che ha senso.
    La nave galleggia sulle acque, l’aereo solca i cieli, certe auto scalano montagne…ma a che scopo?
    Il perché è la prima domanda dei fanciulli e la fonte di ogni impuldo evolutivo.
    Personalmente, nella Miriam trovo il duplice senso di ogni movimento: da una parte, verso la salute del corpo, manifestazione della vita nostra individuata; dall’altra la tensione a stati più alti, a modi di essere meno gravi e più intelligenti in un ascenso del quale sarebbe assurdo concepire il punto di arrivo.
    Ciò considerato, ricordo che da sempre è esistita una ‘musica sacra’, e probabilmente vi è a tutt’oggi Chi – detentore della scienza della Parola – ha anche quella del suono, e potrebbe (se utile, necessario e richiesto) evidenziare le chiavi della produzione musicale: per la Salute e per la Luce.
    In difetto di tali chiavi comunque la musica smuove e con-muove, esaltando in noi emozioni o suscitandole, per diletto o per simpatia, in attesa che un giorno “il magnete dell’incanto” non si soerperi più “nella manifestazione musicale dei concetti provocati” come notava l’Aureo Maestro 112 (?!) anni fa.

    catulla2008
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    in risposta a: Biblioteca on-line #30621

    Alla luce di quanto scrive Alef2006, (la) Maria riceve la visita dell’Angelo, la forza del Dio (Geber-El) e – ripiena di Spirito Santo – partorisce il Figlio di (il) Dio.
    Questa descrizione mi pare si adatti anche a tanta mitologia (es. Giove che ingravida n. Figure femminili, sacerdotesse, ninfe, ecc.) le quali partoriscono altrettanti semi-dei.
    Su questo poi ci si potrebbe speculare in quanto se tali figli sono semidei occorrerebbe che la madre fosse Dea per partorire un Dio …intero(?!?). Ma queste divinità già nascevano così.
    Kremmerz parlava di Maria cone della più eccelsa delle Maghe, Colei che ha accesso all’albero della Genesi: la Dedica a Maria è una perla di lirica anche per chi – come me – non arriva a coglierne l’intrinseca sapienza. E del resto, pure il Maestro+++++ M.A.Iah-hel dedicò a Sua Madre Maria la stesura de LA PIETRA ANGOLARE.
    Beh, c’è di che riflettere…

    catulla2008
    Partecipante
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    Do ut des è una formula che esprime corrente: DO è il nostro polo negativo, quello da cui prendiamo l’impulso del Centro; DES è quello positivo, quello da cui trasmettiamo l’impulso ricevuto. Più ci attiviamo e più ci strutturiamo come pile, affiniamo le polarità e partecipiamo dell’energia che muove la Vita.
    Io credo che quello che noi chiamiamo Amore sia appunto questa Energia. E il DES non è qualcosa che restituisce ma semplicemente l’altra faccia della medaglia. Partecipare della Vita universa, averne coscienza: questa è la Luce che è in uno con la Salute, questo è il fine ultimo dell’esistenza che vedo come miriamica nell’arco di chissà quante e quante vite.
    La terapeutica ne è il naturale respiro…da acquisire.
    Fraternamente.

    catulla2008
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    Nel mio congelatore, nascosto fra le altre cose, era finito un sacchettino aperto (ahimè!) di maggiorana (quelle boccettine di vetro con la pianta diraspata ed essiccata). Osservando il contenuto mentre si spargeva sul pavimento, dopo il primo disappunto, riflettevo che privata dell’umidità non si era (ovviamente) congelata. Da cui, la riflessione che senz’acqua non avviene cambiamento di stato. Così, mentre cercavo scopino e paletta, ho ragionato sul fatto che l’essenza individuata attinge dall’ambiente che le è connaturato quel principio umido atto a restituirle consistenza, vigore, profumo: insomma, le sue caratteristiche. E ovviamente, a seconda del principio umido, il ‘matrimonio’ che ne deriva sarà diverso. Ad esempio la maggiorana con il vino sarà una cosa, con il succo di pomodoro un’altra cosa. (Anche l’olio contiene umidità).
    Infine, ho azzardato il parallelo con noi esseri umani che veniamo vivificati dall’utero materno e viviamo di quell’umidità primigenia fino alla vecchiaia e/o alla morte quando il corpo la perde e si consuma ritornando ad essere solo scheletro. E come non pensare a quanto scriveva il Maestro J.M. Kremm-erz nell’arcano della Morte? “Tu, o miracoloso, tre volte santo scheletro che raffiguri una fine temuta hai lo guardo sorridente; tu sei il simbolo della giovinezza. Tu nei tre mondi dello spirito, della materia e dell’atto, sei il rinnovamento. Morte, lascia guardarti in faccia, le ossa monde come denti di sacri elefanti, bianco sudario, sei come la più bella e chiomata fanciulla sorridente e fremente di voluttà nella carne adolescente, se io avessi gli occhi conformati alla maniera dei raggi X vedrei scheletri, come te, e sentirei l’alito della fragrante gioventù: se ci penso, sento a pari fragranza il tuo alito. Non puti di terra umida, di musco, di funghi, di crittogama e di muffa, perché tu per lo spirito, non sei che la fine di un errore, di un orgoglio, di una schiavitù, di una ossessione. Se lo scheletro è ancora forte, se la carne è ancora vegeta, le cellule vive, il tessuto delle vene elastico, che bisogno vi è di passare per una tomba e rifarsi? tu, o Morte, sei la soluzione dell’enimma spirituale nell’uomo vivente e nella profonda custodia della sua anima ignota”.
    Ringraziando il sacrificio della maggiorana caduta sul pavimento per lo spunto di riflessione, vi partecipo le mie casalinghe meditazioni e vi abbraccio sorernamente.

    catulla2008
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    Di tante canzoni, quella che forse più mi rievoca la Miriam e la nostra Fratellanza è proprio questa. Tempi belli, tempi pieni di speranza, tempi in cui la Luce sembrava in espansione.
    E data la giornata – molto particolare – di oggi 11 aprile, è proprio questo l’Auspicio che ripesco dalla memoria sull’onda delle emozioni: che la Luce si espanda, e che come un respiro che arriva a riempire i polmoni di aria nuova, possa centuplicare il passo e l’impulso di ciascuno di noi verso il Centro e verso la Salute dell’anima.

    catulla2008
    Partecipante
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    Il problema credo stia nel ruolo (totalmente distorto) che la scuola ha assunto negli anni: non è più un luogo di e-ducazione, di cultura, di arte, ma un collocamento indispensabile per famiglie dove gli adulti tutti vanno a lavorare. E anche laddove si riconosca alla scuola un qualche ruolo nello sviluppo della prole, i docenti sono sovente chiamati a operare affinché quei giovani riscattino speranze, delusioni e proiezioni dei genitori, a prescindere da quanto si portino dentro il bozzolo dell’io. Come una volta accadeva per le bottiglie di vetro del latte che si compravano piene restituendo il vuoto, qyeste creature ingombranti vanno riempite da chi è pagato (si pensa!) per farlo. Insomma, hanno la vita segnata e devono stare nella casella che la società ha riservato ai bambini e ai giovani: e questa casella è la scuola.
    Ecco perché – virus o non virus – la scuola non può stare chiusa. Perché – fuori da quella casella – non si sa più dove mettere bambini e adolescenti, né di cosa e cone riempirli.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Qui condividiamo cibi che mangiamo con la mente, e riversiamo interrogativi, dubbi e dolori. Partecipiamo entusiasmi, ricordi, scoperte, ma anche ansie e vittorie sui nostri limiti. Ci diciamo tutto ciò che conta per noi, e intanto viviamo le nostre vite apparentemente distanti.
    E tutto questo mi ricorda quanto scriveva il Maestro J. M. Kremm-erz su: “…l’Amore che unisce anime senza eccezioni, senza particolarismi, senza interesse…che al tempo stesso vivono dello stesso desiderio, dello stesso particolarismo, dello stesso interesse, in una comunione di bene profondo”.
    A presto Sorelle e Fratelli!

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