catulla2008

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  • catulla2008
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    L’essere umano è predisposto alla parola, ma se nessuno parla con il bambino qyesti non sviluppa la favella che ‘potenzialmente’ aveva in nuce. E così è per noi: umani animali, potenziali manifestazioni di un numero.
    Noi, senza il Maestro che fa da levatrice, educa (ex-ducit) e lievita quell’embrione di consapevolezza saremmo in balia dell’eventualita, a nuotare nei secoli necessari a progredire per i tempi dell’umanità (e basta guardare che succede nel mondo per capire quanto siamo distanti dal dirci coscienti!).
    Ergo… Il Maestro è nell’anima e nell’anima per sempre resterà. E quando incontri un Maestro, Questi parla a Quello, in un dono che non ha eguali, fino a quando non impareremo a sentire direttamente: quell’arcana intelligenza in cui crediamo e che attendiamo di intendere per avere coscienza del Vero.

    catulla2008
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    Questa favola mi è sempre parsa descrivere qualcosa di interno a noi, una sorta di percorso verso il nostro Principio vitale più che verso un altro essere umano. Insomma l’allegoria dell’anima che cerca la sua CAUSA. E ho osservato che gli animali vivono in uno con la propria causa in quanto in loro amore è Eros, firza di attrazione volta a generare per il perpetuarsi della specie. In noi umani che abbiamo il seme del raziocinio qyesto istinto è soggetto allo sguardo e – da lì – proprio come avviene per Psiche alla perdita di quel contatto panico chevtipizza l’animale. Solo con un lungo percorso e guidati dai Maestri ( i misteri di Venere?) ci si riavvicina alla propria Causa non più in modo istintivo ma via via integrato.
    O almeno questa mi era psrsa un’interpretazione (da oggettivare naturalmente). E in tale prospettiva l’avevo pstagpnsta alla mela mangiata nel giardino di Eden: patafiso terrestre in cui si vive però senxa consapevolezza.

    catulla2008
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    Potrebbe darsi che la Psiche che al buio incontrava Amore fosse maritata al proprio impulso a generare, come ogni animale in balia di Eros, mentre la Psiche che sceglie di abbandonare l’istinto e di vedere (come Eva nel terrestre paradiso) necessiti poi di un lungo cammino per reincontrare Amore: su un diverso piano e ad occhi aperti.
    Ma, forse, senza quello strappo Psiche sarebbe rimasta animale per sempre e il suo matrimonio non avrebbe avuto l’iniziazione di Venere.

    catulla2008
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    Ci è stato più volte portato dai Maestri l’esempio delle pile: essere massimamente recettori nei confronti di quel “DO” gerarchicamente inteso, magnete centrale – come appena ricordato da Mabdragola – porta al suo opposto e speculare “DES” che è la traduzione energetica di quanto ricevuto. Ergo, più si potenzia uno dei due aspetti più dovrebbe – teoricamente – potenziarsi anche l’altro, sino a giungere alla massima potenzialità sella pila (mica tutte sono uguali anche se tutte funzionano al medesimo modo).
    Così ci si prova: tanta applicazione terapeutica avvicina al Centro e viceversa.
    Quanto all’Amore ricordo che il Maestro Kremmerz nella nostra P.F. asseriva di non aver osato consacrarLo nel testo della regola fondamentale. Deve perciò trattarsi di Qualcosa di talmente alto da concepire (muove sole e stelle?) che tocca essere adepti per non snaturarne l’Idea.

    catulla2008
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    Diventare nonni, diventare genitori, è la Vita che si fa sentire e che convibra con la parte più profonda di noi, un po’ come quando guardiamo o tocchiamo un infante che ci muove qualcosa dentro. I bambini sono la primavera, la stagione più facile da amare, quella che si connette alla forza e all’essenzialità prepotente della Natura.
    Auguri alla neo-mamma e alla neo-nonna che volano verso una bella stagione.
    Noi miriamici già adesso, con le giornate più lunghe, sentiamo l’avvicinarsi della ciclica vittoria sulle tenebre e la memoria del suo profumo marzolino.
    Tesi a quel Centro che fuori di noi richiama il Numero, acceleriamo i battiti all’Idea della Vita che ritorna, con la speranza che i Maestri non ci abbandonino mai nell’ellittica di ogni ritorno.

    catulla2008
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    in risposta a: Libere testimonianze #32463

    Proprio pochi giirni fa stavo ricostruendo alcune tappe diciamo ‘cruciali’ della mia vita e in questo nastro di flashback c’era LEI: con una parola all’epoca dispersa fra le tante ingurgitate dalle orecchie o con un’osservazione che lì per lì poteva confondersi in un dialigo amichevole.
    Invece c’è sempre stato il Maestro. E lo riconosco ora, guardando ad allora, e col senno di poi.
    Perché nel rispetto del mio percorso LEI ha detto… ma poi ha rispettato il mio fare (o disfare) confidando nella Provvidenza della Miriam e nella capacità che la nostra Tradizione detiene di trasformare la materia vivente da capo a piedi…nel tempo. Insomma il materialusmo sacro cui accennava Tanaquilla giorni fa.
    Il Maestro D+G+ non fa l’indovina, anche se azzecca sempre malanni del corpo (che i medici arrivano a diagnosticare dopo) o dell’anima (che se ti va bene riconosci a distanza di lustri); il punto è che il Maestro VEDE quando e quanto noi non vediamo. E siccome non potrebbe spiegare a chi invece è cieco o miope che è così perché si vede, LEI dice…e poi ognuno si regola come intende e come può.
    Peccato non aver avuto la forza e/o la fede di ascoltarLa tante volte.
    Fortuna comunque che LEI ci sia a dinostrare con l’esempio cosa può diventare un essere umano quando giunge a integrarsi al proprio Nume.
    Sì, siamo fortunati ad essere in contatto, ma ancor più a vivere in un periodo storico dove il Maestro in quanto D+G+ è diventato espressione di una Catena: non saremo mai più soli. Grazie Miriam

    catulla2008
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    Da bambina vedevo la Befana con gli occhi di una delle tante fiabe che ascoltavo/leggevo e cioè come una bellissima Fata – la più bella – che in quanto Regina delle Fate stesse si nascondeva nei panni di una vecchia per provare il cuore degli uomini (che provenga da lì la sentenza col carbone? nero o bianco a seconda del grado di purezza del soppesato, nero quando il carbone è spento ma bianco quando è arso dal fuoco?).
    Comunque, a parte le speculazioni di induzione infantile, e rimandando alla lettura delle tante narrazioni in proposito, mi piace la Fata Aquilina riportata da Italo Calvino ne LE FIABE ITALIANE, anche perché personalmente vi ho trovato rimandi alla Sibilla centro italica e ai luoghi in cui è stata raccolta la narrazione orale.
    E ancora a proposito di curiosità… La parola FATA derivante da FATUM latino e cioè “destino” che il Maestro Kremmerz indicava legata al Latino FOR, FARIS, FATUS = profetare, richiama credo la Divinità Egizia PTAH legata alla PAROLA SACRA
    Nella lirica con cui l’Italia affermò la propria supremazia artistica nella musica dell’800, Verdi la colloca nell’AIDA accompagnata da questa invocazione delle sacerdotesse, del capo dei sacerdoti e dello stesso ‘eroe’ Radames :
    “Possente Fthà, Del mondo creator, Spirito animator, Spirito fecondator, Immenso Fthà! Possente Fthà, Spirito fecondator, Tu che dal nulla Hai tratto il mondo, Noi t’invochiamo, Noi t’invochiam, Immenso Fthà! Tu che dal nulla hai tratto L’onde, la terra, il cielo,
    Noi t’invochiamo, Immenso Fthà!”
    Nei panni di Sibilla antica o di Divinità Maschia, comunque è bello farsi ispirare.

    catulla2008
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    Ecco che la Luna partorisce questo nuovo inizio nel nuovo anno. E mi ritrovo a pensare a Noi – Fratelli e Sorelle – che in quell’UNA abitiamo perchè da quell’UNA siamo stati accolti, ritorati, e piano piano da quell’UNA rigenerati.
    La Schola, i Maestri, la Del+Gen+ che anche nell’inverno ci porta il canto della Vita (vedasi https://www.kremmerz.it/il-nunzio-della-primavera/ ) scaldano il cuore anche quando la Natura sembra morta e l’umanità votata a catastrofi climatiche sempre più evidenti.
    In questo giorno di rinnovamento mi tornano perciò alla mente le parole del Maestro J.M.Kremm-Erz e del Maestro M.A. Iah-Hel “…https://www.kremmerz.it/elicoide/ ” e di quelle Parole mi nutro, mi faccio forza e mi appoggio per questi mesi a venire, fiduciosa che comunque il Benedizione e Vita si riaffermeranno come il Sole che risale e come la Luna che rinasce.
    Un abbraccio forte a Tutti/Tutte e un Grazie ai nostri Maestri

    catulla2008
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    Da questo link https://www.treccani.it/enciclopedia/la-coscienza-e-i-suoi-fondamenti-biologici_%28XXI-Secolo%29/ leggo che “per la neurologia clinica, la coscienza è un parametro semeiotico obiettivabile e misurabile, definibile come la consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante (…) saranno discusse le basi neurali della coscienza”.
    Ammetto di essere rimasta perplessa dalla definizione che – nella mia ignoranza medica e scientifica – mi è di primo acchito suonata come il gesto del gatto che gioca col raggio di luce tentando di afferrarlo. Infatti, mi figuravo il corpo umano, e in particolar modo il cervello, come il positivo di una fotografia la cui vera matrice, però, starebbe nella parte oscura, nel negativo da sviluppare: in breve, mi rappresentavo ciò che chiamiamo “io” come torta il cui stampo sarebbe nel coagulo di energie che in un dato momento, in un ambiente consono, si sono incontrate e materializzate.
    Ma, forse, non è in antitesi con quanto afferma la Treccani… O no?

    catulla2008
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    Caro Nico,
    grata per avermelo ricordato, condivido il link https://www.kremmerz.it/venere-di-bilancia/
    che il tuo post mi ha riportsto alla mente: perla fra le perle di sette anni fa.

    catulla2008
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    Anche le emozioni, lungo un cammino ermeticamente inteso, sono un modo di ap-prendere, di imparare e impadronirsi di un sapere. La testa recepisce e si ciba di letture, visioni, ascolti, sapori, odori. La gioia ma, anche e purtroppo soprattutto, il dolore, sono il modo di studiare del cuore.

    catulla2008
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    Ho sempre trovato molto utili le FASI LUNARI pubblicate qui sul nostro sito perché danno modo di ‘stare al passo’ con la Natura…oltre che portarci in periodica sintonia col nostro percorso. Dal Novilunio dello scorsa settimana mi vado chiedendo da quanti millenni solleviamo lo sguardo per cercare nel cielo quel magico specchio di Luce che ci accompagna secondo un moto ondivago. E chissà perché si è perso questo incanto annegato fra mille luci artificiali.
    Però…a modo suo…anche la Luna inganna: sembra un volto d’oro o d’argento e invece si ammanta di Luce non sua!

    catulla2008
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    in risposta a: Biblioteca on-line #31645

    Non mi stupisce quanto riporta Mandragola. Spesso nell’ambito della formazione di ogni livello (universitaria, secondaria, primaria o dell’infanzia che sia) approdano persone interessate allo stipendio sicuro più che al proprio lavoro, disposte ad anni di difficile e precaria gavetta secondo burocratici principi che nulla hanno a che vedere con l’interesse a educare o con la voglia (contagiosa) di imparare e aggiornarsi. Specie quando le posizioni sono acquisite (collaboratore, figura strumentale, vicepreside, per non parlare dei dirigenti) l’obiettivo iniziale di ‘educare’ è spesso in second’ordine in rapporto alla necessità di ‘eseguire’ percorsi e i vari progetti che nascono a latere sovente rispondono al bisogno di arrotondare il basso stipendio più che a quello di risvegliare o sviluppare conoscenze.
    Ciò premesso, la Preistoria è di norma poco conosciuta dagli stessi docenti di Lettere, così come le scoperte della fisica o della chimica dagli insegnanti di queste materie, e così via. E d’altra parte, l’istruzione obbligatoria fino a 16 anni mi pare abbia portato a un livellamento (solitamente in basso) della massa degli studenti e a una contemporanea svalutazione del valore della scuola e di chi la rappresenta. Pur comprendendo le ragioni di chi concepì la Legge di fornire a tutti strumenti di valutazione e critica per potersi autodotare di un bagaglio necessario alla sopravvivenza in società, da quanto osservo oggi, non mi pare che l’ambizioso obiettivo sia stato raggiunto.
    Anzi.
    Ma come appartenente alla Schola credo che l’essere miriamici – anche se non docenti e/o non genitori – costituisca un’opportunità straordinaria per ogni numero della catena così come per l’ambiente (o gli ambienti) che ogni numero frequenta, perché l’input a un pensiero ‘diverso’ ‘controcorrente’ può servirsi di ogni canale per suscitare interrogativi (e approcci) in grado di influire sulla corrente comune e generare una possibilità alternativa. E ancor più chi è nell’ambito della formazione – secondo me – può con l’esempio e le azioni fare la (piccola) differenza che si può riverberare in altrettante e tante piccole differenze.

    catulla2008
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    in risposta a: Biblioteca on-line #31551

    L’ideale del bello e del vero, tante volte ripreso nelle ricerche accademiali e pure dall’imperatore Giuliano, mi ha spinto a cercare questo concetto dal punto di vista etimologico. Vi rendo partecipi di quanto ho trovato
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/Kalokagathia

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    A proposito degli esagoni ho trovato interessante questa spiegazione

    Magari qualche Sorella o Fratello più ‘scientifico’ riesce af aggiungere lumi?

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