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  • kridom
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    Le parole del Maestro Jeliel e anche il post di m_rosa mi hanno fatto venire in mente un libro che lessi tempo fa, Turms l’Etrusco, di Mika Waltari. Come l’eroe protagonista del romanzo, un pò tutti noi nel ciclo delle reincarnazioni siamo richiamati a tornare in seno alla Miriam e il modo in cui ciò avviene dipende ovviamente da noi. La Miriam poi ci ri-conosce e ci rinnova nell’adesione al Patto.
    Mi riconnetto al post di garrulo1, auspicando che la Pietra Angolare Miriamica, di cui non vedo l’ora di leggere il secondo volume :-), possa aiutare tanti ricercatori e fare ulteriore chiarezza su vicende che sono state rese molto fumose da papassi e presunti detentori di chiavi d’Egitto.
    Grazie ai Maestri e alle Gerarchie che ci seguono sempre, anche se qualche volta forse non ce ne accorgiamo.

    kridom
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    Ringrazio il M. L. J. Aniel per il suo post. Non capisco bene gli aspetti astronomici ma sono chiare le spiegazioni fornite al riguardo. Spero che il nostro aggancio ad una tradizione iniziatica ininterrotta ci aiuti in questo periodo a non perdere o a ritrovare la bussola affinché questo periodo di grandi cambiamenti ci aiuti ad aiutare noi stessi e gli altri che lo richiedano. Un abbraccio a tutti

    kridom
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    Cara Buteo, sul “magico amuleto” di cui parli, anche io e altri fratelli e sorelle che volemmo sperimentarne la realizzazione, andammo a caccia di un fabbro che potesse fare la sua parte di opera. Alla fine in un paesino trovammo un vecchissimo fabbro che faceva persino fatica a reggersi in piedi, mi ricordo che lo dovemmo sostenere perchè a un certo punto stava perdendo l’equilibrio. Insomma il fabbro fece ciò che doveva fare, quindi riuscimmo a portare a termine l’opera, ma con qualche…sostegno fisico da parte nostra (e pure qualche sorriso). Il fabbro ci chiese se era per qualche lavoro da fare in classe, almeno ci facilitò una risposta perchè ovviamente dicemmo di si 😉

    kridom
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    Riprendendo il commento di holvi49, ho sempre pensato all’ECCE QUAM BONUM ET QUAM IUCUNDUM HABITARE FRATRES IN UNUM come al raggiungimento dello scopo della nostra esistenza che consiste nell’integrazione del nostro essere, che ci rende anche, come dice decla, più giocondi e felici. Alla Miriam!!!

    kridom
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    in risposta a: Novilunio ed eclissi #13256

    Ringrazio, con un pò di ritardo, il M. L.J.Aniel per le sue spiegazioni. Gli antichi consideravano le eclissi annunciatrici di eventi nefasti, carestie, guerre. Credo che si riferissero in particolare a quelle di sole. Forse queste sono solo superstizioni ma, dal momento che sappiamo che gli astri hanno influssi sul nostro pianeta e anche sulle nostre vite (si considerino anche solo le maree), mi chiedo se ci dobbiamo aspettare momenti difficili fino al 2020.
    Inoltre, mi sembra che il 2018 si presenti come un anno distruttivo: terremoti in tutto il mondo, disastri vari, sconvolgimenti anche di carattere politico, tante persone che subiscono lutti o che si ammalano. Chissà se è una mia impressione personale o se ci sia qualche strana influenza, sembra quasi che in un’ipotetica smazzata dei tarocchi sia uscita la Torre!

    kridom
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    Questo post dell’Amministratore mi ha fatto ricordare un paio di occasioni ilari che mi sono capitate prima di entrare a far parte della Fratellanza di Miriam. Quando ero ancora alla ricerca, mi imbattei in un sito internet di uno che sproloquiava di CILLENIE virtù e PALLADIE non so che altro, stando sempre attento a scrivere quasi tutto in maiuscolo!. Facevo fatica a capire che cosa volesse comunicare, ma forse cercava di dimostrare soltanto che era un maestro con i controfiocchi. Come minimo si prendeva troppo sul serio, anche quando fingeva di umiliarsi definendosi il vecchio maestro e parlando di sè in terza persona.
    Un’altra cosa strana mi era capitata su un altro sito dove si partiva dalla premessa che il Kremmerz era un Maestro e poi si concludeva che c’era qualcosa che non andava e che quindi le cose che insegnava il Kremmerz erano sbagliate. Insomma…delle due l’una, o è un vero Maestro e allora insegna cose giuste o non lo è. In più di 100 anni di vita della SPHCI nella sua attuale forma quello che ho riscontrato è sempre la chiarezza, la correttezza e la coerenza.
    Una volta parlai con un “kremmerziano” che mi disse che non si poteva escludere che qualcuno, nell’organizzazione di cui faceva parte, avesse contatti in astrale con l’Ordine Egizio. Vabbèh…se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carriola 🙂

    kridom
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    Ricollegandomi al concetto classico di Arte come espressione del Bello e del Vero, ho difficoltà nel vedere in molta parte dell’arte moderna e, soprattutto, contemporanea tale connessione. Ad esempio, il famoso quadro “La Persistenza della Memoria” di Dalì mi comunica una sensazione di staticità, stagnazione che può avere qualche connessione con uno stato d’animo del pittore e che può empaticamente risuonare anche nell’osservatore ma in che misura è rappresentazione del Vero? Oppure, le installazioni relative agli animali in formaldeide di Damien Hirst sono Belle o solo forme di provocazione autoreferenziali? Trovo, al contrario, molto “evocative” le opere di Kandinskij o i prigioni di Michelangelo. Chiaramente il giudizio non può che risentire della mia soggettività e del mio metro di giudizio. Vorrei anche chiedere a Bell di non pubblicare solo le ricette ma anche le istruzioni operative…o quelle sono comunicabili solo a voce? :-)))

    kridom
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    in risposta a: Il Silenzio #12007

    Vedo tre possibili significati del silenzio. Il primo consiste nel silenzio inteso quasi come concentrazione (ad esempio mentre si esegue un rito, momento in cui dovremmo non farci distrarre da rumori esterni o da pensieri che vengono da dentro di noi). Il secondo è connesso al silenzio inteso come fase di incubazione di un’idea, in cui parlare di qualcosa che è ancora in via di formazione provocherebbe una perdita di energie che invece sarebbero necessarie per terminare positivamente la gestazione. Il terzo riguarda più propriamente il silenzio iniziatico connesso all’inopportunità/inutilità di comunicare un’eventuale intuizione che si è avuta oppure al divieto di comunicare le istruzioni orali che sono comunicate in via gerarchica. Vedrei il riferimento alla legge di Giustizia, citata nel post di ippogrifo11, a questo terzo tipo di silenzio. Con riferimento al silenzio inteso come incubazione di un’idea, mi domando fino a che punto io sia consapevole della sua attuazione dal momento che quando ho un’idea tendo a condividerla per meglio comprenderne le caratteristiche, che sono spesso inizialmente nebulose, cioè sento la necessità di condividerla perchè a livello consapevole non mi è ancora chiara del tutto. A voi capita di avere questo tipo di necessità?

    kridom
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    Prendendo spunto dalla mia maggiore comprensione delle potenzialità del Forum, come è emerso durante la riunione congiunta delle accademie Vergiliana e Giuliana, volevo condividere una mia esperienza fatta in un recente viaggio in India. Una primo elemento che mi ha colpito è stata la disposizione della città di Varanasi, sul fiume Gange. La città è tutta sulla riva che volge ad est, mentre sulla riva ovest non ci vive nessuno ed è totalmente deserta. Questo mi ha ricordato la suddivisione di Karnak dove sulla riva est del Nilo vi era la città dei vivi, con i suoi templi e palazzi, mentre sulla riva ovest erano collocata la città dei morti. Sulle rive del gange, inoltre, ho assistito alla cerimonia dell’Aarti, condotta dai sacerdoti hindu (i brahmini), che hanno ripetuto un loro rituale con i simboli dei cinque elementi rivolgendosi ai quattro punti cardinali. In questo ho visto una similitudine con i riti pagani che davano importanza agli elementi (in occidente tendenzialmente sono quattro) e alle direzioni verso cui svolgere i riti. Chiaramente anche per noi, che seguiamo la Tradizione codificata da migliaia di anni, tali aspetti sono tenuti nell’opportuna considerazione.

    kridom
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #11171

    Nella discussione “Agape di Solleone 2017”, ho letto un post di Macrobio sul dio Consus, nome che appare molto simile al dio Kons della tradizione egizia. Questo mi ha riportato ad alcune letture che avevo fatto due anni orsono, di cui volevo condividere alcune informazioni in questa sede. Le fonti principali sono costituite dalla Storia della Religione Romana di Franz Altheim e da 2 articoli di Francesco Marcattili (“Circus soli principaliter consecratur, Romolo, il Sole e un altare del Circo Massimo” e “Ara Consi in Circo Maximo”, entrambi scaricabili dal sito Academia.edu). In sintesi, pare che le feste in onore di Conso, i Consualia, si celebrassero sia il 21 agosto sia il 15 dicembre. Dionigi di Alicarnasso riporta che l’altare di Conso era ricoperto di terra – come anticamente venivano ricoperte di terra le messi – e dissotterrato in occasione dei Consualia e su di esso venivano effettuati sacrifici e offerte dei frutti della terra appena raccolti (in particolare grano o farro), quindi si teneva una gara di carri e cavalli. Secondo Altheim, il nome Consus basandosi sulla morfologia del nome, è un astratto in -tu del verbo condere per cui originariamente il nome era Cond-tos ed indica l’azione del nascondere. Da questo punto di vista viene proposto un parallelismo tra Ianus e Consus, laddove Ianus indica la fase iniziale del camminare e quindi è il dio di tutti gli inizi, mentre Consus presiedeva sia all’azione di mettere al sicuro il raccolto, con i Consualia del 21 agosto, sia alla conclusione sacrale del vecchio anno, con i Consualia del 15 dicembre.
    In merito alle caratteristiche dell’ara Consi, essa era costituita da una parte visibile, la tholos, e da una parte sotterranea dove era situata l’ara vera e propria. Sulla base dei reperti archeologici tale ara era situata sulla spina del Circo Massimo e, in cima alla tholos, era presente un uovo e una figura femminile, che in alcuni reperti pare essere una Vittoria Alata, che si rivolge verso l’ara.
    L’ara Consi, presente in una zona originariamente paludosa – che quindi può essere vista come un luogo di passaggio tra la vita e l’aldilà – e di confine, rappresenterebbe così il sole nelle sue funzioni ctonie, funerarie e oracolari. Luogo adatto alla stipula di patti e luogo adatto alla sanzione di initia. L’Ara Consi può pertanto essere considerata come una rappresentazione del Sol conditus sub terra, ovvero sepolto. Non a caso la celebrazione dei Consualia del 15 dicembre è molto vicina all’Agonium Solis dell’11 dicembre, che rappresenta il sole al solstizio. Così come per gli egizi, si può ipotizzare che anche per la Roma arcaica il sole aveva caratteristiche ctonie legate al passaggio nelle ore notturne dell’astro per le zone infere.
    Tutto ciò descritto, sarebbe interessante sapere se fra il dio Kons e il dio Consus vi sia una qualche forma di legame.

    kridom
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    Sto esplorando la nuova versione del sito, che trovo molto facile da navigare. Mi sembra che sia anche più leggero nei contenuti nel senso che contiene meno informazioni riorganizzate in maniera più schematica e, in quanto tali, più semplici da trovare. Mi è piaciuto molto il filmato e spero che, assieme al resto del sito, possa contribuire alla diffusione in maniera sempre più ampia del tesoro di Sapienza tramandato nel corso dei millenni…con un linguaggio nuovo. Tutto questo evidenzia la vitalità della Tradizione che, come già accaduto oltre 100 anni fa, continuamente attualizza le modalità di comunicazione della Scienza Sacra. Grazie per tutto!

    kridom
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    Mi ha colpito molto il discorso tenuto insieme dai Presidi delle varie Accademie, ho avvertito in quel contesto in maniera forte l’unità nella Fratellanza di cui siamo parte. Voglio cogliere l’invito pervenutoci a partecipare alle discussioni sul blog, per me che non ho mai scritto un post, per esprimere la gioia di aver farto parte del Rito costituito dall’Agape. Ho avuto modo di salutare tante Sorelle e Fratelli delle altre Accademie, cosa che negli anni precedenti ho fatto in misura minore. E ora aspetto la prossima Agape, con una maggiore consapevolezza del lavoro che dobbiamo fare per essere sempre più attivi e partecipi alle attività della Schola: dalla Terapeutica…allo scrivere sul blog!

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