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    Orfeo pare abbia radice in un termine greco che significa ‘rapire’ e/ anche ‘tenebre’. Sulla scia di quanto scritto da m_rosa ricordo un passo del Commentarium in cui nel 1910 il Maestro Kremmerz scriveva: “Nargal (la legge unica) … quando in quell’abisso tu potessi guardare … distruggeresti la tua individualità umana che è un fuoco che si alimenta di oscurità e di ignoranza… Il dio che vuol saggiare le gioie della vita deve essere plasmato uomo nell’utero d’una femmina dove per la oscurità completa perde la conoscenza di ciò che fu e nasce alla vita…”.
    Noi, rapiti dalla tenebra della materia umana di cui siamo fatti, come Orfeo non possiamo dimenticare la scintilla divina che ci spinge e sprona a ricongiungerci alla Sposa-Matrice. E qualora, innamorati della nostra origine perduta, riuscissimo col nostro anelito a incontrare la Divinità sepolta nella Terra e ad avere da Questa il permesso di portare alla Luce quanto ci è dato trarne per Giustizia (nota: Euridice significa ‘dispensatrice per giustizia’) dovremmo tuttavia confrontarci con “l’effluvio della materia”, secondo la definizione di Kremmerz, quell’effluvio che spinse l’eroe a voltarsi indietro per essere sicuro che la Divinità non avesse mentito…!!!
    “Fintantoché si vive la vita comune, il Serpente vi protegge e dorme: ma appena voi tentate di violarne i limiti egli si sveglia e sibila forte, e vi stringe e vi opprime. Gli uomini di costanza e le donne di fede lo vincono; i pazzi che lo tentano senza forza e senza volontà finiscono coll’esserne divorati, perché in magia ogni operazione interrotta nel suo compimento porta la sua reazione terribile con un effetto perfettamente opposto a quello che l’operante si prefigge”.
    Così ammoniva il Maestro. E Giuliano Kremmerz venne demandato a fondare la Schola come palestra, in cui ci si allena all’amore disinteressato per il prossimo ma, anche e soprattutto, per sé stessi: da cui l’orgoglio generoso…
    Orfeo non aveva che la propria lira, come tutti gli Iniziati dei tempi che furono fino a quando, per Solare Missione, venne istituita la S.P.H.C.I.: e finalmente, dal mito dell’eroe, ci si spostò all’Idea di umanità, al concetto di Bene comune, alla meravigliosa vibrazione che affratella e unisce per risanare la specie TUTTA e reintegrarla alla Natura per magnetismo d’AMORE.
    Tale cambiamento epocale, e la grandezza di questa svolta, spesso sfuggono all’attenzione.
    Original author: Segezia

    admin Kremmerz
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    in risposta a: S.P.H.C.I. #8334

    Forse perché la matematica pitagorica è nata come via iniziatica e non come metodo per spiegare in modo sperimentale, asettico, impersonale, la realtà che ci circonda ponendosi sempre un gradino sopra, in una visione che più antropocentrica (leggi maschia) di così non si può. Pitagora invece, comprende crescendo, la comprensione arriva contestualmente ad una evoluzione dall’essere che di quella conoscenza non è spettatore estraneo, ma attore intrinseco. Che è poi quello che accade nella nostra Schola!
    Original author: m_rosa

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    ORFEO
    Avendo in mente l’ultimo post del “pensiero del Maestro”, mi sono imbattuta in una recensione di un libro di Ann Wroe dal titolo “Opheus: the Song of Life”, che riporta una piccola introduzione dell’autrice alla sua opera e che di seguito vi trascrivo “Orfeo non ha mai lasciato la coscienza degli uomini. Di lui non ci sono che frammenti: una frase qui, una menzione là…Eppure Orfeo spazia per la civiltà occidentale…Non ha radici sicure ma continua a ritornare, come se avesse qualcosa di urgente da dirci”
    Siccome tempo addietro, mi sono interessata un po’ all’Orfismo, ma più come ricerca storica di origini, datazione, luoghi e con qualche parallelismo con la religiosità e filosofia greca oltre che pitagorica, le parole della Wroe hanno attratto la mia attenzione. Cosa ha da dirci Orfeo? Forse la tenacia di chi sa con sicurezza che un anelito divino è nascosto in ognuno di noi, oppure il coraggio di accettare il caos, esplorarlo, e al suono della lira-amore, placarlo, ordinarlo, e trovarvi il proprio posto. E’ il simbolo del coraggio che ci vuole per affrontare l’esplorazione dei limiti umani, è colui che incarna quell’orgoglio generoso di cui parla il Maestro quando dice “il senso di orgoglio che ci da il coraggio per la lotta e per la conquista aspirata, per integrarci, che non è che il punto di appoggio per far leva contro gli ostacoli”
    Original author: m_rosa

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    in risposta a: S.P.H.C.I. #8330

    Non funzionando ancora il blog perfettamente, inserisco qui, nella sezione dedicata alla Schola, il commento all’ultimo post di Catulla.
    Ha ragione Catulla: il privilegio di essere entrati in contatto con la Schola, di farne parte, seguirne le indicazioni di metodo e quelle sperimentali, praticare nella consapevolezza della propria evoluzione e per il bene di chi viene in nostro contatto, verificare giorno dopo giorno il progressivo allargamento del nostro orizzonte etico, percepire, o per lo meno iniziare a percepire, nella vibrazione delle proprie cellule quella dell’amore disinteressato e munifico che i Maestri hanno trasmesso senza interruzione sino a noi, sentire sulla Schola tutta – e dunque su tutti noi – la vigile cura di una Gerarchia Mater-na, prima ancora che garante di ‘Ordine’ nella Regola, sì questo è davvero un privilegio del quale forse ci si rende conto soprattutto quando e quanto più si alza forte il vociare caotico, supponente e inconcludente della pletora miserrima dei denigratori della prima e dell’ultim’ora. Ma forse tutto questo era stato messo in preventivo quando il Maestro J.M. Kremm-Erz ricevette il mandato di fondare la Miriam. E forse fu messo nuovamente in preventivo quando la Delegazione Generale di M.A. Iah-Hel ricevette, dalla stessa e Unica Fonte di sempre, quello di traghettare la Schola nel nuovo millennio.
    Original author: ippogrifo11

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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6579

    I meccanismi fisici naturali sono la chiave di volta su cui il Kremmerz poggia la Scienza Sacra. Questo è grande aggancio all’indagine del reale.
    Questo mi ha attratto quando all’inizio dello studio dei Dialoghi dell’Aureo Maestro, “empaticamente” avrei voluto essere come il discepolo scettico e pratico.
    Premessa doverosa per presentarmi.
    E’ totalmente affascinante declinare la scienza all’etica ermetica.
    Interessante sarebbe approfondire con qualcuno ferrato in materia, l’apporto dei neuroni specchio ai meccanismi di condivisione esperienziale. Ho capito bene che copie, cloni, falsità, mistificazioni non inducono reazioni di crescita, mentre al contrario, rapportarsi a una rappresentazione artistica autenticamente creativa (ci sarebbe da capire quando è creativa) si, le inducono?
    Quando l’esperienza vitale di un singolo essere vale per tutta la collettività che recepisce e com-prende è zero emulazione e doppio zero voglia di competitività.
    Original author: pico

    admin Kremmerz
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6577

    Soprattutto terapeutico!
    Questa finalità terapeutica “pro salute polpuli” scelta da Kremmerz fa molto bene da garante alla giustizia e al rispetto dei meccanismi vitali. Se vai contro a ciò che è giusto, ti autoespelli dalla catena vitale come un corpo estraneo e ti squilibri sempre di più. Certo che è un enorme lavoro, anche con le migliori intenzioni! ma l’importante sarebbe iniziare. Ad esempio, tornando all’argomento femminicidio, iniziando a non coprire più omertosamente certi atteggiamenti sottilmente e subliminalmente sbagliati, dei nostri figli, mariti, compagni, padri fratelli eccetera eccetera.. E questa, ammettiamolo che è cosa davvero dura da fare!
    Original author: lina

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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6576

    A proposito del discorso sull’arte che si sta sviluppando in questo periodo sul nostro sito, mi è capitato di leggere, ultimamente, delle notizie interessanti di un esperimento di neuro estetica che sintetizzo per gli amici utenti.
    La neuro estetica è quella scienza che si interessa allo studio del meccanismo specchio in relazione all’arte partendo dall’assunto che la rappresentazione artistica comunica all’osservatore azione e movimento, sia nell’immagine sia nello stesso gesto creativo.
    “La complessità della relazione che si instaura tra un’opera d’arte e il suo osservatore va ben al di là del cervello di catturare elementi percettivi essenziali dell’oggetto osservato” afferma la neuro scienziata Alessandra Umiltà che ha condotto in collaborazione con altri ricercatori e storici dell’arte, l’interessante esperimento svoltosi presso il Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Parma.
    L’esperimento consisteva nel sottoporre alcuni volontari ad elettroencefalogafia mentre osservavano alcune opere dell’artista Lucio Fontana, i famosi “tagli su tela”, inframmezzate da riproduzioni grafiche delle medesime opere. L’esperimento ha dimostrato che in tutti i partecipanti si verificava un’attivazione corticale di programmi motori alla presentazione dell’originale ma non di fronte alle riproduzioni grafiche. Questo dimostra, secondo i ricercatori, che grazie ai neuroni specchio, quando vi è un segno sulla tela, che è frutto di un atto creativo, esso viene “simulato” dall’osservatore mediante un’attivazione motoria. La corteccia motoria ravvisa, nel segno astratto impresso sulla tela, la potenzialità del gesto che l’ha creato, anche in assenza del movimento. In tal modo è stata confermata la teoria di uno dei ricercatori secondo cui “il coinvolgimento del meccanismo specchio nella contemplazione delle opere d’arte visuale è un importante ingrediente del sentimento di empatia che si prova di fronte ad esse”.
    E questo mi riporta al pensiero del nostro amato Maestro Kremmerz, quando diceva che tutto è materia e che ricercare le cause concrete, scientifiche in tutto ciò che accade è la via maestra per raggiungere la consapevolezza, mi affascina inoltre l’assenza di ogni misticismo e spiritualismo nell’esperienza estetica, il sentimento c’è ma il sentimento è qualcosa di estremamente concreto che ha come fine ultimo, a ben guardare, quello di metterci in contatto, in simpatia ed empatia con la Natura Creativa.
    Original author: m_rosa

    admin Kremmerz
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6568

    Baubo si alza la gonna e ride… come dire “non c’è storia!”. Purtroppo molte volte noi donne ci lasciamo convincere di essere il “sesso debole”, dimenticando l’immenso potenziale di vita che abbiamo, e dimenticando che se una soluzione c’è, le donne la possono trovare (Demetra insegna! Come ci ricorda Catulla) sempre che si siano riappropriate della loro natura più profonda.
    Original author: m_rosa

    admin Kremmerz
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    in risposta a: Eventi e Segnalazioni #6565

    Come non essere d’accordo con sannitica… e non rispondere in modo affermativo alle domande che pone a conclusione del suo commento!
    Per esperienza diretta posso aggiungere che la nostra Schola Hermetica ortodossa, non solo non è fin dalle sue origini mai stata discriminante in senso lato, ma è l’unica che consente alle donne la trasmissione iniziatica, da bocca a orecchio, di quelle istruzioni necessarie per il loro processo alchemico-trasmutatorio. Trasmissione misterica che, MAI codificata, al contrario di quella riguardante il processo maschile, non può essere stata profanate né manipolata, nè strumentalizzata da pseudo-maestrini maschi di vecchia e nuova generazione.
    E, piaccia o no a tutti costoro, il dato reale che un Maestro iniziatore, nonché Delegato Generale della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam, sia in questo delicato momento storico una donna, costituisce un’ulteriore garanzia di giustizia, bene e salute per tutti coloro che sinceramente aspirano all’ascenso, oltre a rappresentare concretamente quel primo passo indispensabile per l’affrancamento delle future generazioni di iniziati alla sacra Scienza della Vita, dalla cultura della violenza, della prevaricazione e della morte.
    Original author: cerere6012

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    in risposta a: Terapeutica #8431

    In merito al mistero della vita è un bene che rimanga tale!
    Vista la tendenza distruttiva.
    Original author: lina

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    ho trovato molto illuminante il concetto dei tre peccati del mago: é sorprendente l’uso di un concetto “moralistico” per designare qualcosa che riguarda piuttosto l’efficacia, anche se in senso più ampio tale efficacia no si realizza se l’operatore non é giusto, in quanto la giustizia diviene la sola condizione possibile di neutralità e di impersonalità che consente di evitare i tre peccati di desiderio, paura e pentimento… quest’ultimo é quello che mi lascia più perplesso, in quanto i primi 2 attengono evidentemente alla fase antecedente/ contemporanea all’atto magico e dunque lo possono inibire, il pentimento attiene chiaramente a quella successiva, per cui non mi spiego come potrebbe pregiudicare l’atto magico, a meno che non si intenda che interferisce sul periodo di “incubazione” della volontà espressa, oppure che vada a pregiudicare eventuali atti futuri.. grazie e buona serata
    Original author: guglielmo tell

    admin Kremmerz
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    La concezione della terapeutica così come delineata da J.M. Kremm-Erz, e da Lui integrata nella S.P.H.C.I., è così pura da “muovere l’animo”. Vibra attraverso le Sue parole un tale Amore che ci migliora la semplice lettura. Invoglia alla pratica e alla sperimentazione. Incanta la semplicità. Innamora l’intento. Conquista la reale umiltà. Rende orgogliosi di far parte della Fratellanza di Miriam e ancor più in questi tristi tempi in cui esiste un caotico farneticare intorno alla Sua magistrale figura. Ma nessuno arriverà mai ad azzerare il Bene che questo Maestro, seguito dai Suoi legittimi Successori, ha offerto ed offre all’umanità, attraverso la S.P.H.C.I. Questo brano va letto e riletto perché, come scritto, solo i “mistici del materialismo bruto” vorranno non capire.
    Original author: tanaquilla9

    admin Kremmerz
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    Questa pagina è dotata di vibrazione propria e perciò accade che col suo contenuto ci si possa solo sentire in concordanza armonica oppure, al contrario, in inconciliabile dissonanza per eccessiva distanza della personale frequenza vibratoria. Quanto emerge dallo scritto è il riflesso della stessa I-Dea che informa vita e finalità della Schola: l’evoluzione per la progressiva integrazione dei Numeri in quel disegno unitario che è Armonia nel Bene e Ordine nella Giustizia. Del resto, che scopo potrebbe mai avere un ascenso fine a sé stesso e circoscritto al solo Io, per quanto scarnificato e spersonalizzato possa essere?
    Original author: ippogrifo11

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