La Giustizia – divina e umana – nella Scienza Ermetica di Giuliano Kremmerz (I e II parte)

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    29 ottobre 2012 –

    (I e II PARTE)
    La Fratellanza Ermetica, come nella sua entità collettiva esclude ogni servitù di spirito, e prescinde dalle divisioni occasionali delle società umane, così tende a formare di ogni suo numero un uomo integrale, cioè un individuo completo nella famiglia umana, prototipi di cittadini della Città Ideale Umana, dominatori delle passioni bestiali, correttori della asprezza nei conflitti delle idee umane, pionieri di quella Pace tra i Popoli, che deve preparare il simbolico avvento di un giorno di giustizia e di paradiso senza limiti di ore.

    Quindi il simbolo della Matriarchia di Miriam valga ad essere interprete di un programma di Amore, in cui la formola matematica arida e inesorabile della filosofia maschia si umanizza nella sensibile dell’ideale di affetto della madre, della bellezza nella forma e della delicatezza nell’essenza muliebre. (P+F+, art. 57) – L’unica concezione scientifica del Dio è questa: la legge che regola nell’equilibrio più perfetto l’Universo…Questa legge è perfetta poiché non permette violazioni di sorta, quindi impossibile il miracolo se deve violarla, e possibile solo apparentemente se è il prodotto della legge stessa per ragioni ancora ignorate dall’uomo. Questa legge è intelligente perché dona e toglie secondo il merito, concede e sopprime con una giustizia di cui l’uomo è incapace. (SM,I,3-4) – Spogliato dall’eredità israelita e buddista il vecchio mondo, muta la fisionomia e la sostanza di ogni convenzionalismo e l’uomo, non per la via del materialismo scientifico, né per le religioni rinneganti ogni iniziativa, imparerà a concepire la divinità occulta dell’universo come una legge benigna di libertà in un equilibrio di giustizia che nessun codice umano potrà mai sanzionare. (SM,I,9) – …Il Giove secreto era giusto pel sacerdozio pagano, e jus viene da Jovis e la giustizia è di Giove ed è divina! (SM,I,120) –  In Magia la Concezione è un lampo, è una fulminea operazione della nostra psiche, cui concorrono due fattori grandi: 1) La educazione perfettissima del corpo fisico e intellettuale; 2) La volontà del bene e del male. L’uomo ha la grande responsabilità dei suoi atti innanzi alla società in cui vive. Lo si premia o lo si punisce dalla Giustizia Umana. Però il famoso Tribunale di Dio di cui parlano i Cattolici esiste veramente, perché ogni atto della coscienza di un essere vivo è causa di vita o è causa di morte, e la giustizia non corruttibile dell’Equilibrio della Divina Provvidenza premia o punisce, dà o toglie nelle vite successive alla umana tal quale come nella società degli uomini. I peccati, cioè le colpe, si scontano e i debiti si pagano. Chi fu ladro pagherà l’uomo che egli ha rubato, qui gladio ferit gladio perit: il  calice del Cristo deve essere vuotato fino alla fine. Così deve intendersi il dente per dente dei libri sacri. Il perdono è l’espiazione. La legge fatale è inesorabile…Tu fai ed ottieni. Se dipingi a nero, il nero ti sarà spettro di giustizia. Così l’Essenismo, miscuglio di ebraismo, di caldaico e di egizio, trasfuso nel cristianesimo cattolico, non seppe definire il perdono senza invocare il sacramento della penitenza. La penitenza è l’espiazione, è il lavacro, è il battesimo delle colpe antiche. L’uomo crea la sua felicità e il suo dolore. Ricordati, o discepolo, che se nella vita ordinaria degli uomini, ogni atto, ogni parola, ogni sospiro ha una reazione nel mondo iperfisico, nella vita magica degli iniziati anche il pensiero fugace è una creazione…Il perdono del Cristo al flagellatore è una grandissima e gloriosa opera di carità: dove l’atto offensore non si ripercuote in un lampo di vendetta dell’offeso, la giustizia divina è più clemente. (A,307-308) –  Al Principe Assiro che promise le colonne d’oro al tempio del nume perché voleva riacquistare la vista perduta, Esculapio disse: te li accecasti il giorno in cui uccidesti tuo fratello primogenito: fallo ritornare in vita e guarirai. Stupefatto il principe pianse a lungo, e domandandogli la ragione del suo pianto rispondeva che era pentito, ma che la vista non avrebbe recuperata mai poiché non poteva far rivivere il fratello assassinato. Allora un sacerdote d’Iside gli disse: Sciocco, tu non sai la legge degli dei. Sposa una principessa bellissima e potente, da lei rinascerà tuo fratello, rendigli il regno che gli hai tolto e la tua vista guarirà. In questa che pare una favola sgorga intera la scienza delle reincarnazioni, la giustizia di dare la vita a colui che aveva il diritto a vivere, di restituire la roba a colui cui si è rubato. (SM,I,5) – Il bene e il male in Magia dipendono dalla purità e dalla giustizia dell’operatore, più che dai mezzi di cui l’operatore si serve…  Il bene ed il male devono trovarsi nel vestibolo del tempio e non nel tempio; … ma nell’occulto dove non esiste che la Legge Inesorabile del progresso nella natura e nella sua generazione, non vi può essere che il bene assoluto, cioè la Giustizia, cioè il Geova, dio invisibile che si manifesta per la sua bontà intransigente, fatale, nell’atto della creazione. Da questo focolare del dio inesplorato, in cui la Giustizia più alta rappresenta l’unico bene, Giove spesse volte saetta e lampeggia irato. La turba pettegola innanzi all’irato Nume invisibile, occulto, intangibile e perciò calunniato, e perciò negato, si inchina sbigottita e implorante: il bene genera il terrore come un richiamo delle pecorelle smarrite all’ovile della verità. Il terrore del castigo è un male? – Il dolore della giustizia punitrice è un bene? …L’iniziato deve aspirare alla soluzione di questo problema per il volgo petulante; innanzi alla sua coscienza non vi è altro Minosse che la giustizia divina che nella sua misericordia eterna e vera si ammansisce dinnanzi all’offerta dei frutti primaticci di Abele e si acciglia e saetta di fronte al dispregio e al vilipendio. (A,366- 367) –  …Dai tuoi progressi puoi ricavare la scienza del bene e del male; puoi , se arrivi, generare ciò che vuoi e abusarne, ma io, tuo maestro in quest’arte grande, ti ricordo che hai promesso di imparare per il bene e per una sola ed unica realizzazione, la medicina Ermetica. Se vuoi ricchezze o sopraffare il tuo simile, o costringere la libera volontà di chi è più debole, restituisci queste carte a chi te le dà, e allontanati da noi, perché la nostra Scuola Ermetica è una Fratellanza Ideale, con un scopo unico, di aspirare alla Psicurgia e alla Taumaturgia. La Fratellanza costituisce con la sua catena di volontà pure e benefiche la grande MIRIAM, custode della Pragmatica Fondamentale, di cui nessun passo violerai impunemente. Intorno alla catena si richiamano i gruppi e le falangi delle antichissime scuole iniziatiche isiache, i Genii della medicina, della vita e della salute umana – gli Eoni più terribili della giustizia sacerdotale dei tempii. Quindi ti illuderesti se nel tuo cuore nascondi propositi diversi dai nostri e non retti o non confessabili. Ricordati che la scienza è del bene e del male. Ma ricordati in più che la nostra scuola è di solo BENE. (P+F+, art.13) – A mente serena rivolgiamo le nostre aspirazioni più in alto: 1) Coltivare la propria mente perché in alto giunga a percepire prima a conoscere poi le leggi della Natura spirituale e fisica di noi stessi. 2) Perfezionare se stesso onde la natura del bruto, mentre siamo ancor vivi sulla terra, sia vinta dalla supremazia spirituale. 3) Entrare in rapporto con gli esseri invisibili che stanno intorno a noi, dominare i cattivi e gli inferiori e imparare dai più perfetti per avvicinarci alla verità suprema. 4) Penetrare le leggi che regolano ogni realizzazione terrena e giovarcene e correre con esse – quando si può ed è giusto il volerlo – in aiuto dei nostri simili. 5) Preparare il progresso spirituale dell’umanità con tutte le nostre forze, perché a misura che la spiritualità degli uomini progredisce la civiltà cammina, giacché civiltà è realizzazione della spiritualità delle masse. 6) Saldare i vincoli di fraternità tra gli uomini e risolvere col problema delle anime il problema sociale dei popoli. Questa è la bandiera scientifica ed umanitaria dell’occultismo, non è il programma di una vita umana, ma è il programma di secoli, ed è il programma del sacerdozio della scienza. Un uomo modesto e di buona volontà, piccola ruota del grande carro dell’umanità, si mantiene umilmente terra terra e imprenderà a realizzare del grande ideale la parte che crede più conforme al suo io. (SM,I,218) – La via per non correre pericolo alcuno e per conquistare con certezza la verità riposta, può essere riepilogata in pochi precetti: 1) Credere nel Dio unico, armonia dell’universo visibile e invisibile, Dio che è legge immutabile, che è verità e luce, che è giustizia e bene, che è perfezione e misericordia. 2) Studiare di elevare a simbolo di giustizia divina il proprio essere; desiderare la propria perfezione al di sopra di tutti i dolori, di tutte le pene, di tutti i godimenti e le voluttà. 3) Cancellare dal proprio animo ogni traccia di odio pel proprio nemico, con quell’ardore intenso col quale la madre ama il figliolo, al di sopra di tutte le colpe e di tutte le sue imperfezioni. 4) Essere umile innanzi all’immenso ideale di bene che deve abbracciare in un amplesso solo tutta la famiglia umana e non insuperbirsi della propria perfezione e grazia. 5) Lavorare per il bene, dispregiare il male sotto ogni forma, dominare i propri istinti bestiali e le catene che ci vincolano ai vizi, innanzi a cui la società volgare si inchina; amare gli umili e gl’imperfetti e circondarli della propria luce affinché trionfino imitandoci, 6) Tacere per intendere e, dopo aver compreso, tacere. 7) Non tradire mai il proprio fratello, non ingannarlo, non trasportarlo per invidia sulla via dell’errore. 8) Non aver mai paura quando si ha coscienza di far cosa buona e giusta. 9) Non desiderare quello che per giustizia non puoi avere. 10) Non concupire le voluttà alle quali devi essere superiore. (SM,III,528-529) – Il magismo – l’ho ripetuto molte volte – è delle nature che, o sono aristocraticamente positive o delle volontà supremamente inflessibili o delle persone che vogliono e sentono che è possibile arrivare, non a pregare Iddio, cosa che tutti fanno, ma immedesimarsi la natura attiva divina e fonderla con la propria volontà illuminata della giustizia. (SM,I,348) – L’uomo che si avvia alla conquista di tutte le possibili sue facoltà…dice che l’uomo può assumere la faccia della giustizia e i poteri attribuiti ad una divinità; che può scoprire ogni più nascosto secreto della natura, inventare, creare cose nuove, servendosi degli elementi inerti che la natura ha messo a sua disposizione. (D, 50) –  Per invocare il dio della forza bisogna sentire o meglio identificarsi con la giustizia divina…Per attirare gli angeli bisogna avere la giustizia di Dio, diversamente gli esseri alati come aquila non vengono. L’ho detto ripetute volte. (SM,I,355) – Il desiderio, la paura e il pentimento uccidono la volontà: prima di operare nelle cose difficili o di esito dubbio non cominciare se non vi siete posto lontano dai tre peccati del mago…Per non desiderare, non temere e non pentirsi bisogna sentirsi giusto divinamente, cioè senza i pregiudizi umani della giustizia egoistica. Ispirarsi alla giustizia assoluta, significa essere in equilibrio, significa essere giusto…Perciò S.Michele, l’arcangelo, si pone con la bilancia in mano, perché la bilancia è giustizia ed è giudizio. Nelle coppe della bilancia vi trovano posto le concupiscenze umane, i desideri più lievi, i peccati capitali della chiesa cattolica, senza i quali l’uomo sarebbe un angelo e gli angeli nostri amici di tutte le ore. Nella mitologia greco latina Minosse non aveva bilancia, ma pesava lo stesso coloro che si presentavano a lui pel supremo giudizio. La giustizia è la molle equilibrante tutte le potestà magiche…Un mago non deve far tutto ciò che vuole: ma solo ciò che è giusto fare – diversamente la sua azione sarebbe una violenza peccaminosa contro ogni potestà e ogni natura inferiore alla sua. Vuoi avere la forza divina? Sii giusto come un dio!… La forza in magia è un’azione provvidenziale che è fruttifera e benefica quando è d’accordo col principio provvidenziale; ma non così quando per reazione si attira contro di sé tutti i contraccolpi della giustizia compiuta. Ragione è ordine, ordine è Dio perché ordine è giustizia. (A,360-361) – Non vi è  scienza senza silenzio, non vi è possanza senza carità, non vi è forza senza giustizia…Scienza è forza, è giustizia, è carità. Scienza non è delirio, non febbre, non passione, non orgoglio, non ambizione, non menzogna. Il fulmine è una legge inesorabile, come la forza nella giustizia e la carità. (A,372) – Io non dico che (il) magnetismo sia differente fra due uomini diversi, dico che la sua espressione varia da uomo a uomo, quando il contatto tra gli uomini è stabilito; così l’azione magnetica di un individuo su di un altro, benefica o malefica, è sempre determinata dalla qualità della forza da noi proiettata – qualità che è in armonia con le proprietà morali e psichiche nostre: per la qualità del magnetismo eccovi spiegato come su di esso, sulla sua efficienza e  purità, agisce primariamente la potenza assoluta morale che costituisce la nostra natura animica – ecco il perché di tante regole nostre inibitorie e precise per renderci equilibrati, puri, giusti e onesti: se fossimo dei santi, godremmo di un magnetismo più perfetto e buono. Ecco la santità laica come è pernio e fu pernio del Pitagorismo! (SM,III 206) – Le teorie della così detta Scienza Cristiana sono un ammasso di cocci delle vecchie e volgari concezioni della divinità, alle quali teorie se gli iniziati si inchinassero rinnegherebbero il diritto di Giustizia che è il principale attributo della Legge. (SM,I,181)- L’occulta sapienza salomonica è la sapienza regia o magia…L’adattazione salomonica, cioè dell’uomo sovrano sul popolo dei prediletti, è nella giustizia. L’uomo giusto, cioè della giustizia divina incarnata nel temperamento umano di un adoratore della Volontà Intelligente, è solo atto a studiare la scienza del Bene e del Male. Per applicare il Bene ed impedire il Male bisogna sapere l’uno e l’altro…S’intende per Bene tutto ciò che avvia il nostro simile e noi stessi secondo la finalità delle Cause Prime e della Mente divina – Bene è altruismo. Bene è l’amore del proprio simile e di tutte le creature perfettibili. Bene è Dio, l’Universo e l’Umanità. (SM,III,523) –

    II PARTE

    Le società non fondate sul rispetto delle leggi sono distruttibili e decadenti. L’amore per la società umana non si prova che con un sacrificio: imponendo al proprio cuore di non violarne le consuetudini, turbando la coscienza dei semplici. La bilancia della giustizia è nelle mani di Michael; la giustizia umana deve ritrarre dalla giustizia divina; guai allo spirito veramente illuminato che dia scandalo della violazione alle leggi: i riformatori della morale pubblica vengono di lassù come angeli e messi di luce a raddrizzare le coppe delle bilance quando le passioni bestiali le hanno storte, mai a scuoterle. (SM,II,282) – Domandatevi collettivamente: perché nelle applicazioni delle leggi i popoli civili compiono delle ingiustizie e perché nelle applicazioni dei veleni così detti farmaci i medici salvano l’uno e ammazzano l’altro? – La risposta è semplice: perché tutto ciò che finora si è studiato appartiene ad un periodo di barbarie stupidamente detto civiltà, in cui l’uomo è considerato materia e, nelle sue funzioni sociali innanzi alla legge eguale per tutti, ogni bipede che sappia articolare il suo nome è un uomo e gli stessi diritti e le stesse pene appartengono ad un vinaio come ad uno statista che abbia governato saggiamente un popolo e tutti e due abbiano rubata una cassaforte. Gli elementi patogeni, che i medici contemporanei cercano nei batteri per spiegarsi la diffusione dei morbi e che passeranno di moda più presto che non si creda, la medicina avvenire troverà in un elemento imponderabile alle attuali ricerche: nello spirito dell’uomo in contatto o in contrasto con lo spirito delle cose…Allora muterà la condizione sociale dei popoli, perché lo spirito del Cristo è diventato carne; la giustizia umana sarà una imitazione esatta cosciente e costante della giustizia divina, la quale guardata oggi dagli uomini imperfetti sembra spesso la divina ingiustizia, per la ragione che gli uomini i quali in tutte le loro concezioni sono relativi non possono immaginare né comprendere una giustizia nell’assoluto, cui non si scappa né con gli avvocati, né con intrighi dei curiali. (SM,I,361) – Tutti gli uomini sono uguali innanzi alla legge: il giudice umano che applica ai rei le pene sancite dal diritto comune ha fatto pensare ai balordi che il dio giudice, che è il dio legge, abbia codificate le massime della sapienza intelligente universale tal quale come Napoleone il codice francese. Di qui tutta una serie di empiriche pratiche di pietà per accattivarsi la benevolenza di questo giudice supremo che mette alla pari innanzi al suo banco di giustizia Torquemada e Michelangelo e trova premiabile il primo per lo zelo cristiano e appena condonabile il secondo per aver compiuta la basilica di Pietro. Nel campo profano più ancora: gli errori delle classi nell’insegnamento delle scienze, nella concessione dei titoli accademici, nel riconoscimento di diritti acquisiti. L’uomo non ammette in massima che un suo simile possa o debba avere diritti superiori ai suoi, e socialmente coloro che emergono sullo stesso volgo sono colpiti dalla manifestazione multiforme dell’invidia: è una conseguenza logica della tendenza egoarchica di cui tutti i componenti una classe si sentono pieni. Le leggi umane mettono un freno alla violenza che rappresenterebbe la vendetta dei non riusciti contro i pochi arrivati. Il concetto informatore da cui scaturiscono questo sentimento è falso – poiché gli uomini non sono eguali tra loro, né per la storia di ciascuna delle tante anime, né per l’anormalità degli organismi terrestri. Innanzi alla Legge Unica, intelligente e meccanica, che è rappresentata dal Dio Universo, siamo uguali nel senso che ogni anima è pesata secondo il suo diritto specifico – e una delle più grandi conquiste moderne della scienza positiva è appunto questo nuovo modo di intendere le inferiorità morali nella delinquenza inferiore, nella quale lo stato morboso è determinato dalla insufficienza delle anime a percepire un mondo morale più alto e più ampio. Il presupposto della non eguaglianza delle anime dà la giustificazione della schiavitù di gruppi umani di fronte a gruppi più avanzati. E’ un paradosso il mio che giustifica le caste intellettuali? Non proseguo per tema di essere linciato dai rabagassi della popolarità a base di eguaglianza di diritti e doveri, delle otto ore di lavoro e del diritto al riposo festivo – e non trascendo dalla serenità della discussione di una tesi dell’anima integrativa, all’applicazione della teorica assoluta dei valori mentali, ad una riforma sociale impossibile fin che i preti di tutte le religioni laiche o mistiche saranno una piaga necessaria della società volgare, nella cui azione bestiale gli uomini più furbi vanno a racimolare proseliti per comodo della loro temporalità. Riserbiamoci per ora il campo astratto della legge universa di fronte alle anime che evolvono – e mentre non possiamo che predicare la non eguaglianza dei diritti di ciascuno di noi dinanzi al problema della morte, ci mettiamo a cantare l’inno della sovranità delle masse volgari sulle anime evolute per sentimento e per sensualità. Dalla diseguaglianza animica, la mutabilità del destino. (SM,II,256-257) – Perciò gli spiriti eletti sono circondati dall’invidia, perché la serietà delle mezze coscienze saluta come una ingiustizia l’uomo che per virtù eccelle e per luce mentale si impone. (SM,I, 381) – La vita nelle nazioni e nelle famiglie umane diventa civile (civile nel senso di conviviale) con tutti gli istituti sociali che impediscono la disarmonia fra i due principi (n.d.r.: materia e spirito), cioè la prevaricazione di uno dei due fattori che rende possibile lo stato di civiltà dove si manifesti, sia esuberante il senso della materia brutale e delle sue leggi animali, sia esagerato lo spirito dl sentimento che non transige sulla realtà della vita. Ecco perché la Giustizia non è una divinità che pel concetto pagano dell’Urbe, ciò che si traduce con lo istituto della magistratura regolante il diritto e opponentesi alle violenze, in nome dell’equilibrio civile che è il bene sociale; ecco perché, dove il magistrato di giustizia è fiacco o impotente, la civiltà decade mancipia della violenza dei forti e dei temerari; ecco perché gli uomini che hanno il senso della rettitudine, dovrebbero impedire che negli stati civili la medicina (la più imperfetta e mutabile delle scienze umane) diventi un’impresa statale. (SM,II,106) – In avvenire i codici civili dovranno escogitare nuove forme di prove dei delitti e degli abusi coscienti delle forze psichiche, se no la giustizia umana condannerà sempre chi uccide con coltello e mai chi ferisce a morte con una stretta di mano (SM,I,139) – Nella storia, gli autori dei grandi rinnovamenti, delle redenzioni, delle rivoluzioni umanitarie non sono che nomi di idee: Cromwel, Lafayette, Mazzini sono come Lutero, come Calvino, come Savonarola, come Giordano Bruno, personificazione delle verità assolute in relazione alle società ed ai tempi. Le plebi salutano in ogni nome un autore…ma la sana filosofia vede in ognuno di essi uno spirito di giustizia che il mondo delle cause incarna in un uomo, con la missione di compiere la volontà divina in terra. L’idea della libertà dei popoli, come il concetto del diritto dell’uomo e dell’emancipazione della donna dalla servitù dell’uomo-padrone, l’abolizione della schiavitù, il socialismo di Stato o il collettivismo e l’idea rivoluzionaria assurda della eguaglianza dei diritti degli uomini di sviluppo psichico differente, non hanno autori.  Gli apostoli di quelle idee e di quegli ideali di governo non furono, non sono né saranno gli autori stessi: sono e saranno dei buoni o cattivi interpreti delle leggi universali. In essi parla sempre lo spirito della collettività o Nazione e Dio lo incarna e lo benedice quando è spirito di verità e di giustizia, e non si pronunzia IN ALTO la parola contro di lui che solo quando lo spirito incarnato con una missine prevarica o la tradisce. Così per Napoleone per non discorrere di più recenti e di contemporanei, la storia dei quali tutti possono imparare a giudicare. (SM,III 607) – (Le) grandi convulsioni sociali, che sono crisi di salute, se volute dalla Giustizia delle cose universali, o sono trionfi di plebe ingorda, se nemiche del concetto puro di Giustizia. (Corpus).

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    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    ho trovato molto illuminante il concetto dei tre peccati del mago: é sorprendente l’uso di un concetto “moralistico” per designare qualcosa che riguarda piuttosto l’efficacia, anche se in senso più ampio tale efficacia no si realizza se l’operatore non é giusto, in quanto la giustizia diviene la sola condizione possibile di neutralità e di impersonalità che consente di evitare i tre peccati di desiderio, paura e pentimento… quest’ultimo é quello che mi lascia più perplesso, in quanto i primi 2 attengono evidentemente alla fase antecedente/ contemporanea all’atto magico e dunque lo possono inibire, il pentimento attiene chiaramente a quella successiva, per cui non mi spiego come potrebbe pregiudicare l’atto magico, a meno che non si intenda che interferisce sul periodo di “incubazione” della volontà espressa, oppure che vada a pregiudicare eventuali atti futuri.. grazie e buona serata
    Original author: guglielmo tell

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Per Guglielmo Tell: secondo me anche il pentimento può essere contestuale all’azione. Immaginiamo che si stia per fare l’elemosina a un giovane richiedente. Mentre desideriamo fargli un bene, pensiamo, contemporaneamente, cioè nell’immediatezza dell’atto, che con quei soldi si potrebbe drogare (quindi ce ne pentiamo) e di conseguenza proviamo timore di quel che abbiamo fatto, seppure mossi da un buon sentimento.

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