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    La fratellanza di Miriam

    “La nostra Fratellanza è e sarà come è stata nei secoli, non ha pretesa di apostolato unico, ma vuole raccolti e raggruppati, col solo vincolo dell’Ideale santo della Scienza e della Verità, pochi ma saldi elementi che ne assicurino l’esplicitazione e la realizzazione fuori ogni lotta politica, sociale e religiosa. Poichè la Scienza deve essere considerata di là dai confini delle nazioni e delle razze, e patrimonio dell’Umanità intera” – J.M. Kremm-Erz

    La S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam, fondata da Giuliano Kremmerz alla fine dell’800, è stata ortodossamente traghettata dai Suoi Dirigenti Responsabili sino ai giorni nostri. Ha quindi oltre un secolo di vita e di operatività ininterrotta. Si regge sulla Pragmatica Fondamentale (Statuto) approvata nei suoi 60 commi nella convenzione del 22 dicembre 1909, tenuta al Grande Ordine Egiziano sotto la quale alta protezione la Scuola Ermetica è posta. Giuliano Kremmerz ha statuito che la Fratellanza segua un doppio metodo di cultura: uno di letture, conferenze, pubblicazioni intese a dare un corredo di cognizioni di tutto ciò che è argomento di ermetismo, scienze antiche e psichismo moderno; l’altro di pratiche tradizionali per provocare la propria educazione evolutiva e dirigerne in senso utile alla medicina, alla terapeutica ermetica e alla psicurgia e taumaturgia, l’esplicazione, attraverso una sperimentazione scientifica controllabile da tutti. La Fratellanza ha infatti esclusiva finalità terapeutica e concorre ad alleviare e guarire le fisiche sofferenze di coloro che ne fanno richiesta, attraverso l’operatività dei componenti la sua Catena animica, che attingono alla forza inesauribile di cui il Centro dispone. All’estrema disponibilità verso chiunque voglia entrare a farne parte, corrisponde però un altrettanto automatico allontanamento di chi, fra gli iscritti, deviasse dai suddetti presupposti. Va inoltre chiarito che la Schola del Kremmerz non è una chiesa, perché non dogmatizza né pretende di convertire, lasciando libere le coscienze di professare la propria fede religiosa o il proprio credo filosofico: esempio di tolleranza per ogni opinione si circoscrive esclusivamente nel risultato delle proprie esperienze. Non è una setta perché non nasconde nulla che possa offendere le leggi della società civile anzi tende a sollecitare nei suoi aderenti oltre l’ovvio rispetto per le leggi dello Stato, quello per i più alti valori umani, al di là di ogni preconcetto. Non pretende di impartire insegnamenti di alcun tipo ed è da intendersi in questo senso l’adozione del termine Schola usato dal Kremmerz; si avvale altresì di un metodo di sperimentazione, soggettiva e oggettiva, delle potenzialità dell’intelligenza umana applicate esclusivamente al mantenimento o ristabilimento dell’equilibrio psicofisico e, senza modellarsi su scuole di empirismo medico denigranti gli studi moderni e le investigazioni degli scienziati contemporanei, tende a coadiuvare idealmente, e attraverso la sperimentazione degli strumenti virtuali e tradizionali tramandati dall’ermetista napoletano, l’operato della medicina ufficiale.

    Non è chiesa, non è setta, non è scuola, non è una congrega di guaritori.
    Pertanto, coloro i quali ne condividessero il programma di AMORE, di BENE e di SALUTE, sappiano che alla Fratellanza di Miriam possono liberamente aderire, previo domanda d’iscrizione, TUTTI gli uomini e le donne di buona volontà che s’impegnino a seguire gli insegnamenti pratici di ogni grado trasmessi dalla direzione o da chi per essa, e a rivolgerne all’UNICO FINE della TERAPEUTICA ERMETICA ogni manifestazione evolutiva.

    N.B. Per una sintesi dettagliata della vera storia della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam dalle sue origini ad oggi, consultare la pagina: TRADIZIONE STORICA/LA STORIA.

    Concetti generali e finalità della Schola Hermetica di G. Kremmerz

    La S.P.H.C.I. è un’unità iniziatica con finalità terapeutica. E’ strutturata come Catena Iniziatica allo scopo di incanalare e far fluire la forza terapeutica proveniente dal Centro nei vari anelli che, gerarchicamente, la compongono, fino alla periferia e all’esterno della Catena stessa.
    Come vi è gerarchia di classi (Circolo esterno e Circolo interno) vi è gerarchia di organizzazioni. La Miriam non è un’organizzazione chiusa in se stessa, ma collegata alla Catena iniziatica di cui fa naturalmente parte tramite la Delegazione Generale. Non per niente il Maestro Kremmerz pose la Fratellanza sotto l’alta protezione del Grande Ordine Egiziano, e non è stato mai revocato il Patto stipulato in solido tra Kremmerz e l’Ordine Egizio nella Pragmatica Fondamentale del 1909.
    Ogni numero della Catena è una quantità concreta di forza, unità minima di volontà, ricetrasmittente della forza volta alla terapeutica proveniente dal Centro, ed è tenuto a seguire gli insegnamenti pratici indicatigli secondo il proprio livello evolutivo. Ogni numero è perfettibile al fine di diventare uomo o donna integrale. L’evoluzione, infatti, comporta un livello sempre maggiore di integrazione del proprio mono mentale e corporale e di convibrazione sempre più intensa con il trasmissore fino all’omologia, cioè per avvenuto stato di osmosi.
    L’Organigramma della Schola è quinario, diviso in cerchi concentrici relativi a classi o gradi, tutti finalizzati ad un unico Ideale, in sintonia e comunicazione tra di loro, reciprocamente ricetrasmittenti. Il I, esterno, corrisponde simbolicamente allo stazionamento fuori dal recinto del tempio e comprende Novizi praticanti ed Anziani. Il II,III,IV rappresentano nell’insieme il Circolo Interno e corrispondono all’ingresso nel tempio. Il V è il Collegio Operante, la Direzione, l’Unità più alta. Si fa rappresentare da un Delegato all’insegnamento generale e alla propaganda che può manifestarsi o rimanere incognito e può avere, nell’archivio centrale, uno o più Segretari o Dirigenti. E’ il più giovane dei Maestri scelto fra i 12 Saggi formanti il Collegio o Capitolo Operante.
    Per gli iscritti alla Schola evoluzione e terapeutica sono legate a doppio filo: perseguire l’una senza l’altra non ha senso perché i meccanismi evolutivi sono terapeutici e viceversa. Nel 1906 Kremmerz chiariva i concetti fondamentali alla base della S.P.H.C.I. Fr+ Tm+ di Miriam, ancor oggi della massima attualità: “La Schola è scuola di miglioramento e perfezionamento dell’essere umano… Miglioramento psichico e fisico. Il valore della parola miglioramento sta nell’importanza dello scopo pratico a conseguire. Questo scopo è un’intensificazione e quindi un abbreviamento dell’evoluzione naturale individuale; sicché miglioramento fisico deve intendersi come conseguimento di uno stato fisiologico di perenne armonia con lo sviluppo psichico, così da ottenere un continuo equilibrio psico-fisico, cioè lo STATO DI SANITÀ. Ogni individuo ha il diritto di lavorare per il proprio miglioramento; ma per la legge stessa di evoluzione, che governa la vita universale, egli è legato strettamente a tutto l’esistente; legame indissolubile di cui l’uomo in genere non si da conto, perché il progresso di una cosa dipende dal progresso di altre, e produce il progresso di altre ancora. Dunque accanto al diritto di accelerare la propria evoluzione, sta il dovere di non ostacolare volontariamente il progredire degli altri esseri, ma di aiutarli amorosamente a migliorare. Man mano che l’uomo evolve, diventa più altruista, perché sente maggiormente questo legame che lo avvince al resto del mondo…Il discepolo di ermetica lavora dunque per sé e per gli altri. Egli sposa una missione che per lui è un dovere, e i suoi condiscepoli diventano commilitoni, fratelli stretti da un patto, che è un patto di amore; e questo patto egli accetta e non romperà giammai obbedendo coscientemente alla forza unica che tutto anima, stringe e sospinge verso la perfezione. Ma questo lavorio di perfezionamento prepara una grande realizzazione. La legale costituzione cioè di un ordine sanitario per lo studio e la pratica della medicina ermetica a benefizio dell’umanità. Ecco lo scopo supremo umano della nostra opera. I diritti ed i doveri del discepolo verso la MIRIAM e verso i condiscepoli sono così ben delineati.”
    D’altra parte non vi è niente che si opponga a che un ammalato sia curato da un medico e che una catena di anime, una corrente di forze psichiche aiuti coi mezzi di cui può disporre ammalato e medico. Ora quali sono gli effetti della catena? Primo: sui singoli individui. Secondo: sull’ammalato che domanda un aiuto terapeutico. Osserviamo il primo effetto. Molti accedono alla Fratellanza con idee personali ed egoistiche e, non conoscendo nulla della scienza occulta, vogliono apprendere le nozioni, le regole, le applicazioni per sé soli, per il proprio avanzamento, per una più rapida e perfetta evoluzione: essi non vogliono altro che diventare superuomini. Ma, la nostra Schola non si propone il compito di popolare il mondo superuomini. Essa da all’individuo il mezzo di progredire personalmente ma in ordine alla Catena iniziatica e rituale che li riunisce, li determina, li affratella in un circuito di scambio energetico di forze in chi dormienti, in chi assonnate, in chi più vigili e coscienti. Come in aritmetica le frazioni sono ridotte a un denominatore comune per farne la somma, gli elementi della stessa catena si equilibrano in una fisionomia comune e in una somma di vibrazioni omogenee, che danno ai meno abbienti il superfluo delle nature più ricche, senza pertanto squilibrarle e/o impoverirle. Il circolo diventa compensatore dei valori disuguali, donatore di forze ed energie e questa forza della catena immette gradualmente nella condizione di sviluppare l’interiore e prepararlo a stati nuovi e integrati dell’essere. Come forza collettiva può essere sorgente di energia benefica verso l’ammalato che ne ha fatto richiesta. E’ la catena ideale delle anime che unisce tutti gli individui operanti con lo stesso scopo e animati dalla stessa fede nell’opera buona e grandiosa che compiono: porgere a chi ne richiede la forza vitale che si accumula a suo pro. Questo è il fondamento della Myriam. Tutto il resto è accessorio, se ben si comprende questo.
    Molti si chiedono cosa significhi il nome di Miriam. Nel 1898 Kremmerz spiegava : “A questo nome cabalistico di Miriam e alla sua secreta significazione corrisponde una coorte di intelligenze che hanno una diretta influenza nella evoluzione animica degli uomini, e quindi sulla salute della carne”. Inoltre chiariva che la medicina ermetica “non ha influenza che sulla infermità del corpo fisico, quando l’ora di sua separazione dal corpo spirituale non è arrivata; in altri termini, l’occulta medicina magica non salva dalla morte quando l’ora della nascita dell’uomo al mondo invisibile è suonata, ma impedisce le morti premature alla evoluzione dell’anima, e allevierà le sofferenze o sanerà i dolori e le infermità di chi ad essa ricorra”. “Su queste basi – aggiungeva – è fondata la resurrezione di questo rito magico di Miriam, la cui rievocazione è tutta una benefica corrente di sanità della carne, per mezzo della potestà spirituale del fratello sullo spirito del fratello che ne aspetta il beneficio”.
    Va ricordato anche che l’articolo 57 della Pragmatica Fondamentale recita: “…il simbolo della Matriarchia di Miriam valga ad essere interprete di un programma di Amore, in cui la formula matematica arida ed inesorabile della filosofia maschia si umanizza nella sensibile dell’ideale di affetto della madre, della bellezza nella forma e della delicatezza nell’essenza muliebre”. Nella nostra tradizione ermetica, per Matriarchia (da non assimilare al termine: matriarcato) va intesa la Matrice o Utero universale quale Principio e Origine della Vita Universa in ogni sua manifestazione.
    Nella S.P.H.C.I. gli studi e le pratiche sono eseguiti alla luce del metodo ermetico. In sintesi esso si basa sui seguenti criteri:
    non credere a niente e a nessuno senza prima verificare, al di fuori di ogni preconcetto e attraverso l’esperienza;
    valutare i rischi di una sperimentazione strettamente soggettiva: primi fra tutti l’orgoglio e l’autosuggestione;
    tenere ben presenti le differenze fra realtà oggettiva, senso comune delle cose, consuetudini e convenzioni sociali;
    la Verità è una conquista individuale, ma a cosa servirebbe questa conquista se non fosse condivisibile, e soprattutto utile anche agli altri?
    essere sempre sé stessi: rifuggire ogni modello precostituito e soprattutto l’imitazione, anche di chi ci sembra migliore di noi;
    rifuggire ogni forma di misticismo e non pensare, misticamente, che per evolversi si debba rinunciare alla gioia, all’amore, alla libertà, alla dignità e al rispetto per sé stessi;
    considerare l’umiltà come la consapevolezza dei propri limiti: nessuno è perfetto, ma tutti siamo perfettibili;
    coltivare in sé la consapevolezza di essere l’artefice del proprio bene ed aspirare a diventare niente più che un tramite per quello altrui;
    rifuggire ogni prevaricazione e non coercire mai la volontà di un altro essere, nemmeno per il suo stesso bene, ma semmai testimoniarlo “sempre” con le parole e con gli atti.
    essere sempre disponibili verso chi chiede, ma considerare che l’atto del donare è proprio solo di chi ama e possiede per conquista, e dispensa nella giustizia.
    Si ribadisce che chiunque può richiedere l’iscrizione alla Fratellanza di Miriam, purché entri personalmente in contatto, secondo la propria ubicazione geografica, con un iscritto regolare e operante che ne controfirmerà la domanda d’ammissione da presentare alla Direzione per l’accoglimento di rito.

    mara329
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    Post totali: 88

    Non ho parole adeguate per esprimere l’ammirazione e l’amore per questa Schola e per i principi su cui si basa. Capisco che ogni affermazione andrebbe compresa a fondo per le sue implicazioni profondissime e vissuta nella propria carne. Avrei molte domande. Ad esempio Il Maestro J.M. Kremm-Erz scrive della “resurrezione” del rito magico di Miriam. Allude a qualcosa che già è esistito nella storia dell’umanità? I riti isiaci egiziani? O qualcosa di ancora precedente?
    Nell’articolo 57 della P+F+ si parla della “formula matematica arida ed inesorabile della filosofia maschia”. Che cosa è precisamente? Il dogmatismo? La mancanza di elasticità? L’assetto piramidale?… Da questo articolo comprendo la fortuna che abbiamo oggi ad avere un Maestro e Delegato Generale in una Donna.

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Non funzionando ancora il blog perfettamente, inserisco qui, nella sezione dedicata alla Schola, il commento all’ultimo post di Catulla.
    Ha ragione Catulla: il privilegio di essere entrati in contatto con la Schola, di farne parte, seguirne le indicazioni di metodo e quelle sperimentali, praticare nella consapevolezza della propria evoluzione e per il bene di chi viene in nostro contatto, verificare giorno dopo giorno il progressivo allargamento del nostro orizzonte etico, percepire, o per lo meno iniziare a percepire, nella vibrazione delle proprie cellule quella dell’amore disinteressato e munifico che i Maestri hanno trasmesso senza interruzione sino a noi, sentire sulla Schola tutta – e dunque su tutti noi – la vigile cura di una Gerarchia Mater-na, prima ancora che garante di ‘Ordine’ nella Regola, sì questo è davvero un privilegio del quale forse ci si rende conto soprattutto quando e quanto più si alza forte il vociare caotico, supponente e inconcludente della pletora miserrima dei denigratori della prima e dell’ultim’ora. Ma forse tutto questo era stato messo in preventivo quando il Maestro J.M. Kremm-Erz ricevette il mandato di fondare la Miriam. E forse fu messo nuovamente in preventivo quando la Delegazione Generale di M.A. Iah-Hel ricevette, dalla stessa e Unica Fonte di sempre, quello di traghettare la Schola nel nuovo millennio.
    Original author: ippogrifo11

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Cara mara, mi sembra che tu ti sia risposta da sola, un Maestro e Delegato Generale Donna ci preserva da tutto questo. Solo una donna che sia venuta a contatto con la propria natura più profonda, dunque più sintona alla Natura, dunque più in armonia con il Principio Unico, può, proprio in virtù di tale sintonia, vivere e operare in concordanza con tali Leggi e più efficacemente lottare contro l’aridità, il dogmatismo, la gerarchia piramidale, le lotte per il potere, e tanto altro ancora, purtroppo!

    mara329
    Partecipante
    Post totali: 88

    Si, m_rosa, si intuisce bene ciò che dici e proprio per questo la “formola matematica arida e inesorabile della filosofia maschia”, mi sembra avere a che fare anche coll’assolutismo del metodo oggettivo della scienza che pretende ogni fenomeno spiegabile e certo, solo se si verifica sempre allo stesso modo. Inoltre, facendo un volo, mi pare da attribuirsi alle varie dottrine religiose e filosofiche che nel corso dei secoli hanno tentato ovviare alla “mancanza d’istruzioni”, sin dalla nascita, su cosa devono fare gli esseri umani, generando inevitabilmente, (perché a volte non compatibili fra di loro), guerre, massacri, discriminazioni e crudeltà. Da ciò, e questo è uno dei motivi che mi hanno attratta, si discosta l’Ermetismo del Maestro Kremmerz, che – cito dallo stesso articolo 57 della Pragmatica Fondamentale – “…esclude ogni servitù di spirito e prescinde dalle divisioni occasionali delle società umane…”. Comunque mi chiedo: in che differisce la dottrina pitagorica, pure basata sulla matematica – dalla formola matematica arida della filosofia maschia?

    alchemilla68
    Partecipante
    Post totali: 42

    il post di Mara mi fa riflettere che forse il problema è la visione arida della filosofia maschia (fine a se stessa ed estrapolata dal principio femminile, dalla visione della unità) che si concretizza quindi in in una formula matematica arida, e non su di un metodo espresso attraverso la matematica come quello pitagorico

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Forse perché la matematica pitagorica è nata come via iniziatica e non come metodo per spiegare in modo sperimentale, asettico, impersonale, la realtà che ci circonda ponendosi sempre un gradino sopra, in una visione che più antropocentrica (leggi maschia) di così non si può. Pitagora invece, comprende crescendo, la comprensione arriva contestualmente ad una evoluzione dall’essere che di quella conoscenza non è spettatore estraneo, ma attore intrinseco. Che è poi quello che accade nella nostra Schola!
    Original author: m_rosa

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Secondo il mio punto di vista, una formula matematica arida escluderebbe qualsiasi cambiamento nella struttura dell’essere umano: non sarebbero possibili evoluzione, riscatto, cambiamento, ascenso, solidarietà né alcun sentimento e, soprattutto, la SCHOLA. Infatti, se ciascuno di noi dovesse scontare la vita come in un karma fino all’ultimo dei suoi atti senza possibilità di scampo, non sarebbe neppure possibile concepire una terapeutica dell’essere, una redenzione e così via. L’umanizzazione nella sensibile, l’amore della madre che pre-siede alle forme (nel bene e nel male) rendono invece possibile alla volontà intelligente dei Maestri della S.P.H.C.I . la Direzione in pro salute populi delle forze della Natura: a volte anche contro ogni apparente linearità di decadimento e/o distruzione, purché l’essere umano si apra come un bocciolo alla fecondazione d’Amore e chieda. Con il cuore.
    Ecco la grandezza della MIRIAM…!

    ulisse
    Partecipante
    Post totali: 12

    Sono in perfetto accordo con le Vs. conclusioni. Moltissimo è mutato nel corso del tempo. I termini che una volta indicavano discipline tendenti all’unità della conoscenza, oggi esprimono realtà diverse e frammentate. Accade sempre così: il significato originario della parola si dimentica man mano che esso si accorda all’orientamento, spesso artificiale, di epoche diverse. Ed è tradita la radice, da cui la parola stessa ha tratto vita. L’età di Pitagora vedeva nel matematico l’adepto cui erano rivelate le verità più profonde, colui che si occupava di studiare la natura ed era amico della sapienza; la matematica consisteva dunque in tutto ciò che era da studiare, senza fratture, e non si discostava affatto dall’esperienza estetica.

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Si, ma mi pongo questo interrogativo: oggi, come ieri, quanta forza e quanta INTEGRITÀ sono necessarie per preservare da contaminazioni e difendere dalle “iene” umane la realizzazione, nel mondo di “quaggiù”, della “scienza sacra di reintegrazione nell’Unità”, e della Schola che ne è il crogiuolo? Se la Sfinge egiziana, come scrive il Maestro Kremmerz, è il simbolo di tutte le possibilità di pervenire dell’uomo, della sua divinizzazione, pur tuttavia essa ha artigli da leone. Il nostro amato Maestro M.A. Jah-hel ha difeso la Miriam dagli aggressori, dai mercanti e dagli impostori. Una Donna ha messo in scacco l’intero “sottobosco kremmerziano”e ha consentito la prosecuzione ortodossa della Schola. Forse solo una Donna Integrata poteva farlo.

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Come non essere d’accordo con Sannitica? “Una Donna ha difeso la Miriam”: ma è l’umanità che se ne avvantaggia; sono i malati, gli esseri umani dove la Divinità è ancora in embrione, i ricercatori e gli studiosi seri che traggono profitto da un contenitore ‘sacro’ dove la Scienza dell’uomo fluisce ancora incontaminata a disposizione di tutti i praticanti di buona volontà. Una Donna, in nome di quell’Amore su cui Kremmerz fondò la Fratellanza, ha protetto i “numeri” e il diritto alla terapeutica ermetica di quanti si sono rivolti e si rivolgono alla Schola: e la curvatura della Miriam non ha fine in quanto i Maestri che si succedono ne portano avanti il lungimirante Disegno di salute globale. Ragion per cui il ‘sottobosco’ detiene mera funzione di concime…
    Original author: fler95

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Mi riallaccio a quanto tempo fa è stato discusso sul blog con numerosissimi interventi a favore della S.P.H.C.I. e della sua terapeutica ermetica, sia di iscritti, sia di simpatizzanti, circa i tentativi di diffamazione perpetrati da alcuni siti. Oggi vi è finalmente una sentenza al proposito, ed è storica. E’ stata infatti condannata una donna al risarcimento pecuniario dal Tribunale di Livorno che ha equiparato la diffamazione su Facebook a quella tramite mezzo stampa. Questo in quanto: “La comunicazione con più persone alla luce del cennato carattere ‘pubblico’ dello spazio virtuale in cui si diffonde la manifestazione del pensiero del partecipante che entra in relazione con un numero potenzialmente indeterminato di partecipanti e quindi la conoscenza da parte di più persone e la possibile sua incontrollata diffusione”.
    Mi auguro che questo provvedimento possa fermare al più presto una condotta davvero immorale e pericolosa molto diffusa nel variegato mondo del web, ove – come si sa – chiunque si può credere nel diritto (salvo piccoli e meschini accorgimenti) di diffamare e insultare chiunque. Stiano perciò un po’ più attenti tutti quelli che senza prove e senza conoscenza vogliono, per subdoli scopi, macchiare la rispettabilità di uomini e donne del passato e del presente. Io spero vivamente che questo fenomeno triste e vergognoso sia interrotto dalla Legge.

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    La sentenza del Tribunale di Livorno cui accenna Sannitica2011 indubbiamente viene a colmare un vuoto giuridico che ha finora lasciato troppo spazio alle esternazioni incivili di quanti hanno pensato e ancora pensano di potersi nascondere dietro l’anonimato illusorio offerto dalla rete. Personalmente non credo che questo basti per indurre gli habitué della diffamazione strumentale in rete ad astenersi dal prodursi ancora in comportamenti tinti di miserevole squallore, specialmente quando la calunnia gratuita e indiscriminata si fa serva di inconfessate mire personali. Tuttavia, v’è da sperare che quanto meno la summenzionata sentenza cominci a far riflettere sulle possibili conseguenze a oggi non più così remote. Ed è opportuno che vi riflettano in primo luogo gli amministratori – non ignoti – di siti e forum che pervicacemente si ostinano a ospitare interventi e commenti aventi carattere di diffamazione generalizzata e sistematicamente postati da personaggi – non ignoti anch’essi – evidentemente refrattari alla permeabilità del senso civico e dell’etica.

    Anonimo
    Inattivo
    Post totali: 8

    Mi avvalgo di uno dei tanti siti in cui vengono analizzate le normative inerenti la diffamazione online:
    “Il terzo comma dell’articolo 595 c.p contempla la diffamazione online come circostanza aggravante della diffamazione perché realizzata tramite internet che viene considerato un mezzo di pubblicità, perché idoneo e sufficiente a trasmettere un messaggio diffamatorio a una pluralità di soggetti. Perché il reato si realizzi è richiesta la presenza necessaria e contemporanea dei seguenti elementi: l’offesa alla reputazione di un soggetto determinato o determinabile, la comunicazione di tale messaggio a più persone e la volontà di usare espressioni offensive con la consapevolezza di offendere (c.d. dolo generico).”
    Era ora che la magistratura desse seguito a quanto stabilito dalla normativa. E pur notando il ritardo con cui si è mossa, in un terreno sia pur relativamente nuovo e pieno d’insidie, finalmente, come più sopra detto, gli alfieri della denigrazione cominceranno a vedersi franare il terreno sotto i piedi iniziando a rispondere dei loro atti alla legge degli uomini. Ed anche la Polizia postale avrà così un input in più per sollecitare i provvedimenti del caso ai quali il magistrato non potrà non dar seguito.

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    Leggevo, o meglio rileggevo, nell’Area Riservata del sito l’articolo a suo tempo pubblicato in “La Via della Rosa” dal Maestro M.A. Iah-Hel, intitolato “La generosa e solare missione di un italico Maestro di ermetismo”. Fra i tantissimi punti, tutti degni della massima attenzione, uno in particolare mi ha agganciato con forza, forse per la contemporanea intrinseca convibrazione di una parte del mio essere con l’argomento ivi trattato, argomento che voglio sottoporre alla riflessione dei frequentatori del sito. Il passo è il seguente:
    “…tutto quanto in tal senso proviene dalla tradizione miriamica, […] essendo finalizzato esclusivamente agli scopi fin qui ampiamente espressi, anche se arbitrariamente utilizzato da chicchessia, non produce alcun effetto inaspettato, e tanto meno negativo, e qualunque ipotetica manifestazione sensibile ne fosse riscontrata dall’eventuale autonomo operatore va attribuita esclusivamente a fattori di autosuggestione o agli effetti del magnetismo animale e personale proprio a ogni forma vivente. Anzi, dirò di più: ciò che proviene dalla nostra tradizione autenticamente kremmerziana è garantito nella finalità terapeutica di bene, fino al punto da riuscire incompatibilmente praticabile anche da eventuali regolari numeri o anelli della Catena che volessero utilizzarlo per altri scopi o mire, più o meno confessabili; e ne è riprova la folta schiera di ex iscritti di ogni grado erranti alla ricerca di quanto più confacente alle loro umane aspettative.”

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