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  • holvi49
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    Non so come si possa restare nel tema della discussione: da quanto si è sentito fino ad ora, dati oggettivi non ce ne sono poiché né i numeri, né la loro modalità di rilevamento, né tantomeno il “criterio” con cui il coronavirus miete le sue vittime (ahimè), sono chiari. Allora gli unici dati oggettivi di cui disponiamo sono le opinioni personali le quali, proprio per essere opinioni, lasciano il tempo che trovano. Allora? Credo che l’unica oggettività di cui possiamo prendere atto è il contributo che ognuno di noi può dare impegnandosi fattivamente col proprio operato, sia esso il rispetto delle “imposizioni”, unico modo scientifico per arrestare il dilagare del contagio, sia il mettere in atto costantemente e con consapevolezza le modalità comportamentali che l’essere miriamici comporta, specialmente in questo momento critico. Altro non mi sento di commentare. Ringrazio tutti coloro che stanno partecipando a tutti , in questi giorni, la loro quotidianità, in particolare Ippogrifo, che ci riporta con fermezza alla condizione che abbiamo liberamente scelto, non imposta, che va al di là della nostra attuale comprensione. Un sentito abbraccio a tutti

    holvi49
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    Quando finisce un periodo di restrizioni, di rinunce, di divieti all’esplicazione delle proprie abitudini, normalmente la risposta più immediata è un’esplosione accentuata dei comportamenti messi in proibizione per poi riprendere le normali abitudini che caratterizzavano la vita vissuta prima della restrizione. Credo che saranno pochi quelli che trarranno insegnamento e conseguente beneficio dal cambio di approccio con sé stessi e con la collettività. Saranno coloro, credo, che già vivevano il momento presente con un senso di disagio in un mondo dove lo spazio per il riconoscimento della unicità con il tutto, il riconoscersi parte non separata dal tutto, era , ed è tuttora, azzerato dalla celebrazione della propria egoità che vede tutto il mondo in funzione del piccolo IO cui devono rispondere le Leggi della Natura.
    Ma in tutto questo, è possibile intravedere un piccolo segnale di cambiamento, non ancora giunto a coscienza individuale, ma che sarà un seme per le coscienze a venire. La Vita continua il suo manifestarsi, come la Primavera ci ricorda, inesorabile, a dispetto delle nostre smisurate valutazioni individuali.
    Il moto, che tutto pervade e che è compreso nel tutto, non si arresta mai e porta ovunque cambiamenti, anche quando a volte essi cambiamenti vengono vissuti come un momentaneo disastro. Un augurio sentito a tutti, nel conforto delle Gerarchie e dei Maestri che mai arrestano il loro soccorso.

    holvi49
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    Bene, Catulla, benissimo!

    holvi49
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    Faccio mie le parole di un augurio ricevuto e le condivido con tutti voi perché il solstizio ci infonda la fiducia che il miracolo della nascita dell’Amore possa accadere in tutti noi.

    holvi49
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    Molto suggestiva questa rappresentazione, a mio avviso, di fusione tra encefalo e stomaco : vi vedo un riverberarsi di attività in continuo interscambio dove all’elaborazione dell’uno fa seguito la risposta dell’altro in un ciclo di ascesa e discesa.

    holvi49
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    Faccio un caro augurio a garrulo1 di passare qualche volta da Napoli e gustare una grandiosa mozzarella di Aversa: allora sì che ogni ritrosia per i formaggi verrà fugata! “…ti fai dare mezzo chilo di mozzarella di Aversa, assicurati che sia buona: prendi queste due dita(indice e pollice) , premi la mozzarella: se cola il latte la prendi, se no, desisti”. Film Miseria e Nobiltà.

    holvi49
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    Ho avuto modo di vedere un video in cui la Dott.ssa Erica Poli spiega, molto semplicemente, come, con l’Epigenetica si stia passando da un paradigma nel quale si pensava al DNA come ad un programma statico e rigido che determina e costruisce il nostro organismo, all’idea di un DNA che è un programma che ci viene trasmesso dai nostri genitori e dalle generazioni precedenti, come un potenziale, che può essere completamente modificato nella sua espressione dalle informazioni dell’ambiente. Ambiente inteso come contesto: l’ari, l’acqua, il cibo, e l’altro, forse ancora più profondo e potente che è quello delle nostre emozioni, delle storie della nostra relazione, in particolare quelle della nostra infanzia, anche già prima di venire alla luce. Le emozioni della madre, durante la gravidanza, condizionano degli RNA minori che sono dei regolatori delle espressioni geniche nel feto e nelle generazioni successive fino alla terza generazione.
    Ecco il link del video: https://youtu.be/SjW5wQLLu9o

    holvi49
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    Il dogma centrale della biologia asseriva che l’informazione ereditaria scorresse in un’unica direzione: dal DNA alla proteina, tramite l’RNA ,e mai in senso opposto. Dunque, le informazioni ambientali non possono modificare il destino genetico. Questo significa che l’informazione genetica è disconnessa dall’ambiente.
    Nel 1975 Howard Temin ricevette il premio Nobel per aver scoperto la trascrittasi inversa,l’enzima che copia l’informazione dell’RNA nel codice del DNA. L’implicazione del suo lavoro è che attraverso l’elaborazione inversa i cambiamenti nel patrimonio genetico possono essere provocati intenzionalmente o attraverso l’influenza dell’ambiente, e non solo mediante mutazioni accidentali come si era supposto.
    Un’altra dottrina del dogma centrale fu demolita nel 1990 dal biologo Frederik Nijhout: i geni non sono “auto-emergenti” e non possono “accendersi e spegnersi da soli” Cosa è responsabile della lettura di un gene? Queste le parole di Nijhout: <<Quando è necessaria la produzione di un certo gene, un segnale proveniente dal suo ambiente, e non una proprietà del gene stesso, attiva l’espressione di quel gene>>. In parole povere, i segnali ambientali controllano l’attività dei geni.
    La scienza dell’epigenetica riconosce che è l’ambiente, e non il DNA racchiuso nel nucleo, a determinare le azioni della cellula. Le informazioni provenienti dall’ambiente sono tradotte in risposte biologiche attraverso l’azione della membrana cellulare, che funge da pelle nonché da cervello della cellula.
    Ed ora torniamo al post di Ippogrifo, le cui domande sottendono una infinità di considerazioni, alcune delle quali potrebbero articolarsi con quanto esposto sopra. Può, ad esempio, un comportamento (stile di vita) innescare uno stimolo che determini una risposta a livello genetico di una codificazione già insita( ereditarietà)? O, ancora, un qualsiasi segnale esterno, reiterato, modificare strutture che si manifesteranno,poi, con una patologia? E veniamo alla Scienza Ermetica. Qui è data libera facoltà ad ognuno di azzardare considerazioni in virtù della propria operatività che gli consente di intravedere, forse, una azione mirata al ristabilimento di un equilibrio per innumerevoli cause perduto o momentaneamente abbandonato.
    Vi abbraccio.

    holvi49
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    A proposito della “memoria dell’acqua”.
    Non farò nessuna considerazione personale, se non che gli “esperimenti” di Masaru Emoto possono essere definiti come delle osservazioni di cambiamenti strutturali dell’acqua a seguito di determinati input. E’ vera, quindi, la mancanza di metodologia “scientifica” che ne dovrebbe supportare la dinamica esecutiva. E’ importante, invece, la conoscenza degli studi effettuati in proposito da eminenti ricercatori, di cui riporto solo brevi accenni.
    -Un recente lavoro sul DNA, onde e acqua del Nobel per la Medicina del 2008, Luc Montagnier, descrive esperimenti che mostrano una nuova struttura del DNA e l’induzione dI onde elettromagnetiche – EMS – in diluizioni di acqua. Gli autori osservano che avviene una trasmissione di sequenze di DNA e di informazioni genetiche nell’acqua attraverso onde elettromagnetiche. E’ stato chiaramente dimostrato che le nano-strutture dell’acqua e la loro risonanza elettromagnetica sono in grado di riprodurre fedelmente le informazioni del DNA. Questa è un’altra conferma delle proprietà dell’acqua di ricevere, immagazzinare (memorizzare informazioni) e trasmettere onde a bassa frequenza.
    -Sulla scia delle scoperte di Benveniste sulla memoria dell’acqua (pubblicati su Nature) e quasi in contemporanea con i lavori di Montagnier, Nobel della Medicina 2008, che conferma le intuizioni dello scienziato francese con uno studio sul sequenziamento del DNA in una soluzione idrica, nel 2011 Sergio Stagnaro intraprende degli esperimenti che non solo confermano l’impianto teorico-pratico di Benveniste, ma vanno oltre .L’acqua non è solo in grado di memorizzare, ma può addirittura ricevere e trasmettere radiazioni, ossia onde-frequenze intrise di informazione.
    -Negli esperimenti del team russo di Eugeny Germanov, sono state evidenziate le grandi proprietà dell’acqua termale. Questo fatto è confermato da recenti test SBQ, che mostrano che l’acqua termale è efficace in termini di ‘blue therapy’. Secondo le evidenze sperimentali, forniti dalle ricerche di alcuni scienziati che collaborano con noi, l’acqua è in grado di ricevere, conservare e trasmettere ‘le frequenze ondulatorie’ (‘memoria-informazione’) delle sostanze disciolte in diluizione arbitrarie, od assorbite, ad esempio, mediante trasmissione di frequenze da un apparecchio quantistico, o attraverso le onde musicali provenienti da una radio.
    La SBQ ha dimostrato per la prima volta clinicamente e sperimentalmente l’esistenza della memoria-informazione dell’acqua.
    -Lo scienziato Russo Peter Gariaev, attraverso la sua genomica ondulatoria, confermò il principio per cui il genoma umano è in grado di ricevere e trasmettere radiazioni elettromagnetiche. Queste sono in grado di viaggiare da strutture trasmittenti (es. neurotrasmettitori) a strutture riceventi (es.DNA). Questa scoperta è importante perché spiega come, nei sistemi biologici, la trasmissione degli EI avvenga non solo attraverso sistema sanguigno /linfatico e nervoso, ma anche attraverso la bio – risonanza ossia la capacità del dna di fungere da antenna delle informazioni trasmesse tra strutture emittenti e riceventi, presenti nei sistemi biologici
    Queste premesse sono importanti per comprendere come l’acqua sia coinvolta nello stesso processo di ricezione e trasmissione di energia. In questo caso non si parla di EI (Energia-Informazione) ma bensì di MI (Memoria-Informazione):
    • L’acqua è in grado di ricevere e memorizzare le diverse informazioni (frequenze d’onda);
    • L’acqua è in grado di trasmettere tale frequenze memorizzate

    -Fu poi uno scienziato di fama internazionale, Emilio del Giudice, ed il suo gruppo di lavoro a mostrare come l’acqua potesse organizzarsi in domini di coerenza, in grado di autorigenerarsi e mantenersi con l’emissione di onde elettromagnetiche. Emilio del Giudice capì come l’acqua (miglior solvente universale) fosse in grado di memorizzare le informazioni ricevute dai soluti con i quali entrava in contato, aggregandoli in gruppi di molecole dette “bioclusters” (domini di acqua corrente dotate di un proprio campo elettromagnetico, CEM) ed attraverso cui avviene un continuo scambio d’informazione.
    Fu proprio Emilio del Giudice, insieme a Giuliano Preparata, a condurre le ricerche sul fenomeno della memoria dell’acqua nell’ambito della elettrodinamica quantistica coerente (CQED).

    Non so se quanto riportato rientri nell’”inappuntabile rigore metodologico” invocato da Anima critica.
    La memoria dell’acqua è alla base della medicina omeopatica, di cui noi facciamo uso. Che sia la suddetta memoria a farla funzionare o qualcosa d’altro, lo si saprà quando la “scienza ufficiale” farà, forse, quel salto di qualità che le permetterà di andare oltre la rigidità cartesiana.
    Mi domando se le statue magiche egizie, di cui si è spesso parlato, avessero bisogno del “protocollo scientifico” per “eventualmente” guarire con la loro modalità di azione.
    Un caro saluto ed una buona serata a tutti

    holvi49
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    Ancora qualche singolare informazione sul campo magnetico.
    IL “SEME MAGNETICO” CHE DIEDE VIA ALLA VITA VEGETALE SULLA TERRA
    Nel campo magnetico c’è il “seme” che ha consentito la comparsa di gran parte delle piante e dei fiori oggi presenti sulla Terra: a ogni sua variazione sensibile, infatti, ha corrisposto la comparsa di nuove specie.
    È la scoperta realizzata da Massimo Maffei dell’Università di Torino e pubblicata su “Frontiers of Plant Science”.
    Maffei, con Angelo De Santis dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha dimostrato che, in concomitanza con le fasi di inversione dei poli magnetici, si sono verificati processi evolutivi specifici.
    Quello del campo è un fenomeno complesso: non è costante né uniforme nello spazio, ma con inversioni dei poli che si verificano periodicamente ogni 300 mila anni. Protegge la Terra dal vento solare – le particelle cariche provenienti dalla nostra stella – ma il suo ruolo a favore della vita non si esaurisce qui. Influenza, infatti, il mondo vegetale in due modi.
    In primo luogo alterando il Dna: durante le inversioni di polarità tutte le forme di vita sono esposte a una più intensa radiazione cosmica, capaci di produrre mutazioni genetiche che sono la base per l’emergere e la selezione di nuove specie.
    In secondo luogo, le piante, più che gli animali, sembrano essere ipersensibili alle variazioni del campo magnetico, perché dotate di sistemi di “magnetopercezione”: sono quelli che trasmettono i segnali al Dna, inducendo l’attivazione di numerosi geni e causando cambiamenti nei processi di accrescimento.
    Questi possono alterare i cicli biologici, modificando per esempio le fioriture. Il tutto, a sua volta, ha forti ripercussioni sugli insetti impollinatori e quindi sui frutti che la pianta produce e, da ultimo, sulla forza di resistere alle pressioni della selezione naturale. Lo stress così ingenerato fa sì che solo le specie più forti – dotate di mutazioni vantaggiose – diventino quelle dominanti.
    “Abbiamo analizzato i dati sulle variazioni del campo tra 86 e 276, 5 milioni di anni fa – spiega Maffei – e li abbiamo incrociati con quelli sull’origine di nuove piante. Risultato: esiste una chiara correlazione tra i due fenomeni”.
    30 NOVEMBRE 2014

    holvi49
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    Leggevo da Repubblica un articolo sul campo magnetico terrestre; la cosa mi è sembrata interessante dal momento che cento anni fa il Maestro Kremmerz ne discuteva ampiamente nei suoi scritti.
    Uno studio Cnr-Ismar mette in relazione il campo magnetico con l’evoluzione umana.
    La nuova ipotesi dei paleomagnetisti Luigi Vigliotti e Jim Channell . Traggo, dal testo, alcuni brani:
    L’evoluzione umana – conclude Vigliotti – ha poi avuto vari sviluppi concentrati tra 100 e 125 mila anni fa, nell’ultimo interglaciale, che hanno fatto considerare il clima uno dei fattori che hanno guidato l’evoluzione. Anche in questo caso però registriamo un altro minimo del campo magnetico terrestre: l’evento di Blake (125-100 mila anni fa). Con il procedere delle conoscenze sulla ricostruzione del campo magnetico, del suo ruolo nel modulare i raggi Uv e di quello dell’AhR rispetto agli effetti di queste radiazioni, e quando saranno disponibili più accurate datazioni di nuovi reperti fossili e miglioramenti nella filogenesi umana, si chiarirà meglio il ruolo che l’intensità del campo magnetico gioca nell’evoluzione di tutti i mammiferi e forse non solo”.
    Il campo magnetico in continua evoluzione
    Un nuovo crollo del campo magnetico non è da escludere. “Il campo magnetico terrestre – spiega infatti lo studioso – si sta già abbassando da più di 2mila anni, ma dal 1800 circa lo sta facendo più velocemente, a un ritmo 10 volte più alto del solito. Potrebbe crollare, come ha fatto 40mila anni fa causando l’estinzione dei Neanderthal, oppure stabilizzarsi o anche risalire. Impossibile prevederlo, così come è impossibile sapere in anticipo come reagirà l’umanità a un nuovo crollo”.
    “Quello che abbiamo scoperto è che il campo magnetico terrestre influenza l’evoluzione: lo ha fatto 40mila anni fa causando la scomparsa dei Neanderthal e di altri mammiferi, risparmiando i Cro-Magnon. Del resto la vita si è sviluppata sulla terra in coincidenza con la stabilizzazione del nucleo terrestre, cioè la fonte del campo magnetico”, spiega Vigliotti. “Sappiamo, inoltre, che il campo magnetico terrestre è in continua evoluzione”.
    https://www.repubblica.it/scienze/2019/05/29/news/_nenderthal_scomparso_a_causa_del_campo_magnetico_-227488046/

    holvi49
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    Non molti anni fa, quando ero giovane, mi chiedevo cosa significasse la struttura degli atomi (così come ci era stata insegnata); il perché del numero di elettroni “orbitanti intorno al nucleo” che costituiscono il tale o il tal altro elemento. E cosa mai potesse influenzare le reazioni chimiche laddove si parla di “affinità elettronica”, “ossido-riduzione” o riempimento o svuotamento di orbitali per completare “ottetti elettronici”. Ho sempre pensato che si trattasse di trasferimento di informazione: l’informazione modificava la struttura atomica manifestandosi con una quantità e disposizione differente dei componenti costitutivi degli atomi e di conseguenza, a livello un tantino superiore, le molecole e le appropriate combinazioni chimiche per rispondere alla “necessità” del nuovo ruolo da assumere della materia risultante. In fondo gli elementi si distinguono l’uno dall’altro non per qualità (le particelle sono sempre le stesse) ma per quantità e disposizione fisica, cioè, alla fine, per frequenze ( vibrazioni) cui rispondono morfologie particolari. Non credo di aver detto niente di trascendentale, stando a quanto riportato nel post di Alef2006. Quello, invece, che mi lascia un tantino perplesso, è il famoso Big Bang ( non tenuto molto in considerazione da più sostenitori delle scienze d’avanguardia- ricordiamo che il Big Bang è solo una teoria, non una certezza-) dal quale tutto sarebbe nato. Sempre non molti anni fa, elaborando delle “Considerazioni sull’evoluzione” dicevo che: “Forse non ha senso parlare del primo istante della vita dell’Universo, o, almeno, non trovo corretto considerare un istante zero in cui tutto fosse in una condizione tale da essere definita “non esistente”, poiché ciò implicherebbe la logica domanda: cosa c’era prima? E il solo provare ad immaginare un “nulla” provoca un senso di sgomento e angoscia, come se la mente, già limitata nella sua pur fantastica immaginazione, urtasse contro l’impossibile, come se il “niente” fosse contrario alla sua natura. Sembrerebbe che la Mente non possa andare oltre sé stessa.” Ma parliamo, ovviamente, della mente umana.
    E’ sperabile ed auspicabile che la scienza degli uomini possa sublimarsi nella Scienza Sacra che non conosce concetti opinabili. Su! Bisogna darsi una mossa, chè l’eternità è breve!
    Un abbraccio a tutti.

    holvi49
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    Nel Quaderno dell’Accademia Sebezia, a pag, 87, c’è un accenno al ritmo e sue implicazioni con parola, idea e vibrazione. Nel Quaderno della Pitagora, da pag.43, Pitagora ci parla dei rapporti tra musica e matematica e nel Quaderno della Giuliana , a pag. 115, si accenna alla parola e alle sue virtù. Solo per restare nell’àmbito del ritmo in natura.

    holvi49
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    Infatti: niente di nuovo sotto il sole. La mia era una considerazione senza amarezza:non ne avrei motivo. Grazie per il link, mi sono molto divertito a leggere “l’ufficialità”

    holvi49
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    Giorni fa mi sono imbattuto in una trasmissione, credo fosse su RAI 3, nella quale un fisico, trattando il tema i rapporti tra Natura ed astri, ebbe a dichiarare, alla presenza di tanti studenti presenti nello studio nonché alle migliaia di persone in collegamento, che non esisteva nessuna prova scientifica sulla influenza della Luna nelle coltivazioni o in tutte le altre influenze, ritenute reali, dell’astro notturno sulla vita della terra. Si tratta solo di credenze divenute ormai tradizione della vita rurale. Quindi, secoli di osservazione, di sperimentazione pratica e risultati conseguenziali buttati al vento. Tutte sciocchezze: è inutile che i contadini si prodighino a imbottigliare il vino , a seminare, o raccogliere o a compiere una infinità di operazioni riferendosi alle fasi lunari. E le unghie che crescono o si tagliano in determinati periodi lunari? E i capelli? Per non parlare di tutte le altre implicazioni di Selene con la fisiologia umana. Non è vero niente, lo ha detto la Scienza. La scienza o lo scientismo? Scientismo: “il particolare atteggiamento intellettuale di chi ritiene unico sapere valido quello delle scienze fisiche e sperimentali, e svaluta quindi ogni altra forma di sapere che non accetti i metodi propri di queste scienze”. Eh si, perché qualunque fenomeno che non sia sottoponibile all’indagine secondo i metodi, e quindi ai mezzi sperimentali, in possesso della scienza non verrà mai considerato un fenomeno fisico reale. Questo significa che lo scienziato, sedicente tale, per limitazione mentale, o per partito preso o per mancanza di appropriata intuizione, non è in grado di operare con gli “strumenti” che il fenomeno per sua natura richiederebbe, dichiarerà che esso fenomeno è solo frutto di credenza o immaginario collettivo nella migliore delle ipotesi, quando non relegabile nel l’àmbito delle sciocchezze che da sempre hanno caratterizzato la semplicità umana. Allora l’essere umano è separato da tutta la natura in cui vive, così come è separato l’atomo nelle sue parti costituenti, così come è separata ogni parte dell’universo dove i mondi sono entità distinte e dove gli unici rapporti di reciprocità sono frutto di “comprovate” forze gravitazionali o altre di cui non se ne conosce la natura se non il fatto che devono rispondere alle equazioni ad hoc costruite dagli astrofisici per spiegare ciò di cui non si riesce a venire a capo. E veniamo al buco nero, se no mi si dice : ma che c’azzecca tutto sto po’ po’ di disquisizione? Giusto. Dal momento che sono fermamente convinto (anche per qualche piccola esperienza pratica che me ne ha fornito prova) che siamo in continua osmosi con quanto ci circonda e informa, e siccome è stato ribadito che l’essere umano è in armonia con tutto il creato devo arguire che il mio essere uomo (generalizzato) è l’espressione , in misura infinitesima, di quanto si può osservare nell’universo. La Tavola di Smeraldo sostiene che ciò che è in alto è come ciò che è in basso: in tutte le accezioni. Quindi tutto ciò che si trova “là fuori”, lo devo trovare “qui dentro”, se no non ha senso. Allora dove trovo il buco nero? ( non cominciamo con le solite frecciatine!). Questo fenomeno astrofisico, di cui non è ancora chiara la natura , sembrerebbe un campo in cui tutto scompare (sempre secondo le “conoscenze” che abbiamo della materia e dei fenomeni elettromagnetici), da dove nulla può venir fuori data la enorme forza gravitazionale(?) che lo caratterizza, ma che purtuttavia manifesta la sua presenza nell’intorno cosmico. E dico intorno cosmico perché non riesco ad esprimere diversamente ciò che veramente potrebbe essere, poiché le nozioni che abbiamo ci fanno immaginare questo nostro universo come un gran vuoto dove palle di fuoco si consumano o si scontrano senza apparente motivazione. E mi riesce davvero difficile immaginare un “vuoto” nel vuoto. E che dire di un Sole che non fa altro che bruciare Idrogeno fino ad esaurimento? Ma questa operazione fa sì che intorno si manifesti tutta la vita che conosciamo. Spegnete il sole: non c’è più niente. Fermate il cuore finisce la vita. Analogia? Si. Dove trovo il buco nero? Ne parlò Tanaquilla in un suo post : Il quale è un abisso profondissimo del quale – dicono i Maestri – non si intravede il fondo.
    Buona domenica a tutti.

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