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  • tanaquilla9
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    A proposito di quanto scrive Holvi, alla fine del post del 3 dicembre: “cercare di capire come possiamo avere un contenitore che trasporta la nostra soggettività e consapevolezza e che si può muovere separatamente dal corpo fisico…”, mi pare giusto dire che prima di tutto bisognerebbe conoscerlo questo corpo fisico, con tutte le sue funzioni e potenzialità. Parlare di altri corpi, fintanto che non si possano toccare e conoscere, è un non senso, aria fritta, è un concetto astratto. Sappiamo benissimo che la divisione in 4 corpi dell’essere umano, i cui nomi Kremmerz dice aver preso a prestito dalla mitologia, è un suo espediente divulgativo e didattico. Sappiamo benissimo che l’essere umano è una unità. Ora il fisico che Holvi cita, Jhon S. Hagelin, certamente uno scienziato coi controfiocchi, sembrerebbe anche leader del movimento di Meditazione Trascendentale negli Stati Uniti e sembra che parte del suo impegno professionale sia stato anche formulare ipotesi per convalidare attraverso la Fisica le tesi di Maharishi Mahesh Yogi (che ha introdotto in Occidente la tecnica della meditazione trascendentale). Ora, tale movimento, per quanto possa essere degno di stima, non credo abbia qualcosa in comune con noi discepoli del metodo ermetico e del materialismo sacro kremmerziano che prevede l’intelligenza della materia. Utile rileggere su questo stesso sito G. Kremmerz/ il Pensiero. Saluto tutti e in particolare Holvi.

    tanaquilla9
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    Una figura della tradizione popolare, di cui scrive anche il Kremmerz, è il Monaciello. Mi sono ricordata dell’Agape di due anni fa quando furono recitati brani relativi ad ogni timbro accademiale e, fra di questi, uno molto bello sulla Sirena Partenope di Matilde Serao. Così ho cercato la sua storia nelle Leggende napoletane della scrittrice. La riassumo perché molto lunga. Nell’anno 1445 Caterina Frezza, figlia di un mercante di panni, si innamorò di un nobile garzone, Stefano Mariconda che la ricambiò di grandissimo affetto. Ma mani traditrici lo uccisero e Catarinella, pazza di dolore, fu piamente ricoverata in un monastero di monachelle. Là dette alla luce un bimbo piccino, pallido e dagli occhi sgomentati che in seguito non crebbe che di pochissimo e fu simile ai graziosi nani. Poiché la madre lo vestiva da piccolo monaco la gente cominciò a chiamarlo ‘o munaciello, e ben presto si iniziò a dire che egli avesse qualcosa di magico e soprannaturale. Se portava il cappuccetto rosso era un buon augurio, ma se era nero l’augurio era cattivo. Una sera ‘o munaciello scomparve, ma con la sua morte nulla è finito, e tutto è ricominciato. “La borghesia che vive nelle strade strette e buie e malinconicamente larghe senza orizzonte, che ignora l’alba, che ignora il tramonto, che ignora il mare, che non sa nulla del cielo, nulla della poesia, nulla dell’arte; questa borghesia che non conosce, che non conosce se stessa, quadrata, piatta, scialba, grassa, pesante, gonfia di vanità, gonfia di nullaggine; questa borghesia che non ha, non può avere, non avrà mai il dono celeste della fantasia, ha il suo folletto”… “Dove è stato vivo, s’aggira come spirito… Chiedete ad un vecchio, ad una fanciulla, ad una madre, ad un uomo, ad un bambino se veramente questo munaciello esiste e scorazza per le case, e vi faranno un brutto volto, come lo farebbero a chi offende la fede. Se volete sentirne delle storie, ne sentirete; se volete averne dei documenti autentici, ne avrete. Di tutto è capace il munaciello… “.

    tanaquilla9
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    Il 18 gennaio prossimo a Napoli al Centro Congressi Federico II il dott. Giuseppe Matarese terrà una conferenza su “Vaccinazione e immunità”, o meglio, sarà intervistato dal direttore de “Il Mattino” su tale argomento. Magari se qualcuno da Napoli ci va potrà parteciparci cosa si dirà, o comunque nei giorni successivi se ne parlerà sul web anche sul sito http://www.comeallacorte.unina.it

    tanaquilla9
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    Molto interessante la sintesi di Holvi. Così come lo sono le ipotesi interpretative. D’altra parte nell’affascinane avventura della scienza sono tante le cose ancora da scoprire. Ricordo che alla conferenza si diceva che pur esistendo l’antimateria non se ne trova traccia nell’universo fatto di materia, e che l’antimateria ottenuta nei laboratori del CERN non è conservabile o fissabile perché annichilisce, lasciando uno sbuffo di energia. Rimane in vita, negli esperimenti più recenti solo qualche minuto. Sembrerebbe così il materiale più sfuggente che esista. Come il principio dell’asimmetria, che ha ben reso holvi, e su cui i fisici lavorano, si potrebbe tradurre anche così: l’immagine che si vede allo specchio ha proprietà diverse dall’oggetto che vi si riflette né si può dare un definizione assoluta del positivo e del negativo. Sembrerebbe il mondo speculare, raggiunto attraverso lo specchio, di “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, com ha scritto wiwa.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 5 mesi fa da tanaquilla9.
    tanaquilla9
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    “Lavorare per creare con la Natura”… come è vero che il buon senso porta lontani… il “cum grano salis”, il buon senso italico… carissimo cozza è come se tu avessi detto (almeno per me è così) che il percorso miriamico è il percorso delle nuove elaborazioni delle proprie esperienze e di se stessi, è il reale processo creativo secondo natura. E, da persona concreta quale sei, elenchi anche i classici ostacoli che si frappongono e ritardano.
    Ma ogni nuova elaborazione è preceduto da una destrutturazione, da una profonda crisi, una vera e propria scarnificazione. E da un distacco… Il ns. avanzare miriamico, la ns. crescita, il ns. processo creativo, ricordo benissimo che se ne è parlato nelle Accademie, è tutto racchiuso nei salmi rituali che ripercorrono il cammino iniziatico, il quale è provocato da Amore, il daimon socratico del cammino psico/fisico di ogni essere. La psiche, quella che, ricambiata, si innamora di Amore è tradizionalmente nuda, spoglia da ogni orpello (vedi al proposito il Quaderno della Sebezia a pp. 50.51).
    E quanto è vero anche che una mano femminile, per amore, “aiuta a passare il guado”. Nei miti è Venere che raggiante, sorride, o è la Sirena con il suo canto che spinge al dominio di se stessi, o è una Ninfa che sussurra le indicazioni della via o è una Virgo, o una Mater.

    tanaquilla9
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    Ho letto e apprezzato il pensiero di Galimberti, linkato da Buteo e mi par vero che oggi in molti casi si possa parlare più che di “regime”, di “religione alimentare”. Invece, nelle Lunazioni del Kremmerz sono consigliati alimenti e cibi, bene influenzati e dunque particolarmente efficaci luna per luna. Un criterio di questo tipo non so se sia utilizzato nei regimi alimentari oggi suggeriti nelle diverse diete, se non il consiglio di consumare alimenti della stagione. Un’altro criterio che penso valido, quando è possibile, è il mangiare alimenti coltivati in loco e non provenienti da fuori. Un mango coltivato in Sicilia non solo è squisito, senza pari, ma ha sicuramente proprietà positive diverse dai manghi importati dal Perù. Quindi anche la globalizzazione – sebbene sembri utile trovare di tutto – non sempre aiuta il buon regime alimentare.

    tanaquilla9
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    Riporto una leggenda come l’ho letta. Mi fa pensare a come ancor oggi la cecità, l’egoismo, e la rivalsa più bruta e criminale agiscono contro le donne.
    Nella città di Benevento vivevano ed operavano alcune tra le maghe più famose tra le quali Violante di Pontecorvo, la maga Menandra, e la più anziana Giaconna che, oltre ad essere la più esperta, amava arruolare apprendiste molto belle, alle quali, una volta spalmato dell’unguento magico, insegnava loro a volare. La leggenda delle Janare ha dato a Benevento la fama di essere la città delle streghe per eccellenza. Si racconta che alcune donne del luogo avessero l’abitudine di riunirsi nelle notti tra il Sabato e la Domenica intorno ad un grande albero di noce per dar vita al loro Sabba, volando a cavallo delle loro scope. Uno di questi luoghi era proprio il fiume Sabato, dove tutte le streghe invitate iniziavano a ballare. Queste donne erano forti, carismatiche e intraprendenti e potevano con l’aiuto dei loro poteri passare sotto le porte. Infatti Janara deriva dal latino Janua, che significa porta. Altre credenze identificarono le Janare come Dianare, “sacerdotesse di Diana”, dea della caccia. Ma anche a Benevento nel XV secolo arrivarono gli inquisitori che torturarono e mandarono a rogo migliaia di donne accusate di stregoneria…

    tanaquilla9
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    Ma l’Amore,credo, è anche frutto di uno stato purificato e di superamento dell’egoismo. Sembrerebbe un dono, un immenso e impagabile dono. Sappiamo tutti che la ns. Fratellanza è un programma ed una preparazione a questo stato. Bisogna essere resistenti, superando ogni ostacolo, come scrive Ippogrifo, ostacoli che assumono la forma delle ns. resistenze, come scrive Gelsomino, e come insegna l’asino di Apuleio. Ma siamo avvantaggiati perché dal “Centro e da Chi lo rappresenta” siamo amati. Certamente non per le ns. difettività grandissime, ma come esseri in itinere.

    tanaquilla9
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    Una iniziativa importante che si aspetta con grande interesse. Soprattutto in vista di quanto Bell si augura: “sarebbe molto positivo riuscire a costruire, con l’aiuto delle Superiori Gerarchie che ringrazio per l’instancabile disponibilità, una specie di laboratorio di ricerca a cui tutti possono partecipare per cercare di raggiungere l’obiettivo”. Quindi un progetto davvero importantissimo che si caldeggia e si tifa fraternamente.
    Non sarà un caso che la sera prima della pubblicazione del post di Bell ho ascoltato una conferenza tenuta da un Fisico Sperimentale – prof. Marco Napolitano – dal titolo “Materia-antimateria: una simmetria imperfetta”. Riconosco di non aver compreso molto. Ma una cosa vorrei condividere in questo thread, sperando di riportare notizie fondate.
    Assodato che l’antimateria esiste, come interagisce con la vita reale? sembra che anche nell’organismo umano il decadimento del potassio 40 produce naturalmente un anti-elettrone (oggetto che ha stessa massa dell’elettrone ma carica opposta), cioè antimateria. Quando elettrone e anti-elettrone si avvicinano annichiliscono (scompaiono) sviluppando, senza lasciare alcun residuo materiale, energia nella forma di radiazione elettro-magnetica (nello specifico radiazione cosiddetta gamma), con valori di migliaia di volte maggiori di quelli caratteristici dell’atomo.
    La fisica quantistica collabora con la medicina laddove gli studi fisici sull’antimateria sono stati applicati ad esempio nella tecnica diagnostica (per analizzare lo stato del cervello) della PET e sembra anche in campo oncologico.
    Sarebbe interessante poter capire di più, anche in relazione ai nostri studi ermetici.

    tanaquilla9
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    Riprendo il tema della comunicazione che è importante. Nella ns. Schola si parla di comunicazione persino nella terapeutica a distanza quale comunicazione in lontananza di idee, di forza e di materia.
    Come hanno già espresso catulla e mandragola, la partecipazione e la comunicazione sul forum sono una ulteriore sperimentazione che ci è offerta per aiutarci a migliorare. Quando vi interveniamo, nel mentre ci arricchiamo degli apporti di tutti, e condividiamo un interesse, stiamo anche tentando di fare chiarezza in noi stessi, di essere sinceri, verificando quale è la nostra idea reale, priva il più possibile di sovrastrutture; stiamo facendo un esame di coscienza, sviluppando un’analisi critica.
    Ad esempio alla sera dopo aver letto qualche intervento sul forum mi ritrovo a riflettere sulla cosa, ricercandola nelle mie esperienze e analizzandomi. Davvero ne traggo un beneficio e di tanto ringrazio.
    Rispetto alla possibilità di un unico linguaggio che accomuni tutto ciò che vive, anche secondo me, la comunicazione può acquisire una valenza universale quando è l’espressione di una sintesi. La sintesi (ah, benedetta sintesi cui si aspira…) è la conseguenza della penetrazione per amore della cosa anelata. Credo che in tali condizioni qualunque forma di vita risponda e comunichi.

    tanaquilla9
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    Condivido Buteo, il tuo pensiero sul rispetto per ogni forma di vita. Ma certamente non è per mancanza di rispetto che, respirando, inaliamo centinaia di microrganismi o camminando su un prato schiacciamo formiche e altri piccoli insetti. Né lo facciamo d’estate quando impediamo ad una zanzara di pungerci. Spostare l’attenzione, come tu hai fatto, sul sistema economico odierno che impone sfruttamento intensivo, macellazione intensiva, ecc. è una cosa diversa. Persino l’eliminazione della vegetazione autoctona spontanea, ad esempio per coltivazioni di vario genere, si traduce nella morte di migliaia di animali la cui vita era legata a quell’ecosistema e, di conseguenza, è errato credere che l’alimentazione a base di vegetali uccida meno animali.
    Ricordo quando a Montemonaco, anni fa, al Centro Elissa, discutevamo fra l’altro sui libri di Fritjof Capra, sulla visone sistemica della vita e sulla cooperazione di tutti gli organismi. Questo ricordo fa eco a quanto scrive Gelsomino. E’ vero: sono anni che, grazie agli input della Schola, noi ci siamo avvicinati e si continua a farlo ai temi più all’avanguardia e a ricerche su svariatissimi argomenti.

    tanaquilla9
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    Quando ero una alunna a scuola amavo moltissimo l’epica e la mitologia. Oggi mi spiego perché. Le figure mitiche sono archetipi eterni che noi possiamo incontrare nel nostro percorso. Mi spiego: non voglio dire che incontriamo una “Medusa” in carne ed ossa con tanto di serpenti in testa che ci pietrifica, o una “Sirena” con la coda di pesce che ci ammalia. Ma ci ritroviamo nel percorso evolutivo in situazioni che gli antichi conoscevano benissimo e che codificavano sapientemente con queste figure. Non sono situazioni soggettive, diverse da persona a persona, ma step fondamentali dell’organismo fisio-psichico dell’essere umano e della necessità di una trasformazione e rigenerazione. Questo dimostra la perfetta conoscenza dell’animo che dovevano avere gli antichissimi ordini sacerdotali e il loro modo di trasmettere le conoscenze altissime che avevano circa l’essere umano. Testimonia anche l’universalità del cammino evolutivo, senza tempo che, grazie alla Miriam, noi possiamo intraprendere.

    tanaquilla9
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    “Sarà una combinazione ma ogni volta che vedo sirene su Rai1 mi assale la voglia di scrivere sul forum. Non so perché”. Scrive Cozza ed io lo capisco e lo condivido perché la sirena incarna da sempre l’anelito di conoscenza, ma in particolar modo la conoscenza di se stessi. Il celebre nosce te ipsum della tradizione. E lo fa ancor oggi grazie alla sua figura ibrida (diviene nel medioevo donna-pesce, ma inizialmente è donna-uccello) che, parimenti alle altre dell’arcaicità, ad esempio la Sfinge, indicano sempre un confine che è possibile superare, sebbene con non poche difficoltà.
    Come ha già ricordato Wiwa nel quaderno della Sebezia se ne parla diffusamente: “Le Sirene travalicando, con la loro stessa natura biologica e morfologica, i confini del noto, sospese tra due mondi, consentivano all’uomo di esplorare territori ignoti. E ciò mediante l’azione ritmica di un canto incantevole, irresistibile, ipnotico, omnisciente, poiché tali creature furono dal mito dotate di virtù che gli uccelli possiedono in maniera eccezionale” (pag. 66). La Sirena del timbro dell’Accademia Sebezia di Napoli suggerisce una tradizione sapienziale orale, antichissima, al femminile, reale e concreta, tramandata da persone fisiche, tanto che ancor oggi si parla dell’esistenza di un santuario alle Sirene a Punta della Campanella, precedente quello di Minerva, nel medesimo luogo, di cui esistono le testimonianze.
    Ma ci sarebbe molto altro da dire al proposito …

    tanaquilla9
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    E’ molto bello leggere quanto si scrive su questo forum e ci si sente arricchiti della maggiore partecipazione. Come dice Cozza si sta in famiglia (famiglia d’intenti e di ideali).
    I post di Guglielmo Tell e di Chicco59 hanno fatto riflettere anche me.
    Guglielmo Tell lamenta giustamente la scarsa comprensione del “Sacro Femminile” nella società odierna. Chicco non se ne stupisce e giustamente dice che è la Schola che possiede gli strumenti per far progredire l’uomo e la donna. Hanno ragione entrambi. Tuttavia noi non siamo chiusi nel nostro ambito e abbiamo a che fare col mondo. Ad esempio se parliamo con una persona non iscritta dell’importanza del principio Femminile quale Matrice di Vita bisogna avere le giuste informazioni per condurre un ragionamento serio. Ci può anche capitare di parlare con un archeologo che la pensi come Mirabella (a me è successo) ed è bene avere argomenti per formulare ipotesi diverse che possano fargli venire dei dubbi. Senza pretese impossibili, secondo me, abbiamo il dovere di essere preparati e di capire, per quanto possibile, quale è il polso del cosiddetto mondo della cultura. Che ne pensate?

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 5 mesi fa da tanaquilla9.
    tanaquilla9
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    Iscritta da parecchi anni ho vissuto le iniziative della Schola, i temi e le ricerche accademiali, le idee, le sperimentazioni fatte a Montemonaco al Centro Elissa, come concezioni e azioni sempre avanti rispetto ai tempi. Gli in-put che abbiamo ricevuto sono sempre stati all’avanguardia. Ad esempio ricordo quando molti anni addietro si è iniziato a parlare di Italici nelle Accademie, quando nel mondo della cultura esisteva solo Roma e la grecità. Ma anche del principio femminile, ancora prima che fossero pubblicate le indagini della Gimbutas e di altri autori al proposito e molto prima che divenissero argomenti diffusi e trattati un po’ ovunque. La Schola è pioniera di idee e di mezzi. Certamente ciò che scrive Gelsomino ognuno può ricontrarlo nelle proprie resistenze. Ma il tempo è galantuomo – così si dice – nel senso che non abbiamo che potuto constatare quanto BENE ci è venuto da ognuna delle esperienze fatte. Dunque che oggi si sia tutti pronti a cogliere e nutrire l’opportunità che ci viene data.

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