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    Ringrazio Cerere6012 per le importanti precisazioni. E a proposito del papiro di Ebers, grazie anche per le interessanti informazioni che ci arrivano dai lavori dell’Accademia Sebezia sulla terapeutica nell’antico Egitto. Mentre leggevo l’incantesimo riportato mi dicevo che é meraviglioso che ci sia data la possibilità, grazie all’Opera della delegazione, di sperimentarla oggi questa Tradizione Millenaria per il Bene e la Salute.

    mandragola11
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    Seguo il concetto di Gelsomino. Forse Alchemilla voleva riferirsi al tramite, allo stato di tramite ortodosso, che nella terapeutica ermetica è figurativamente come un tubo che tanto più è disostruito tanto più consente il libero scorrere dell’acqua, cioè dell’energia vitale che proviene dal Centro, dalla Sorgente Unica. In tal senso, si può capire come quel principio vitale di cui parla Garrulo debba prima di tutto riequilibrarsi, purificarsi per divenire elemento efficace. In tal senso, appunto perché si parla di principio vitale e quindi integrale, il perfezionamento del farmaco avviene attraverso gli strumenti che la Schola fornisce per ogni bisogno, per ogni male. Non so se il terapeuta appiccica o da qualcosa di se. Bisogna aver realizzato quello stato di essere, credo, per sapere cosa significhi esserlo. Comunque è certo che ognuno secondo il patto pro salute populi deve essere disponibile ogni volta che qualcuno chiede perché è il Nume che glielo manda e gli dà la possibilità di curarlo o sanarlo, in ciò basta anche una parola o se non si può far altro basta anche un pensiero. Bisogna anche tener presente che l’ammalato che ti chiede aiuto anche solo raccontandoti il suo malessere, giunge non solo a te, ma a tutta la Catena che si attiva attraverso di te che ne sei il tramite. O no?

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 3 mesi fa da mandragola11.
    mandragola11
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    Ti ringrazio Guglielmo Tell per aver voluto condividere con noi questa tua esperienza.

    mandragola11
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    Riprendo il post molto interessante di Bell del 2 Gennaio che ci pone un quesito non da poco!

    “siamo in grado di individuare in maniera concreta un meccanismo che fa parte della nostra Fisiologia e che analogicamente ritroviamo in Natura non in una specifica forma di vita ma ad un livello più generale? Esemplifico meglio la domanda: in Natura esiste un Apparato Digestivo? Un apparato Uditivo, visivo, fonatorio ecc?”

    Mettiamo che esistano questi apparati nel Macrocosmo, ma se non li riconosciamo dentro di noi come si fa ad esserne certi? E non è così semplice: siamo sicuri di avere l’intelligenza ermetica della funzione del nostro apparato digestivo, uditivo, visivo, fonatorio ecc?
    Credo che immaginare come l’uomo nella sua dimensione (apparentemente?) limitata possa incarnare analogicamente il Tutto sia una conquista frutto del costante processo iniziatico di desovrastrutturazione e purificazione.
    Il più delle volte più che delle analogie noi riusciamo a fare delle similitudini, comparando micro e macro come se fossero speculari l’uno all’altro. E forse lo sono, se pensiamo al cielo (alto) che si riflette specularmente sulla terra (basso). Noi pure per essere oggettivati si dice che ci riflettiamo nella Gerarchia che, come in uno specchio neutro, ci rimbalza per come siamo, un’immagine che talvolta è un boccone amaro da mandare giù!
    Però, riflettendo, uno spunto mi viene proprio dalla parola similitudine che riporta al concetto di simile, a quel simile che, a mano a mano che ci riconosciamo nella nostra vera natura (tolte le sovrastrutture e purificati = cioè scrostata la pietra e mondata = restituita alla sua vera essenza naturale), siamo stimolati a riconoscere fra tutto ciò che esiste nei 3 regni.
    Simile rimanda infatti alla legge dei simili, similia similibus curantur, su cui si poggiano le teorie medicali antichissime dei rapporti tra macro e microcosmo, rapporti celati nei segni o nella firma delle cose, ripresi nell’omeopatia e su cui Kremmerz dice “La dottrina delle signature, anche detta della “signatura rerum“, è la scienza medica che utilizza a scopo terapeutico i rimedi più disparati e analogicamente corrispondenti nelle loro particolari caratteristiche di forma, colore, odore e sapore, a quelle degli organi, dei visceri e degli umori del soggetto malato da trattare: la castagna carbonizzata trova applicazione nelle malattie cardiache per la sua forma simile a quella del cuore, il rubino nelle malattie della circolazione…”
    Il simile si cura con i simili, ma curare è anche prendersi cura, nutrire, proteggere, condurre a buon fine; “forze simili interagenti si potenziano reciprocamente”, si uniscono naturalmente si associano come succede per noi che ci ritroviamo simili nell’anelito evolutivo, attratti al magnete di luce che irradia dal Centro; in natura si dice che le forme, i colori i suoni sono il frutto di un lungo processo associativo, e magnetismo ed elettromagnetismo inducono questa associazione costruttiva e creativa.
    Del simile parla il Maestro in “Dalla Matriarchia di Miriam alle pratiche trasmutatorie” in La Via della Rosa, a pag. 121 in cui, dice proprio dell’intelligenza dei 4 elementi che devono essere riconosciuti nella fisiologia umana, prima di iniziare la pratica alchemica. Come condizione quindi necessaria di base. Ecco che tutto nella nostra sperimentazione ortodossa converge a questa presa di coscienza e conoscenza in primis della nostra forma/contenitore/corpo che trova analogica corrispondenza nella Natura Magna Mater.

    mandragola11
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    Giunga il mio fraterno Augurio alla Direzione della Schola, a tutta la Compagine Miriamica e agli Utenti del Sito per un 2018 ricco di Bene, Luce e Salute.
    Che per l’Opera amorevole delle Gerarchie Superiori e del nostro amato Maestro Delegato Generale M.A.Iah-Hel la Rosa di Miriam si espanda e prosperi sempre di più, PRO SALUTE POPULI!

    mandragola11
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    Bell, ti ringrazio infinitamente per i tuoi puntuali e utili chiarimenti.
    Colgo l’occasione, in questa vigilia della festa dedicata ai fanciulli, per esprimere un pensiero di Bene a tutti i Bimbi del Mondo!

    mandragola11
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    in risposta a: Il Silenzio #11788

    A proposito di silenzio, ho letto una notizia che mi riporta ai post di qualche giorno fa in cui si rifletteva sull’importanza di chiudere la radio alle comunicazioni non sintoniche ad esempio ai momenti dedicati alla pratica; ci chiedevamo anche come favorire in noi questa opzione di purificazione dalle interferenze profane, che per i pitagorici riguardava sia il non parlare che il non udire. Ebbene, su Le Scienze.it del 15 dicembre un articolo dal titolo “Come fa il cervello a scegliere cosa ascoltare” riporta di una ricerca scientifica che ne spiegherebbe il meccanismo cerebrale.
    Cito: “Aspetti essenziali dei meccanismi cognitivi e neurali responsabili dell’attenzione uditiva selettiva – ossia della capacità del cervello di scegliere quali stimoli uditivi privilegiare fra i molti che arrivano in uno stesso momento sono stati chiariti da una ricerca condotta da ricercatori, psicologi e neuroscienziati della Carnegie Mellon University, dell’University of London e del’University College of London che firmano un articolo su “The Journal of Neuroscience”. Lo studio principalmente finalizzato alla cura di patologie gravi, ci dice inoltre che nel nostro cervello protagonista di questo meccanismo sia “La mielina, una sostanza che, avvolgendo gli assoni dei neuroni, permette il loro “isolamento elettrico” e quindi una migliore trasmissione delle informazioni lungo gli assoni … a un aumento della quantità di mielina presente in una piccola porzione di corteccia corrisponde un aumento della capacità dei neuroni di rispondere selettivamente a frequenze particolari.”
    Sarebbe interessante avere un parere dei medici su questo meccanismo di ascolto selettivo che possiamo più consapevolmente richiamare e attivare nel momento in cui nel rito vogliamo “chiudere la radio”.

    mandragola11
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    Carissimi e fraterni auguri per un buon solstizio d’inverno a tutto il Forum!

    mandragola11
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    Per andy60: sono d’accordo che il silenzio interiore, se (SE) ha un senso evolutivo ed è necessario per progredire, senz’altro si sperimenta attraverso “l’applicazione non routinaria ma volitiva, fiduciosa e costante degli strumenti rituali”.
    Per la mia esperienza di miriamica, anche noi siamo come strumenti (che si stanno raccordando) suonanti in una grande orchestra, assieme agli altri, al momento giusto e che fra un momento e l’altro ascoltano il suonare degli altri. Come il coro di questo Forum, sempre più dinamico e ricco di voci.

    Caro Cozza, quando menzioni il chicchirichì del gallo, automaticamente mi richiami per simpatia il coro infinito di voci che dagli animali alle piante e perfino ai minerali risponde: ci sonooooooo anch’io, buongiorno al sole che dà la vita!

    Ma pensando al silenzio più enigmatico in natura mi fai venire in mente la semplice e umile chioccia mugellese dei miei nonni contadini, che era sorniona e taciturna mentre covava le uova per giorni e giorni senza mangiare nulla…
    UNA per tutti… certi pulcini carini nascevano alla fine… e tutti per una….

    mandragola11
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    Io credo che quando sei esperto del comportamento di certe materie, come lo era Michelangelo col marmo, c’è un momento in cui subentra un senso di forte realismo che fa desistere dall’idea di superare la natura in bellezza e creatività tipica di chi si bea del mezzo che usa e di come è bravo ad usarlo. Per esperienza personale essere perfezionisti e pignoli non avvicina nè alla natura nè tanto meno al genio.Penso che a un certo punto debba prevalere un profondo senso di umiltà, che artisticamente si potrebbe tradurre in quel che di non completato, o perfezionato, talvolta solo di accennato, come a dire come tramite della materia come posso essere io stesso a credere di completare il progetto insito e forse eterno che la natura ha in se?

    mandragola11
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    Ieri la seduta congiunta delle due accademie è stata un concentrato di aspetti ruotanti attorno alla terapeutica ermetica, cui è stato ricondotto dal Maestro tutto il nostro agire miriamico, ivi compresa la partecipazione al forum o il navigare dentro il sito della Schola.
    Non so bene perché, e ci dovrò riflettere, ma mai come in questa seduta accademiale ho percepito moltissime immagini dalle parole del Maestro.
    L’immagine della cifra che mentre la tracci col dito è un veicolo del tuo viaggio fino al centro, al centro della tua matrice… tu come il salmone che rimonta la corrente per deporre le uova e ti dai colpi di reni per superare la forza contraria della corrente stessa…

    mandragola11
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    Ringrazio per aver postato la foto.

    mandragola11
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    Mentre navigavo mi sono imbattuta in una notizia di poche ore fa, ma soprattutto di una foto molto bella che riprende l’emissione di energia da un buco nero a 8 miliardi di anni luce da noi. Questa energia, che viene definita un serpente elicoidale a me pare anche un DNA. Meraviglioso! Al momento non riesco a inserire la foto e nemmeno il relativo link, ma se volete vederla cercate “da buco nero supermassiccio spunta getto di energia e plasma a forma di serpente”.

    mandragola11
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    Non c’è che da lodare e da fare il tifo per questo progetto,Bell. L’operato dei medici che si aprono alla possibilità sperimentale di cercare risposte nell’integrazione con la medicina ermetica è lodevole. Vorrei davvero essere medico per comprendere meglio e più a fondo.
    Anch’io ho partecipato sia a Napoli che a Cerreto di Spoleto al convegno sull’alimentazione organizzato dalla Schola ricordato da Lucilio, e ricordo argomenti e angolature molto interessanti e all’avanguardia.

    mandragola11
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    Aggiungo nel p.s. che, già con l’attivazione delle pratiche rituali, nella Schola sono frequenti forme di comunicazione sottile come la telepatia, la chiaroveggenza, i sogni lucidi o l’intuizione che riscontriamo spessissimo ad esempio nella terapeutica ermetica a distanza.

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