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in risposta a: Universo a 10 dimensioni #12610
Ho guardato il video proposto da Nicola Todorof e mi sono detta che probabilmente frazionando o moltiplicando la stessa operazione le dimensioni potrebbero essere infinite. Vi dirò che questo pensiero più che all’unità mi sembra tenda al frazionamento.
A proposito di senso unitario dell’esistente, una conferma che la coscienza dell’uomo esprima una sintesi o una idea unitaria potrebbe arrivarci dai risultati di studi recenti compiuti sotto la guida di Christof Kock, neuroscienziato statunitense per cui la coscienza sarebbe un’unica gigantesca cellula nervosa che avvolge il cervello come una rete (molto bella l’immagine tridimensionale ottenuta dalla sperimentazione sui topi).
In: http://www.repubblica.it/scienze/2017/02/28/news/ecco_dove_nasce_la_coscienza_nasce_nella_rete_di_un_neurone_gigante-159463734/in risposta a: Equinozio di primavera #12563Marypru GRAZIE anche da parte mia!
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #12510Interessante la sintesi che fai Fleurdelys nel post del 10/3. Recenti teorie considerano il placebo come una forma efficace di terapia collegata principalmente a fattori ambientali, cioè circostanziali alla situazione in cui avviene l’azione curativa, come il rivolgersi al medico, l’andare in ospedale, l’ascolto di una persona cara, la condivisione di un momento o una notizia positiva, il farmaco eccetera. Allora mi pare che “placebo” sia tutto il meccanismo, di relazioni e fattori vari, che ruota attorno all’attivazione per sanarsi che sembra divenire campo d’azione favorevole alla volontà (auto guarigione) dell’ammalato. Oserei un’analogia col terreno preparato ad accogliere il seme (Hermes dal Centro erogatore) che genererà la pianticella (Salute nell’ammalato).
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #12493A proposito di robot: “Nanorobot fatti di DNA uccidono 4 forme di tumore – Hanno viaggiato nell’organismo e ucciso i tumori per fame, chiudendo i vasi sanguigni che li nutrono: è quanto hanno fatto i nanorobot ottenuti ripiegando frammenti di Dna come degli origami. Positivi i test condotti su topi, nei quali sono state riprodotte le forme umane dei tumori di seno, ovaie, polmoni e pelle. Pubblicata sulla rivista Nature Biotechnology, la ricerca è stata condotta fra Stati Uniti e Cina, nel Centro nazionale per le nanoscienze (Ncnst) e dall’Arizona State University.”
(da Ansa.it del 12-2-2018)
Strumenti ben usati…per buoni risultati!in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #12489Buteo ti ringrazio per la tua ampia risposta. E’ veramente interessante l’intervista che hai segnalato e soprattutto nella conclusione dello scienziato mi pare che si aprano orizzonti verso una concezione unitaria della materia vivente. Personalmente è importante comprendere a che punto stiamo e cosa si muove intorno a noi ed anche quali sono i limiti della scienza ufficiale e gli sforzi che compie per superarli. La scienza è meritevole: se penso agli studi, agli sforzi ed anche alle delusioni oltre che alle incomprensioni e agli intralci che uno studioso serio deve spesso vivere senza aiuti e mezzi. Ma per aiutare questi sforzi, come fa la Schola che valorizza sostenendolo l’operato ad esempio del medico, è importante essere consapevoli della situazione attuale. Quando poi ci sono delle conquiste scientifiche allora noi abbiamo di che festeggiare perchè l’umanità tutta ha fatto un passettino avanti. E nel nostro piccolo tiriamo un sospiro di sollievo perchè molti non si ammaleranno più di un male come ad esempio l’amiloidosi (a proposito di amiloide) per la quale credo che oggi non si muoia più, ma fino a pochi anni fa, sì.
Un caro saluto- Questa risposta è stata modificata 6 anni fa da mandragola11.
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA SCIENZA #12485Stando con i piedi piantati per terra e concreti, penso che prima di pensare all’insondabile si possa e si debba prendere coscienza di quello che è sondabile, ad esempio il nostro piccolo campo di azione, in noi stessi anche e fuori di noi. Non credi, holvi?
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA SCIENZA #12482Perfettamente d’accordo, Tanaquilla, che dipende da chi e come usa gli strumenti! Catulla, susciti in me una piccola considerazione: ad esempio nell’arte che è la classica attività che umanamente dà subito l’idea della creatività, ebbene tutti sanno che l’uomo non inventa nulla, ma scopre nella natura quello che poi va a “inventare”. E questa è una cosa che sentivo anche qualche giorno fa in tv, ma chiedo venia non ricordo quale storico la dicesse. Un’altra è che, se non sbaglio, ci sono leggi fisiche che sostengono che se l’uomo pensa a una cosa che si crede che non esista, il solo pensarlo vuol dire che in realtà c’è. Lungi da me fare della teoria campata in aria. Ma sarà vero che tutto già esiste in seme o germe? Ciò potrebbe spiegare l’uomo per Kremmerz che in quanto medium cioè intermediario non fa che far nascere ciò che in natura è in fase ancora non manifesta?
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA SCIENZA #12479alzi la mano chi non è mai stato “tradito” dalla tecnologia? anche nella forma più sofisticata e perfetta non può essere comparabile all’apporto umano. Tuttavia e lo vediamo proprio in questo contenitore moderno e tecnologico che ci ospita, non è banale dire che sia un mezzo al passo con i tempi che può essere usato intelligentemente a fin di bene. Ma… se la rete come comunicazione trova nell’essere umano una corrispondenza tale che può essere un canale per il lievito spirituale, che è vita, perchè non lo potrebbero essere anche i robot e tutta la cybernetica appresso?
in risposta a: La Scienza Ermetica nelle Arti #12469Sì è vero, la Natura è immensamente generosa e la Vita è GRATIS. Essere al servizio della Vita, esserne tramiti si caratterizza coll’agire gratuitamente, senza aspettarsi nulla in cambio.
E in ciò bisogna lavorare molto perché noi umanamente in cambio ci aspettiamo qualcosa. L’idea concreta del ricevere, per restituire i nostri sforzi verso un canale ideale ma concreto che non sia il nostro IO, è realizzabile fortunatamente nell’Ideale di Miriam, che non ci trasforma in santi, ma ci affranca gradualmente dall’ansia di pensare a se stessi e rendendo il nostro rapporto col mondo più neutrale e in pace.
Venendo a quanto dici sull’arte, Fradamash, è interessante la tua idea che l’artista possa essere il tramite dell’emancipazione della materia come liberazione da tutto ciò che non corrisponde al suo quid intelligente intrinseco, ma per me solo se egli non la sovrastruttura ulteriormente rispetto alle stratificazioni e alle distorsioni che le forme (da quelle più materiche alle onde sonore) hanno subito nel corso dei secoli e dei millenni. Anche per questo forse oggi abbiamo una percezione sensoriale del Vero distorta che vediamo proprio nelle più svariate produzioni artistiche.
Nel fare e disfare continuamente le forme, l’artista ricerca se stesso, ma quando smette di cercare? Quando è il tramite di una finalità creativa cioè iniziatica, perché, allora non cerca, ma segue un percorso creativo. Deve diventare bravo? No, deve diventare un tramite di una finalità che, se serve, lo illumini e gli infonda l’idea ispiratrice e quidi la sua mano. Possiamo pensare che a prescindere l’artista poiché sensibile e ispirato possa essere tramite di Luce e Salute? No certamente, come il medico in quanto tale non è un Terapeuta e un contadino non è l’Aratore ermetico.
E qui mi ricollego al post di Catulla quando dice “Nella Scienza Ermetica penso a tutti i millenni in cui la popolazione istruita era davvero poca e solo l’arte figurativa e quella musicale potevano ‘parlare’ alle folle”, sono d’accordo: l’arte era quindi un mezzo di comunicazione efficace e immediato di trasmissione di quel lievito spirituale che ininterrottamente viene trasmesso dalle origini, un mezzo evidentemente idoneo alla coscienza di un’umanità svezzata dal seno della Madre che era uscita dal nido e iniziava autonomamente ad agire nel mondo (da raccoglitore a produttore). Personalmente, è interessante vedere oggi con quali moderni canali e modalità l’artista possa veicolare attualizzandolo il medesimo iniziatico messaggio.
Condivido infine quello che dici sul processo artistico vicino a un maestro artista che ti trasmette un metodo di approccio alla materia finché tu non sei pronto per provare a fare il tuo capo-lavoro o primo-lavoro come dici (il classico debutto) e in questo ravvedo l’analogia col percorso ermetico nella Schola.in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #12422Ti ringrazio Buteo per la tua ampia argomentazione scientifica (a tratti anche difficile da seguire per chi come me non è ferrata in materia) che nella sintesi non può che concludersi affermando una (apparente?) contraddizione: se la sostanza atomicamente intrinseca a ogni composto in natura è una come può esistere organico e inorganico? Ti chiedo: questo che ti/ci poni è, oltre che un limite, anche l’interrogativo della scienza ufficiale?
La Scienza Ermetica nella Schola risponde che tutto è vita e che anche i minerali, cristalli, pietre e perfino l’acqua sono esseri viventi come noi umani e contemporaneamente dà le chiavi per acquisire attraverso la pratica la coscienza del perché e del percome lo siano.in risposta a: La Scienza Ermetica nelle Arti #12416Bruno e Caravaggio: mentre l’uno è già incarcerato per finire al rogo, l’altro, anticonformista e ribelle esegue dipinti per committenti ecclesiastici. Pare che i due non si siano mai incontrati, tuttavia qualcuno li accosta per l’anelito alla rinascita di valori legati alla scienza della natura. Entrambi sono innovatori, nel momento storico in cui gli artisti sembrano ristagnare nell’imitazione dei maestri rinascimentali, invece che della natura. Su questo mi hanno sempre colpito le parole di Kremmerz “la Magia o Scienza Assoluta… si trova in conflitto con l’arte quando questa eterna manifestazione dell’ideale più grande si involge nel fango della maniera, fuori i due estremi della realtà plastica e della creazione poetica” (in questo sito: “La Parola al Maestro” – “Ermetismo e Arte”), alludendo al fatto che maniera, copia e artificio si discostino dalla vera interpretazione e/o sintonizzazione con quel quid che infonde l’ispirazione nel vero.
Sui rapporti Bruno/Caravaggio, cara tanaquilla9, ti segnalo l’articolo di Gabriella Prandi in http://old.lanaturadellecose.it/gabriella/bruno.html da cui riporto un passo che cita Bruno:
“Scrive Giordano Bruno nell’ Explicatio triginta sigillorum
“…..i filosofi sono in qualche modo pittori e poeti;
i poeti son pittori e filosofi; i pittori son filosofi e poeti.
Donde i veri poeti, i veri pittori e i veri filosofi
si prediligono l’un l’altro e si ammirano vicendevolmente”
Ma dove ricercare questa uguaglianza tra pittore e filosofo? E soprattutto chi sono i veri pittori e i veri filosofi?
Scrive Bruno: “…L’unica vera conoscenza è quella che procede per immagini…. Comprendere o è fantasia o non esiste senza fantasia…. Solo pensatore è colui che dipinge o scolpisce immagini nella fantasia, e pensatore, poeta e artista sono una cosa sola….”Pensando ai luoghi del sacro anch’io non posso che partire testimoniando il mio incontro con i Monti Sibillini, nelle esperienze vissute con Progetto Elissa e il Maestro M.A.Iah-Hel, nonostante mi sia difficile sceglierne una fra le tante, non solo significative e belle, ma intense, davvero molto intense.
I Sibillini sono luoghi antichissimi, rimasti per certi versi meno contaminati, dove la saggezza popolare come raccontava Diogenonn ha talvolta la voce delle donne anziane dalla tempra di Sibille che non vogliono abbandonare queste terre. Si percepisce già lungo il tragitto che il luogo ha una conformazione particolare, viva, carica di energia; le montagne si stringono intorno ai due maestosi sposi, la Vetta della Regina Monte Sibilla e la Vetta del Re Monte Vettore che si uniscono lungo l’asse Nord-Sud della Catena fra Umbria e Marche.
Per andare su Monte Sibilla si passa dal paesino di Montemonaco, dove ad accoglierci è il morbido profilo di donna sdraiata rivolta al cielo che il crinale di Monte Sibilla forma unendosi a Monte Zampa; poi, lasciato il borgo alle spalle, si prosegue lungo la strada che a un certo punto diventa sterrata salendo in quota al rifugio “Sibilla”, sul versante rivolto all’Adriatico visibile nelle giornate limpide.
Dal rifugio si dipartono diversi sentieri che conducono alla cima, ora accessibile solo a piedi, e forse nemmeno, date le conseguenze del terremoto, ma quando facevamo le prime escursioni si poteva ancora fare l’ultimo tratto con un fuoristrada; da lì si proseguiva a piedi sino alla Corona, il suggestivo anello roccioso che conferisce alla montagna la caratteristica forma a pan di zucchero.
Quando si arriva alla fine della strada si cominciano a riconoscere a seconda delle angolature le fattezze femminili (a tratti androgine) con cui la Sibilla viene appellata e riconosciuta: già dalla selletta la si vede come una Lupa; poi, salendo lungo dei veri e propri gradoni di roccia (come di tempio) pare una sfinge egizia; ma, spostandosi ancora appare anche con un’aquila come copricapo; infine, avvicinandoci ulteriormente ecco i 3 volti citati da tanaquilla9, perfettamente visibili, rappresentanti le tre età: la giovane, la matura, la vecchia.
Quanto verismo in queste bellissime immagini scolpite nella roccia!
“I Volti di pietra della Matriarchia” riferito a Monte Sibilla è uno dei titoli dei libri, seguiti ai lavori di Convegni, Tavole Rotonde, Seminari, Laboratori e iniziative varie, a cui ho partecipato, che Progetto Elissa e l’Editrice Miriamica hanno dedicato alla Sibilla, eco di un Femminile arcaico e originario, impresso dalla Magna Mater in questi luoghi.
Personalmente, osservare queste immagini nelle rocce e poter riflettere sulle parole del Maestro che ci ha guidati in questo approccio, che ci ha aiutati a riconoscere un quid intelligente nell’aggregazione delle molecole di questa Montagna, ritenuta da millenni sacra, ancora oggi è fonte di ricerca e di anelito, per me sostanziale, nella Matriarchia di Miriam della Schola.
Testimoniarlo in questo Forum è per me un bene, ed è una condivisione importante.in risposta a: Libri digitalizzati Bibliotheca Philosophica Hermetica #12164Grazie Kilian per l’utile informazione.
in risposta a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA #12160In attesa che i medici possano aiutarci a capire di più sulla notizia riportata da m_rosa in merito alla possibilità di andare a colpire solo le cellule tumorali malate, è bellissima la notizia di oggi che è stato ottenuto un primo importantissimo risultato su un bimbo di 4 anni che è guarito da una forma di leucemia linfoblastica acuta, evento ritenuto pietra miliare nel campo della medicina. In questo caso,col bambino refrattario a terapie convenzionali, grazie a una riprogrammazione genetica,il tumore è stato attaccato dalle cellule riprogrammate, tanto che dopo un mese nel midollo del piccolo, che è stato dimesso dall’ospedale, non sono più presenti cellule leucemiche.
Questo tipo di medicina ritenuta fra le medicine più importanti del futuro, viene chiamata di precisione o medicina personalizzata, che “accostando analisi genetica, stile di vita e sintomi, fornisce una cura precisa” allo specifico individuo.
Evviva la scienza che ha fiducia e non si arrende!- Questa risposta è stata modificata 6 anni, 1 mese fa da mandragola11.
in risposta a: La Scienza Ermetica nelle Arti #12071Prendo spunti da diversi post.
Strano che proprio nelle terre di Campania, così storicamente pregne di una femminilità autentica, e un senso materno spiccato per cui “o scarrafone è bello a mamma soja”, siano così state travisate le Mater Matute di Capua. Mamma soja non sarà sempre stata perfetta come Venere! Eppure questo la dice lunga sulle convenienze sociali che creano continuamente schemi/immagini per omologare l’essere a falsi valori estetici ed etici.
E poi, l’amore di una madre è immenso, ma il figlio di chi è? è solo di quella madre o di tutte le madri, anzi di tutte le donne indipendentemente dal fatto di esserlo, oggi, Madri?Il post di Buteo, mi tocca corde profonde: di ingiustizia, di prevaricazione, di bisogno di modificare l’ottica con la quale si interpreta la vita, anzi la si vive, la vita. Cosa è deforme o anormale? Il guscio o il contenuto? Riflettendo mi viene di pensare una cosa che forse sembrerà banale: quanta cattiveria e crudeltà si celano talvolta dietro aspetti belli e quasi perfetti?
Nella fiaba che ci ha cullato da bimbi la strega cattiva, non a caso vecchia, quanto comunemente è per forza brutta la vecchiaia!, si servì di una bella, perfetta, rossa mela per avvelenare Biancaneve.
La strega può interpretare un femminile negativizzato e deviato costruito apposta da una società in conflitto con se stessa e malata? Una società, una corrente di pubblica opinione sulle cose, dove mi pare che la mela perfetta rappresenti l’idea, anch’essa distorta, che bello e buono debbano rispondere a determinati schemi, come giustamente diceva mara329 sulle Mater Matute che sono inizialmente state giudicate rospi! -
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