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Cara Buteo, ti sono vicina e ti abbraccio forte.
Quando, all’età di 20anni, persi la donna che mu aveva fatto da madre non riuscii a versare neppure una lacrima. Lo stesso mi è accaduto quest’anno quando ho perso mio padre. Eppure, anche dopo così tanto tempo, il sorriso che mi ha cresciuta, la tenetezza dei semplici gesti quotidiani, il sapore dei piatti che mi preparava o il timbro della sua voce sono ancora lì: vividi e presenti.
Non mi aveva partorita ma mi ha cresciuta, coccolata, difesa, educata con poche ferme regole.
A volte mi chiedo cosa sarebbe stata la mia vita se non l’avessi perduta così presto, prima che tutto accadesse nella mia vita… Ma non lo saprò mai.
Comprendo – credo – il tuo dolore cara Buteo, ma penso che la Madre non si perda mai davvero se l’Amore ricevuto riesce a risvegliare e nutrire la Madre che è in tutti noi. Dopotutto, un cordone ci lega, ben oltre le apparenze.
Buonanotte.Cara Buteo ti esprimo tutto la mia vicinanza fraterna e ti abbraccio tanto.
Cara Buteo, ti abbraccio anch’io di tutto cuore in questo momento così delicato di cui non ho esperienza ma, credo, che qualsiasi sia la nostra storia, più o meno travagliata, abbiamo la possibilità di portare su un piano diverso gli affetti e le persone fisiche che tanto abbiamo amato, poiché ci siamo ritrovati tutti, come Fratellanza, in Miriam, fonte di ogni Bene, Regina Eterna,il cui cordone non viene spezzato neanche con la morte e che, soprattutto, possiamo scegliere, ogni giorno di non tagliare mai e da cui farci nutrire a livello più profondo e su tutti i piani dell’essere/esistenza. Le considerazioni che poni sono davvero forti e pregnanti e meritano sicuramente di dedicarci tempo per riflettere ed approfondire. Un saluto caro e fraterno
Ciao Beteo ti abbraccio e mi hai fatto venire in mente, nel profondità nella mente, quello che ho provato quando mia madre se ne andata…. Grazie.
Un Fraterno abbraccioRileggendo i vostri post, il post di Admin, mi sento nella Fratellanza e provo gratitudine. Riflettevo che aver scritto che ‘la Miriam dà’, sia un’imprecisione. Forse ‘la Miriam’ soltanto ‘è’, ma non so andare oltre…
Dalla Natura Mater, la Paradisea…
Eccezionale!
Che bella questa danza di corteggiamento
Quando l’amore diventa un rito! Se penso a come è mercificato sui media….quanto siamo lontani da queste belle immagini.
Vorrei conoscere l’Artefice che ha inventato ed ispirato questa danza…!
Ho visto tanti documentari sui vari tipi di corteggiamento tra gli animali e tutti molto belli e particolari, ma uno così stupendo non lo avevo mai visto!
Arriveremo a saper danzare e corteggiare cosi? Dopo la visione, veramente da far dire che la piu’ grande “Scuola” è la Natura
Che meraviglia assistere alla danza della Vita e quanta bellezza! Grazie!
Bellissimo questo video sulla Paradisea a sei penne o meglio ancora sei fili, viste le somiglianze con veri e propri filamenti setosi. Voglio provare a fare un paio di considerazioni, così come vengono, senza consultare nulla. Nel rituale di corteggiamento di questa specie e più in generale di tutte le Paradisee, il leit motiv sta nella difficoltà e conseguente complessità delle operazioni di corteggiamento. Più che mai in questo video, traspare il segnale che essere maschio è a prima vista più difficile che essere femmina, lui deve agire senza sbagliare, pena la negazione della possibilità di perpetrare il proprio patrimonio genetico, lei in fase di attesa, giudice ultimo della bontà o meno del potenziale investimento biologico che prenderà il via oppure nò, per innata esigenza di ulteriori valutazioni. Si potrebbero definire le due parti in gioco, lui ottimo venditore sessualmente parlando, lei cauta, cautissima compratrice. Questa formula biologica, con alcune opportune varianti perché così funziona madre natura, la ritroviamo in tutta la scala zoografica, fino a noi, con tutti gli aggiustamenti possibili ed immaginabili, vista l’enorme differenza rispetto a tutta la linea evolutiva che ci precede, insita nella complessità del nostro sistema nervoso centrale e del repertorio emotivo. Tra l’altro, sappiamo che determinate pulsioni, con scienza e coscienza, possono essere tenute a bada conoscendo come e perché si muovono, sostanzialmente, ciò che come al solito, sta “dietro le quinte”. Quello che voglio ricordare a me stesso in primis, andando indietro nel tempo, è il fatto che da ragazzo emergeva il taglio un po’ maschilista e, quando osservavo filmati come questo, davo ragione a me stesso sul problema di chi doveva portare i pantaloni e chi invece la gonna, mentre a distanza di parecchi anni, mi viene spontaneo rovesciare il dilemma, cioè sul fatto che in realtà non sia “più difficile assai” dover calibrare un inappellabile giudizio rispetto al mero esercizio di ostentazione, per quanto complicato nella sua esecuzione. In alcune specie di serpenti, come emerso anni fa nei lavori di preparazione del Quaderno dell’Accademia Giuliana, la responsabilità del giudizio “sulla vita” in capo alle femmine è addirittura di duplice natura: oltre alla scelta del partner per l’accoppiamento (ponderata verso il “migliore” per esigenza inconscia ma potentissima di garantire il massimo delle chances di sopravvivenza alla prole), si aggiunge, dopo la fecondazione, la scelta del momento migliore per partorire uova o piccoli a seconda delle specie, avendo le femmine la possibilità di trattenere il seme all’interno dell’organismo e decidere quando innescare la scintilla dentro se stesse, con il maschio, diciamo allegro e spensierato, distante ormai chilometri e settimane dal punto di vista spazio-temporale. Davvero bella quella canzone che diceva …. Come si cambia….(erano i mitici anni ’70).
Con l’augurio a tutti di una buona domenica. -
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