La legge del Do ut Des

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  • m_rosa
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    Post totali: 574

    Mi piace concludere questa giornata dedicata all’amore con una frase dell’Aureo Maestro “Il carattere o la fisionomia del magnetismo più alto è l’amore. Amate e farete bene. Amate e il vostro magnetismo assopito si risveglia e genera il miracolo del bene.” (S.d.M. 2°vol)
    Mi sembra un incitamento a fare, anche quando, magari, viviamo periodi più difficili (naturali nel nostro percorso evolutivo), quell'”amate e farete bene” è una sferzata di energia, una mano tesa a cui aggrapparsi.
    Belle le immagini delle rose, sembra di sentirne il profumo dolcissimo e con esso la nostalgia della primavera e di tutto ciò che possiamo fare, come miriaici, per propiziare in noi il risveglio della Natura.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Potrebbe darsi che la Psiche che al buio incontrava Amore fosse maritata al proprio impulso a generare, come ogni animale in balia di Eros, mentre la Psiche che sceglie di abbandonare l’istinto e di vedere (come Eva nel terrestre paradiso) necessiti poi di un lungo cammino per reincontrare Amore: su un diverso piano e ad occhi aperti.
    Ma, forse, senza quello strappo Psiche sarebbe rimasta animale per sempre e il suo matrimonio non avrebbe avuto l’iniziazione di Venere.

    Orengo silvana
    Partecipante
    Post totali: 28

    Grazie per le bellissime Rose!Come la Rosa elargisce il suo profumo e la sua bellezza senza chiedere ne’aspettarsi nulla così e l’Amore .Una bellissima profumatissima Rosa.

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Leggo con vero piacere il richiamo alla gran bella favola di Amore e Psiche che, come ha scritto il Maestro Jesboama nel suo commento alla favola nell’ambito dello studio sull’Asino d’Oro di Apuleio, la possiamo ammirare “nei bianchi marmi in cui il celebre Canova scolpì il gruppo che qual gemma del genio italico adorna il Museo Vaticano nell’atto in cui la divina Psiche allacciando delle braccia il suo Dio riceve il più caldo dei baci di Amore.”

    https://it.wikipedia.org/wiki/Amore_e_Psiche_(Canova)#/media/File:Psych%C3%A9_ranim%C3%A9e_par_le_baiser_de_l’Amour.jpg

    X leggere tutta la magistrale disamina della favola di Amore e Psiche di Jesboama:
    https://www.kremmerz.it/new/wp-content/uploads/2017/06/Jesboama_Asino.pdf

    Un saluto a tutti i naviganti

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Parole bellissime e illuminanti sono anche quelle che il Kremmerz usa per descrivere il tarocco degli “Amanti”, l’ho appena riletto e il mio cuore ha sorriso. Alla donna che chiedeva perdono per aver peccato dice “in quell’istante scommetto che tu amasti perché non facevi differenza tra alto e basso”.
    Se si distingue tra amore animale e amore spirituale allora non si tratta di Amore, per questo Catulla vorrei che mi spiegassi meglio il tuo pensiero sulla favola di Amore e Psiche

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Mi vorrei soffermare su Psiche e le sue sorelle. In tante leggende e fiabe tradizionali è affascinante la presenza di tre fanciulle, due delle quali fungono da intralcio continuo alla più pura e buona di loro, prima che lei riesca a coronare il suo amore (vedi la Bella addormentata). Anche nella favola neoplatonica di Amore e Psiche succede così, e nell’iter intricato della vicenda, tra discesa agli inferi, sonno profondo e ascesa al cielo, il tutto determinato da Venere, sembra di intravedere il processo di purificazione e trasformazione che la materia alchemica deve compiere per tornare alla primigenia sintesi nell’Una.
    Questo femminile triforme, uno e trino, rappresentato dalle tre sorelle intorno a Venere, ci riporta automaticamente dall’astrazione del mito agli input e alle esperienze concrete con la Del+ Gen+ sui Sibillini e Monte Sibilla, nel quale profilo della montagna abbiamo riconosciuto i tre volti femminili e la rappresentazione reale della Matriarchia di Miriam (vediad esempio in “La Sibilla Appenninica – I tre volti di pietra della Matriarchia”).
    Come sappiamo, iniziati e alchimisti si sono dovuti rapportare a questo femminile uno e trino. Dante ne parla nelle Rime “petrose” dedicate a Petra quando dice “Tre donne intorno al cor mi son venute, e seggonsi di fore; ché dentro siede Amore, lo quale è in segnoria de la mia vita” e più tardi Botticelli che nella Primavera lo rappresenta nelle tre Grazie, raffigurate sotto la mira di Cupido e su cui Edgar Wind (Misteri pagani…) fa un riferimento interessante al “donare e al restituire”: “Le tre Grazie “danzano”, e con la loro danza, esprimono il triplice ritmo della generosità divina e, quindi, della realtà e, in questo senso, sono immagine, anzi specchio vivente dell’universo. Basta ricordare che i doni che gli dei dispensano agli esseri inferiori sono concepiti dai neoplatonici come una specie di effusione (emanatio) che produceva un rapimento vivificatore, o conversione (detta da Ficino conversio, raptio o vivificatio), mediante il quale gli esseri inferiori venivano richiamati in cielo e si ricongiungevano con gli dei (remeatio). Manifestatatisi dunque la generosità divina nel triplice ritmo di emanatio, raptio e remeatio [le 3 grazie/sorelle), era possibile riconoscere in questa successione il modello divino di ciò che Seneca aveva definito come il circolo della grazia: dare, ricevere, restituire.”
    (http://www.verbum-analectaneolatina.hu/pdf/7-1-05.pdf).

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Mi scuso x la lungaggine del post precedente, ma leggervi suscita pensieri e voglia di approfondire.
    Ho trovato molto interessanti le riflessioni di Dafne e Tanaquilla circa il buio x Psiche.

    seppiolina74
    Partecipante
    Post totali: 271

    Ciao Mandragola e ciao a tutti! Forse non ci azzecca molto con quello che dicevi tu sulle tre figure femminili, ma mi è venuta in mente l’immagine mitologica delle tre Parche. Credo fossero tre donne di età diverse che,attraverso un filo, segnavano le varie fasi della vita. Bellissimi i vostri Post,Fratelli, grazie!

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Bellissimo il video sulla Rosa, la Pupilla di tutti i fiori, e questo motivo emerge in tutto il mondo e in tutte le epoche. Anche le immagini dell’ape e dei bombi che garantiscono l’impollinazione e quindi la perpetuazione della vita spargendone l’essenza, sono perfette nel contesto inneggiante alla vita stessa. La rappresentazione finale rallentata dello sbocciare, da la reale impressione di un centro quanto mai profondo, ben protetto da un’infinità di petali che lo avvolgono.
    Un caro saluto ed una buona giornata a tutti

    Orengo silvana
    Partecipante
    Post totali: 28

    Ritornando a Eros e Psiche ,l’Anima umana durante il sonno incontra il suo Amato che con il suo Amore la illumina e questa luce la accompagna durante tutto il giorno.La mente e il corpo con pensieri e ricordi influiscono su di lei e così durante il sonno invece di incontrare l’Amato incontra l’effetto che essi causano.Lei voleva capire ,conoscere forse più di quello che gli era possibile Forse doveva avere pazienza ,forse era inevitabile affrontare il cammino.Ma è determinata e irriducibile.Mette in ordine i suoi pensieri affronta il dolore e alla fine ritrova l’Amato.Genera Volutta’e Felicità che sono sue proprie creazioni.Ora riceve e da perché così è la legge.E la legge è lei stessa.
    .

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Cara Silvana anche io penso che Psiche volesse “conoscere”, il suo è un cammino di presa di coscienza/conoscenza e per arrivare è disposta a rischiare tutto, anche l’amore. Buona giornata a tutti i frequentatori del nostro sito che, come Psiche, sentono forte il richiamo della Luce

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Invece sarei propensa a non vedere nel gesto di Psiche un giusto anelito alla conoscenza. La fanciulla cade perché mal consigliata dalle sorelle che, invidiose di lei, le consigliano di guardare in volto il mostro, Amore, per la sua sicurezza.
    Le sorelle rappresentano la corrente profana, quella delle invidie, gelosie, egoismi, apparenze…nel suo far luce, Psiche non ricerca la sintesi, la sua è un’arida analisi razionale, non ha volontà di integrazione e compenetrazione in Amore, che credo sia l’unica possibilità di vera conoscenza. Perché le condizioni le pone Amore. E sicuramente si conosce quando si compenetra, cioè quando si ama.La conoscenza come visione razionale è patriarcale ed è una “formula arida e inesorabile della filosofia maschia”, come sappiamo. (Vedi P+F+)
    Mi ricordo di quel brano del Kremmerz nel 4° Dialogo ove il discepolo dice di aver vissuto nella pubertà una attrazione verso qualcosa d’indefinito, pieno di sogni e senza meta, un amore da adolescente che il medico pensò bene di curare. Così quello stato non si presentò più ma anche Amore volò via. Amore “Rivolge la sua parola alla vostra Psiche. Scende per sedurla, per incantarla, per prenderne possesso nella tetra notte di dubbio e di aspirazione ai cieli della favola”. E’ tutto da rileggere.
    Ma ricordo anche L’Epilogo di venerea follia di M.A.Iah-hel (in Oracoli, misteri e arti divinatorie tra oriente e occidente nonché in Quaderno della Vergiliana, entrambi presenti in Biblioteca) che consiglio di rileggere nella sua interezza. Cito solo il finale: “Ma ecco che dal mio profondo sento montare l’eco del tuo urlo oracolare; lo percepisco come una tua Sintesi Assoluta mentre le mie labbra si articolano in un unico Verbo: AMORE. E AMORE SIA”.

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    x Seppiolina: mi pare di ricordare che al Laboratorio Sperimentale nei Convegni di Progetto Elissa il collegamento con le Parche era emerso, perchè nei tre volti di pietra di M.Sibilla sono chiaramente riconoscibili le tre età della vita.
    Sto rileggendo “L’errare della Vergine Sibilla dal III cielo all’Aes Ustum”, di Anna Maria Piscitelli, in “Errante Erotica Eretica l’icona sibillina fra Cecco d’Ascoli e Osvaldo Licini”. Una perla a p.109: “Da qui mentre lei, la dama della Montagna, fa la trama e l’ordito a un telaio di raggi di sole, fissando con fermento amoroso l’oro filosofico sulla tela della luce, perchè possa illuminare il mondo, demanda alle sue sorelle d’impartire l’insegnamento agli alchimisti del posto e a quelli provenienti da ogni dove che a loro si affidano, dei segreti della Grande Arte per fabbricare il Lapis PhilosoPhorum per gli immortali, e l’Elisir per sanare i mali degli infelici. La Dama Nera, la Dama Bianca, la Dama Rossa, che riecheggiano i colori tradizionali dell’Opus, sono così entrate con lei nell’immaginario delle leggende dei Monti Sibillini, a confermare il retaggio alchemico insito nell’inconscia ma genetica memoria della gente del posto, nonostante i reiterati tentativi per soffocarlo.”
    Il modo di scrivere del +++++ Maestro tocca nel profondo e fa riflettere sul senso del nostro essere italici, e su quella tradizione orale che fa parte di noi miriamici…

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Ancora dal Maestro Kremmerz alcune note dai Dialoghi che stavo rileggendo e sulle quali come davanti ad uno specchio m’interrogo continuamente:
    “Ogni discepolo che opera in magia deve saper amare e saper perdonare. Un amore senza egoismo è divino… L’amore è la carità più affascinante dell’istinto … L’amore è il complemento più prezioso della sociabilità ed è la chiave di Iside purissima che schiude i fecondi tesori della divinità nelle creature umane decadute. I misteri di Venere non furono che celebrazioni del culto di questo amore comprensivo che unisce i due poli della creazione nella creazione del mercurio vitale e intelligente. La Rosa mistica è rosa di Amore … nell’amore vi è la verità, cioè la carità in germe.”

    E a proposito della Dama della Montagna (“Regina Sibilla”) e le sue tre sorelle si legge nella conferenza intitolata “La tela delle Sibille” presente su Elissa.net:
    … Già da tempi lontani la gente semplice dei Sibillini, a differenza di tutti i dotti greci e romani, aveva intuito, che l’archetipo della Sibilla-Natura, quale principio mercuriale ermafrodito atto alla creazione di ogni forma e, come il mercurio fra i metalli, riflettente e sfuggente, venefica e curativa, consistente e aerea, si poteva tipicizzare e individuare nelle sue tre sorelle: la dama nera della terra, la dama bianca dell’acqua e la dama rossa del fuoco …

    E noi abbiamo avuto per molti anni il grande dono di vivere in quelle terre magistrali esperienze con “Elissa” …
    http://elissa.net/conferenza.pdf

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Questa favola mi è sempre parsa descrivere qualcosa di interno a noi, una sorta di percorso verso il nostro Principio vitale più che verso un altro essere umano. Insomma l’allegoria dell’anima che cerca la sua CAUSA. E ho osservato che gli animali vivono in uno con la propria causa in quanto in loro amore è Eros, firza di attrazione volta a generare per il perpetuarsi della specie. In noi umani che abbiamo il seme del raziocinio qyesto istinto è soggetto allo sguardo e – da lì – proprio come avviene per Psiche alla perdita di quel contatto panico chevtipizza l’animale. Solo con un lungo percorso e guidati dai Maestri ( i misteri di Venere?) ci si riavvicina alla propria Causa non più in modo istintivo ma via via integrato.
    O almeno questa mi era psrsa un’interpretazione (da oggettivare naturalmente). E in tale prospettiva l’avevo pstagpnsta alla mela mangiata nel giardino di Eden: patafiso terrestre in cui si vive però senxa consapevolezza.

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