Eventi e Segnalazioni

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  • admin Kremmerz
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    Riflettevo stanotte… sull’Amore. Quando c’è, senti ogni cosa che tocca l’essere amato – in bene o in male – come se toccasse te. Un po’ come l’azione fantasmatica a distanza di Einstein oggi nota come entanglement. E mi dicevo che quando due entità assumono esattamente la stessa forma lì è AMORE. Materia in vibrazione omologa. Gemelli come nel simbolo astrologico.
    Forse, quando si parla di ‘circolo’ si dovrebbe pensare a questo ideale: esseri che sono uniti dalle stesse azioni, gli stessi ritmi, lo stesso anelito e che – nel tempo – assumono la medesima forma. (Ecco perché è poi impossibile attribuire l’azione benefica a questo o quell’elemento non più di quanto si ritenga questa o quella cellula del fegato responsabile di una buona digestione!).
    Voluttà? Volontà – come suggerisce Garrulo -? Sia quel che sia sarebbe bello realizzare quell’abitare FRATRES IN UNUM e riconoscerci testimoni e tramiti del bello, del buono e dell’UTILE a tutti.
    AMOR ET SALUS
    Original author: catulla

    wiwa70
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    Trovo di grande interesse la riflessione di Garrulo e Catulla che Amore è assumere la stessa forma in quanto non avrei mai dato questa accezione alla parola “in-forma-re” laddove comunemente s’intende “dare notizia”…è un po’ che giravo intorno a questi pensieri e poi mi sono ritrovata a leggere sul blog(chissà se anche la sintonia fa parte di quello stesso meccanismo!!)… cmq sono sorte molte domande e tanti perchè: l’Amore prevederebbe, dunque, l’assumere una omologia nelle forme in quanto è principio d’ aggregazione? Il convibrare insieme in pensieri, parole e azioni,significa quindi compenetrazione e integrazione laddove avrà sicuramente una funzione terapeutica se finalizzato ad essa? Quindi questo è il significato di ciò che ha detto il Maestro Kremmerz che per capire una cosa, devi diventare quella cosa….e di conseguenza, Conoscere è Amare nel senso di prendere quella forma voluta e perché è così importante eo necessario, in quanto forma corrisponde a sostanza delle cose? In definitiva è in questo senso che il meccanismo, che noi tentiamo di praticare, evidentemente evolutivo, può aiutare gli esseri a progredire e sanarli, dal momento che apparteniamo ad una Catena Terapeutica di Miriam(e quindi di Amore!) che si fonda su questi stessi principi?

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Nel capitolo VI a proposito delle analogie del Timbro della Sebezia con i Rituali della Schola, viene ribadito il concetto di fondo secondo il quale, l’operatività della Schola è vincolata alla finalità terapeutica “pro salute populi”, unica modalità evolutiva per ogni iscritto praticante, proprio perché i meccanismi che presiedono alle operazioni terapeutiche, presiedono anche alle potenzialità evolutive. La logica conseguenza sta nel fatto che, sanità ed evoluzione della persona, risultano essere due facce della stessa medaglia. Pertanto, pare di comprendere che, se la condizione patologica è la risultante in ogni soggetto di uno squilibrio energetico o fluidico, la conquista di una nuova condizione di equilibrio implica un conseguente sforzo evolutivo, che necessariamente coinvolga tutto l’organismo umano, dalle parti più pesanti a quelle più sottili. Lo sforzo evolutivo anzicitato, richiede contestualmente una tensione costante, quindi un elemento motivazionale mai domo, proiettato verso il concetto di unità (d’altronde, il pensiero può essere considerato una vera palestra per l’intelletto), al fine di tentare un primo avvicinamento alle Leggi o Chiavi che reggono i sistemi o rapporti analogici. Solo così, ad esempio, credo si possa tentare di ricondurre cielo e terra ad un rapporto di corrispondenza come tra originale e copia, oppure anche ad una coppia di opposti in costante rapporto interattivo di cause ed effetti. Si può a questo punto tentare una considerazione sulla persona: l’essere umano, “microcosmo finito”, può essere considerato come copia dell’Originale, “Macrocosmo Infinito”. D’Altronde, proprio gli ultimi due passi del Credo Scientifico della Schola (Scientifico in quanto dichiarazione di intenti verso obiettivi finalizzati e non atto di fede), pare proprio vadano dritti in questa direzione.
    Un saluto a tutti.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 367

    Rileggendo il Quaderno, ho trovato molto suggestiva l’etimologia dell’ l’immagine della ninfa Sebetia del Timbro, nata dalla Sirena Parthenope, il cui significato a pag. 64, in nota, viene detto essere il “cantare”, cosa per cui Napoli è famosa nel mondo…oggi il suono e l’arte musicali vengono utilizzati in terapia come riequilibratori e integratori delle facoltà cognitive, espressive ed emotive dell’uomo. Ma da sempre e in tutte le culture dell’antichità, musica e medicina erano praticamente una cosa sola.
    Il sacerdote medico (lo sciamano) sapeva che il mondo è costituito secondo principi musicali, che la vita del cosmo(macrocosmo),e quindi anche quella dell’uomo(microcosmo), sono dominate dal ritmo e dall’armonia. Sapeva che la musica ha un potere incantatorio sulla malattia, che procura benessere e che nei casi di squilibrio psicofisico, può ricostituire l’armonia perduta. Già agli inizi del ‘900, in pedagogia curativa, nelle scuole steineriane, veniva praticata per sviluppare correttamente la crescita, in particolare, della parte superiore del corpo del bambino e quindi del sistema ritmicorespiratorio, che avviene nel secondo settennio di vita, quando il busto, cioè, comincia ad allungarsi in modo precipuo.
    Infatti è stato dimostrato scientificamente che la musicoterapia può aiutare a combattere svariate patologie, anche gravi, riequilibrando l’essere umano: dalle patologia tumorali, a quelle degenerative degli anziani, dal fenomeno dell’afasia fino ad arrivare alle dipendenze(è utilizzato efficacemente, infatti, anche per i giocatori d’azzardo patologici);inoltre è usato come metodologia educativa,in gravi forme di handicap mentale(ad es. autismo) come mezzo di espressione non verbale e comunicazione e apertura al mondo e alle relazioni. Oliver Sacks(docente statunitense di neurologia e psichiatria di fama mondiale)sostiene addirittura che “il potere della musica di integrare e curare… è un elemento essenziale, è il più completo farmaco non chimico”(così come il colore, si potrebbe dire, che non è altro che la manifestazione della luce in una particolare emanazione di uno stato vibratorio).
    Allora, in seguito a tutto ciò, se ne potrebbe dedurre che, ancora una volta, una Ninfa, nel nostro territorio italico, nella notte dei tempi, ha donato ai suoi “figli” Benessere e Salute( così come Cerere donò le messi agli uomini e i mezzi per lavorare la terra)come una Nutrice sapiente e generosa, che col suo “latte” permette la Vita e la Rigenerazione, per chi saprà e vorrà “berne” in abbondanza!

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Il post di Wiva 70 sul potere della musica nella vita dell’essere umano, parte dal presupposto che la Vita Universa segua dei ritmi che si ripercuotono a scalare dal Macro al micro, permeando e condizionando ogni forma di vita. Ne scaturisce parimenti che la musica, possa essere considerata da singoli esponenti dell’avanguardia scientifica, un potente farmaco a base non chimica. Di conseguenza, il riflesso terapeutico in gioco è racchiuso nell’armonia di determinate vibrazioni che le note musicali vanno ad attivare, le quali, studiate ad arte nella terapeutica, credo proprio vadano a creare una forma di compensazione e quindi di riequilibrio dell’armonia perduta, di cui la malattia ne è diventata l’espressione oggettiva. A questo proposito, un Filosofo Ermetico per eccellenza, Giordano Bruno, ripreso da F.A. Yates in Giordano Bruno e la Tradizione Ermetica, in cui viene fatto espresso riferimento alle opere “De Imaginum Compositione” e “De gli Eroici Furori”, nelle quali Giordano Bruno inquadra l’arte nelle sue svariate sfaccettature, come espressioni geroglifiche del mondo divino, o meglio come dei tentacoli che l’artista tende al fine di creare il contatto con il mondo delle cause. Nel libro anzicitato, compare una traduzione della seguente frase del Filosofo Nolano, che tengo letteralmente a trascrivere: ”La vera filosofia è musica, poesia o pittura; la vera pittura è poesia, musica e filosofia; la vera poesia o musica è sapienza divina e pittura”. D’altronde, come compare anche nello “Spaccio della Bestia Trionfante” è dalla conoscenza (identificazione?) per la vita rilucente nelle cose naturali (tra l’altro tutte regolate da determinate modalità vibratorie e simboleggiate nella Lira di Apollo o Spirito dell’Universo), che si monta progressivamente alla vita che soprasiede a quelle.
    Un caro saluto.

    ulisse
    Partecipante
    Post totali: 12

    Ho terminato da poco il “Quaderno” dell’Accaemia Sebezia della S.P.H.C.I.. Ho molto apprezzato, fra gli altri temi interessanti, la disamina dell’onnicomprensivo “principio femminile” della vita, argomentato con chiarezza e taglio scientifico. Aspetto con impazienza gli altri “Quaderni” della Schola.
    Ben ritrovati a tutti.

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Proprio in questi giorni, riguardando il sito nell’area Eventi e Segnalazioni, ho rivisto la pubblicazione relativa alla targa stradale indicante la dedica di una Via Barese alla Prima Avvocatessa di questa città, Laetitia Abbaticola, appartenente alla Schola fin dagli anni ‘quaranta. Oggi, è quasi buffo pensare che a quel tempo fosse addirittura difficile chiamare avvocatessa un’operatrice del diritto solamente perché di sesso femminile. Per fortuna, grazie a questo ed a moltissimi altri esempi che hanno contraddistinto un’inversione di tendenza nei tempi, le cose sono decisamente cambiate, tanto nel campo sociale quanto più in ambito iniziatico. Interessantissime le Sue pubblicazioni contenute nel libro “La Fenice”, in particolare quella sulla “Pasqua” che fa ben intendere l’origine magica delle grandi religioni ed i rapporti analogici tra le rappresentazioni antropomorfe e le leggi che presiedono alla ciclica evoluzione dell’anima umana. Ma anche nel “Mese Mariano”, viene magistralmente descritto l’elemento femminile quale fondamento storico-antropologico del culto, dimostrandone l’identificazione con la concezione primigenia dello Spirito Santo rimasta integra nella dottrina gnostica. Ma più di tutto, in questo scritto, mi ha colpito l’attenzione il riferimento esplicito che scaturisce da una profondissima indagine etimologica e filologica tra il nome Maria (da Mar e non a caso Myr) ed il mese di Maggio, entrambe le parole con la stessa iniziale (mem ebraica), e maggio scomposto porta a M-AGH, pertanto anche mater agens con tutti gli annessi e connessi. A questo punto mi viene spontanea una domanda: ma questo M-AGH, di stampo prettamente femminile, vuol forse ricordare che il corrispondente stadio evolutivo indicato dal Maestro Kremmerz nel “Mag”, stato di trance attiva per provocare “ad arte” la concezione e liberazione del Nume, sia una caratteristica principalmente (anche se non solamente) femminile? L’ultimo quarto di secolo di storia documentata della Schola Ortodossa, credo che a tutti gli effetti, sia un sigillo a dimostrazione di tutto questo.
    Un caro saluto.

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Ancora alcune cose sull’importanza storico-antropologica e filosofico-ermetica del Principio Femminile nella Vita Universale. Secondo la tradizione Egizia, che bene ha retto nei vari passaggi dinastici, le forme materiali visibili ed anche invisibili sono sì espressione della maschia potenza solare, ma per la loro realizzazione oggettiva necessitano dell’intermediazione dell’utero lunare. Pertanto è proprio tale ultimo Principio che permette la fusione o compenetrazione di sostanze differenti presenti in Natura. Allora il Principio Femminile integra in sé e quindi presiede anche all’equivalente maschile, ed è forse per questo motivo, come si apprende da opere oggi accessibili, quali ad es. “L’eredità isiaca e osiridea dell’Egitto sacerdotale – Editrice Miriamica”, curata direttamente dal Maestro M.A. Iah-Hel, ma anche nei riferimenti alle “Officine Isiache (intese in senso Iniziatico)”, presenti in scritti e Fascicoli dello stesso Maestro Kremmerz, che le antiche Confraternite Isiache, “che avevano in Iside, principio femminile integrante in sé anche il maschile, la loro origine”, erano strutturate in Matriarchia. Si comprende chiaramente come tale concezione, sia completamente discostata dalla deviazione post-cristica, ma anche dal pensiero corrente in tutta la buia età di mezzo, ma pure dall’approccio in epoca rinascimentale, dove le rinverdite logge di stampo massonico contemplavano gradi ed incarichi quasi esclusivamente al maschile, avendo probabilmente smarrita la chiave analogica che nasconde il mistero della potenzialità creativa dentro e fuori l’essere umano, anche perché l’essere che agisce è simbolo Isiaco credo riconducibile alla “Mater Agens”, mentre il fattore che ne determina le potenzialità è insito nel relativo grado di purezza, penso riferibile al concetto di “Virgo Potens”.
    Un caro saluto a tutti.

    guglielmo tell
    Partecipante
    Post totali: 214

    dei gioielli ispirati al lavoro alchemico del principe raimondo di sangro..
    un caro saluto
    livio
    http://www.ilroma.net/news/spettacoli/moda-debutto-i-gioielli-athanor

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Benvenuto e Auguri al nuovo nato Quaderno delle Accademie Miriamiche, con un abbraccio grato alle Sorelle e ai Fratelli della Giuliana!
    Original author: mandragola11

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    MI associo al benvenuto con il più vivo interesse di poter leggere a breve il I Quaderno dell’Accademia Giuliana. E’ davvero una cosa meravigliosa questa nostra Schola che accomuna e integra gli sforzi di ognuno in un unico obiettivo e ideale. Molto belli anche i colori scelti per il Quaderno della Giuliana.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 367

    Una nota ancora, nell’approfondimento della lettura del Quaderno, che mi ha molto interessato, è stato ritrovare quel “fil rouge”, che ha caratterizzato anche il Quaderno della Sebezia, sul Principio Femminile della Natura che nutre e sostenta ogni Essere Vivente attraverso la Madre Terra la quale, come diceva il Santo Umbro, nel Cantico delle Creature, “ci sostenta e ci governa” .
    E’ davvero sorprendente, quindi, scoprire che questo Principio si mostra nelle sue manifestazioni, nella maniera più variegata: ad es. nella storia del mito dei nostri antenati, laddove le cose non funzionavano per il verso giusto, ci si accorse che mancava, nel Pantheon degli Dei, una Divinità Madre ed introducendola tutto si mise a posto; o piuttosto che il serpente femmina dopo l’accoppiamento può tenere il seme dentro di sé anche per un anno, in attesa che le condizioni siano propizie per la futura nascita della prole; oppure che in un percorso evolutivo, dalle Superiori Gerarchie di Miriam, venga donato, secondo Giustizia, tenendo conto della natura e qualità di ogni Numero della Catena.. credo che tutto questo abbia un’Unica Matrice e che accada “Per Amore e solo Per Amore” e che sia questa Legge che garantisca la Vita e le permetta di Essere, non certo il predominio e la prevaricazione che nella storia si è operato in secoli di oscurantismo patriarcal- patristico in cui si riteneva e, nella cultura dilagante, si ritiene ancora, che la Natura voglia essere presa e che vada sfruttata, senza pensare che non si prende nulla che Lei non voglia concedere ed è Lei che permette a chi le si avvicina di operare il Miracolo di Una Cosa Sola! La consapevolezza di certi meccanismi, come Esseri facenti parte di un Tutto, mi colpisce molto nella loro bellezza toccante e credo che abbiano la capacità di restituirci e avvicinarci a noi stessi e aprano dentro di noi porte(magari ri-tenute chiuse con lucchetti a doppia mandata!!!) che ci possano riconciliare con la parte più profonda e vera di noi!

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Il post di wiwa pone l’attenzione su di una questione affrontata enne volte, che però è sempre bene rimarcare: i disastri provocati nei secoli, specialmente negli ultimi dalla cultura patriarcale a Madre Natura, il cui approccio nel tempo si è letteralmente spostato da una dimensione di ossequio per ogni cosa offerta, tipica delle culture originali e dei popoli indigeni prima di essere inquinati in tutti i sensi, all’ormai consolidata direzione di sfruttamento delle risorse oltre ogni limite imposto dalla logica. La violenza verso questa prerogativa della Vita, e di riflesso verso la condizione femminile nella sua interezza, porta oggi ai risultati di estremo impatto su tutto l’ecosistema perfettamente evidente anche a coloro che non lo vogliono vedere. Ma fermiamoci alla prima componente grafica del Timbro che compare sulla copertina del Quaderno dell’Accademia Giuliana: il primo serpente che esce eretto dalla Terra, ci comunica l’incessante spinta dell’Impulso Regolatore che a questo livello si manifesta come energia ctonia pura, di Natura più Fisica (da Fisis=Natura) che mai. E forse non a caso, come opportunamente citato da wiwa, proprio nel serpente l’impulso vitale impone una maggiore responsabilità al femminile, in quanto nella radice istintuale anche se non mediata da relativa capacità cognitiva, è codificata tale competenza tipica delle femmine delle varie specie e sottospecie, alle quali spetta di decidere il timing propizio alla fecondazione e conseguente partogenesi della prole. Questo credo stia a significare che, nella scala evolutiva o zoografica che dir si voglia, la peculiarità della dimensione femminile inizia veramente da lontano.
    Un caro saluto

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Proseguendo nella lettura del Quaderno dell’Accademia Giuliana, si evince chiaramente l’interesse ad inizio ‘900 per Giuliano l’Apostata da parte dello scrittore Prezzolini. E’ lo stesso Prezzolini unitamente ad alcuni suoi contemporanei che deliberatamente attacca il senso comune dell’epoca (“il mare morto della volgarità”), riscontrandolo antitetico rispetto alla potenziale espansione di cardini dell’Arte in senso lato, quali Verità e Bellezza. A questo proposito, compare in calce alla pagina la citazione tratta dalla Pragmatica Fondamentale nella quale il Maestro Kremmerz scrive: “E’ questa una società in cui l’assoluto non è concepito né nell’espressione artistica del Bello, né nell’immagine del Vero”. Più di cento anni or sono, il Maestro già intravedeva questa decadenza di valori permeare l’intero sistema sociale, in particolare nella non considerazione dell’Assoluto, ed a scalare nella negazione del Bello e del Vero. La progressiva degenerazione di tali qualità di Natura sublime, ha poi portato, complice anche l’evoluzione tecnologica dei sistemi mediatici, ad identificare il Bello con la rincorsa a stimoli artificiali filtrati ad arte (arte con la a minuscola), ed il Vero non come spunto di ricerca mediante l’utilizzo soggettivo delle capacità tipicamente intellettive (l’Intellectus di greca memoria), ma invece in ragione al carisma sociale spesso artefatto, con il quale si sono baloccati i vari arrampicatori probabilmente di tutte le epoche, con effetto sicuramente devastante proprio grazie alla tecnologia mediatica degli ultimi decenni a questa parte. Questo per dire che stiamo sempre più spostando l’attenzione dalla sostanza delle cose a discapito dell’apparenza, l’essenza di un prodotto viene subordinata alle modalità con le quali lo si presenta.
    Avanti tutta nella lettura, con la giusta attenzione agli spunti razionali ma anche emotivi.
    Un caro saluto.

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Nell’appendice al Capitoli I, relativamente al paragrafo “sul nome dell’Accademia e su Giuliano Imperatore”, compare una sintesi estrema sul logo accademiale: nello specifico rappresenterebbe sia la condizione “giuliana” o “solare-umana”, sia il percorso da compiere al fine di realizzare tale ultima condizione. Nelle riflessioni nel corso delle attività di preparazione del Quaderno, in particolare già in stato di avanzamento dei lavori, era maturata in me una considerazione, ovviamente, per ovvi limiti, molto meno sincretica: il primo serpente che esce eretto dalla terra rappresenterebbe l’incessante spinta dell’energia ctonia che così si manifesta, quindi a questo livello di espressione dell’Impulso Regolatore, il simbolo serpentino è tutto orientato alla soddisfazione dei bisogni fisici. Quando poi tale serpente eretto, si dota simbolicamente di ali che compaiono ai lati della testa, (sede dell’intelletto, che, per analogia di forma, ha la stessa espressione grafica del globo terrestre, ove tra l’altro, tutte le forze in esplicazione delle loro finalità, sono omologhe alle stesse forze presenti nei Centri produttori dell’Universo), letteralmente morde agganciandolo il secondo serpente ciclico, e qui la manifestazione dell’Intelligenza Creatrice, comincia ad anelare un percorso ciclico progressivo teso alla consapevolezza dei Rapporti Causali, mediante la rappresentazione grafica della forma ellittica, a significare il ciclo ( o meglio gli innumerevoli cicli ) di trasformazione fenomenica della materia. D’altronde, come scrive il Maestro Kremmerz nell’Avviamento, “il moto è il movimento base di ogni rinnovazione, nel mondo fisico e in quello della mente umana”. Il terzo serpente disposto a falcata crescente, con capacità di contatto ed aspirazione diretta dell’Energia Cosmica, visto il foro boccale aperto, pur poggiandosi necessariamente sull’Uroboros, graficamente gli sta al di sopra, nell’espletamento operativo di apertura espansiva al Mondo delle Cause, o in stato di cosciente convibrazione con tale dimensione, rappresenterebbe tale potenzialità, altrimenti presente solamente in condizione embrionale.
    Ho piacere comunque di continuare ad approfondire, per quanto mi è possibile, questa trattazione, man mano che scorrerà la lettura del Quaderno, che sicuramente offrirà nuovi spunti.
    Un caro saluto.

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