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  • Nico
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    Si Wiwa ho notato anch’io ultimamente diverse persone anche piuttosto visibili che reclamano la libertà di togliersi la mascherina denunciando uno stato cattivo totalitario come se emanasse norme senza senso.
    Forse ignorano che la parola “libertà” è più uno stato soggettivo che oggettivo, difatti se ognuno di noi ne provasse a dare una definizione molto probabilmente avremmo tutte spiegazioni diverse. Mi chiedo quindi come si possa massificare un concetto diverso per ogni persona…

    Credo anzi che proprio le persone che pronunciando la parola “libertà” gonfiano bene la bocca fieri del loro status libero siano forse le meno libere in assoluto e vittime di qualche sistema, e diano un nome alla loro gabbia chiamandola libertà. Ma lasciando il settimo cielo della mia fantasia e tornando terra terra, riguardo il discorso della mascherina mi viene in mente il concetto di gerarchia e di rispetto delle regole, se viene emanata una legge in un momento di difficoltà come questo si rispetta senza se senza ma, anche se costa rinunce personali bisogna guardare al bene comune.
    Mi pare di ricordare che anche il Kremmerz scrisse che quando una società spirituale si organizza il rispetto nella struttura gerarchica diventa indispensabile. Stessa cosa nello stato se c’è una legge si rispetta se non vogliamo vivere nell’anarchia con il caos che ne deriva…

    Nico
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    Più che in “luoghi strategici nei passaggi chiave della geomorfologia del luogo”, si edificavano vicino a corsi d’acqua dolce, aspetto in comune credo per tutti i culti femminili.
    Anche l’epiteto Sainate sta proprio ad indicare sanante quindi riguardante guarigioni.
    Poi con la romanizzazione pare che il culto sia stato accostato con quello di Minerva

    Nico
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    Per quanto riguarda la Dea Reitia ho trovato un testo ben fatto che ne parla nel capitolo a pagina 106. Vi linko il pdf: https://iris.unive.it/retrieve/handle/10278/3679958/83857/Venetkens%201.pdf

    Visto g_b scriveva che non trovava testi in italiano, questo sembra buono. Effettivamente ci sono somiglianze con le altre divinità femminili del mondo romano ed egizio, mi informerò meglio su altri aspetti che mi mancano e poi magari porto qualcosa di scritto, un saluto!

    Nico
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    M_Rosa non ho mai sentito nominare questa Dea Retia e mi incuriosisce parecchio visto che la comunanza geografica! Grazie per la segnalazione!

    Nico
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    Si Wiva l’argomento della signatura è molto bello e credo anche basiliare per chiavi di letture analogiche. Ritengo che la signatura sia estremamente collegata alla forma dell’oggetto/soggetto in questione e la forma diventa quasi “l’utero” che contiene il contenente. Mi pare di ricordare che Kremmerz diceva che se prendiamo un bicchiere di vetro e lo facciamo fondere non diventa più ne un contenitore ne un bicchiere ma solamente materiale amorfo ed inespresso, quindi la forma ha valore interconnesso all’essenza e questo vale per soggetti ed oggetti.

    Scrivi giustamente che la signatura si manifesta nel mondo naturale attraverso minerali, vegetali ed animali, ma aggiungerei che la signatura comprende anche i mondi celesti. Agrippa nella sua Filosofia Occulta scrive moltissimo al riguardo e da anche proprio delle figure di caratteri, se pensiamo che tutti raffiguriamo il sole con un cerchio e la luna con un mezzocerchio o con le corna per l’Ariete e il Toro, diamo per scontato questa teoria dove spesso non si riescono a capirne le cause. Anche i caratteri che si trovano nei rituali credo rientrino nella teoria delle signatura, quindi l’argomento è veramente vasto!

    Portando degli esempi più pratici leggevo l’altro giorno che le noci, la cui forma ricorda la corteccia celebrale, sono ricchissime di acido linoleico e alfa-linoleico e di minerali come fosforo, potassio e magnesio, utili nella prevenzione del declino cognitivo. Oppure le carote tagliate, assomigliano ad un occhio e queste contengono grandi quantità di beta-carotene, precursore della vitamina A, fondamentale per la salute dell’occhio e utile nella prevenzione della degenerazione maculare dovuta all’invecchiamento. Leggevo anche che L’avocado ha la forma di un utero e, se tagliato trasversalmente, ricorda un ventre materno durante la gravidanza, mentre il grosso seme assomiglierebbe a un feto (pensate che per far crescere il frutto di avocado servono esattamente nove mesi!). L’avocado è ricco di vitamine del gruppo B, tra cui riboflavina, niacina, biotina e acido folico: è infatti consigliato alle donne in gravidanza e sembra addirittura utile nella prevenzione del cancro al collo dell’utero.

    Nico
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    Tornando alla domanda di M_Rosa mi viene in mente molto semplicemente che la maggior parte delle donne sono più sensibili degli uomini quindi forse sono più delicate nella flora batterica. Per me è proprio un discorso di sensibilità differenti

    Nico
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    Ho letto il pdf “Il simbolismo lunare e l’elettromagnetismo nella S.P.H.C.I. di G. Kremmerz”, mentre per “le comete possibili portatrici di vita” non l’ho trovato nel sito, magari se riesci a linkarmi qualcosa ti ringrazio.
    Se devo provare a darmi una risposta direi che essendo materia provenienti da astri, contenga delle caratteristiche proprie in base alla regione astrale appunto di provenienza e alla sue forme. Quindi come le fasi lunari hanno degli effetti su di noi, anche gli sciami meteorici ne potrebbero avere degli altri.
    Quando mi è sorta questa domanda credevo che gli eventi degli sciami meteorici fossero imprevedibili o comunque un qualcosa che non si ripetesse con cicli ben precisi, invece mi sembra che si possano prevedere e che anzi si trovano indicati sul web tutte delle liste.

    Provando ad oggettivare la questione ho trovato che nel decimo punto della porta ermetica Kremmerz tratta l’argomento. Mi ha colpito la differenziazione tra la stella fissa che viene definita una evoluzione compiuta di un uomo intelligente integrato nei suoi poteri divini e quindi una creazione, il numero tre; e tra la stella caudata che invece compare a cicli.
    Sembrano essere delle creazioni che ad intervalli di tempo si manifestano portando portando sia materiale ma anche essenze intrinseche.

    Nico
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    Un buongiorno a tutti!
    Ho notato che nel sito assieme alle fasi lunari vengono anche segnati gli sciami meteorici, che legami intercorrono tra loro e noi uomini?

    Nico
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    Un buongiorno a tutti! E un ringraziamento per le vostre risposte!
    Rileggendo la mia conclusione effettivamente è poco chiara e fonte di equivoci quindi proverò a spiegarmi meglio (anche se oggi ho un forte mal di testa che non mi permette molto di concentrarmi!) innanzitutto intendevo per ‘arte’ tutto ciò che rimandi all’oggettistica come dipinti, scultoria o componimenti scritti, non considerando il suo significato come aggettivazione di un qualcosa “fatto a regola d’arte”. La mia deduzione che l’arte non può essere espressione ermetica probabilmente è vera solo in parte o comunque solo in alcuni casi e necessita di chiarimenti.
    Quando si ha l’ermes? Quando si realizza? Credo quando svolga la sua funzione principale di messaggero tra le altre divinità, fungendo da intermediario, da un mezzo, questi messaggi non li crea lui però. Mi vengono in mente due esempi presi dalla letteratura, il primo è nell’Asino d’oro quando Venere si reca da Giove per “valersi della voce stentorea del dio Mercurio” e della sua funzione di banditore. L’altra è nell’Odissea quando Ulisse nell’isola di Ogigia viene visitato da Mercurio che gli reca un messaggio da parte di Giove. Sarebbe interessante un confronto tra Ermete e Mercurio, ricordo di aver letto in un commento nel quale si diceva di non confonderli, sinceramente non saprei in cosa si differenziano! Ma comunque dai due commenti scritti sopra, Ermete o Mercurio da solo è insufficiente ed ha bisogno di altre divinità che lo comandino.

    Tornando all’arte, può allora esserci espressione ermetica in un oggetto? Prendiamo un esempio interessante, quello che Kremmerz chiama la lettera-lumi, per esempio quella che ha scritto datata 1908. Qui si ha una parte scritta che è la lettera e poi un’altra che è “lumi”, quindi è sia tradizione scritta ma anche luminosa, allora quando si verifica e si può ottenere? Credo che la risposta sia nel conoscere i soggetti cui è rivolta con le relative modalità utilizzate e le finalità volute. Se difatti il messaggio è arrivato ai destinatari a me è arrivato ben poco!
    Prenderei un altro esempio, parlando per immagini mi è venuto in mente il Chorus Philosophorum (pag. 249 vol.3 S.M.), qui abbiamo in parte una figura che viene definita mercuriale, si tratta di un disegno con molte scritte latine quindi c’è tutta l’arte di cui scrivevo, disegno e scritti. Ma quando si realizza la trasmissione dell’Ermes? Non forse quando un maestro lo spieghi? Forse anche attraverso il “nosce te ipsum” si può raggiungere questo metodo ermetico appunto, ma quanto lontana sembra essere!

    Nico
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    Post totali: 25

    Proprio oggi stavo leggendo Fedro di Platone, leggendolo mi è proprio venuto in mente questo topic e credo che l’argomento trattato sia il medesimo, ne riporto gli aspetti più salienti cosicchè chi non lo conosca lo possa leggere per la prima volta e chi invece già lo abbia letto lo possa richiamare alla mente. Socrate parlando con Fedro della questione dell’opportunità e inopportunità dello scrivere racconta il mito di Theuth:

    “A Naucrati d’Egitto dimorava uno dei vecchi dei del paese, il dio a cui è sacro l’uccello chiamato ibis, e di nome detto Theuth. Egli fu l’inventore dei numeri, del calcolo, della geometria e dell’astronomia, per non parlare del gioco del tavoliere e dei dadi e finalmente delle lettere dell’alfabeto. (E’ proprio il nostro caro Ermete!) Re dell’intero paese era a quel tempo Thamus, che abitava nella grande città dell’Alto Egitto che i Greci chiamano Tebe egiziana e il cui dio è Ammone. Theuth venne presso il re, gli rivelò le sue arti dicendo che esse dovevano esser diffuse presso tutti gli egiziani.”
    “Quando giunsero all’alfabeto:’Questa scienza, o re – disse Theuth – renderà gli egiziani più sapienti e arricchirà la loro memoria perchè questa scoperta è una medicina per la sapienza e la memoria’. E il re rispose:’ O ingegnosissimo Theuth, una cosa è la potenza creatrice di arti nuove, altra cosa è giudicare qual grado di danno e di utilità esse posseggano per coloro che le useranno’. E così ora tu, per benevolenza verso l’alfabeto di cui sei inventore, hai esposto il contrario del suo vero effetto. Perchè esso ingenererà oblio nelle anime di chi lo imparerà: essi cesseranno di esercitarsi la memoria perchè fidandosi dello scritto richiameranno le cose alla mente non più dall’interno di se stessi, ma dal di fuori, attraverso segni esterni: ciò che tu hai trovato non è una ricetta per la memoria ma per richiamare alla mente. Ne tu offri vera sapienza ai tuoi scolari, ma ne dai solo l’apparenza perchè essi, grazie a te, potendo avere notizie di molte cose senza insegnamento, si crederanno d’essere dottissimi, mentre per la maggior parte non sapranno nulla; con loro sarà una sofferenza discutere, imbottiti di opinioni invece che sapienti”.

    Ora, forse starete pensando, si bellissimo questo mito, ma cosa c’entra tutto questo con le arti?
    Ecco, poco dopo Socrate dice: “la scrittura è in una strana condizione, simile veramente a quella della pittura. I prodotti cioè della pittura ci stanno davanti come se vivessero; ma se li interroghi, tengono un maestoso silenzio. Nello stesso modo si comportano le parole scritte: crederesti che potessero parlare quasi che avessero in mente qualcosa; ma se tu, volendo imparare, chiedi loro qualcosa di ciò che dicono esse ti manifestano una cosa sola e sempre la stessa. E una volta che sia messo in iscritto, ogni discorso arriva alle mani di tutti, tanto di chi l’intende tanto di chi non ci ha nulla a che fare, nè sa a chi gli convenga parlare e a chi no. Prevaricato ed offeso oltre ragione esso ha sempre bisogno che il padre gli venga in aiuto, perchè esso da solo non può difendersi ne aiutarsi.”

    Per quanto mi riguarda credo che appunto che la scrittura, la pittura e l’arte in genere non siano in grado di trasmettere la vera scienza ermetica, questo si può fare solo attraverso un insegnamento orale e appunto ‘seminando parole con scientifica consapevolezza’ in un anima adatta.
    Dico che per me non può esserci movimento dell’Ermes nell’arte comune ma solo nella tradizione orale questo credo sia confermato sia da Platone che da Kremmerz!

    Un saluto e buona domenica!

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