Taggato: Cambiamento Climatico, Draghi, Drammi Sanitari, Finanza, Gender, Pandemie, Scienza, Speranza, Transizione Ecologica
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Grazie Wiwa delle notizie … riflettevo in merito all’oro secondario prodotto dal batterio C, che più che un materiale di scarto, mi fa pensare al risultato di un processo chimico/Alchemico, in cui il batterio digerisce elabora e trasforma sostanze tossiche in Oro!!!!
Quindi un esempio concreto in natura di trasformazione di metalli vili in metallo puro.
Buona giornata a tuttiA me invece le peculiarità di questo batterio hanno fatto pensare che se in natura esiste la possibilità di utilizzare anche qualcosa di tossico per alimentarsi, probabilmente questa capacità adattativa risiede anche nell’uomo, ed anche se non c’è ne accorgiamo, è quella che ci sta consentendo di sopportare l’inquinamento ambientale ed alimentare che abbiamo creato.
Ringrazio Mercuriale e Gelsomino sulla questione batterio, la adattabilità, inoltre, mi ha fatto pensare all’elasticità della Vita(oltre che del Metodo Ermetico, praticato nella Schola che ne persegue le Leggi!) e,in definitiva, all’Intelligenza della Materia che, se è necessario, si disfa e si ricrea, indossando un nuovo abito, ma se può scegliere, si auto- salvaguardia,rigenerandosi e cambiando forma, essendo in grado di modificarsi ad hoc….forse è questo il senso che si avvicina di più a ciò che recitiamo quotidianamente”Morte, principio di Vita Nova” e che non avevo mai preso in considerazione da questa angolatura… Buona Domenica a tutti
A proposito del post di wiwa70 dell’10 scorso, i batteri responsabili della produzione di piccole pepite di oro sono in realtà due: il Cupriavidus metallidurans e il Delftia acidovorans. Essi si differenziano essenzialmente perché il primo inattiva l’oro all’interno del citoplasma cellulare e l’altro all’esterno, prima ancora che vi penetri. Dal secondo batterio è stata estratta una proteina, la delfibactina, di cui è stata individuata la sequenza genica che ne codifica la sintesi. La delfibactina consente al microrganismo di far precipitare l’oro al suo esterno, formando così una preziosa corazza cellulare. Inutile dire che negli ultimi decenni sono stati studiati numerosi metodi per utilizzare questa prerogativa del batterio per la purificazione di ambienti naturali inquinati soprattutto dall’industria mineraria e perfino per recuperare, da strumenti elettronici di ogni genere, il loro contenuto in oro con la tecnica del “biomining” che ne permetterà anche il riciclo: a questo proposito la Apple sta avviando una fase di riciclo dei minerali componenti i suoi dispositivi!
Questo lo stato della ricerca scientifica. Dal nostro punto di vista, la scoperta divulgata permette di fare alcune considerazioni. Innanzi tutto viene ribadita ulteriormente l’unità della Materia e la versatilità degli elementi costituenti la Materia stessa, che possono transitare dal regno minerale a quello vegetale sino a quello animale. Si deduce anche,come diceva nel suo post gelsomino, che non esiste una tossicità assoluta di nessuna sostanza, i metalli in questo caso, perché alcune specie viventi non solo ne tollerano la presenza ma sono addirittura legati ad essa per la sopravvivenza. Materia organica e materia inorganica sono separate solo in apparenza e vivono della stessa Vita.Tutto ciò che vive è interconnesso perché legato alla Matrice unica da cui origina. E’ interessante notare come queste osservazioni si incrocino con quelle che ha postato catulla 2008 nel forum sulle nuove frontiere della medicina l’11 scorso.
Un abbraccio a tutti.Riporto una notizia Ansa di oggi che mi è parsa interessante e che titola il ritrovamento di una proteina all’origine della vita sulla Terra, la Amiloide, diffusa in natura che sa replicarsi. Gli studiosi ,infatti, sostengono che mancava un solo requisito per farne una possibile base per l’origine della vita sulla Terra e ora è stato trovato. Questa proteina oltre a formarsi spontaneamente con grande facilità, potrebbe essere capace di auto-replicarsi, secondo gli studi del Politecnico di Zurigo, facendone un possibile precursore della Vita. Per lungo tempo essa è stata, considerata una anomalia biologica, infatti, la proteina amiloide gode anche di una “cattiva reputazione” perchè la sua presenza è legata a malattie neurologiche, come Alzheimer e parkinson. Nello stesso tempo, però, è alla base di molte forme di vita dai batteri ai lieviti, dai funghi all’Uomo. La sua struttura chimica è composta da catene molto corte(peptidi) in grado di accelerare le reazioni chimiche, similmente agli enzimi. L’unico ostacolo alla teoria di possibile precursore delle molecole della Vita era la mancanza di un requisito essenziale: capacità di replicarsi. Nel 2015, il gruppo di ricerca aveva dimostrato che si poteva ricreare con grande facilità, partendo da semplici aminoacidi, che probabilmente già esistevano nella Terra allo stato primitivo. Finora era l’Rna , braccio destro del Dna, la molecola considerata, la più probabile radice della vita sulla terra, in quanto capace di codificare le informazioni e replicarsi. Ma per i ricercatori svizzeri, l’ipotesi delle amiliodi è più plausibile perchè le molecole di Rna sono più grandi e complesse e quindi più difficili da formarsi spontaneamente con le condizioni della terra allo stadio primitivo. Questa notizia mi ha fatto riflettere sul fatto che sembrerebbe dunque che le caratteristiche basiche del Principio Vita siano sempre le stesse: Semplicità e capacità di Auto-riproduzione! Una buona giornata a tutti
La notizia riportata da Wiwa70, a proposito dei batteri che si nutrono di metalli tossici producendo oro, mi ha riportato alla mente una riflessione che, parecchi anni fa, ragazzo, mi portò a porre un quesito a uno degli adulti del mio entourage: “in fin dei conti le sostanze inquinanti sono anch’esse di origine naturale, perché non c’è altra origine. Perché dunque dovrebbero inquinare?”. Mi fu risposto, ovviamente, che quelle sostanze non erano più nel posto giusto, erano state “spostate” dalla loro sede naturale. Oggi, alla luce di quanto accennato da gelsomino e approfondito da fleurdelys, capisco il senso profondo della mia domanda ingenua di allora, alla cui base si colloca l’intuizione dell’unicità della Materia. Materia che (senza voler per questo, in nessun modo, giustificare l’inquinamento ambientale) evidentemente possiede in sé l’intelligenza per rigenerarsi, trasformarsi, riequilibrarsi. E questo è confortato da altre recenti scoperte: è di qualche tempo fa la notizia della scoperta, da parte di un team giapponese, di alcuni batteri (ancora loro, i batteri!) che digeriscono la plastica. Per di più, pochi mesi fa, una ricercatrice italiana, operante al cnr spagnolo, ha scoperto un particolare bruco che, anch’esso, mangia la plastica. Sono notizie per me consolanti…chissà che non si possa arrivare, in un futuro non troppo lontano, a dissolvere le enormi isole di plastica presenti negli oceani.
Mi ha incuriosito un articolo di economia finanziaria di oggi che assicura che in un futuro sempre più tecnologico ci saranno mestieri che non potranno essere sostituiti dai robot! Il motivo è semplice :tutto ciò che è creatività e fantasia di un artista (scrittore,pittore o chef in cucina che sia),il problem solving del settore commerciale, la tenacia e strategia imprenditoriali, la empatia delle relazioni di aiuto nel settore socio-sanitario sono impossibili da replicare artificialmente e rimangono ambiti esclusivi e patrimonio dell’ Umanità…. chissà se ,nonostante il grande contributo che la tecnologia offre ogni giorno all’ Uomo, questo vuol significare anche che piuttosto che creare con la nostra Intelligenza qualcosa che ci sostituisca, possiamo cominciare a prendere in considerazione di mettere la tecnologia al servizio dell Umanità per potenziarci e conoscerci più a fondo, prendendo Coscienza di ciò che siamo davvero poiché tutto può concorrere al Nosce te ipsum? Che ne pensate? Un caro saluto a tutti i naviganti
Dimenticavo di dire che anche la trasmissione sapienziale di un Insegnante o Maestro che non sia nozionismo è considerato patrimonio dell’ Umanità e non replicabile artificialmente da un robot!
alzi la mano chi non è mai stato “tradito” dalla tecnologia? anche nella forma più sofisticata e perfetta non può essere comparabile all’apporto umano. Tuttavia e lo vediamo proprio in questo contenitore moderno e tecnologico che ci ospita, non è banale dire che sia un mezzo al passo con i tempi che può essere usato intelligentemente a fin di bene. Ma… se la rete come comunicazione trova nell’essere umano una corrispondenza tale che può essere un canale per il lievito spirituale, che è vita, perchè non lo potrebbero essere anche i robot e tutta la cybernetica appresso?
Ad esempio la chirurgia robotica sembra presenti dei vantaggi, anche se non è esente da rischi (ad esempio le infezioni).Come sempre tutto sta nel manico, cioè in chi usa le cose.
Credo che le macchine, in fondo, siano il risultato dell’astrazione, prima, e dell’oggettivazione, poi, di qualità umane sconosciute o perdute o non ancora sviluppate: comunque potenziali.
Pensiamo a soggetti considerati malati come i portatori di certi tipi di autismo: riescono a calcolare alla velocità di un computer e con la medesima precisione al decimale compiono operazioni matematiche complesse fino a superare la scienza informatica nel calcolo delle probabilità! O ancora a quanto avvenuto in certi nostri santi e/o sciamani nordamericani in grado di bilocarsi, presentire, intuire linguaggi di ogni tipo quanto e più dei traduttori online.
E che dire dei cosiddetti fenomeni ‘paranormali’ che denotano facoltà non misurabili né standardizzabili e che pure hanno fatto emergere medium in grado di aiutare la polizia nelle ricerche, di formulare previsioni, di anticipare eventi a lungo o breve termine, e via dicendo?
Quando oltre trent’anni orsono mi erano capitati in mano per la prima volta i libri della Scienza dei Magi e la magistrale loquela di J.M.Kremm-erz mi ero chiesta a lungo perché avesse tanto indugiato (vedasi Primo Volume) a descrivere i vari tipi di medium. Col tempo ho pensato che non descrivesse il medium ma l’UOMO nelle sue variabili osservabili e inconsuete.
E credo che, se una cosa è possibile a un essere umano, significa che è possibile all’umanità…: posto che riproponga la medesima condizione in atto al momento della manifestazione della capacità.
Ecco che, allora, le macchine sono oggi le protesi di quelle che un tempo erano forse doti intrinseche e patrimonio dei più evoluti: esseri integrati alle facoltà umane possibili ma giacenti allo stato ipotetico nell’organismo più o meno sviluppato.
Il tipo dell’Adamo, quello che nel terrestre paradiso dialogava con ogni essere vivente e ne conosceva codici e relazioni tanto da sentirne il ‘nume’, è certamente lontano da noi nella sua attuazione nella carne, ma… le macchine ci consentono di vivere come se quelle facoltà (a livello elementare, ovvio!) le avessimo: e rendono tutti in grado di fruirne. Solo… come evidenziavano Tanaquilla e Mandragola… gli utilizzatori della macchina non hanno compiuto quel percorso di integrazione che associa alla facoltà acquisita l’intelligenza e la giustizia che le sarebbero connaturate: di qui, credo, il problema della moderna società e la necessità di recuperare, almeno per quanto possibile, la rettitudine e l’intelligenza che sempre dovrebbero accompagnare ogni potere, fosse pure quello di ripulire i panni sporchi o di gelare / scaldare.Perfettamente d’accordo, Tanaquilla, che dipende da chi e come usa gli strumenti! Catulla, susciti in me una piccola considerazione: ad esempio nell’arte che è la classica attività che umanamente dà subito l’idea della creatività, ebbene tutti sanno che l’uomo non inventa nulla, ma scopre nella natura quello che poi va a “inventare”. E questa è una cosa che sentivo anche qualche giorno fa in tv, ma chiedo venia non ricordo quale storico la dicesse. Un’altra è che, se non sbaglio, ci sono leggi fisiche che sostengono che se l’uomo pensa a una cosa che si crede che non esista, il solo pensarlo vuol dire che in realtà c’è. Lungi da me fare della teoria campata in aria. Ma sarà vero che tutto già esiste in seme o germe? Ciò potrebbe spiegare l’uomo per Kremmerz che in quanto medium cioè intermediario non fa che far nascere ciò che in natura è in fase ancora non manifesta?
Condivido le tue speranze, giuspino. Sappiamo che la Natura ha la capacità di rigenerarsi. Mi meravigliò molto, ad esempio, sapere che dopo una eruzione vulcanica massimamente distruttiva, sono i licheni che riportano la vita e la vegetazione, scavando la roccia e lasciando cadere sul suolo una piccola quantità di polvere ove qualche uccello lascia cadere un seme. Quindi speriamo che la scienza dell’uomo sappia e voglia trovare in natura l’aiuto giusto.
Mi trovo in accordo con mandragola11: la mia è solo un’idea che coltivo da ormai diversi decenni, al di là di quelle che potrebbero essere leggi o teorie fisiche a sostegno( credo che oggi vi siano, in campo fisico, orientamenti in tal senso). Tutto ciò che l’uomo “pensa” è realizzabile, poichè credo che attinga al serbatoio universale, oscuro e insondabile, di tutto ciò che è esistente, cui faceva riferimento, nei suoi scritti, il Maestro Kremmerz. E più la struttura dell’uomo è affinata, destrutturata, “purificata” ,per usare una logologia consona alla Schola, più le idee sono l’eco di un ordine superiore . Ma anche restando a livelli più “terrestri” è possibile attingere da quel campo insondabile per esprimere quella genialità di tanti illustri personaggi che hanno portato innovazioni a beneficio dell’umanità.
un caro salutoStando con i piedi piantati per terra e concreti, penso che prima di pensare all’insondabile si possa e si debba prendere coscienza di quello che è sondabile, ad esempio il nostro piccolo campo di azione, in noi stessi anche e fuori di noi. Non credi, holvi?
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