NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA

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  • GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Caro Bell, ti confermo che per me è senza dubbio interessante ed utile continuare ad esaminare i rimedi delle Lunazioni alla luce delle odierne conoscenze mediche e scientifiche , perché queste notizie ci aiutano a liberarci dal pericolo,sempre presente, di un atteggiamento mistico e ci danno il supporto di un approccio scientifico che spiega , almeno in parte, il meccanismo di questi rimedi , sottraendoli così, ove ancora ce ne fosse bisogno , alla sfera della superstizione e della credulità per suggestione. E concordo con Catulla sul fatto che la scienza ufficiale sempre più spesso arrivi ad avvicinarsi alle conoscenze della Scienza Ermetica ,e l’intensificarsi di questo fenomeno , credo, possa far ben sperare per un’accelerazione del processo evolutivo dell’umanità intera.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 367

    Ringrazio Bell per il suo contributo medico alle Lunazioni,testimoniandone la scientificità sempre più evidente attraverso le scoperte attuali della scienza, contribuendo anche ad un lavoro di attualizzazione della Tradizione Sapienziale Millenaria e Ortodossa. Molto utili, inoltre,ho trovato anche le ricette riportate che aiutano, a mio parere, a diventare più consapevoli di ciò che mangiamo, attraverso le varie componenti e abbinamenti degli alimenti utilizzati: ad esempio, erano giorni che sentivo la necessità di radicchio rosso senza capirne il motivo e con tutti i flavonoidi e vitamine in esso contenuti penso che l’organismo abbia cercato di comunicarmene la carenza e la necessità per rinforzare il sistema immunitario. Credo,infatti, che imparare ad ascoltarsi in questo senso sia una componente altrettanto importante del mangiare bene e sano!

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 367

    Davvero ricco di spunti il post di Catulla sulla trasformazione della materia vivente… nella visione di Steiner, per quello che so, Egli vedeva la Materia, non in termini quantitativi e cioè di combinazione meccanicistica degli elementi che la compongono ma in termini qualitativi, identificando in Essa una sostanza eterica, una sorta di quintessenza, in cui, come è stato detto, entrano in campo anche altre variabili, la luce, le influenze astrali e planetarie, i ritmi e le cadenze naturali dei vari periodi dell’anno(da cui lo sviluppo della agricoltura biodinamica). Il metodo d’indagine della Materia non può essere ,quindi, a suo parere, semplicisticamente analitica ma sintetica per cogliere l’aspetto essenziale della Natura ed è come se la Materia fosse il risultato(‘precipitato’) di una sintesi già in atto, che andrà ‘distillata’ man mano che l’evoluzione dell’Umanità procederà! In questo modo Egli tenta di superare la visione positivista e materialistico\meccanicistica della fine dell’Ottocento, visione che già ai primi del ‘900, entrerà in crisi, come si evince dalla ben documentata contestualizzazione della Pietra Angolare del Maestro M.A. Iah-Hel. Ma tornando alla visione ermetica, ho trovato interessante quindi, a proposito del concetto di forma della Materia, l’aspetto della sua organizzazione, che pur essendo Unica nel suo Principio, è allo stesso tempo variegata, a seconda della disposizione diversa degli atomi, la cui disposizione,che suppongo non sia casuale, sarà organizzata invece secondo la funzione che assume la Materia e il suo livello\grado evolutivo? Infine mi ha tanto incuriosito la frase con cui si conclude il post, che è misteriosa e a cui non riesco a non pensare: ma se il Principio Femminile è quello della “Luna delle Lune che genera le forme, le accresce, le distrugge, le rigenera” come si deve intendere l’espressione che “se nel Caos ci fosse stato solo il Principio Femminile che alla Forma presiede, non ci sarebbero state forme in quanto soggette a fusione…”? Un fraterno saluto a tutti naviganti

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Un paio di considerazioni sul post di Wiwa del 12 febbraio. A tutti gli effetti pratici, imparare ad ascoltare gli impulsi in campo alimentare provenienti dall’intero organismo è ottima cosa. Il problema, ovvio, sta nelle sovrastrutture costituite da abitudini fuorvianti, bisogno eccessivo di cibo, errori di interpretazione delle vere richieste che il fisico nella sua interezza lancia, ma che non vengono percepite. D’altronde, nelle conferenze di alcuni anni or sono sull’autopoiesi in campo alimentare, relative alla dieta hermetica nella prevenzione e nella cura delle patologie alimentari e metaboliche, vennero trattate le influenze siderali ed in particolare lunari su cibi e bevande, e, se ricordo bene, anche le molteplici interazioni intrinseche all’organismo umano, fondamentali per mantenere in vita (ed in salute) l’intero sistema organico. Siccome alimentarsi significa convertire i cibi introdotti nell’organismo stesso che li ha ingeriti (da qui il detto: siamo quello che mangiamo), e tenuto in debito conto che, ogni cibo, porta con sé la l’impronta della sua origine e del suo grado di genuinità o impurità, diventa quindi di fondamentale importanza che l’alimentazione, sia attenzionata in ottica biosoggettiva, centrata su di una accorta analisi qualitativa dei fattori nutrienti che costituiscono i diversi alimenti, e parimenti calibrata alle caratteristiche soggettive del singolo individuo. Il tutto, sarebbe auspicabile, mai scevro da una progressiva educazione di massa verso lo sviluppo delle abilità di autoascolto, unica modalità per imparare veramente a mangiare in modo sano ed equilibrato.
    Un caro saluto a tutti.

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Conoscere il nostro organismo attraverso le risposte ai diversi alimenti ingeriti è sicuramente un’apprezzabile lavoro sperimentale ma ritengo importante imparare a finalizzare il cibo a seconda di quello che ci apprestiamo a fare; cioè l’alimento deve essere visto come un veicolo e in quanto tale deve essere in sintonia con l’attività che devo eseguire. In tal senso va preso in considerazione anche il digiuno che in certi casi è richiesto per una determinata finalità.
    Buona serata a tutti

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 367

    Sicuramente il mettersi in ascolto s’intende con la parte più vera e profonda di noi stessi, anche attraverso un uso consapevole dell’alimentazione, nonostante le sovrastrutture che con le pratiche rituali, compreso il digiuno finalizzato,stiamo cercando di ‘scrostare’. Del resto se chiediamo ogni giorno Luce e Salute, è plausibile che le indicazioni terapeutiche ci possano arrivare in tanti modi diversi, se solo rimaniamo aperti e recettivi a ciò che ci circonda. La Sintonia va ricercata, a mio parere, a tutto tondo, fuori e dentro di noi, anche attraverso i prodotti che la Natura ci offre in ogni stagione per proteggerci e sostenerci nel sistema immunitario ed ancora la sintonia si può dimostrare a volte immediata e più evidente in alcuni casi particolari: ad es. “le voglie” di una donna in gravidanza, trattate quasi come un fatto superstizioso, è comprovato, anche per esperienze personali, che spesso sono risultate essere in linea con quello di cui il feto aveva bisogno in quel momento per il suo sviluppo intrauterino. In definitiva, per usare un’immagine estemporanea, noi potremmo essere come quel cielo fitto di coltri di nubi, attraverso cui un raggio di Luce riesce talvolta a penetrare nonostante tutto, in attesa di poter conquistare prima o poi,ce lo auguriamo tutti, quella”Intelligenza” che ci potrà donare la “Coscienza del Vero”.

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Il post di BELL del 13 febbraio u.s., riapre un capitolo importantissimo, diciamolo così, nell’economia alimentare di ognuno, proprio al fine di capitalizzare al meglio le dinamiche fisiologiche che la nutrizione comporta. Difatti, quando l’alimento viene consumato e “vissuto” in relazione alla finalità del momento, quindi direttamente proporzionato agli impegni da soddisfare nell’arco temporale seguente, pertanto nella fase digestiva, è sintomo di capacità di equilibrio soggettivo nell’approccio ai bisogni alimentari. Beninteso, non sempre attuabile, o meglio, sempre con la dovuta consapevolezza, “sforabile”, in tutte quelle occasioni nelle quali il buon senso individuale fa ritenere tale modalità flessibile. Quindi, anche il digiuno, quando finalizzato (praticamente sempre), risponde allo stesso meccanismo. D’altronde, sia che questo presenti una motivazione rituale, oppure puramente dietetica, un accorto utilizzo del digiuno è buona cosa. Senza mai dimenticare, il meccanismo intrinseco di autofagia, presente nell’essere umano e sicuramente in tutti i mammiferi superiori, viste le risultanze degli studi del Nobel per la Medicina dell’anno 2016, Prof. Yoshinori Ohsumi, già trattati nel forum, ma che è bene ricordarne le potenzialità, dato che l’operatività cellulare di autoeliminazione o meglio scrematura delle parti inutili di sé stesse, risulta particolarmente attiva in regime di limitazione alimentare, con la conseguente ri-attivazione di tutto l’impianto immunocompetente, verificata sperimentalmente ponendo organismi animali prima ed umani poi, in tali condizioni. Il tutto sempre con il giusto equilibrio, se vogliamo con “scienza e coscienza”, in quanto tutti sappiamo quanto siano indispensabili per il nostro benessere corporale i giusti alimenti per quanto riguarda l’acquisizione di vitamine dei vari gruppi, minerali, carboidrati e fibre alimentari, proteine e via di questo passo, e parimenti, per la stabilità psicofisica, la sensazione di pacatezza (né troppo, né poco) dinanzi all’impulso di base della nutrizione.
    Un caro saluto ed una buona serata a tutti.

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Vorrei portare l’attenzione sul nutrimento psichico : attraverso l’assunzione degli alimenti sopperiamo al bisogno energetico del corpo , ma come e con cosa alimentiamo il nostro apparato psichico ? Visto che il Maestro Kremmerz ci ha indicato che non è l’esofago la sola via di nutrimento del nostro organismo, poniamo attenzione alle altre vie o non ci pensiamo proprio e ci lasciamo inondare da qualsiasi tipo di stimolazione che coinvolga il nostro apparato mentale ? Sopportare questo ,non equivale al riempimento dello stomaco fino allo stato di cronica indigestione ? Mi viene da pensare che anche tutto il discorso sul Silenzio possa avere a che fare con la necessità di chiudersi selettivamente al coacervo di stimoli che ci raggiungono per non esserne ubriacati , e riuscire a mantenere un apparato psichico vigile e quanto più possibile terso. E per il suo nutrimento cosa si può scegliere? Mi sento di dire che un ottimo alimento è il Forum di questo sito aperto a tutti e quindi fruibile da tutti ,sano e rigenerante alimento per il nostro sistema nervoso.

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Caro Gelsomino, intanto bisogna comprendere cosa intendiamo per Psichico cioè attinente alla Psiche che oggi dal punto di vista scientifico “è intesa come il complesso delle funzioni e dei processi che danno all’individuo esperienza di sé e del mondo e ne informano il comportamento”.
    In questa complessa articolazione un ruolo primario è svolto dagli organi di senso che sono i veicoli nutritivi; a questi va aggiunto tutto quello che abbiamo visto nei precedenti post in cui abbiamo parlato dei centri associativi, degli schemi della memoria, dell’apprendimento, dei neuroni specchio ecc.
    Ti invito, fraternamente, a rileggere quei post e sono convinto che riuscirai a darti una risposta alle domande legittime che ti sei posto nel precedente post e anche della funzione del Forum.
    Ritengo importante, come già detto per gli alimenti ingeriti e metabolizzati dal nostro sistema digerente,imparare a finalizzare a seconda di quello che ci apprestiamo a fare; cioè l’alimento di qualsiasi tipologia deve essere visto come un veicolo e in quanto tale deve essere in sintonia con l’attività che devo eseguire. In tal senso va preso in considerazione anche il silenzio che può essere utile, se non indispensabile, per una determinata finalità.

    Un Abbraccio

    mercuriale2011
    Partecipante
    Post totali: 164

    Sempre a proposito di “Nutrimento”, qualche sera fa sono andata a sentire un’altra delle conferenze organizzate nell’ambito della manifestazione “Alla corte di Federico II” dall’Ateneo napoletano.
    Il titolo era “Nutrire il pianeta”.
    Questa volta il relatore era Matteo Laurito, professore di Patologia vegetale della Federico II, intervistato da Vincenzo D’Errico Direttore del Corriere del Mezzogiorno
    E’ stata molto interessante perché sono stati messi in evidenza diversi aspetti legati alle problematiche dell’alimentazione.
    La necessità di cibo da parte dell’umanità ha portato ad un progressivo e eccessivo sfruttamento del pianeta. Negli anni 60 si è avuta la cosiddetta “Rivoluzione verde”, poi rinominata “Rivoluzione Chimica”, che ha consentito attraverso innovazioni genetiche e chimiche di moltiplicare le rese in un tempo brevissimo, dando un forte impulso alla crescita dell’umanità. Ciò che noi mangiamo influenza anche i cambiamenti del nostro pianeta e i suoi ecosistemi, gli input che diamo al pianeta cambiano il suo aspetto. Altro punto che è stato messo in evidenza è che l’uomo ha modificato le sue abitudini alimentari alterando il rapporto con il proprio corpo; sono saltati gli schemi stagionali e ciò ha comportato il modificarsi del metabolismo.
    Oggi ci si interroga sulle conseguenze dell’utilizzo eccessivo di queste sostanze e si cercano soluzioni alternative meno dannose al pianeta.
    Gli studiosi ora parlano di una “Seconda Rivoluzione verde” che, come spiega il prof Lorito, si basa sul concetto che nutrire il pianeta non significa solo nutrire i suoi abitanti ma anche tutelare e rigenerare i suoi ecosistemi. A tale proposito sarà intensificato l’uso di trattamenti biologici per nutrire e mantenere le funzioni eco-sistemiche.
    Secondo il professore la soluzione è nell’utilizzo di tecnologie sostenibili, inoltre ci si deve alimentare in maniera consapevole e variare quanto più è possibile gli alimenti, in modo da contenere i rischi di accumulo di eventuali residui chimici contenuti nei cibi.
    E’ stata poi sottolineata la qualità dei prodotti agroalimentari Italiani caratterizzati dalla biodiversità del territorio che da origine ad una moltitudine di prodotti di eccellenza.
    Altro aspetto interessante è stato il riconoscimento da parte della comunità scientifica della salubrità della Dieta Mediterranea unica ad avere effetti benefici sulla salute!!
    Questa visione da parte della comunità scientifica fa ben sperare in un indirizzo più consapevole e rispettoso nei confronti del Pianeta Tutto
    Buona serata a tutti

    Buteo
    Partecipante
    Post totali: 218

    Ogni ‘composto’ in Natura ha una ‘azione’ e molto probabilmente ha ‘potenzialità’. Azione che è intrinseca alla struttura e potenzialità che si manifesta quando l’influenza dell’ambiente determini un mutamento della forma, sufficiente a generare altra azione. Potrà tuttavia mettere in atto solo quella o quelle azioni che sono o che saranno nella potenzialità della nuova forma, perché azione, struttura e ambiente sono inscindibili e reciprocamente determinantesi.
    I ‘composti’ sono le molecole, formate per l’aggregarsi di atomi. Atomi che, per intrinseca tendenza alla coesione, possono assemblarsi in molecole molto piccole e semplici, come l’acqua, dall’unione di 2 atomi di Idrogeno e 1 di Ossigeno (H2O), o molto complesse, come l’Emoglobina (C2954 H4516 N780 O865 S12 Fe4), il DNA ecc.
    Il legame di due o più atomi si realizza secondo la legge che determina la reciproca attrazione, per reazione chimica. Così il legame fra gli atomi della molecola H2O può essere solo H-O-H, in cui un atomo di O lega un atomo di H in 2, e solo 2, loci precisi della propria struttura. Non sarà mai O-H-H, perché la natura di quegli atomi non lo consente.
    Parimenti l’ambiente terrestre, mentre agisce e favorisce innumerevoli trasformazioni nella materia, ne inibisce altre che necessitano differenti condizioni per compiersi.
    Nel nostro pianeta, le variazioni nella materia si realizzano essenzialmente tramite:
    -reazione chimica, con formazione o rottura dei legami chimici all’interno della molecola o fra molecole, per intervento di forze elettrostatiche a livello degli elettroni, nella parte esterna dell’atomo, senza effetti sul nucleo.
    -cambiamento di stato, quando muta lo stato di aggregazione fisica (es. transizioni tra le fasi solida, liquida, aeriforme) per variazioni di temperatura o di pressione o di entrambe;
    -reazione di decadimento nucleare, che porta a trasmutazione della materia, possibile solo nell’atomo il cui nucleo abbia in sé quell’azione e potenza, ovvero che sia radioattivo.
    Senza scendere in più sottili dettagli, l’atomo è costituito da un nucleo centrale di protoni e neutroni e una periferia di elettroni. Ogni atomo è identificato per il numero di protoni, che è quindi specifico per ogni elemento: 8Ossigeno, 6Carbonio, 26Ferro ecc. (v. Tavola Periodica degli Elementi). La somma di protoni e neutroni dà il numero di massa. Al variare del numero di neutroni si determinano i possibili isotopi (=varianti) di quell’elemento, tutti con uguale numero atomico e differente numero di massa, il che determina instabilità del nucleo, quando il numero di massa si ponga oltre il range di stabilità dello stesso, rendendolo radioattivo (v Tabella degli Isotopi).
    Ad esempio, dell’atomo Ossigeno, il cui numero atomico è 8, si conoscono 12 isotopi, dei quali 3 sono stabili, con numero di massa 16 (8 protoni + 8 neutroni) 17 (8p + 9n) 18 (8p + 10n), e instabili, quindi radioattivi, tutti gli altri. L’isotopo O-16 rappresenta oltre il 99,7% dell’O totale presente in natura. Per numeri di massa superiori a 210 non si conoscono atomi stabili. Ogni isotopo radioattivo decadrà secondo l’emivita insita nella sua composizione.
    La tendenza intrinseca del nucleo instabile a uno stato di maggior equilibrio determina le reazioni di decadimento radioattivo, nelle quali, secondo la legge di conservazione della massa/energia, si ha rilascio di particelle subatomiche e di radiazioni. Se a essere emessi sono i neutroni avverrà modifica isotopica, ma non trasmutazione atomica, che consiste nella trasformazione di un atomo in un altro atomo e che si realizza quando a essere espulsi sono i protoni.
    Sono queste le reazioni nucleari possibili nell’ambiente terrestre, avvengono spontaneamente e determinano trasmutazione della materia attraverso un processo che scinde l’atomo instabile, cioè radioattivo, in atomi via via più leggeri, fino al raggiungimento di quel numero atomico, cioè fino alla trasmutazione in quell’elemento, che in natura è stabile. Ad esempio l’elemento Uranio-238 radioattivo decade a Piombo-206, non radioattivo e stabile.
    La tendenza al decadimento radioattivo d’isotopi pesanti in nuclei più leggeri, è sfruttata nelle reazioni di fissione nucleare, che sono reazioni indotte, in un reattore costruito ad hoc, in cui si bombardano nuclei di un elemento radioattivo (uranio) con neutroni o particelle, per ottenere reazioni a catena di scissione nucleare che libera energia. Le reazioni a catena controllata sono generate nelle centrali nucleari a scopi civili, quelle a catena incontrollata sono a scopo bellico, impiegate nella costruzione delle prime bombe atomiche.
    L’unico esempio noto di reattore a fissione nucleare in natura, senza intervento di tecnologia, è una miniera di uranio nel Gabon, dove per l’abbondanza dell’isotopo 235 dell’uranio, la presenza di acqua e la conformazione geofisica del terreno, si sono verificate reazioni di fissione nucleare innescate circa 1,7 miliardi di anni fa. S’ipotizza anche che la principale fonte del calore che mantiene liquido il nucleo della Terra e il soprastante mantello provenga dal decadimento dell’uranio e dalle sue reazioni nucleari con il torio.
    Le reazioni di fusione nucleare, in cui elementi con basso numero atomico si fondono a generare elementi con numero atomico più pesante, non possono avvenire spontaneamente nelle condizioni ambientali terrestri. Perché si attivino occorrono pressione e temperatura critiche altissime, come avviene nel sole e nelle stelle, dove l’insieme delle reazioni nucleosintesi è ciò che alimenta le stelle e che genera i nuclei degli elementi dell’Universo. Sono le stelle le principali produttrici degli elementi, compresa la grande maggioranza degli atomi che compongono il nostro pianeta.
    La trasmutazione di un elemento in un altro nelle condizioni ambientali terrestri può avvenire solo per scissione di un nucleo radioattivo con numero atomico più alto in nuclei con numero atomico inferiore. È un’azione spontanea che segue, quindi, leggi naturali.
    Un atomo stabile, cioè non radioattivo, è incapace di trasmutazione nucleare. La sua azione si esplica nella tendenza coesiva degli elettroni a unirsi in legame con altri atomi, generando molecole, dalla cui aggregazione si forma tutto ciò che sulla Terra si evolve in strutture e organismi. Materia quindi organica, per definizione ‘viva, e materia inorganica. Dove si pone il limite fra vivente e non vivente quando la sostanza intrinseca è la stessa?

    mandragola11
    Partecipante
    Post totali: 658

    Ti ringrazio Buteo per la tua ampia argomentazione scientifica (a tratti anche difficile da seguire per chi come me non è ferrata in materia) che nella sintesi non può che concludersi affermando una (apparente?) contraddizione: se la sostanza atomicamente intrinseca a ogni composto in natura è una come può esistere organico e inorganico? Ti chiedo: questo che ti/ci poni è, oltre che un limite, anche l’interrogativo della scienza ufficiale?
    La Scienza Ermetica nella Schola risponde che tutto è vita e che anche i minerali, cristalli, pietre e perfino l’acqua sono esseri viventi come noi umani e contemporaneamente dà le chiavi per acquisire attraverso la pratica la coscienza del perché e del percome lo siano.

    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Mi pare di capire che il post di Buteo ribadisca che in Terra sappiamo generare una fissione nucleare e non una fusione ma… Quante cose ancora non abbiamo scoperto e quante ne dovremo scoprire? Molti esperimenti sono stati fatti per comprendere come le piante siano in grado di trasformare elementi in altri elementi; anche Buteo ci riconferma come gran parte della vita venga dalle stelle; domani – chissà?! – dimostreranno che l’intelligenza si manifesta via via che la vita si organizza…

    Fleurdelys
    Partecipante
    Post totali: 27

    Bella e chiara la sintesi di Buteo sulle manifestazioni di vita della materia cosiddetta “inorganica”e interessante l’osservazione di mandragola11. Mi sembra evidente che gli elementi che costituiscono la materia in tutti i regni siano sempre gli stessi e che possano transitare dal mondo organico a quello inorganico e viceversa, a seconda del “progetto vivente” che deve essere realizzato, cioè della finalità che la materia intelligente si è posta. Più interessante ancora è invece il discorso della trasmutazione che la fissione e la fusione nucleare opera a livello di particelle e il fatto che quello che non si può realizzare spontaneamente sul nostro pianeta, sia invece possibile sulle stelle, per la presenza di condizioni ambientali favorenti consistenti nelle alte temperature e quindi nel più alto dinamismo e quindi nella maggiore possibilità di impatto delle particelle. Io credo che l’esistenza di condizioni ambientali favorenti alla trasmutazione siano da sottolineare e considerare alla luce del fatto che anche alcuni processi fisiologici umani richiedono precise condizioni “ambientali” biologiche. Nei tessuti umani la soglia di reazione nei processi cellulari viene abbassata dall’azione degli enzimi, che si legano al substrato e lo modificano a temperature quali quelle corporee. L’enzima che è una proteina, ha un’alta specificità per il substrato e una conformazione spaziale tale da accoglierle il substrato stesso in via elettiva.
    E’ un sistema di riconoscimento simile a quello della chiave e della serratura. La temperatura in cui si svolge una reazione trasmutativa può essere, a volte, più bassa di quella corporea: basti pensare alla spermatogenesi che si realizza nei testicoli, esterni al corpo, proprio per sfruttarne la temperatura più bassa. La funzione dell’enzima o catalizzatore è fondamentale in quanto, ripeto, permette che si realizzano le condizioni per una trasformazione biologica altrimenti impossibile. Altrettanto indispensabile è il calore, il Fuoco degli alchimisti, senza di cui nulla si trasforma.

    ippogrifo11
    Partecipante
    Post totali: 165

    Esiste un limite, un confine, tra vita e non-vita?
    La prima, sotto gli occhi di tutti, e la seconda, definita tale per comoda convenzione, hanno in comune la stessa materia – o meglio gli stessi costituenti diversamente e in diverse combinazioni assemblati – e il moto, ossia il dinamismo (da δυναμισ, ‘forza) che porta i costituenti stessi a disporsi, ricombinarsi, assemblarsi in forme e strutture funzionali via via più complesse, sino al punto di riprodurre sé stesse dopo essersi configurate secondo quelle particolari aggregazioni atomiche e molecolari cui diamo il nome di “materia organica”, substrato indispensabile alla manifestazione dei fenomeni vitali.
    Ora, parrebbe proprio che questa “tendenza” al moto, come mezzo per rendere possibile il gioco delle varianti, sia una caratteristica innata nella materia in ogni suo ordine di complessità e di dimensioni, sino a livello atomico e sub-atomico. Questa caratteristica renderebbe possibili fenomeni come la trasmutazione per fusione nucleare che, a detta dei fisici (e pare che Buteo voglia riferirsi proprio a quanto tuttora ammesso dal paradigma dominante), è possibile solo ad estreme condizioni di temperatura e pressione, come avviene per le stelle.
    Catulla, invece, accenna alla possibilità che nella materia biologica possano avvenire trasmutazioni per fusione nucleare a bassa energia, riprendendo, pur non citandolo, Kervran e i suoi studi sulla trasmutazione biologica di potassio in calcio, fenomeno che sarebbe stato osservato in galline alimentate con mangimi ricchi di potassio e assolutamente privi, come l’ambiente nel quale le galline stesse vivevano, di calcio. In sintesi, Kervran avrebbe dimostrato che la quantità di calcio presente nel guscio delle uova non era assolutamente spiegabile se non ammettendo la possibilità che parte del potassio assorbito con l’alimentazione si fosse trasformato in calcio. Lo stesso Kervran dà una spiegazione del fenomeno, spiegazione che ha straordinari punti di contatto con l’ultimo post di Fleurdelys. Trattando della reazione di fusione nucleare a bassa energia, nella sua intervista del 1980 Kervran dice che tale reazione avviene
«Praticamente allo stesso modo che,in una “reazione a forte energia”, cioè in una esplosione atomica. Nella reazione a debole energia la trasmutazione si fa nel nucleo dell’atomo grazie agli enzimi. Essa avviene in due fasi: nella prima è l’enzima che modifica la struttura molecolare della cellula rendendola più sensibile all’azione dei neutrini: nella seconda è il neutrino che entra nel nucleo dell’atomo e modifica la sua struttura aggiungendo un protone che viene da un altro elemento, ossigeno in generale o idrogeno. Nel caso specifico, diciamo così delle ‘mie galline’, l’enzima fa penetrare nel nucleo del potassio, il quale possiede diciannove protoni, un ventesimo protone, trasformandolo così in calcio che, come sappiamo, è un elemento composto da venti protoni».
    Non aggiungo altro, se non che la Natura mantiene intatta la sua capacità di stupirci e di costringerci, tutte le volte che poniamo dei limiti alla conoscenza con certezze dogmatiche, a ritornare sui nostri passi e a rimuovere quei pregiudizi che ostacolano o quanto meno rallentano il progredire del sapere umano.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 2 mesi fa da ippogrifo11.
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