Il Silenzio

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  • admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    Buongiorno a tutti, visto che è stato introdotto l’argomento del silenzio in un thread precedente, ho ritenuto utile creare uno spazio apposito dove poter discutere ampiamente della questione.
    Per iniziare, vorrei condividere una mia opinione.
    In alcuni esperimenti su me stesso, ho potuto notare una separazione in parti diverse della mia persona: è come se fossero presenti diversi elementi funzionali a diversi scopi o situazioni.
    Ciò detto ho provato a “zittire” di volta in volta le parti che costituivano un’interferenza per l’attività in corso, riscontrando un discreto beneficio funzionale.
    Questo per me potrebbe essere definito un “silenzio tecnico”.
    Confidando nella maggiore esperienza e lucidità di voi fratelli e sorelle, vi saluto rimango in attesa di un riscontro.

    DA ADMIN
    Cogliendo il suggerimento di Nikola si è deciso ( a partire dal primo post di lucis-fero) di spostare tuti i post relativi all’argomento “silenzio” in questo thread tematico, onde evitare confusioni e/o sovrapposizioni con gli altri argomenti liberamente trattati, invitando così tutti gli utenti a trasferire e proseguire in questo apposito spazio la discussione.

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    cerere6012
    Partecipante
    Post totali: 7

    da lucis-fero

    Desidero postare il seguente pensiero :

    Il silenzio è la condizione assoluta per poter udire la vera parola, le vere rivelazioni. È nel silenzio che a poco a poco sentite giungere messaggi dal mondo spirituale, una voce che cerca di avvertirvi, consigliarvi, dirigervi, proteggervi…
    Voi direte di non udire questa voce. È perché fate troppo rumore, non solo sul piano fisico, ma anche sul piano astrale e mentale: quanti pensieri e sentimenti disordinati si scontrano in voi continuamente! La voce che vi parla è chiamata “la voce del silenzio”, che è anche il titolo di certi libri della saggezza orientale. Quando lo yogi riesce a calmare tutto dentro di sé e arriva al punto di fermare il corso dei suoi pensieri – perché nel suo movimento, anche il pensiero fa rumore – ode la voce del silenzio, che è la voce stessa di Dio.

    Risposta di cerere6012

    Un saluto e un augurio a tutti i partecipanti al forum.
    Mi ha colpito in mezzo a tanti post, dichiaratamente di ammiratori o praticanti della tradizione ortodossa kremmerziana, quello di lucis-fero, che sembra quasi una nota stonata in una sinfonia univoca. Non perché il silenzio, di cui sembra voler trattare, non sia argomento ermetico, ma in quanto ne da una visione di carattere “orientaleggiante” che con la nostra tradizione prettamente italica e pitagorica ha a che vedere ben poco. Forse qualche parere diciamo “più nostrano” e con riferimento ai nostri Maestri piuttosto che agli yogi sarebbe più utile a tutti, compreso il “silenzioso” utente. Non vi pare?
    Volevo inoltre salutare anch’io il nuovo iscritto alla Sebezia Nikola3 e ringraziarlo per il suo post diciamo “informativo”, ricordandogli che tutti “noi” ben sappiamo e sapremo sempre dove ci troviamo… e cosa facciamo, ma è comunque bello poterlo partecipare anche a chi non c’è, così come lui ha fatto… Un Benvenuto anche all’altro iscritto alla Vergiliana, che speriamo di poter leggere presto.
    Buona Santa Lucia agli occhi, alle bocche, alle orecchie , ai nasi e, soprattutto, alle menti di tutti noi.

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    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Riagganciandomi a quanto scrive Cerere il 12/12 devo dire che anche a me e a un fratello della Sebezia, mentre leggevamo insieme i tanti post redatti durante la seduta accademiale, è sembrata una nota stonata il richiamo di Lucis_fero allo yogi e all’oriente per parlare del silenzio. Quando nella ns. Tradizione e ad opera dei ns. Maestri l’argomento è trattatissimo. Non so se Lucis_fero c’era e se ricorda quanto di sovente il Maestro Harahel ripetesse: dovete spegnere la radio, nel fare i riti. Cioè durante l’esecuzione dei riti non bisognava pensare ad altro se non a quello che si stava facendo. Inoltre vi sono numerosissimi brani concernenti il silenzio nella tradizione ermetica kremmerziana. Ne indico alcuni, ma non sono di certo tutti e ne cercherò altri. “Silentium” dalla Rivista Ibis del 1950, nella cui introduzione Harahel, che l’aveva pubblicata, e che la fece ripubblicare nel 1979, esponeva quanto Hahajah avesse tradotto mirabilmente il pensiero di Benno. Anche qui il silenzio è sempre accoppiato al fare. Ma il silenzio è menzionato anche nella Pragmatica Fondamentale (Breve relazione ai dodici supremi Vecchi Maestri del Collegio Operante), nella Pietra Angolare Miriamica a cura del Maestro M. A. Iah-Hel, nell’ambito dei Regolamenti dell’Ordine Egizio. Ancora si tratta del silenzio, inteso ermeticamente nelle Dispense della Fratellanza,a proposito della Parola. V’è poi sul sito, nell’ambito de “La Parola al Maestro: La Parola,il Silenzio e il Linguaggio nell’Ermetismo. Inoltre le SSrr+ e i FFrr+ della Pitagora ce ne potrebbero parlare dal punto di vista pitagorico che poi è quello della ns. Schola e Fratellanza. Un saluto fraterno

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Lo studio e i viaggi sono fattori di arricchimento, i raffronti con culture e tradizioni orientali confermano che la Verità è una , ma ci saranno tradizioni iniziatiche sia in oriente che in occidente. Per me stesso penso che sia più proficuo, considerato che la strada è lunga, non disperdermi e focalizzarmi a cercare riscontri e conferme nell’ambito della Tradizione iniziatica a cui ho chiesto di agganciarmi. Sul silenzio c’è un lavoro nella Parola al Maestro di cui riporto alcuni stralci: “In magia non parlare significa anche non dire parole inutili. (A,351)- Silenzio è parola che deriva dalla radicale si che accenna al moto e, nel senso riflesso, alla tranquillità, alla mancanza di moto e quindi di rumore…Silere significa non parlare, non far rumore, non emettere suoni; ma è anche non sentir rumore, suono e parola…Se Pitagora diceva di stare in silenzio, voleva dire non parlare (emettere suono) e non sentire (evitare che il suono esteriore vi colpisca)…(Ma) La nevrastenia sacra che trasporta l’anima dell’uomo alla più vorace fame di silenzio non è pitagorica. L’educazione per avviarsi al silenzio si concepisce nell’Ermetismo come il non parlare e il non sentire; non farsi vincere dalla necessità di emettere suono formulando ed esponendo idee e non sentire il folto vocio delle umane parole e delle idee esposte dalle persone (da persona, maschera ampliatrice dei suoni), ma non ritirarsi nelle tacite solitudini delle alte rocce e del deserto…Il rumore esterno non sentirlo; tu stesso non essere causa di rumore, non farne, non emettere o pronunziare verbum, parola creatrice, iniziale movimento di un’azione dell’idea, che si ripercuote, si allarga, si aumenta in onde di pensiero e, allargandosi, cammina all’infinito.”

    garrulo1
    Partecipante
    Post totali: 458

    Una breve considerazione sul post di BELL: verissimo, noi siamo la risultante di tutte le innumerevoli interazioni con l’ambiente in cui si svolgono i nostri atti della quotidianità, in prima battuta di ciò che ascoltiamo nella realtà ordinaria. In parallelo di ciò che osserviamo a mezzo della vista, e poi di qualsivoglia sostanza di cui ci nutriamo sia mediante l’olfatto che in termini strettamente alimentari, e di cosa tocchiamo con in ballo il senso tattile. L’organizzazione del pensiero, è la sommatoria di tutte le variabili in gioco, alla quale va aggiunta la struttura di personalità acquisita nelle fasi educative in relazione alle esperienze vissute sul campo, ed, atavicamente parlando, forse molto altro ancora. Ma, premesso tutto quanto citato, ciò che conta, è l’anelare sempre una maggiore consapevolezza dei pensieri che vengono continuamente prodotti dalla mente, di modo che, quando è il caso, il silenzio venga adeguatamente coltivato, magari così, di straforo, si può ascoltare qualche fugace lampo del nume interiore, e di conseguenza la parola, che altro non è che materializzazione dell’idea, deve mirare ad essere una volta di più appropriata alle situazioni esterne, ed infine, le azioni che ne conseguono, una volta di più etiche e soprattutto controllate dalla coscienza in relazione agli effetti che vengono prodotti. Sono proprio le parole calibrate e prospettiche dei Maestri, che fanno da input o meglio ancora da vera e propria leva per mirare progressivamente in tale direzione di marcia.
    Una buona serata a tutti.

    BELL
    Partecipante
    Post totali: 79

    Ricollegandomi al post di Garrulo vorrei far presente che il silenzio inteso come momento di non vocalizzazione o di non rumore percepito è anche questo uno stato neuro sensoriale, quindi fisico, ben preciso che produce nei nostri centri uno specifico messaggio che comporterà una cascata di effetti.
    Ad esempio il non vedente ha sviluppato in maniera accentuata gli altri organi di senso in maniera da rispondere al non segnale visivo.
    Inoltre quando al termine di una pratica rituale spegniamo la luce e stiamo in silenzio ecco che viene attivata una particolare attività visiva che scatta al buio e che è bloccata alla luce, stimoliamo la funzione olfattoria ecc.
    Buonanotte a tutti

    andy60
    Partecipante
    Post totali: 13

    Fare silenzio, il tema mi tocca in quanto da sempre ne riconosco l’importanza ma anche la difficoltà. Confesso che non mi è così facile spengere la radio come giustamente invitava a fare il maestro Harahel, pur riconoscendone l’imprescindibile importanza. Non so se ci sia un metodo specifico per migliorare questa capacità, per distaccarsi dal turbinio della profanità e immergersi nel silenzio, come sott’acqua dove più si scende più il movimento e i suoni si allontanano, come per divenire recipiente ma attivo nello stesso tempo. Allora forse il silenzio interiore corrisponde allo stato di neutralità, al vivere solo il momento presente e magari un buon metodo ci può venire dall’applicazione non routinaria ma volitiva, fiduciosa e costante degli strumenti rituali?

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Silenzio. Se mi trovo in una stanza e da fuori provengono rumori di ogni genere, posso chiudere tutte le finestre e così garantirmi un po’ di pace( e questo mi consta per esperienza diretta). Ma se i rumori sono nella mia camera? Ancora, posso eliminare tutto ciò che è sorgente di molestie, semprechè mi è data facoltà di intervenire. Ma non basta. C’è un altro tipo di disturbo, più subdolo e persistente, perché proviene dall’interno: è la ridda di pensieri che ci attraversano nostro malgrado; è un flusso continuo di ricordi, considerazioni , giudizi, pregiudizi, motivi e parole sentite. e’ il nostro cinema interiore, una radiotrasmittente che potrebbe essere lei quella designata per essere spenta, come raccomandato dal Maestro Harael. Ma come fare? Ho io un dispositivo “on” “off” da far scattare alla bisogna? Forse no; però mi viene in aiuto la Schola con le sue pratiche. La recitazione di un salmo o di una rituaria impegna la mente focalizzando l’attenzione su qualcosa di diverso, che ha una sua essenza prestabilita e finalizzata; è come un flusso d’acqua che spazza via scorie sul suo cammino creando un canale “preferenziale”, oserei dire , dove finalmente non v’è più posto per le trasmissioni “locali” pregne di quotidiana insulsaggine. Può essere questo un sistema?
    E’ un po’ che non sento Cozza.
    Abbracci fraterni a tutti

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Ricordo di aver spesso udito dai Maestri della ns. Fratellanza che se si ha un proposito è bene non sprecarlo nel discuterne profanamente. Avete mai notato che maturando o incubando una idea nel ns. interiore questa acquista tanta più potenza e chiarezza per quanto non viene dispersa con le parole al vento? Anche questo è silenzio.

    mercuriale2011
    Partecipante
    Post totali: 164

    Sono d’accordo con quanto dice Holvi nel post di ieri in cui riflette sulle parole del Maestro Harahel “spegnere la radio”, che lei associa a quel rumore interiore dato da tutte le impressioni assorbite durante la giornata . Dunque è quella radio che va spenta per poter approcciare alla rituaria in modo efficace.
    Per me anche la partecipazione al forum contribuisce a fare questo silenzio , perché mi distoglie dal “rumore ” delle impressioni assorbite durante la giornata e mi aiuta a tendere verso il Centro!
    Buonanotte a tutti

    Sylva
    Partecipante
    Post totali: 4

    Mi fa piacere leggere i vostri post e non posso non riflettere e ricordare sul fatto che al buio e nel silenzio nascono le cose. Le parole sono una prima materializzazione delle idee; dicevano gli antenati che per concretizzare una volontà bisogna volere e tacere. Voi che ne pensate?

    chicco59
    Partecipante
    Post totali: 6

    Buonasera a tutti. Ho letto i vostri commenti sull’argomento “il silenzio”.
    Condivido quanto ha scritto Sylva.
    Tacere è molto difficile. Volere è potere. Ma la volontà cos’è?
    Un esercizio quotidiano? Un muscolo da sviluppare?
    La volontà di fare e poi di dire? ma la parola- nei nostri studi – ha un altro valore. Quanti parlano , emettono vocali pur di farsi sentire. Pur di farsi ascoltare…. Ma l’ascolto è un’altra cosa. Il silenzio è proverbialmente necessario e obbligatorio; in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Pensateci un attimo: se si riflette prima di parlare; se prima di rispondere a una domanda noi ci fermiamo e poniamo molta attenzione a quello che dovremmo dire. Allora noteremo che una pausa corta o lunga che sia prima di parlare giova a tutti. Anche in uno spartito di musica troviamo le “pause”.
    Cosa sono?
    Garrulo1 ha scritto un particolare molto importante: se parlo di un progetto prima che io abbia portato a termine il mio lavoro ho la sensazione di averlo svuotato.
    e impoverito. Molte volte ho potuto verificare che parlare di un argomento strettamente personale con un altra persona lo ha “impoverito”. Uso questo aggettivo perchè lo trovo calzante. I segreti sono tali in quanto segreti. Così i nostri pensieri più profondi o relativi a progetti personali.
    Noi non sappiamo chi ci ascolta; chi si cela dietro quel tale sguardo/i; chi veramente ha un benevolo accoglimento delle nostre idee. Per non parlare poi degli studi o letture inerenti la Schola e la Fratellanza.
    Cosa ne pensate?
    Saluti a tutti.

    Andros21
    Partecipante
    Post totali: 4

    Rileggendo gli ultimi post non posso che trovarmi d’accordo sull’ importanza e valore del silenzio, soprattutto quello interiore. Ritengo il Silenzio un ottimo “nutrimento” per il nostro essere e un forte alleato del nostro Cammino. Un abbraccio a tutti.

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    Potrebbe anche essere riferito al silenzio, questo post, se per silenzio si può intendere un acquietarsi, un assopirsi, o, nella migliore delle ipotesi, una eliminazione di quelle ripetitività dei pensieri, quella ciclicità che si manifesta a nostra insaputa e, spesso, senza nessun concorso di volontà: automatica, quindi. Credo che tutti avranno fatto esperienza di come, ripetendo alcuni gesti, si ripresenti lo stesso pensiero, sempre uguale, nel momento in cui si ripete, appunto, il gesto che lo richiama. E, viceversa, pensieri ricorrenti, portano a compiere gesti o azioni ripetitive. Un circolo vizioso, stagnante, che non porta da nessuna parte, come un trenino che percorre sempre lo stesso circuito finchè non ci si decida ad aprire il binario e…finalmente, disastro!
    I circuiti neuronali si cristallizzano con le stesse, immutabili stazioni sinaptiche. Non v’è cambiamento, nessuna crescita, nessuna apertura al nuovo. La radio riceve sempre le stesse frequenze e la “musica” non cambia.
    Si può ovviare a tutto ciò? Credo di si; Si può cominciare a sostituire le parti della radio con elementi diversi, più consoni a ricevere segnali più “raffinati”, quindi con frequenze molto più alte, direi più “pulite”. Potremo parlare di eliminare scorie? Primo ma reiterato lavoro. Modificare comportamenti? Senz’altro, se come detto prima, gesti nuovi non richiameranno pensieri ammuffiti. Apertura del binario? Si, rottura del circolo vizioso e immersione nel nuovo. Ma c’è ancora dell’altro, come ci viene insegnato da chi nel cammino ne ha già sperimentato la modalità: la Tensione. Con tutto ciò che ad Essa è associato. Allora è possibile l’inversione di rotta, con serenità e consapevolezza del nostro essere in itinere, come mi è stato detto con amorevolezza.
    Un caro abbraccio

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Quante belle definizioni del silenzio state dando. E, ancora: nel silenzio, materia in vibrazione, riconosciamo l’unità di noi stessi con quanto ci circonda. Nel silenzio la Natura con tutte le sue creature ci parla e ci risponde. Nel silenzio i propositi si dinamizzano. Nel silenzio si sa cosa fare e si fa. Il silenzio è una apertura, azzeramento delle abitudini viziate, promessa, così come Holvi scrive. Il silenzio interiore, come vero ascolto, fa in modo che sinteticamente si capiscano le intenzioni altrui e che non si provi l’incertezza di cui parla Chicco.

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