Si ringrazia il Fratello medico per le integrazioni alla lunazione di luglio-agosto 2014 di seguito pubblicate.
Desidero fare qualche considerazione sui rimedi consigliati nella lunazione prossima ad uso dei lettori del blog. A proposito di radici, molti ortaggi da radice sono ora purtroppo andati quasi completamente in disuso; a parte rapanelli, barbabietole e carote, sono pochissimi gli ortaggi da radice che ancora sono comunemente conosciuti, coltivati e soprattutto consumati.
Per quanto riguarda le proprietà nutritive la carota si configura come vera e propria miniera di minerali: ferro, calcio,magnesio,rame, zinco. Ma non solo: la carota apporta pro-vitamina A (carotenoidi), vitamina B e C; tra tutti i vegetali rappresenta la fonte più ricca di beta-carotene, trasformato in vitamina A dall’organismo in caso di bisogno. Basti pensare, infatti, che 200-300 grammi di carote apportano una quantità di beta-carotene pari a circa 5-10 volte il fabbisogno giornaliero raccomandato (20-25 mg a fronte di un fabbisogno stimato in 2-4 mg/die).
Il carotene è il pigmento responsabile della tipica colorazione arancione della carota: proprio per questo motivo, i caroteni vengono estratti dalla radice ed impiegati come colorante naturale nell’industria agro-alimentare (E160).
La radice di carota è ricca di riserve zuccherine, mentre nella parte erbacea si trovano moltissimi flavonoidi , furanocumarine ed olio con molecole a basso peso molecolare: un olio quindi molto volatile, che si caratterizza per il contenuto in geraniolo, limonene, e sesquiterpeni come il daucolo.
Due parole sul rapanello o ravanello che dir si voglia!
I ravanelli sono ortaggi dal basso potere calorico e ad alto contenuto d’acqua, di fibra di sali minerali e di vitamine. Inoltre, contengono buone quantità di rafanolo, che assieme a glucobrassicina, sinapina, tiocianati di allile e di butile, compone un’essenza solforata medicamentosa. Tale miscela sembra possedere proprietà colecistocinetiche, quindi utili nel trattamento della discinesia biliare o dei disturbi biliari cronici (soprattutto quando accompagnati da dispepsia e costipazione); altri citano il rafanolo come un potente antilitisiaco (contro i calcoli epatici).
Anche la rafanina sembra svolgere un’importante funzione, nello specifico pare molto utile come batteriostatico (proprietà antibiotica).
Alcuni sostengono che i ravanelli vantino anche un certo potere antielmintico (vermifugo), antispasmodico(per i muscoli e il sistema nervoso) pro-appetente e pro-digestivo.
Tutti i nutrienti energetici sono presenti in modestissime quantità, con leggera prevalenza del fruttosio su proteine e lipidi. Tra i sali minerali si evidenzia una buona concentrazione di potassio, mentre tra le vitamine spicca l’acido ascorbico o vitamina C (potente antiossidante) coinvolto – tra l’altro – nella conservazione del sistema immunitario.
A proposito della barbabietola, a parte quella da zucchero ricca in saccarosio, ricordiamo le proprietà della più comune rapa rossa.
Le rape rosse contengono pochissime calorie (solamente 19 per 100 grammi di prodotto): per questo motivo, rientrano tra i cibi ipocalorici, ottimi alimenti preferibili quindi in diete bilanciate che presuppongono una marcata restrizione calorica.
Le rape rosse sono costituite da una buona quantità di acqua, corrispondente all’incirca al 91%; si conta solo il 4% di carboidrati ed il 2,6% di fibre, il restante è costituito da proteine e, in minima parte, da grassi.
Essendo una radice, la rapa rossa funge da miniera di Sali minerali, sapientemente assorbiti dal terreno: potassio, ferro, calcio, fosforo e sodio. Anche le vitamine rivestono un ruolo da protagonista nella composizione dell’ortaggio: tra queste spiccano la B1, la B2, la B3, la A e la C.
Nella radice di rapa rossa si ritrova un glicoside che attribuisce la tipica colorazione rosso vivo alla rapa: si tratta della betanina, sfruttata – come accennato – dall’industria alimentare come colorante naturale (E162), ricavato dalla radice tramite spremitura od estrazione con acqua da frammenti dell’apparato radicale. Altro pigmento riscontrato nella rapa rossa è la betaxantina, che le conferisce striature giallastre.
Ancora, nella radice di rapa rossa si trovano altre sostanze sfruttate nella fitoterapia e nella cosmesi: saponine, antociani, flavonoidi in genere ed allantoine (proprietà idratanti e decongestionanti).
Per fortuna le buone abitudini alimentari salutiste stanno riportando sulle nostre tavole molti ortaggi dimenticati, e tra questi alcune radici, che, oltre ad essere buone e salutari, offrono il vantaggio di poter venire coltivate anche nei mesi freddi, apportando una buona quantità di Sali minerali e vitamine anche sulle tavolo di color che desiderano consumare soltanto verdure e frutti di stagione, non conservati artificialmente.
Tra gli ortaggi da radice più diffusi sicuramente ricordiamo la rapa bianca e il sedano rapa, tra i pochi che vengono ancora comunemente utilizzati in cucina, il primo cotto, il secondo sia cotto, sia crudo.
Da tempo dimenticati in Italia sono invece alcuni ortaggi, che fino ad alcuni decenni fa erano presenti molto speso sulle tavole, come ad esempio la pastinaca (pastinaca sativa), che è stata completamente soppiantata da ravanelli e carote: si tratta infatti di una specie di lunga carota bianca, dal sapore delicato, che si consuma cruda o cotta.
Assieme a quest’ultima anche la cren (armoracia rusticana), il cavolo navone (brassica napus esculenta), la rutabaga (brassica napus napobrassica) e il ramolaccio (raphanus sativus): si tratta ormai di ortaggi sconosciuti ai più, difficilmente reperibili sia per la coltivazione, sia per il consumo a tavola.
Poco diffuse invece tutte le radici più comunemente utilizzate nella cucina italiana, come la scorzonera (scorzonera hispanica), la scorzobianca (tragopogon) e le radici amare (cychorius intibus sativus).
Ricordo ancora lo zenzero e il topinambur. Il primo ricco di gingerolo, utilizzato in farmacologia per le sue proprietà antidispeptiche, anti-nausea e antivomito (si può usare anche in gravidanza al pari della vitamina B6) stimolante la secrezione biliare e per questo ipocolesterolemizzante. Il secondo, poco calorico, è ricchissimo di inulina una sostanza ad azione ipoglicemizzante che lo rende un alimento indicato nel diabete, vitamina A, C e H, aminoacidi quali arginina e asparagina.
Una radice molto adoperata a scopo terapeutico è quella della Bardana (Arctium Lappa) Da sempre conosciuta come la pianta dermopatica per eccellenza, a livello terapeutico la bardana s’impiega per la cura delle dermatosi di vario genere, legate a disordini biologici e metabolici. La bardana, perciò, è particolarmente valida nel trattamento dell’acne, dermatiti, eczema, seborrea, forfora e psoriasi, grazie alla presenza di composti polinsaturi, acidi fenolici dotati di proprietà antibiotica, antibatterica e antiflogistica.
In fitoterapia è inoltre usata per la sua attività depurativa, (stimola la funzionalità biliare ed epatica) ipoglicemizzante, ipocolesterolemizzante, lassativa e antireumatica. La radice di questa pianta contiene lignani, vitamine del complesso B, amminoacidi, oligoelementi, sostanze amare, tannini e resine; ma soprattutto è costituita da inulina, che svolge un’azione drenante e purificante del sangue, che favorisce l’eliminazione delle tossine, cioè i “rifiuti” delle diverse reazioni metaboliche dell’organismo.
Il suo impiego è di aiuto e di sostegno in questa importante attività esercitata dal fegato, reni, intestino e pelle, considerati gli emuntori naturali. Il risultato di un buon drenaggio consiste in un potenziamento dell’attività epatica e biliare, della diuresi, del transito intestinale e della regolazione della secrezione sebacea. L’uso terapeutico è quindi consigliato nel trattamento di diabete e iperglicemia, nel qual caso va assunta sotto stretto controllo medico, per la conseguente interazione con gli ipoglicemizzanti di sintesi, per combattere colesterolo, iperuricemia che causa i reumatismi e gotta. Con la radice si prepara un decotto (un cucchiaio di radice per una tazza di acqua) che può essere assunto per via interna e usato per via esterna e una tintura madre che viene somministrata per bocca in misura di 40 gocce tre volte al dì lontano dai pasti.
Qualche accenno alle bevande acide che sono ben influenzate: mi riferisco essenzialmente al succo di arance e limoni, che oltre al corredo generoso di vitamine svolge un azione alcalinizzante molto utile a normalizzare l’equilibrio acido-base evitando che il corpo si privi di preziosi minerali come calcio e magnesio per riequilibrare il sistema, con ottimo effetto anti-osteoporotico.
Un ultimo suggerimento a proposito dell’ingrediente che nel terzo ciclo della lunazione entra a far parte dell’insieme da fare macerare e poi distillare per ottenere un rimedio valido nelle malattie della vista e della cornea in particolar modo: il melazzo è verosimilmente la melassa, dal portoghese melaço e dal latino mel (miele), liquido bruno ottenuto dallo zucchero per centrifugazione.
Buona prossima luna a tutti!