Come sempre accade per la storia recente, si parla poco della Rivoluzione Tecnologica che un domani sarà sui libri di scuola a contrassegnare la fine del XX secolo, ma l’idea di un progresso uguale per tutti – a prescindere dalla storia personale e nazionale – ha sconvolto non poco gli equilibri del pianeta.
In risposta alla nostra preoccupazione per le tante prospettive virtuali (ma con conseguenze pesanti sul mondo reale) dalla Direzione ci giunge l’espressione di una volontà creatrice che permea la Fratellanza concorrendo “ad esorcizzare ogni male e a nutrire il Bene più assoluto risvegliando il Sole occulto in ciascuno”.
Ogni epoca ha le sue difficoltà e, spesso, per rimediare ai problemi del presente si generano quelli del futuro, come sempre accade quando il farmaco non è intelligente. (Il dopoguerra occidentale aveva bisogno di leggerezza e ha trasmesso alle generazioni seguenti la vanità: delle regole, dei limiti, di ogni ordine costituito. Da lì l’idea che qualcosa di esterno – come il denaro – fosse l’unica differenza tra un individuo e l’altro. E la globalizzazione omologante: cibi uguali, abiti uguali, desideri assurdamente uguali per tutti).
“La tua individualità umana è un fuoco che si alimenta di oscurità e di ignoranza, cioè di non sapere” – diceva Mamo Rosar Amru maestro di Izar caldeo. L’umanità odierna, convinta di sapere e avere trovato la luce, sta lasciando spegnere il fuoco. E atrofizzata la vibrazione che dà senso al nostro essere umani, si confonde l’osservazione con la standardizzazione: invece di muoversi verso la Natura si tenta di far muovere la Natura (!) verso di noi.
Ai tempi in cui si intendeva che i ritmi della Terra, della Luna e del sistema solare non si adeguano alle ferie dell’industria, era ovvio che le fasi del satellite non potessero assoggettarsi alla giornata di lavoro di un operaio o al riposo settimanale dell’impiegato. Così come era ovvio che il servizio reso dal parrucchiere, per quanto professionalmente impeccabile, non avesse paragone con il dono della scienza da parte di un Maestro, e che mentre col primo sia possibile contrattare tempi, orari e prestazioni, dal secondo sia solo auspicabile l’avvento del momento propizio a favorirne l’insegnamento.
Quando non c’era un sito web dove leggere i post della Direzione, ma chilometri di strada per un incontro di qualche minuto, il valore dato a quel minuto propiziava l’intendimento della parola magistrale (Viceversa, sono sempre esistiti i guru dell’ultim’ora, appollaiati su scranni gonfi di patacche e libri usati… non per niente lo stesso Kremmerz invitava a non credere e a concentrarsi sul proprio fare e sull’esempio!).
Concludeva Mamo Rosar Amru parlando a Izar: “Il punto nero, insondabile, che riunisce l’essere umano alla coscienza o anima del mondo, tu non lo troverai mai, perché è un dedalo misterioso senza luce, in cui per ogni voluta più nera si aggroviglia un serpe che ha mille teste, e cento occhi per ogni testa, ma ogni occhio è nero e non sfavilla perché la luce non sia fatta … da Nebo (Ermete) si può ottenere il secreto di rendere luminoso un occhio per volta dell’oscuro rettile, e vedere in un lampo fugace quella parte di verità che non satolla la fame e che rende più avidi di conoscenza’.
Grazie alla Direzione che in questo Ariete e attraverso i secoli mantiene la rotta verso la Luce.
Grazie degli auguri di Salute e Rigenerazione. Ne abbiamo tanto – e ne abbiamo TUTTI – bisogno fino nel profondo del cuore…
Original author: segezia