Rispondi a: Le Dee Regali

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g_b
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Direi Interessantissimo, cara tanaquilla9.Grazie, ma infinite! Vorrei condividere una riflessione su quanto letto, mi ha colpito anche ( oltre alla conoscenza per noi importante, dei culti e del clima religioso della regione Italica pre romana e pre cristiana) come il poeta, Virgilio, abbia preso alcune scelte precise nel narrare del paesaggio italico pre Enea, attarverso il racconto di questi luoghi di culto, ponendoli spesso “su Alti monti” o in terribili boschi, ma sappiamo che non sempre era così come appunto nel caso del tempio di Mefite. Probabilmente, da straodinario poeta e uomo di ingegno qual’era, per restituire un clima epico più carico , alla sua opera (il confronto con Omero era parecchio impegnativo), ben conscio del fatto che l’artefatto, l’opera, deve sembre un pò bluffare col suo fruitore, per appassionarlo e un pò anche per revisonare il passato, questo meno nobile come intento. A me però appassiona parecchio di più la realtà in questo caso, Il tempio di Mefite come quello di Marica, sorgeva spesso in luoghi angusti, di acque sulfuree e stagnanti, spesso mortali ( come per Plinio, e tanti animaletti trovati in tutta l’area archeologica), questi luoghi avevano una grande valenza magica, magnetica, come anche per i greci, giù in sicilia (Selinunte ad esempio). Gli stagni, le acque sulfuree, forse erano fenomeni naturali inquietanti e al contempo misteriosi. Certo è che creano un microrclima perfetto per conservare materia organica, allego link su questo.

https://www.academia.edu/32956831/Alcune_note_sul_grande_xoanon_della_Mefite_dAnsanto

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