Invece, Wiwa, non ho ben capito, ma forse devo precisare che il colosso farmaceutico Pfizer, mentre prosegue assolutamente nella produzione del vaccino, che auspico vada sempre più a perfezionare, ha recentemente avviato la sperimentazione di un nuovo farmaco antivirale, che non sarà in sostituzione del vaccino.
Una cosa che fatico a comprendere è perché, pur essendo noi ermeticamente invitati ad agire sempre in prevenzione, molti nel forum accolgano con entusiasmo ogni annuncio di nuovi farmaci. Ricorderei che, per definizione, il farmaco non si somministra in prevenzione, ma a malattia avviata, e, nel caso di Covid-19, a malattia seriamente avviata; che ogni farmaco avrà effetti collaterali, che la sua efficacia sarà variabile da individuo a individuo e che non garantisce la restitutio ad integrum dell’organo o organi colpiti.
Se io contraessi, nonostante il vaccino o non avendolo ricevuto, l’infezione, sapendo di avere 8 probabilità su 10 di superarla senza o con fugaci sintomi, non assumerei nessuno dei farmaci attualmente proposti, anche per i possibili effetti collaterali potenzialmente importanti. Vorrei, invece, disporre di un farmaco che sia efficace, ma da assumere solo nel momento in cui la mia situazione virasse all’aggravamento, perché solo a quel punto il mio rischio di proseguire in forma critica, potenzialmente invalidante, se non letale, si fa veramente alto. Peccato che, a oggi, non abbiamo ancora individuato quale o quali azioni il farmaco debba esercitare per fermare il processo, quindi, in soldoni, non sappiamo verso quale categoria di farmaci indirizzarci. I monoclonali, dei quali tanto ora si parla, devono essere infusi endovena in ambiente ospedaliero, possibilmente entro 3 giorni (!) dall’infezione. Come precocemente devono essere somministrati tutti gli antivirali. I monoclonali ad azione antinfiammatoria (es. tocilizumab) che avrebbero un razionale d’impiego in fase di aggravamento, non hanno mostrato efficacia. Si può obiettare che l’utilizzo precoce di questi farmaci sarebbe riservato alle categorie a rischio. E ciò mi sembra corretto. Ma nel momento in cui io, non appartenente a una categoria a rischio, mi infettassi, non riceverei alcun farmaco. Devo essere consapevole, quindi, che, qualora virassi all’aggravamento, non avrei, a oggi, alcun farmaco di significativa efficacia su cui contare.
Mi farebbe piacere poter leggere e avere i rimandi agli scritti del M.to Kremmerz, che Fr+ e Sr+ ritengano significativi e di guida nella situazione attuale.