Penso non ci sia alcuno che, avvicinandosi alla Miriam, non abbia esperienze da raccontare, da ricordare, di aiuti ricevuti unitamente, consapevolmente o meno, ad un calore, un coinvolgimento, un’onda che ti prende, ti culla, ti conduce e ti aiuta a guarire o comunque a migliorare o a trovare la strada giusta … allora potrei andare nel ricordo a quella prima volta, allora da non iscritta, quando sei persa in un dolore fisico indicibile di contrazioni all’addome che sembrava irrisolvibile con qualsiasi farmaco e, non avendo nulla da perdere, anche se non molto convinta, chiedi aiuto, tramite un’iscritta, alla Miriam … durante il contatto ti addormenti, sogni … una donna dai capelli bianchi, piccola, dolcissima nel viso nella sua longeva età … con un sorriso d’amore ti porge una ciotola … e ti dice “tieni, bevi, è melissa” … e tu la bevi, pur non conoscendo né nel sogno e nè nella realtà le sue eventuali proprietà, l’accetti, ti fidi … e ti svegli, e stai bene, e non hai più dolore …. e ti chiedi, ti poni delle domande, i miracoli non esistono, lo sai, ma questa cosa cos’è, non sai definirla ma la senti … è una forza … e vuoi capirne di più e cominci un cammino …. oppure potrei dire di me nell’ultima estate …. un dolore improvviso e forte allo stomaco, una visita medica e una ecografia con la stessa diagnosi … è grave, richiede subito un’urgenza di ricovero e di intervento chirurgico o si potrebbe rischiare la vita … e chiedi aiuto alla Miriam e, come sempre, trovi l’amore, l’abbraccio, il coraggio che ti entra nelle vene e …. ti senti terrorizzata? No, stranamente, in un attimo non lo sei più anzi …. ti senti tranquillamente terrorizzata e in questo ossimoro forse c’è già tutto quello che la Miriam, attraverso i Suoi strumenti, subito ti dà … e affronti il proseguo …. già la tac ridimensiona un po’ e ti dà speranza di qualcosa forse meno grave, l’urgenza si placa, si può aspettare qualche giorno anche se si potrà solo verificare in fase chirurgica …. e lì tutto si risolve con la migliore delle soluzioni … dalla peggiore si è arrivati a quella meno grave …. e come si fa a non credere …. a non dire “provare per credere” …. a non fidarsi …. a non cercare di dare … e soprattutto come si fa a non sentirsi spesso indegni perché si dà troppo poco …. perché non c’è mai, non potrà mai esserci confronto con quello che ci viene dato ….e lì si va in un altro campo, in un’altra analisi …. lì si va nel profondo …. in quello che è il proprio cammino …. In quelle che sono le malattie più profonde, gli squilibri più profondi … di quanto, tantissimo c’è ancora da fare … in tutto quello che bisognerebbe trasformare … e bisogna lavorare, sudare, lavorare, sudare …. Ma questa … è un’altra storia ….