Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

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Angelo
Partecipante
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Ho letto l’articolo, è molto interessante.
Penso che si possa fare una riflessione in ordine a quale sia l’atteggiamento filosofico dell’uomo. Nell’antichità, gli eventi catastrofici venivano per lo più attribuiti alle forze divine, laddove l’uomo non riusciva a spiegare le cause e la natura degli eventi stessi. Si additavano le catastrofi anche come punizioni che il mondo divino scagliava sulla terra, per punire l’uomo peccatore, che si meritava il castigo.
Poi, piano piano, la scineza ha inziato a scoprire le cause di molte malattie, inziando a comprendere che, in qualche modo, le poteva combattere, arrivando ad abbandonare l’idea che tutto ci “pioveva” addosso (e qui le grandi strutture religiose, hanno inziato a perdere il grandissimo potere che per millenni le hanno permesso di gestire la vita dell’uomo). Un ulteriore passo, è stato certamente l’enorme progresso tecnologico che ci ha investito, nel bene e nel male, a seguito del quale l’uomo ha ritenuto di essere diventato invincibile di fronte alla natura, ormai madre controllata.
Solo una cosa non è mai cambiata: la paura della morte, inafferabile a mai ritenuta sconfitta dall’uomo.
Progresso, scienza, comunicazione: tutti grandi passi dell’Umanità. Ma come per l’epidemia di Hong Kong, laddove non si e dato clamore alla cosa, anche oggi la notizia dell’epidemia di Covid19 è stata inizialmente sottaciuta per parecchi mesi. Poi l’esplosione dei casi non poteva passare “sotto traccia”, in quanto ha colpito in maniera massiva l’intero pianeta. Si ha più paura delle ripercussioni economiche che dei malati e dei morti. Per prima cosa l’economia, la ricerca del ritorno alla normalità a tutti i costi, anche a discapito della salute populi.
Non sono un medico ne uno scienziato, e non posso certamente giudicare chi ha sbagliato e perchè ha sbagliato. Ma la “filosofia” attuale è certamente finalizzata alla salvaguardia del processo economico, prima che alla salvaguardia della salute. E’ interessante quello che viene scritto ell’rticolo: «All’epoca la prospettiva di morire per un’epidemia era terribile ma non inaccettabile. C’è stato un cambiamento di mentalità, oggi abbiamo passato uno “scoglio” antropologico, non accettiamo più la morte. Nelle nostre società, stiamo assistendo alla scomparsa della morte e alla sua rappresentazione».
Non credo che stiamo assistendo alla scomparsa della morte e alla sua rappresentazione: credo soltanto che l’uomo si sia abituato alla sua raffigurazione, convivendoci in maniera del tutto “amorfa” (ormai la morte è rappresentata quotidianamente in tutti i telegiornali, sul web, nei film, nei videogiochi dei ragazzi, è diventata quasi la normalità e da qui la mancanza di un vero senso della vita, che ha perso di significato – anche laddove si uccide per solo divertimento, come essendo in un videogame…).
Anche le immagini della Bilorussia (che non c’entra con l’epidemia, dove ho cari amici e numerosi bimbi ospitati), ricche di vioenza, di sopprusi ed ingiustizzie (e non meno Honk Kong) non ci colpiscono più, passano sotto silenzzio, nessuno si muove per aiutare veramente queste popolazzioni. Inutile chiedersi il perchè: non ci sarebbe ritorno economico, ed allora è meglio girarsi dall’altra parte, tanto anche questi fatti sono “normalità”. Ma normalità non sono, e non voglio che lo siano.
La coscienza comune, il comune senso del sentire, è ormai vincolato a principi e idee che non pongono l’uomo al primo posto della catena; la gerarchia è dettata all’inverso. Prima il resto.
In questo mondo, però, vi è anche un “esercito”, fatto di persone di buona volontà, che combatte per un fine diverso: la terapeutica, quale unico e vero scopo. Non si ha paura della morte, non perchè ci si è abituati ad essa, ma semplicemnte perchè ci si rinnova continuamente, si lavora per evolvere di giorno in giorno, confidando che il lavoro fatto si estenda, di vita in vita, sempre verso più elevati livelli. Amore e Bene quali antidoti e vaccini contro il virus del senso comune.
Un caro abbraccio a tutti Voi.

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