Mi sembra quindi che si torni quasi alle impressioni d’imizio chiusura: l’umanità, o una parte di essa, uscirà in qualche modo sensibilizzata e quindi migliorata da tutto questo?
Personalmente anch’io, come voi, tocco con mano nel quotidiano diverse reazioni che rappesentwno più sfumature, che spesso stanno anche su posizioni opposte, ma un comune denominatore mi pare che c’è e spesso appare sottotraccia. Ora definire questa sensazione mi è un po’ difficile: negli atteggiamenti estremi che spingono ad un ritorno alla “normalità” mi sembra quasi di vedere un volersi aggrappare a qualcosa che probabilmente non tornerà o comunque non sarà più come prima.
Ecco, forse la cosa che ci contraddistingue come miriamici è proprio il sapere, o comunque accettare l’idea, che alcune cose arriva il momento che semplicemente non servono più, quasi come un bimbo che lascia o suoi giochi perché è cresciuto (penso che questo ognuno di noi può testimoniarlo).
Accettare il cambiamento sforzando quei limiti tutti umani del rimanere ancorati a stilemi passati è per noi miriamici, rispetto agli altri, una spinta notevole che probabilmente ci può aiutare, rispetto ad altri, in questo momento di passaggio.
Voglio sperare per il bene di noi tutti (e di chi verrà poi) che questo porti ad una presa di coscienza dell’umanità (non mi illudo tutta ma forse una parte significativa) che conduca a riconsiderare le scelte sin qui fatte e a rivedere gli errori che si continuano a compiere. Chissà che questi siano da considerare buoni semi che in futuro daranno buoni frutti.
Vi sento davvero vicini ed è una così bella sensazione trovarsi qui è leggervi!
Un caro saluto a tutte e tutti.