Forse l’espressione “sentire a pelle” si riferisce alla capacità di quest’organo, tramite i recettori, di percepire la positività/negatività dell’ambiente esterno con cui si interfaccia. Sono sempre stata dell’idea che l’uomo arcaico possedesse fin dalla nascita la piena efficienza di questi recettori che ne consentivano l orientamento. Con il tempo però, a causa dell’evoluzione sociale e l’insorgere di sovrastrutture di cui egli stesso è stato artefice, questa efficacia è andata in parte perduta. Mi sorge una domanda: figure come la sfinge o le sirene, quindi esseri metà uomo e metà animale, possono riportare l’attenzione sulla riappropriazione delle potenzialità di queste facoltà di cui gli animali sono detentori pur mantenendo la caratteristica che ci rende uomini?