Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

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Buteo
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Riguardo alla domanda che poni, Merculriale2011, sull’opportunità o meno di eseguire il test sierologico per il SARS-CoV-2, il Ministero della Salute chiarisce che la ricerca del virus con il tampone rimane l’approccio diagnostico più attendibile per la diagnosi dell’infezione e che i test sierologici possono essere, a oggi, utili ai fini di una valutazione epidemiologica (=stimare la diffusione del virus nella comunità), ma non ancora al singolo. Infatti, l’assenza di anticorpi (test negativo) può indicare che la persona non è stata infettata, o che lo è stata molto recentemente (meno di 8-10 giorni prima) e non ha ancora sviluppato la risposta anticorpale, o che è stata infettata ma il titolo di anticorpi, al momento dell’esecuzione del test, è sotto il livello di rilevazione. E il loro riscontro (test positivo), non dice se gli anticorpi persistano a lungo termine, dando immunità (= se proteggano dalla reinfezione).
Ripercorriamo, a grandi linee, la complessa reazione di difesa che s’innesca per contrastare ed eliminare un agente infettante che penetri nell’organismo, soffermandoci alla sola risposta anticorpale, che è quella indagata dai test.
Immaginiamo le nostre cellule di difesa, i globuli bianchi, come soldati in pattuglia armati coi colpi in canna, pronti sparare a qualunque estraneo: questi sono gli anticorpi aspecifici, diretti contro componenti strutturali che i vari agenti infettanti possono avere in comune fra loro (come stesse parole in frasi diverse) e che l’organismo riconosce come estranee. Siamo nella fase precoce, in cui il SARS-Cov-2 entra nel naso-faringe: il test sarà negativo, IgM- e IgG-, il soggetto sarà asintomatico o pauci-sintomatico, ma altamente infettante (= emette virus con il respiro).
Mentre combattono al fronte, i globuli bianchi avviano diversi tentativi di produzione di armi per sparare proiettili più perfezionati e, in 7 – 10 giorni circa, inizia la produzione di IgM (Immunoglobuline di classe M) dirette contro il SARS-CoV-2. Sono la prima risposta anticorpale specifica e può essere rilevata coi test sierologici. Il test sarà IgM+ e IgG- e indicherà l’avvenuta infezione. Il soggetto sarà contagioso e potrà mantenersi asintomatico, pauci-sintomatico o iniziare a manifestare la malattia.
In una quindicina di giorni i globuli bianchi riescono ad approntare le armi per sparare il top dei proiettili: le IgG specifiche contro quel virus (Immunoglobuline di classe G). Siamo nella fase conclamata della malattia, oppure il soggetto è rimasto asintomatico; il test sarà IgM+ e IgG+, e l’infettività dovrebbe andare esaurendosi. Si è visto, infatti, che dopo i primi 9-10 giorni di malattia anche grave, non si riesce più a isolare il virus dal muco prelevato dal lavaggio bronco-alveolare.
La produzione vira dalle IgM, che andranno scomparendo nelle fasi tardive e dopo la guarigione, alle IgG; il test sarà IgM- e IgG+. A oggi non si conosce ancora se le IgG, dirette contro il SARS-CoV-2, garantiscano immunità duratura (=non mi ammalerò più della stessa malattia, come nel caso del morbillo) o meno, anche se è verosimile una copertura di almeno qualche mese.
Disponiamo di 2 tipi di test sierologici:
1) test rapidi, da eseguirsi su sangue capillare, con pungi-dito, a risposta immediata. Sono test ‘qualitativi’ perché verificano solo la presenza o l’assenza degli anticorpi, ma non il titolo (= la quantità); inoltre la lettura delle bande per le IgG o le IgM, essendo affidata all’operatore, può essere imprecisa. I molti kit in commercio, poi, provenendo in gran parte dalla Cina, hanno soglia di risposta stabilita dal produttore sulle caratteristiche anticorpali della popolazione cinese, non è applicabile a quella europea e italiana.
2) test quantitativi, più costosi, eseguiti in laboratorio con tecniche più sofisticate, su prelievo venoso; danno il titolo anticorpale (= la “dose” di anticorpi presenti). Pur essendo già sul mercato, occorre ancora tempo ai nostri ricercatori per completare la caratterizzazione della risposta anticorpale nella popolazione italiana, individuare gli anticorpi di classe IgM e IgG neutralizzanti (=in grado eliminare il virus) e stabilirne il valore soglia (= fissare il limite sopra al quale il test sia positivo).
Per essere affidabili devono essere sensibili (non dare ‘falsi negativi’) e specifici (non dare ‘falsi positivi’). I test quantitativi in commercio ancora non dosano le IgM, perché, per “cross-reazione con i coronavirus, responsabili del comune raffreddore, il risultato sarebbe un falso positivo Se il test è eseguito prima dei 7-10 giorni necessari per l’avvio della produzione di IgM, risulterà negativo, anche se il paziente è infetto.
L’esecuzione del test, su iniziativa del cittadino, non sembra al momento utile, perché non fornisce le risposte che cerca.

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