Riporto una piccola parte di uno scritto che Philippe Daverio, storico dell’arte e docente universitario, ha scritto all’indirizzo del primo ministro inglese, uomo appassionato di storia e cultura di Roma e studioso del mondo classico:
“Noi siamo Enea che prende sulle spalle Anchise, il suo vecchio e paralizzato padre, per portarlo in salvo dall’incendio di Troia, che protegge il figlio Ascanio, terrorizzato e che quella Roma, che Lei tanto ama, l’ha fondata.
Noi siamo Virgilio che quella storia l’ha regalata al mondo.
Noi siamo Gian Lorenzo Bernini che, ventiduenne, quel messaggio l’ha scolpito per l’eternità, nel marmo.
Noi siamo nani, forse, ma seduti sulle spalle di quei giganti e di migliaia di altri giganti che la grande bellezza dell’Italia l’hanno messa a disposizione del mondo.
Lei…è semplicemente uno che ci ha studiato…non imparando nulla, tuttavia.”
Mi ha colpito la differenza che emerge tra l’essere e il conoscere, e forse questo potrebbe essere un esempio dell’aforisma ermetico: per conoscere una cosa devi diventare quella cosa, e per diventarla devi viverla in prima persona, devi farne esperienza. Serena notte a tutti
- Questa risposta è stata modificata 4 anni, 10 mesi fa da m_rosa.