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garrulo1
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Quello che sempre mi colpisce, lo so all’atto pratico, anche se mi mancano dei fondamenti per descriverlo sul piano scientifico, quanto nell’essere umano la paura abbia una corsia preferenziale per manifestarsi, purtroppo anche quando non sarebbe il caso, oppure in modo iperattivo quando il caso effettivamente lo è. Quell’istinto di sopravvivenza a cui fa cenno Buteo quando descrive il transfer emotivo tra madre di gazzella e cucciolo in presenza di pericolo reale, è sempre perfettamente funzionale, non vi sono e oso aggiungere non vi possono essere distonie “culturali”, per cui il cucciolo non risponda ad un naturale istinto a discapito di qualche altro input ambientale, ovviamente fuorviante in quel frangente di pericolo. In Natura esiste l’impulso a seguire, il piccolo non può che scegliere di seguire la madre, altrimenti non sopravvive. Mi è rimasto impresso nel tempo un filmato, che trattava la vita di un branco di zebre nelle grandi migrazioni, dove si vede che quando il branco al mattino, appena spuntato il sole si rimette in marcia, una piccola zebra rimane indietro vicino alla madre purtroppo morta nella notte, per cause naturali, non per l’attacco di qualche predatore. Si vede che il padre, mentre il branco si allontana, tempi “alla mano” per non perdere il contatto, prova, nella sua lingua, a tentare di convincere la piccola a distaccarsi dalla madre. Neanche da ragazzo, quando andavo allo stadio, “tifavo” così tanto. Da un lato la sicurezza del gruppo che se ne sta andando e, per esigenze funzionali alla sopravvivenza di tutto il branco non può aspettare, dall’altro il più forte e “bello” degli istinti, l’attaccamento materno (latte, amore e coccole) che preme. Questo papà ce l’ha messa tutta, ad un certo punto lancia un ultimo nitrito e vira verso il branco ormai lontano ma ancora raggiungibile, a quel punto la piccola si stacca dalla carcassa e segue il genitore. Tutto questo per dire che, dove non vi sono elaborazioni e sovrastrutture, la risposta emotiva è sempre adeguata. Nell’essere umano, per quanto ne so dalla comparsa della neo-corteccia in poi, ad uno straordinario sviluppo delle capacità cerebrali, ne è conseguita una altrettanta potenzialità di elucubrazione, di fatto creando le basi per l’innesco di sovrastrutture che, con scienza coscienza e metodo, vanno ricondotte nel loro alveo naturale, fermo restando il potenziale acquisito (facile a dirsi, ma naturalmente molto, molto meno facile a farsi).
Ancora un caro saluto a tutti i naviganti, e, a proposito di quel sublime Istinto Materno di cui sopra, un caro, carissimo augurio di buon otto marzo, a tutte le donne, in ogni angolo e ad ogni latitudine di questo meraviglioso Pianeta.

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