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catulla2008
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Dopo avere letto il post di Tanaquilla e quello di Bell, ho cercato e ho trovato due asserzioni su cui ho ragionato.
La prima viene da un oculista di Humanitas Gradenigo, tal dottor Carlo Aleci, che sostiene come “Al contrario di quanto si creda, non è l’occhio a vedere bensì il cervello: l’occhio si occupa semplicemente di rendere ‘commestibile’ l’informazione visiva al cervello, organo che funziona attraverso la codifica di impulsi puramente elettrici. Affinché si veda bene è perciò necessario che il nervo ottico funzioni bene, a prescindere dall’integrità dell’occhio».
La seconda è del Maestro Kremmerz, tratta dal medesimo Volume I de IL MONDO SECRETO cui già si riferiva Tanaquilla, e recita così: “Dovunque voi vedete nel simbolismo religioso dai persiani agli egiziani e dai pagani ai cattolici, cerchi, ruote e dischi, dite che è la personificazione del moto centrale o vita dell’universo”.
Ho quindi pensato che il nostro cervello, capace di codificare gli impulsi elettrici provenienti dai sensi per formulare un significato, possa essere assimilato a un ripetitore di quel moto centrale o vita dell’universo che ne tra-duce rettamente l’impulso solo quando funziona bene. E in quanto al funzionare bene, forse il parametro comune non è giusto se anni di istruzione e cultura comunque lasciano intatto l’animale uomo: la mente si sviluppa, l’animale non cambia più di tanto. Invece, nella Schola (e per estensione immagino sia sempre stato così nelle Scuole realmente iniziatiche) lo sviluppo non è mentale ma sostanziale: i componenti (numeri) che hanno compiuto un pezzo piccolo o grande di cammino si manifestano diversamente non per maggior cultura ma per diversa sostanza: quella che trapela dalle piccole cose, anche e soprattutto dalle non dette ma fatte (o non più fatte).
C’è quindi Qualcosa nella tradizione autenticamente iniziatica che non agisce per compensare una funzione difettosa (es. un occhiale, una lente, una cornea limata e adattata nella sua curvatura) ma per risanare la materia vivente là dove questa non è strutturata adeguatamente al compito assegnatole dall’organismo. Da cui la Terapeutica come sinonimo di Evoluzione e viceversa.

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