Desidero rispondere all’ osservazione di Gelsomino che si domanda come mai sia necessario un supporto qualsiasi, fosse anche una sostanza placebo, per attivare il processo di autoguarigione mentre potrebbe essere sufficiente il solo contatto con un Centro erogatore di salute per risolvere lo squilibrio. Credo che un meccanismo di richiesta come questo non sia sufficiente a stimolare la reazione attiva dell’ammalato, che pur ponendosi in un atteggiamento passivo di ricezione dell’aiuto, deve comunque essere in grado di attivarsi per guarire. Credo che un qualsiasi atto di volontà finalizzato alla guarigione sia di aiuto in questo caso. L’assunzione di un farmaco o di un placebo o del classico bicchiere d’acqua valorizzato, l’atto di porre la mano sulla regione malata, la pronuncia di una parola finalizzata alla salute possono innescare la risoluzione perché veicolo dell’aiuto terapeutico, di quell’Amore che è materia e che, come tale, deve avere un substrato per agire.