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Buteo
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Qualche tempo fa ho visto un film biografico su un giovane matematico indiano, vissuto all’epoca del colonialismo inglese, il quale inviò le sue formule e teoremi a eminenti cattedratici di Cambridge. Il solo prof G.H. Hardy ebbe l’intelligenza lucida, l’onestà intellettuale e l’umiltà di vedere in quegli scritti un’opera geniale, ma … occorrevano le dimostrazioni.
Una comunità è tale quando si dà delle regole. Così è per la comunità scientifica. Regole desuete saranno abbandonate, ma quelle vigenti sono a garanzia di correttezza procedurale e di riproducibilità dei risultati, affinché non si spaccino per vere ipotesi prive di fondamento.
Io non posseggo né la cultura né l’intelligenza del prof Hardy e, pertanto, posso non essere in grado di distinguere ciò che è fantastico da ciò che è geniale. Per questo ‘occorrono le dimostrazioni’, perché anch’io possa al mio livello rendermi conto della veridicità di ciò che è divulgato.
I Maestri ci raccomandano in primis: ‘non credere, sperimenta’. Molto difficilmente avrò la capacità e gli strumenti per sperimentare ipotesi scientifiche innovative. Posso però attivarmi per attingere informazioni a quelle fonti che maggiormente mi diano garanzia di attendibilità. E, come giustamente ci fa notare Diogenonn, poiché Wkp pone “attenzione a quanto frutto di peer review”, non essendo il nostro né un circolo di specialisti né di scienziati, ritengo che, nel caso particolare, quanto pubblicato su Wkp possa costituire una prima base di risposta alla domanda di Catulla2008 che era specifica su quanto oggi la comunità scientifica ufficiale riconosca riguardo alla memoria dell’acqua. Poi, chi interessato potrà procedere verso più ragguardevoli approfondimenti.
Ritengo che teorie nuove e geniali o controcorrente possano essere sottovalutate, se non ostacolate, dal sapere comune. Ritengo che lo scienziato, lo studioso, abbia il dovere di correttezza procedurale e di onestà intellettuale; quindi che, divulgando le proprie teorie, comunichi con chiarezza quali soddisfino i criteri di evidenza scientifica, e quali invece rimangano ancora nel campo delle ipotesi.
“Occorrono le dimostrazioni” e lo diceva con dolore il prof. Hardy, perché la sua mente limpida ben vedeva il vero nei teoremi del giovane Srinivasa Rmanujan, ma aveva la consapevolezza che quello era il giusto modo di procedere a salvaguardia sia dell’uomo comune, sia dell’opera scientifica e del suo autore.
Gli studi riguardo alla memoria suscitano notevole interesse in questo forum. Sensibilità, percezione, pensiero, memoria sono stati oggetto d’indagine filosofica fin dai tempi antichi. Mi auguro che attraverso i prossimi post inerenti allo sviluppo delle funzioni umane, abbiamo modo di addentrarci nell’avvincente materia.

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