Mi riallaccio volentieri al post di Wiwa del 19 gennaio, dove si sottolinea l’importanza della dignità in relazione alla Vita stessa. Sono perfettamente d’accordo e anzi, mi tocca particolarmente questo tema, perchè credo che la vera dignità dell’Essere sia la chiave per prendere coscienza di sè, per imparare ad ascoltare la parte più profonda di noi, quella che è sempre l’ultima ad essere considerata realistica ed affidabile. In tutti i processi e tentativi di demolizione del sè, sia da parte di chi è esterno a noi, sia di conseguenza nei confronti di noi stessi, si parte dal presupposto che la dignità sia un qualcosa che si debba meritare in qualche modo, una specie di atto certificato che qualcuno ha debitamente vagliato e bollato secondo la propria libera opinione. Ma la dignità è il diritto di essere fedeli a se stessi, di sperimentare, di osservare il mondo con i propri occhi, di qualunque colore o forma; dignità è riconoscere che ognuno di noi possa alzarsi, restare in piedi sulle sue gambe e, soprattutto, possa cominciare il viaggio nella direzione che ritiene più consona alle proprie esigenze. Il Maestro Kremmerz scrisse che l’evoluzione è un diritto, ed io credo che sia stato da sempre questo il messaggio inviato a tutti coloro che volevano iscriversi alla Fratellanza di Miriam: ogni essere ha il diritto di tentare la via dell’evoluzione, e quindi possiede pari dignità di accedervi,al di là delle vicessitudini di vita incontrate.Non credo che la dignità, in questo senso, abbia molto a che fare con la mistica “compassione”, dove il “poverino” viene segnato dalla commiserazione di chi ha intorno…