Rispondi a: Farmaco come veicolo di volontà

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mandragola11
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Seguo il concetto di Gelsomino. Forse Alchemilla voleva riferirsi al tramite, allo stato di tramite ortodosso, che nella terapeutica ermetica è figurativamente come un tubo che tanto più è disostruito tanto più consente il libero scorrere dell’acqua, cioè dell’energia vitale che proviene dal Centro, dalla Sorgente Unica. In tal senso, si può capire come quel principio vitale di cui parla Garrulo debba prima di tutto riequilibrarsi, purificarsi per divenire elemento efficace. In tal senso, appunto perché si parla di principio vitale e quindi integrale, il perfezionamento del farmaco avviene attraverso gli strumenti che la Schola fornisce per ogni bisogno, per ogni male. Non so se il terapeuta appiccica o da qualcosa di se. Bisogna aver realizzato quello stato di essere, credo, per sapere cosa significhi esserlo. Comunque è certo che ognuno secondo il patto pro salute populi deve essere disponibile ogni volta che qualcuno chiede perché è il Nume che glielo manda e gli dà la possibilità di curarlo o sanarlo, in ciò basta anche una parola o se non si può far altro basta anche un pensiero. Bisogna anche tener presente che l’ammalato che ti chiede aiuto anche solo raccontandoti il suo malessere, giunge non solo a te, ma a tutta la Catena che si attiva attraverso di te che ne sei il tramite. O no?

  • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 3 mesi fa da mandragola11.

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