Mi sono posto la domanda sul meccanismo fisiologico per cui davanti a un’opera d’arte di qualsiasi genere proviamo una sensazione di trasporto, un’emozione profonda. Nel cercare una risposta a questa domanda complessa ho approfondito le ricerche di un gruppo di ricercatori che operano presso il dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Parma, guidati dal professor Giacomo Rizzolatti (premiato con numerosi riconoscimenti internazionali). Questi ricercatori studiano da anni come funziona una specifica area del cervello umano dedicata alla comunicazione tra le persone e, in particolare, come il cervello risponde alla bellezza dell’opera d’arte. Una scoperta importante riguarda l’esistenza, nel nostro patrimonio neuronale, di una particolare classe di cellule chiamate “neuroni specchio”. Questi neuroni localizzati in diverse aree del cervello partecipano sia all’attività motoria che emotiva e si è ipotizzato abbiano un ruolo importante nell’esperienza estetica. Attraverso il sistema specchio che si attiva sia quando agiamo in prima persona, sia quando osserviamo (o ascoltiamo) un’altra persona, siamo in grado di imparare imitando e di capire cosa fanno gli altri e perché agiscono e si comportano in un certo modo. Questa nostra capacità di comprendere il comportamento di coloro con cui entriamo in contatto, in maniera spontanea, e non attraverso un ragionamento, è la base fondamentale della nostra capacità di relazione gli uni con gli altri e di espressione della nostra empatia.
Per esempio, se guardiamo qualcuno che muove la mano per prendere una tazzina e bere, nel nostro cervello si attivano le aree necessarie a compiere esattamente quel gesto, anche se noi, nella realtà, poi non lo facciamo. Questi neuroni, quindi, riflettono, come uno specchio quello che vedono anticipando l’iter motorio prima che esso sia concluso. Per valutare l’esperienza estetica sono state utilizzate le immagini dei Bronzi di Riace, della Venere di Botticelli ecc. come stimoli negli studi sui neuroni specchio; in particolare, è stata rilevata (tramite Risonanza Magnetica Funzionale) l’attività del cervello mentre i soggetti osservavano le immagini delle sculture ed è stata confrontata con l’attività neuronale quando si presentano le figure delle stesse opere lievemente modificate al computer. Si è notato che si ha l’attivazione delle aree motorie e pre motorie, delle aree di analisi visiva e dei centri dell’emozione. Le opere greche originarie attivano il cervello molto più di quelle modificate, ma l’aspetto più interessante è che attivano quelle aree emozionali dove ci sono i neuroni specchio dell’empatia (dal greco: sentire dentro). L’artista bravo riesce non solo ad attivare la corteccia cerebrale agendo quindi su molte funzioni ma in qualche modo, con la sua opera d’arte, riesce a muovere i centri emozionali.
Secondo questi ricercatori attraverso il meccanismo dettato da questi Neuroni Specchio si possono leggere e vivere gli aspetti visibili del comportamento degli altri, vale a dire le espressioni, i gesti, le azioni, ed è possibile richiamare, in maniera automatica, gli stati emotivi ad essi associati. Da un punto di vista anatomico, il ponte di collegamento che traduce le nostre espressioni corporee (elaborate dal sistema motorio) in stati emotivi (elaborati da un sistema emozionale), e viceversa, risiede in un’area del cervello chiamata Insula, (che prende il nome per via della sua particolare forma a isola) dove sono stati riscontrati detti Neuroni. Quando questa area si attiva nel nostro cervello, i movimenti e le espressioni osservati negli altri si legano alle nostre emozioni e noi facciamo esperienza in prima persona di ciò che provano gli altri.
L’ipotesi è che, quando un’opera ci cattura, così come ad esempio la bellezza delle sculture classiche nella loro forma perfetta (ma il discorso vale anche di fronte alla bellezza di un bimbo o di un fiore), entriamo in uno stato di risonanza motoria e di empatia emotiva, che ci fa in qualche modo vivere le espressioni (fisiche) ed emozionali rappresentate dalla stessa. Tuttavia, l’aspetto più importante di questa ricerca è stata quella di dimostrare l’attivazione dell’insula, la stessa area che si attiva quando viviamo gli stati emotivi degli altri.
L’opera artistica ben congegnata è in grado di evocare in noi tutto questo, proiettandoci in quella dimensione di sensazioni ed emozioni che l’artista ha voluto trasmetterci.
Ho trovato questi studi, che sono in fase embrionale, estremamente interessanti in quanto possono aiutarci a comprendere meglio il meccanismo di veicolazione e di attivazione di una Forza Terapeutica attraverso Cifre, Simboli, Immagini ecc.
Concludo con una ricetta della Cucina Italica Tratta dal libro del Dott. Buratto che fa bene alla vista e non solo.
SESTA RICETTA
PAPARDELLE ALLE FRAGOLE (Ingredienti per 4 persone)
– 300 g di pappardelle
– 300 g di fragole piccole mature (buona fonte di vitamina c e di antiossidanti)
– 100 g di yogurt bianco naturale ( contiene vitamine del gruppo B e acido folico)
– 50 g di ricotta di pecora (contiene molto calcio)
– 2 cucchiai di olio extravergine di oliva (ricco di acidi grassi insaturi)
– ½ limone: la buccia
– 4 foglie di menta (contiene flavonoidi e il suo olio essenziale ha effetto antispastico)
– 6 foglie di basilico (deve il suo profumo ai molti oli essenziali che contiene, i quali sono in grado di stimolare la secrezione salivare e gastrica)