Riprendo il post molto interessante di Bell del 2 Gennaio che ci pone un quesito non da poco!
“siamo in grado di individuare in maniera concreta un meccanismo che fa parte della nostra Fisiologia e che analogicamente ritroviamo in Natura non in una specifica forma di vita ma ad un livello più generale? Esemplifico meglio la domanda: in Natura esiste un Apparato Digestivo? Un apparato Uditivo, visivo, fonatorio ecc?”
Mettiamo che esistano questi apparati nel Macrocosmo, ma se non li riconosciamo dentro di noi come si fa ad esserne certi? E non è così semplice: siamo sicuri di avere l’intelligenza ermetica della funzione del nostro apparato digestivo, uditivo, visivo, fonatorio ecc?
Credo che immaginare come l’uomo nella sua dimensione (apparentemente?) limitata possa incarnare analogicamente il Tutto sia una conquista frutto del costante processo iniziatico di desovrastrutturazione e purificazione.
Il più delle volte più che delle analogie noi riusciamo a fare delle similitudini, comparando micro e macro come se fossero speculari l’uno all’altro. E forse lo sono, se pensiamo al cielo (alto) che si riflette specularmente sulla terra (basso). Noi pure per essere oggettivati si dice che ci riflettiamo nella Gerarchia che, come in uno specchio neutro, ci rimbalza per come siamo, un’immagine che talvolta è un boccone amaro da mandare giù!
Però, riflettendo, uno spunto mi viene proprio dalla parola similitudine che riporta al concetto di simile, a quel simile che, a mano a mano che ci riconosciamo nella nostra vera natura (tolte le sovrastrutture e purificati = cioè scrostata la pietra e mondata = restituita alla sua vera essenza naturale), siamo stimolati a riconoscere fra tutto ciò che esiste nei 3 regni.
Simile rimanda infatti alla legge dei simili, similia similibus curantur, su cui si poggiano le teorie medicali antichissime dei rapporti tra macro e microcosmo, rapporti celati nei segni o nella firma delle cose, ripresi nell’omeopatia e su cui Kremmerz dice “La dottrina delle signature, anche detta della “signatura rerum“, è la scienza medica che utilizza a scopo terapeutico i rimedi più disparati e analogicamente corrispondenti nelle loro particolari caratteristiche di forma, colore, odore e sapore, a quelle degli organi, dei visceri e degli umori del soggetto malato da trattare: la castagna carbonizzata trova applicazione nelle malattie cardiache per la sua forma simile a quella del cuore, il rubino nelle malattie della circolazione…”
Il simile si cura con i simili, ma curare è anche prendersi cura, nutrire, proteggere, condurre a buon fine; “forze simili interagenti si potenziano reciprocamente”, si uniscono naturalmente si associano come succede per noi che ci ritroviamo simili nell’anelito evolutivo, attratti al magnete di luce che irradia dal Centro; in natura si dice che le forme, i colori i suoni sono il frutto di un lungo processo associativo, e magnetismo ed elettromagnetismo inducono questa associazione costruttiva e creativa.
Del simile parla il Maestro in “Dalla Matriarchia di Miriam alle pratiche trasmutatorie” in La Via della Rosa, a pag. 121 in cui, dice proprio dell’intelligenza dei 4 elementi che devono essere riconosciuti nella fisiologia umana, prima di iniziare la pratica alchemica. Come condizione quindi necessaria di base. Ecco che tutto nella nostra sperimentazione ortodossa converge a questa presa di coscienza e conoscenza in primis della nostra forma/contenitore/corpo che trova analogica corrispondenza nella Natura Magna Mater.