Rispondi a: LA PANDEMIA DA CORONAVIRUS TRA DATI OGGETTIVI E OPINIONI SOGGETTIVE

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Buteo
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Cercherò di risponderti, Tanaquilla9. ‘Le nuove notizie sul Covid che rimarrebbe nell’aria più di quanto si fosse pensato fin ora’ emergono dalla divulgazione (un po’ travisata) di una lettera aperta indirizzata da 239 scienziati all’OMS, che vuole essere un invito, per non dire un sollecito, a ché l’ente modifichi ulteriormente quanto indicato nel documento del 5 giugno, e riconosca la necessità di utilizzo delle mascherine anche negli spazi chiusi, a prescindere dal distanziamento sociale.
Nel precedente documento del 6 aprile, l’OMS sosteneva che non ci fossero prove sufficienti all’utilizzo della mascherina da parte delle persone sane, rimarcando che questo avrebbe anzi trasmesso un “falso senso di sicurezza”. In giugno l’organizzazione torna sui suoi passi e, rivolgendosi in particolare agli operatori sanitari, anche quando non trattino pazienti CoViD-19, alle persone di età superiore ai 60 anni o con patologie preesistenti, invita a indossare la mascherina in situazioni in cui il distanziamento sociale non possa essere mantenuto.
Se è verosimile che la diffusione del SARS-CoV-2 per via aerea sia possibile nei luoghi in cui si effettuano procedure mediche che generano diffusione di particelle nell’aria, come nelle intubazioni, broncoscopie, manovre di rianimazione cardiopolmonare e interventi odontoiatrici, è anche vero che in questi mesi è stato dimostrato, ad esempio fra gli operatori in call-center e fra gli avventori in ristoranti, come il contagio sia favorito anche dalla direzione del flusso dell’aria proveniente dai sistemi di ricircolo della ventilazione. Da qui la necessità di revisione degli impianti in tutti i locali in cui stazionino o vivano comunità di persone (alberghi, ospedali, RSA, centri commerciali, scuole, uffici ecc.).
È stato anche dimostrato che il parlare a voce alta favorisca il contagio, come il cantare (coristi infettati durante le prove in chiesa) e l’urlare (i tifosi alla partita dell’Atalanta – Valencia).
Viceversa i coronavirus non diffondono nell’aria che respiriamo al pari di particelle di un profumo o un gas tossico, “non corrono per le strade” e “non s’infilano nelle buche delle lettere e nelle case”. Per infettare occorre una carica virale sufficiente, inspirate in vicinanza di persone infette, ancorché asintomatiche. La stagione estiva, favorendo la frequentazione degli spazi aperti, aiuta la dispersione dei virus e ne riduce la quantità con cui ciascuno di noi può venire in contatto. Potremmo muoverci all’aperto senza mascherina in luoghi in cui sappiamo di non avvicinarci ad altre persone. Ma, quando siamo rilassati e ci godiamo una passeggiata, può sopravvenire la piacevolezza dell’abitudine, dimenticandoci la prudenza (lo dico anche perché mi è occorso).
Anche se un rappresentante dell’OMS ammette ora che non si possa escludere la trasmissione del coronavirus per via aerea negli ambienti affollati chiusi e scarsamente ventilati, al momento le indicazioni non sono state riviste. Da tutto ciò, mi chiedo anch’io, come Mandragola11, cosa sarà alla riapertura di scuole e asili, oltre al fatto che, a differenza dei popoli orientali, non siamo inclini a ‘contenere’ i nostri bambini. E, se i centri estivi, che bambini e ragazzi hanno già iniziato a frequentare, prevedendo attività all’aperto, consentono una ‘diluizione’ del rischio, la didattica si svolgerà in aule chiuse, dove il distanziamento sarà difficile. Posso augurarmi che siano almeno gli insegnanti a provvedere a un frequente ricambio d’aria, aprendo le finestre.

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