Rispondi a: Farmaco come veicolo di volontà

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g_b
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Buongiorno a tutti, come mio primo intervento in questo luogo virtuale, cogliendo occasione per ringraziarvi per questa opportunità di confronto, vorrei fare ritorno al concetto di apertura di admin Kremmerz.
La riflessione in merito al papiro di Ebers, condivisa dall’Accademia sebezia, mi fa pensare anche a come vengano prodotti i farmaci nell’altopiano di Qinghai in Tibet, dove da oltre 4000 anni si pratica questa medicina che comprende principalmente materiale vegetale ( ma anche animale e minerale). Questi farmaci vengono sempre preparati seguendo i riti legati al culto del Buddha della medicina, quindi mantra, ed altre pratiche di applicazioni della volontà dei lama sul farmaco, tutto allineandosi con le vari fasi lunari.
la mia riflessione è la seguente, così come in natura ogni “seme” per attivarsi, ha bisogno di condizione esterne precise ( umidità, pressione, luminosità, ecc), potrebbe valere lo stesso per un farmaco sin dalla sua origine ? ( cioè a partire dall’indagine dei ricercatori e dalle loro sintesi di altre esperienze farmaceutiche precedenti).
L’immagine è quella di un farmaco come un essere vivente, o meglio vivificato, (come per tutte le forme viventi in natura) da alcuni fattori: principio vitale, volontà, intelletto.
Mi farebbe molto piacere un vostro riscontro, intanto vi porgo i miei saluti.

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