Rispondi a: NUOVE FRONTIERE DELLA MEDICINA

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garrulo1
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I post di Buteo e Mandragola, mi impongono una considerazione secca, se vogliamo di sintesi sull’essenza del processo educativo, che penso stia tutto raggomitolato nella sua radicale: da educere, ex-ducere, quindi estrarre, tirare fuori, ma quello che c’è dentro. Quindi, compito delicatissimo per qualunque formatore, dal genitore di primo “imprinting”a maestri e poi professori di medie e superiori, quello di innescare ogni volta il giusto meccanismo, affinchè in ogni area di apprendimento e relazione, il fanciullo si esprima in un contesto definito, ma parimenti con la massima libertà di manifestazione che sia possibile, cosicchè sia anche l’ex a docere, e non solo le contingenze esterne, ovviamente sempre dentro i normali e giusti parametri. Ma, come ci ricorda m-rosa, genitore perfetto, che mandi a scuola il figlio dal docente perfetto, per fare diventare il figliolo a sua volta perfetto, è cosa facile a dirsi, ma difficile assai a trovarsi, l’approccio del formatore forse più giusto, è un’accettazione del giovane in toto, con pregi e difetti, con atteggiamento amorevole o empatico, va bene lo stesso, se del caso dolcemente severo, dopodiché le cose credo andranno sempre “come devono andare”, specialmente se teniamo in debito conto, come ci ricorda Mercurius, di “quel sentiero già arcanamente tracciato”.
Un saluto a tutti.

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