UN THREAD SENZA TITOLO X UN “SOCIAL” SUI GENERIS

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  • holvi49
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    Materia e antimateria…
    Riporto, facendone una stringata sintesi, quelle che sono le argomentazioni di un fisico teorico e di una psichiatra circa l’argomento dell’antimateria, argomento di non certo facile approccio come giustamente sottolineava Tanaquilla9, cercando di fare, per quanto possibile, una riduzione alla portata di tutti compreso chi scrive.
    Il primo a postulare, a livello teorico, l’esistenza dell’antimateria fu, nel 1928, il fisico Paul Dirac, come possibile soluzione della sua equazione che descrive il comportamento quanto-relativistico delle particelle caratterizzate da spin (momento angolare) uguale a 1/2 (quindi una grandezza). Prima che si scoprisse tale equazione nessuno sospettava la possibile esistenza dell’antimateria. Nell’equazione di Dirac sono previsti stati caratterizzati da valori di energia negativa che imponevano la risoluzione di un problema, ovvero, del “mare di Dirac”. Bisognava ridefinire sia lo stato di vuoto fisico e il conseguente livello zero dell’energia delle particelle isolate, che la possibilità, per una particella con livello iniziale di energia positiva, potesse scivolare spontaneamente in uno stato di energia negativa cedendo la propria energia rendendo così instabile tutta la materia di cui siamo fatti e quella che ci circonda. Tuttavia la materia appare sostanzialmente stabile. Nella teoria di Dirac il vuoto non è considerato propriamente vuoto ma come una sorta di contenitore contenente un numero infinito di possibili stati quantici di energia negativa. La superficie del “mare di di Dirac” corrisponde, in tale rappresentazione, al livello zero dell’energia e se si suppone che tutti i possibili stati a energia negativa siano occupati, ad esempio, da elettroni, per il principio di Pauli nessun altro elettrone, dotato di energia negativa, potrebbe “scivolare” nel mare stesso andando così a occupare un livello energetico negativo. Ciò assicurerebbe, in tal modo, la stabilità della materia osservata nel mondo macroscopico. Però, nell’interpretazione di Dirac, tale mare non è statico,ma dinamico e se si fornisce sufficiente energia, ad esempio attraverso della radiazione elettromagnetica di sufficiente frequenza, si potrebbe far saltare un elettrone da uno stato di energia negativa a uno di energia positiva, generando, così, un “buco” nel mare di Dirac cioè una lacuna. Questa lacuna, ovvero la mancanza di una particella con carica negativa ed energia negativa, verrebbe interpretata, nella teoria, come la “materializzazione”, a partire dal vuoto fisico, di una particella avente carica positiva ed energia positiva, ovvero di ciò che è denominato positrone( elettrone positivo) che rappresenta così l’antielettrone. E’ proprio attraverso tale meccanismo che Dirac teorizza l’esistenza dell’antimateria, ossia, per ogni particella di materia, della corrispondente antiparticella, avente massa uguale alla prima, ma carica elettrica uguale e di segno opposto. Secondo questo schema il rapporto tra materia e antimateria è caratterizzato da una completa simmetria tra i membri di una coppia particella-antiparticella. Ma si osserva l’assoluta prevalenza, almeno limitatamente all’universo osservabile, della quantità di materia osservata rispetto all’antimateria, cioè una asimmetria che rappresenta uno dei più profondi e irrisolti enigmi della scienza moderna. Una probabile risposta potrebbero darla i neutrini, oggetto di importanti risultati sperimentali ottenuti recentemente.
    I tachioni sono particelle prive di massa che possono viaggiare a velocità superiore a quella della luce . Se si potesse superare la velocità della luce il tempo comincerebbe a scorrere al contrario.
    La fisica quantistica si può riassumere in tre principi secondo i quali:
    1- la realtà è fatta di quanti, unità elementari di energia, in un campo nel quale interagiscono costantemente;
    2- in questo campo, l’osservatore ha un ruolo attivo nel determinare il manifestarsi di una possibilità piuttosto che un’altra (collasso della funzione d’onda);
    3- l’interazione è regolata da leggi di non località come l’entanglement per il quale ciò che accade in un luogo può influire istantaneamente su ciò che accade in un altro.
    La biologia quantistica spiega prodigi come la fotosintesi, grazie al fenomeno per cui le particelle subatomiche coinvolte si trovano contemporaneamente in due parti distinte. Le reazioni enzimatiche, alla base del nostro essere in vita, devono la loro perfezione al tunneling, per il quale alcune particelle sembrano “svanire” da un punto per “materializzarsi” istantaneamente da un’altra parte. In questo scenario anche il paradigma medico sembrerebbe mutare notevolmente, poiché decade il principio classico di causa ed effetto nella salute e nella malattia. Le azioni passate, gli eventi accaduti non sono davvero la causa : è il giudizio che emettiamo su di essi la causa del loro effetto. I nostri ensieri funzionano per flussi tachionici, secondo una inversione del tempo, dal futuro al passato: la nostra mente è focalizzata sull’effetto e “deve” cercare una causa che troverà in eventi del passato, propriamente quelli che non ha accettato, che giudica e poiché sono osservati, collassano nel campo creando una realtà.
    Una delle caratteristiche più intriganti e affascinanti dell’antimateria è stata messa in evidenza da R. Feynman il quale, riprendendo l’originaria idea del fisico svizzero Stueckelberg, ha avanzato l’ipotesi secondo cui un’antiparticella potesse essere considerata effettivamente come la corrispondente particella che si sposta “all’indietro nel tempo”. Secondo questa ipotesi l’antimateria appare dunque essere caratterizzata da proprietà ancor più esotiche di quelle derivanti dalla teoria di Dirac, dal momento che, ad esempio, osservare il moto di un positrone equivarrebbe ad osservare un elettrone proveniente dal futuro.
    Che dire? Il Maestro Kremmerz ha affermato, nei suoi scritti, che “nelle operazioni della mente il tempo non esiste”. Come funziona la mente? Con quali stati quantici potrebbe reagire, o meglio, in quale modalità quantica potrebbe “volontariamente” operare? Mi viene di pensare alle premonizioni, o alle visioni del futuro, quelle manifestate da veggenti, almeno secondo quanto riportato da una certa letteratura, che lascerebbe ipotizzare una visione del mondo in una modalità totalmente diversa da ogni possibilità conosciuta.
    Giordano Bruno diceva:
    che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nel’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi: Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi. Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia.
    Un caro saluto a tutti

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    “Lavorare per creare con la Natura”… come è vero che il buon senso porta lontani… il “cum grano salis”, il buon senso italico… carissimo cozza è come se tu avessi detto (almeno per me è così) che il percorso miriamico è il percorso delle nuove elaborazioni delle proprie esperienze e di se stessi, è il reale processo creativo secondo natura. E, da persona concreta quale sei, elenchi anche i classici ostacoli che si frappongono e ritardano.
    Ma ogni nuova elaborazione è preceduto da una destrutturazione, da una profonda crisi, una vera e propria scarnificazione. E da un distacco… Il ns. avanzare miriamico, la ns. crescita, il ns. processo creativo, ricordo benissimo che se ne è parlato nelle Accademie, è tutto racchiuso nei salmi rituali che ripercorrono il cammino iniziatico, il quale è provocato da Amore, il daimon socratico del cammino psico/fisico di ogni essere. La psiche, quella che, ricambiata, si innamora di Amore è tradizionalmente nuda, spoglia da ogni orpello (vedi al proposito il Quaderno della Sebezia a pp. 50.51).
    E quanto è vero anche che una mano femminile, per amore, “aiuta a passare il guado”. Nei miti è Venere che raggiante, sorride, o è la Sirena con il suo canto che spinge al dominio di se stessi, o è una Ninfa che sussurra le indicazioni della via o è una Virgo, o una Mater.

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 367

    Sono davvero colpita dalle info sul tema materia\antimateria,e anche se è molto ostico l’argomento e solo per gli addetti ai lavori(nella prima parte,mi sembrava di essere nella fiaba di “Alice nel paese delle Meraviglie”in un posto dove il tempo non esiste e si vive in una realtà parallela!),tuttavia le conclusioni a cui arriva holvie sono invece molto più interessanti e a portata di mano, soprattutto quella parte da cui si deduce che siamo artefici del nostro destino e possiamo determinare il nostro futuro cambiando semplicemente la prospettiva del nostro punto di vista, la quale sembrerebbe persino modificare il concetto canonico di causa ed effetto nella salute e malattia,concetti base della sperimentazione del metodo ermetico della Schola,fondata dal Kremmerz un secolo fa, che sono sempre estremamente innovativi e all’avanguardia. Inoltre sulla caratteristica enzimatica di tunneling di cui è stato detto, per cui “alcune particelle sembrano svanire da una parte per materializzarsi istantaneamente dall’altra”mi ha ricordato il dono dell’ubiquità caratteristica di un mono corporale così purificato da riuscire a manifestarsi in un luogo pur trovandosi in un altro. A proposito del “tempo che va all’indietro”, mi ha richiamato alla memoria che nel Quaderno della Vergiliana, ad un certo punto, si fa cenno a Palazzo Schifanoia e alla consuetudine di molti Signori Rinascimentali di commissionare agli artisti del tempo, intere sale affrescate con segni zodiacali e decani, utilizzandoli con funzione talismanica,e tra le curiosità ancora inspiegate c’era quella della presenza frequente di orologi che funzionavano in senso antiorario…se è vero che se si superasse la velocità della luce si comincerebbe ad andare all’indietro..mi chiedo se gli studiosi e i sapienti dell’epoca ne fossero in qualche modo a conoscenza e avessero intuito ciò a cui oggi la scienza sta tentando di dare un nome!

    tanaquilla9
    Partecipante
    Post totali: 782

    Molto interessante la sintesi di Holvi. Così come lo sono le ipotesi interpretative. D’altra parte nell’affascinane avventura della scienza sono tante le cose ancora da scoprire. Ricordo che alla conferenza si diceva che pur esistendo l’antimateria non se ne trova traccia nell’universo fatto di materia, e che l’antimateria ottenuta nei laboratori del CERN non è conservabile o fissabile perché annichilisce, lasciando uno sbuffo di energia. Rimane in vita, negli esperimenti più recenti solo qualche minuto. Sembrerebbe così il materiale più sfuggente che esista. Come il principio dell’asimmetria, che ha ben reso holvi, e su cui i fisici lavorano, si potrebbe tradurre anche così: l’immagine che si vede allo specchio ha proprietà diverse dall’oggetto che vi si riflette né si può dare un definizione assoluta del positivo e del negativo. Sembrerebbe il mondo speculare, raggiunto attraverso lo specchio, di “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, com ha scritto wiwa.

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 5 mesi fa da tanaquilla9.
    andy60
    Partecipante
    Post totali: 13

    Credo anch’io che la scienza debba ancora scoprire la maggior parte delle cause del funzionamento dei fenomeni che magari la tradizione ermetica da parte sua già controlla o utilizza da millenni per via diretta sperimentale e trovo interessante il rovesciamento delle prospettice che Holvi ha riportato anche con la citazione di Bruno. Mi viene tuttavia da considerare come in definitiva ci siano solo due modalità di comprensione della fenomenologia, o attraverso la via diretta tradizionale sperimentale evolutiva personale o attraverso la sperimentazione scientifica razionale e che entrambe queste modalità necessitino sempre di un’oggettivazione senza la quale restiamo nel campo delle ipotesi o della fantasia. Campo nel quale volentieri si rifocillano i sogni e desideri di spiegazioni più consoni a ciascun individuo, i quali, seppure in rari casi possono portare anche a intuizioni geniali, in tutti gli altri sono solo piacevoli distrazioni che se prese sul serio diventano fuorvianti. Così la teoria dei tachioni, molto suggestiva, per quanto ne so è solo un’ipotesi matematica immaginaria che oltretutto, se fosse vera, smentirebbe tutte le teorie fisiche finora dimostrate incluse quelle di Einstein. Così come l’idea che il pensiero viaggi per flussi di tachioni, che nessuno ha mai visto e forse mai vedrà. Sarà un problema mio, ma ho un’attitudine scientifica che mi porta sempre a far suonare campanelli d’allarme dinanzia a piacevoli astrazioni per mettermi sempre in guardia su quanto sia importante distinguere con totale consapevolezza de precisione ciò che è stato oggettivato dall’immaginario, dopodiché liberi di volare con la fantasia, cum grano salis! Un saluto a tutti

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    La teoria della relatività afferma che niente può raggiungere la velocità della luce, ma si riferisce a particelle “materiali”, dotate di massa positiva (i fotoni hanno massa nulla e non trasportano nessuna carica elettrica, per cui anche l’idea che possano viaggiare oltre la velocità della luce non viola la teoria della relatività).La teoria della relatività, quindi, non esclude il fatto che una particella con massa pari o inferiore a zero possa nascere a una velocità superiore a quella della luce.
    Se è vero che noi siamo fatti di energia cosmica, di luce trasformata, di vibrazione incarnata, siamo anche ciò che è la natura dei nostri pensieri.
    E non percepiamo la realtà soltanto attraverso i nostri apparati sensoriali, ma sintonizzandoci a livello vibratorio con tutto il creato. I nostri apparati sensoriali sono specializzati a captare determinate frequenze e trasformano in impulsi sensoriali le sole frequenze vibratorie che riescono a cogliere. Questo fa sì che ci si possa trovare in situazioni che la scienza ufficiale non riesce tutt’ora a spiegare etichettandole come fenomeni “PSI” che non trovano dimostrazione a livello empirico.
    Ora, queste frequenze vibratorie possono essere in sintonia con altre creando un accordo “per simpatia” e, convibrando con esse, creano una sorta di unione che può determinare un nuovo stato energetico. Per i pensieri avviene in modo analogo: nel momento in cui si è incentrati in uno stato negativo, si entrerà in risonanza con tutte le frequenze generate da situazioni negative o, viceversa, in stati di vibrazione positiva, si entrerà in sintonia con un campo vibrazionale positivo, poiché il nostro pensiero in movimento si propaga velocemente nell’intero campo vibrazionale andando a sintonizzarsi con onde della stessa polarità. Quando pensiamo intensamente a una persona, ci siamo posti a livello vibratorio sulla sua stessa frequenza mentale e che la nostra energia, in uno scambio armonioso, si sta accordando alle vibrazioni di pensiero di chi in quel momento stiamo pensando. Posso riportare una esperienza vissuta: mi trovavo in casa con una persona in due camere separate, quando l’ho vista attraversare la stanza dov’ero, recandosi verso il bagno. Con mia grande sorpresa, entrando nella stanza dove si trovava, era lì, seduta. Ho chiesto se non si fosse alzata per andare nel bagno. Mi ha risposto: ” l’ho solo pensato”.
    Mi piace ricordare una frase del libro ” Il gabbiano Jonathan Livingston” in cui Fletcher Lynd, discepolo di Jonathan, si rivolge ai suoi allievi dicendo: ” il vostro corpo, da una punta dell’ala a quell’altra, altro non è che un grumo di pensiero.”
    Un caro saluto

    admin Kremmerz
    Amministratore del forum
    Post totali: 1008

    E quanto scrivi carissimo holvi ci fornisce un ulteriore elemento su cui riflettere utile ad aver in massima considerazione, e tener ben presente a noi stessi, il detto ermetico che ci invita ad esprimenci con “buoni pensieri, buone parole e buone opere” sia nei nostri confronti che in quelli altrui comprendendo sempre più che siamo “circolarmente la stessa cosa” e della stessa partita. Facile a dirsi, non sempre facile farsi, ma importante è non rinunciare a provarci …
    Un caro e fraterno abbraccio a tutti gli ottimi naviganti del forum!

    • Questa risposta è stata modificata 6 anni, 5 mesi fa da admin Kremmerz.
    catulla2008
    Partecipante
    Post totali: 244

    Voglio intervenire in questo discorso così scientifico di materia e antimateria partecipandovi alcune riflessioni. Secoli di cristianesimo ci hanno inculcato la stramba idea che la nostra anima sia come l’acqua in un bicchiere, contenuta ma separata dal corpo. Così, ogni squilibrio, malattia, sofferenza che ci punzecchia siamo lì a preoccuparci di eliminare o tacitare quella che viene percepita come ribellione dell’organismo. Oppure, di contro, specie se siamo acculturati con qualche infarinatura di psicanalisi, ci mettiamo a indagare sul passato e l’inconscio e la parentela fino alla terza generazione convinti che la nostra indagine scioglierà senz’altro i nodi di ogni imperfezione…in virtù della concezione di perfezione finalmente (?!!!) acquisita.
    Ma il nostro corpo siamo noi, e i suoi dolori il risultato di tutto quello che abbiamo fatto, detto, accumulato in ogni istante: dalle abitudini alimentari a quelle del pensiero; dai sussulti emotivi che ci sbattono nella giornata a quelli sensoriali che ubriacano di stimoli con odori, sapori, colori, rumori magari inutili quando non dannosi.
    Insomma è vero che siamo UNO all’interno della circolarità della nostra catena, ma prima ancora siamo UNO all’interno della circolarità del nostro corpo dove ogni cosa – fatto, opinione, idea fugace – è noi e diventa noi continuamente. Siamo felicità e sofferenza prima ancora che questa diventi patologia. E siamo vizio e stortura prima ancora della malattia. E possiamo essere balsamo e salute prima ancora di ogni medicina.
    Forse dunque la prima antimateria inafferrabile è davvero il pensiero: quello che si fa parola e poi opera, sia esso cosciente o inconsapevole.

    mercuriale2011
    Partecipante
    Post totali: 164

    Riflettevo su quanto scriveva domenica scorsa Cozza che con parole semplici ha dette tante cose giuste!
    Come il limite ” di abbuffare il cervello coi sensi di colpa”
    Mi sono riconosciuta in questa definizione e ne ho riconosciuto uno dei miei diversi limiti e ostali nel percorso evolutivo!
    Altra bellissima e sintetica definizione “il lavorare per creare con la natura” che Tanaquilla 9 ha paragonato al percorso evolutivo miriamico…spunti di riflessione come i tantissimi presenti nel blog
    un saluto a Tutti

    GELSOMINO
    Partecipante
    Post totali: 141

    Qualche giorno fa Holvi concludeva un suo post a base di fisica quantistica citando Giordano Bruno
    “che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo che siamo ciechi e sordi: Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi. Non è la materia che genera il pensiero, è il pensiero che genera la materia.
    Vorrei premettere che la fisica quantistica mi ha sempre dato l’idea che sarà quella branca della scienza che avvicinerà il mondo accademico alla Tradizione Ermetica, per la sua attitudine all’apertura e propensione ad accettare approcci non convenzionali ai problemi. Ma devo dire che la gran parte dei postulati della fisica quantistica, che Holvi ci ha esposto nei suoi post, mi sembrano delle potenzialità che ,chissà, forse verranno sviluppate dall’umanità futura, ma per noi ,oggi, ancora embrionali. Per cui, pur subendo il fascino di queste possibili future conquiste, sento più vicine e concrete le parole di Giordano Bruno.
    E manco le capisco fino in fondo….

    wiwa70
    Partecipante
    Post totali: 367

    Interessante il concetto dello specchio e del mondo speculare di cui parlava tanaquilla, mi ha fatto venire in mente che anche nel nostro cervello esistono una classe di neuroni detti a specchio che si attivano quando l’individuo compie un’azione o osserva la stessa azione compiuta da un altro e che si attivano anche in portatori di amputazioni degli arti, in ipovedenti o ciechi (ad es. basta il rumore dell’acqua che viene versata in un bicchiere perchè si attivino gli stessi neuroni di chi l’acqua la sta versando effettivamente!)essi si trovano nell’area di Broca(corteccia parietale inferiore) che riguarda la sfera dell’imitazione e del linguaggio ed è considerata una delle più importanti scoperte delle neuroscienze degli ultimi anni…è stato detto al proposito che “i neuroni a specchio saranno per la psicologia ciò che il Dna è stato per la biologia”. Una caratteristica dell’uomo rispetto agli altri primati è che non è necessaria una interazione effettiva con gli oggetti, i neuroni a specchio si attivano anche quando un’azione è mimata e ne sono stati ritrovati anche in aree non motorie cerebrali quali l’ippocampo e la corteccia temporale. Infatti è stato approfondito lo studio in ambito cinematografico e s’è visto che nella visione di scene molto coinvolgenti, i neuroni si attivano come fossimo noi stessi a vivere quelle scene, ma la scarica neuronale è molto diversa nell’esecuzione dell’atto rispetto alla sua semplice osservazione, perciò essi permettono di distinguere tra agente e osservatore. Sul linguaggio è grazie ad essi che l’uomo apprende e decodifica e dà una spiegazione sui comportamenti altrui e sembrerebbe anche intuire le intenzioni non ancora manifeste e\o previsioni di comportamento immediatamente a venire. Nell’uomo poi è presente un sistema di espressione delle emozioni complesso per cui il concetto si allarga al campo della conoscenza dei meccanismi sociali, creando forme d’interazione fra individui sempre più articolate. La capacità cerebrale di attivarsi alla percezione delle emozioni altrui, attraverso volti, gesti e suoni e di codificarla in termini viscero-motori, permette la empatia e dunque un comportamento bio-sociale, ad un livello che precede la comunicazione linguistica, che orienta le relazioni interpersonali, che sembrerebbe essere alla base dell’intero comportamento sociale. I neuroni a specchio inoltre hanno la capacità di diventare più semplici o sofisticati a seconda del tipo di emozione e di conseguenza sono i “responsabili” dei rapporti con le persone oltre che con le cose,come si pensava inizialmente, in pratica si sta scoprendo il meccanismo biologico alla base del nostro comportamento sociale.

    m_rosa
    Partecipante
    Post totali: 574

    Si, però non dimentichiamo che il pensiero per diventare carne ha bisogno dell’amore, dunque mi chiedo, la nuova fisica ha trovato qualche forza in natura che si possa assimilare a questo stato? Ci sarebbe utile conoscerla!

    holvi49
    Partecipante
    Post totali: 112

    A proposito di Amore
    Kremmerz dice: ” E’ materia come il calore,il magnete, l’elettricità, la radioattività; più forte di tutti questi esponenti della materia nel moto, la materia amore sarà lo stato di essenza del moto verso l’enigma della creazione e della distruzione. L’enigma è una legge. E ancora. ” in che modo si può magneticamente influire su di un ammalato e rendere, nelle proporzioni del possibile, un contributo alla sua sanità? – Lo dissi: amandolo…basta volergli bene, compatendolo nel significato etimologico della parola…Compatire è patire insieme; path è la radicale del pati latino, che vuol dire sofferenza…Parlando o non parlando, se lo stato dell’anima nostra è compassionevole, la irradiazione magnetica diventa sanatrice.
    m_rosa domanda se la nuova fisica ha trovato qualche forza che si possa assimilare allo stato di amore.
    Ma noi, intanto, sappiamo che cosa è l’amore? Possiamo definirlo? Immaginarlo? Forse possiamo cercare di approssimarci a quello di cui parla il Kremmerz, ma non possiamo, poi, dargli una identità, né sapere, supposto che tale stato sia raggiunto, cosa effettivamente stiamo muovendo. La nuova fisica ci insegna che ciò che non vediamo è molto più “esistente” di quello che riusciamo a percepire con i sensi nel mondo del macroscopico; vi è tutta una serie di manifestazioni, supportate da sperimentazione, che avvengono addirittura col concorso della coscienza dell’operatore, che traggono origine da una zona oscura, “nera”, che gli antichi chiamavano etere e che i fisici moderni, quelli di frontiera, riscoprendola, le hanno attribuito il nome di “campo di punto zero”, “vuoto quantistico” , “mare di Planck”. Non cambia la sostanza ma l’approccio derivato da una apertura a nuovi paradigmi dove finalmente all’essere umano è riconosciuta la natura stessa della manifestazione universale divenendo co-creatore della realtà.
    Quanto amore si può riscontrare in un bicchiere di cristallo? Non credo si possa essere tacciati di eresia per una simile affermazione, poiché “Amor che move il sole e l’altre stelle” non credo abbia una connotazione ben definita.
    Un caro saluto

    alchemilla68
    Partecipante
    Post totali: 42

    Ho trovato interessante quanto è stato detto sui neuroni specchio, considerando che;a me risulta;non sia necessario fare sulla propria pelle determinate esperienze per capirne le conseguenze in un senso o nell’altro; spesso è possibile fare propria un’esperienza altrui. Il fatto che, però, la scarica neuronale risulti diversa da chi osserva a chi esegue poi l’azione mi fa pensare che per far sì che quella esperienza agisca sul nostro essere e diventi parte di noi è necessario agire; quindi mi viene da pensare che i neuroni specchio ci permettono la compenetrazione con quella determinata “cosa” ma è l’azione che ne fissa lo scopo.mah!

    mercuriale2011
    Partecipante
    Post totali: 164

    Condivido quanto detto da Alchemilla
    Premesso che non ho nessuna formazione scientifica, penso che sia fondamentale l’azione per far sì che l’esperienza diventi carne della propria carne ..considerando che il percorso evolutivo indicato dalla Schola è esperenziale…?!?!?

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