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In vista della convention di La Spezia del mese prossimo, di cui abbiamo apprezzato la ricchezza e l’attualità dei contenuti, si è nuovamente riflettuto sulle parole componenti il cerchio esterno del timbro della Schola: Schola Philosophica Hermetica Classica Italica. Il programma organizzato dalla S.P.H.C.I. verte sulla attualità della tradizione ermetica e evidenzia il filo conduttore che lega i lavori accademiali e la redazione dei rispettivi quaderni in un unico disegno come frutti di un medesimo albero.
‘A che serve una scienza che non fa progredire il popolo? A che serve una casta che si chiude in se stessa a godere dei propri benefici e non favorisce, ma anzi ostacola l’evoluzione degli altri?’
Questa è la domanda di Kremmerz che mi risuona vedendo ‘Agorà’, il film proiettato nella riunione dell’Accademia Giuliana e, probabilmente conosciuto da molti ascritti alla Schola.
Tale, infatti, appare la ‘scienza’ contenuta negli oltre 700.000 papiri del Serapeo di Alessandria, tale la casta dei pagani, che, arroccata sui propri privilegi, è cieca (‘non sapevo fossero così tanti’) verso l’orda dei derelitti, affamati sporchi e violenti, che è andata accalcandosi e che ora preme dalle scalinate sotto il vessillo cristiano alla promessa sì, forse, di una salvezza eterna, ma soprattutto del risanamento delle proprie condizioni di vita e dell’appropriarsi di ricchezze e di benefici, di cui ignora anche la portata.
Se assimiliamo la biblioteca di Alessandria al contenitore dello scibile umano e della sapienza iniziatica, quale è la nostra Schola, abbiamo a mio avviso uno spaccato su ‘La ragione vera che portò i Vertici del Grande Ordine Egiziano o Egizio a concepire e a mettere in gestazione l’Idea della Fratellanza di Miriam…’ ‘esauriti tutti i tentativi operati nel corso dei secoli di veicolare la Scienza Sacra in svariate strutture…’ ‘vollero la costituzione di un contenitore forgiato, circoscritto e indi blindato nella finalità terapeutica di Bene…’ (dal Sito).
Lungo gli oltre 6000 anni di tradizione della nostra Schola, si sono verosimilmente susseguite situazioni assimilabili a questa, fino alla decisione dei vertici di ‘operare un “travaso” del patrimonio sapienziale, iniziatico, tradizionale e ortodosso dell’Ordine, in un “serbatoio” atto allo scopo.’ E nel timbro della Schola, nella seconda corona, è specificata la finalità della Fratellanza: ‘pro salute populi’. Allora, verosimilmente, ciò che nella Schola si compie, non è a beneficio personale o meglio, non solo, perché, dice Kremmerz, se è bene che ognuno pensi a se stesso, è altrettanto bene, nonché doveroso, che ciò che ognuno ha avuto, sia rimesso in circolo, ovvero restituito all’Opera perché si diffonda a tutta l’umanità e non sia trattenuto a vantaggio dei singoli.
Voce dissonante e inascoltata nel film è di Ipazia (ma anche del padre): con sillogismo aristotelico rende manifesta agli allievi l’uguaglianza fra le persone, e, direi, con spirito di Fratellanza, dispensa insegnamenti a chiunque abbia desiderio e volontà di conoscere, indipendentemente dalla comunità di appartenenza (pagana o cristiana, nonché ebrea, se interessata) o dalla casta (schiavi). Purtroppo vano sarà il suo tentativo di fermare lo scontro sanguinario tra uomini che sa essere fratelli.DO UT DES = do affinché tu dia
Quando abbiamo visto il film AGORA’ in sede accademiale, raccogliendo l’invito a riflettere sul concetto di ‘schola’ inteso all’originaria maniera, siamo stati tutti colpiti dal personaggio di Ipazia. Filosofa, assetata di conoscenza, certamente pioniera per il suo sesso e per il suo tempo, non poteva contare su una tradizione completa. Nondimeno, pur camminando in solitudine, ‘quell’aculeo che spinge e che sprona’(VEDI NOTA) la spingeva a diffondere ovunque quanto sapeva perché la condivisione della conoscenza era per lei come un respiro che restituisce all’ambiente quanto dall’ambiente prende.
Ma lei, a differenza di noi, era sola, così come sono stati soli i maestri delle tante schole filosofiche che, ciascuno secondo le proprie peculiarità, hanno portato avanti il sapere e i germi delle conquiste scientifiche a venire.
Noi non siamo soli. Noi siamo una Fratellanza. In tale prospettiva ci siamo soffermati sul concetto di gerarchia, intesa come ricaduta a cascata delle nature più ricche e più evolute a partire dal Centro della nostra Rosa, Capitolo non a caso definito ‘operante’.
Ebbene, ripensando dunque a quanto detto nella riunione, osservo che noi, oggi, possiamo contare su un corpus di conoscenze che non solo è Schola ma è Catena intesa secondo la magistrale definizione data in questo stesso sito: “…Come in aritmetica le frazioni sono ridotte a un denominatore comune per farne la somma, gli elementi della stessa catena si equilibrano in una fisionomia comune e in una somma di vibrazioni omogenee, che danno ai meno abbienti il superfluo delle nature più ricche, senza pertanto squilibrarle e/o impoverirle…”.
Noi abbiamo il conforto di sapere che le nostre domande più intime e profonde potranno trovare risposta e stimolo ulteriore grazie ai Maestri che hanno incarnato e reso materia viva e vivente quel corpus di conoscenze così ‘classico’. Intero. Perfetto. Luminoso come è naturale a qualsiasi stella il brillare.
E nel nostro piccolo pure noi, italici, pratici, concreti, per cui Amore non è solo fantasia sterile, innamorati di questa Idea non possiamo non sentire spontaneo il parlarne, il condividerne i progetti, il difenderne l’essenza.
Così penso si possa tradurre il concetto di quel DO UT DES = ti amo così che tu pure ameraiNota-Kremmerz dà questa definizione dell’Amore nell’iniziato a pag. 331 del Volume II de la Scienza dei Magi
Il concetto di Schola è stato affrontato a partire dal Forum del nostro sito, considerato come estensione dei lavori accademiali. Nel corso del dibattito, circolando l’hermes, è emerso che il Forum, come le riunioni di Accademia o altre iniziative promosse dalla Schola, fa parte della condivisione e del sentirsi parte di un’unica Fratellanza. È inoltre un modo per porsi delle domande, avere chiarimenti e input da elaborare successivamente e mantenersi in contatto costante, sia tra FFrr+ che con il Centro. Come in tutte le nostre cose, anche per il Forum vale il principio secondo il quale caviamo la teoria dalla pratica, cioè dell’imparare facendo, nella consapevolezza – come disse il M+ – che questo mezzo è stato ritualizzato e valorizzato allo scopo.
- Questa risposta è stata modificata 6 anni, 8 mesi fa da Accademia Giuliana.
Nel post di apertura dello Spazio UN THREAD SENZA TITOLO PER UN “SOCIAL” SUI GENERIS” del 21 ottobre 2017, Admin Kremmerz invitava tutti i simpatizzanti ad operare in questo “social” sui generis al fine di condividere tematiche di particolare interesse. Nell’ottica di fissare qualunque teoria, dopo averla “assaggiata” a tutti gli effetti nella realizzazione pratica, senza voli pindarici, ma riferibile a qualsivoglia esperienza terra-terra, nella Riunione di Accademia Giuliana di ieri, è emerso a tale proposito l’invito ad ognuno di trovare un proprio percorso soggettivo all’interno del Sito, in quanto, trattandosi di strumento evolutivo, pone ciascuno dinanzi a sé stesso. Tenuto conto che ogni post può risultare utile proprio a tutti, è bene non dare spazio ad idee “parassite”, legate ad eventuali aspettative sulla tutela dell’immagine soggettiva. Inoltre, come già accennato, offre l’opportunità di continui input utili al confronto, e man mano che lo si utilizza se ne comprende il valore, anche quale strumento operativo idoneo a garantire un costante Contatto a tutti i livelli.
Un caro saluto a tutti.Mi ha colpito la frase:”è bene non dare spazio a idee parassite legate a eventuali aspettative sulla tutela dell’immagine soggettiva”
Mi fa riflettere sul fatto che ci si deve mettere in gioco sinceramente cercando di essere se stessi senza vergogna, mettendo da parte il proprio orgoglio.
All’inizio avevo come una sorta di timore di scrivere perché non mi sentivo all’altezza e continuavo a rimandare autigiustificandomi in mille modi. Abbiamo discusso di ciò nella seduta Accademiale di ieri alla Sebezia dove siamo stati invitati a non farci intimidire e a comprendere l’importanza di questo strumento.
Vorrei dire a tutti quei Fratelli che ancora non stanno partecipando di provare senza paura di essere giudicati, perché essendo questo uno strumento evolutivo voluto dalla Delegazione non puo che venircene del BENE!
Io ci sto provando e sono felice perché ho capito che è importante FARE!!!!
BuonanotteIn un libro che sto leggendo ho trovato una considerazione (in quel caso sul mondo) che mi sembra possa estendersi anche al nostro sito. Il pensiero è più o meno questo: il mondo è un immenso calderone nel quale bolle qualcosa di grosso, tutto quello che facciamo, sentiamo, pensiamo, è un ingrediente della miscela. Dobbiamo chiederci se gli ingredienti con i quali contribuiamo sono animosità, rabbia, negatività, oppure amore e armonia.
Forse l’immagine non è proprio sovrapponibile, però a me ha fatto pensare che oltre alla Delegazione Generale che nutre il nostro sito con “amore e armonia” anche tutti noi dobbiamo metterci dei nostri ingredienti che, inutile dirlo, devono essere in linea con il Principio di Bene che lo sostanzia. Ciò non significa che dobbiamo scrivere solo cose Grandi e Giuste (!?!) ma che dobbiamo dare il nostro contributo, anche piccolissimo, ma finalizzato al principio di Bene che ne è l’anima. Se la guardiamo in questo modo ci troviamo perfettamente in linea con quanto dicevano garrulo e mercuriale, non dobbiamo scrivere con il solo intento di dire cose “intelligenti o originali”, ma con quello di mettere nel contenitore un po’ di quella tensione al Bene che in mille piccole occasioni caratterizza la nostra vita di miriamici.
Senza contare che così facendo contribuiamo pure a dare un’immagine reale e peculiare della nostra compagine a chi miriamico non è.Nella Riunione di domenica scorsa dell’Accademia Giuliana il filmato dell’evento DEI SENTENTIAE SONANTES è stato spunto di riflessione sul campo di applicazione voluto dalle Gerarchie per ortodossamente sperimentare la Tradizione Ermetica. Il Concerto (ma era solo un concerto?!?), che insieme all’Agape ha segnato i giorni dell’ultima Riunione Plenaria, a distanza di tempo è risuonato ancor più pregnante e significativo, specie alla luce delle fonti che lo hanno caratterizzato e su cui ci si è soffermati.
Si guarda ora con entusiasmo al prossimo incontro collettivo per cui, nella seconda parte della Riunione, abbiamo cominciato a organizzare e predisporre un cammino operativo sperando di ben cogliere e coltivare nella nostra ricerca gli input copiosamente ricevuti della Direzione.
Buon lavoro a Tutti noi! -
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