La tua domanda, per come l’hai posta, è il classico dito nella piaga e tuttavia, diversamente da te, sono convinto che non di dubbio si tratti, bensì di vero e proprio timore, sintomo e indicatore di un “sentore di verità” che, oppresso e costretto dalle sovrastrutture dell’ego e non trovando la forza di farsi strada alla luce di una consapevole intelligenza, non può che tentare di esorcizzare sè stesso attraverso la negazione della Verità. Ma, ripeto, come potrebbe essere altrimenti, senza la contestuale presa d’atto dell’altro aspetto della medesima Verità: la personale inconsistenza sul piano iniziatico e la vacuità di ciò che si vuole apparire senza essere?