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Anonimo
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Originariamente postato da wiwa70
Il 02 Aprile 2012 alle ore 20:35

Questo tempo d’ariete è davvero particolare!
Una mattina mi sono svegliata con la netta sensazione di aver sognato ma le uniche cose che ricordavo e mi risuonavano, finchè non ho aperto gli occhi, sono stati due nomi:Demetra e Cerere…Cerere e Demetra!
Sono andata a leggere i miti di queste due Dee così famose ma di cui in fondo non sapevo tantissimo se non il ratto di Proserpina e la sua liberazione che simboleggia l’alternarsi di primavera-estate con autunno -inverno e i mesteri Eleusini legati al culto di Demetra.
Tra le altre cose leggo così:” Cerere. Il suo nome deriva dalla radice indoeuropea ker e significa “colei che ha in sé il principio della crescita”.
“rendete propizie le madri della coltivazione, Tellus e Cerere”,
così cantava Ovidio al suo pubblico romano.
In tal modo il grande poeta distingueva le due principali Dee della terra di Roma: Tellus era la stessa terra, il ricco suolo scuro in attesa del seme; Cerere invece era la personificazione della forza della crescita vegetale.
Per comprenderne il significato originario possiamo analizzare il suo nome, che ha la stessa radice del termine “creare” e possiamo studiare il suo rituale.
Era celebrata ogni 19 aprile (altre fonti attestano il 12 aprile) nelle “Cerealia”, con riti e sacrifici che avevano la funzione di proteggere la crescita delle messi nonché assicurare un raccolto abbondante dovuto allo splendore del sole.
Comunque sia è evidente il collegamento tra Cerere e un buon raccolto. Si pensava che avesse insegnato agli uomini la coltivazione dei campi e per questo veniva solitamente rappresentata come una matrona severa e maestosa, tuttavia bella e affabile, con una corona di spighe sul capo, una fiaccola in una mano e un canestro ricolmo di grano e di frutta nell’altra.
Ma la dea della crescita doveva presiedere anche alla sua inevitabile fine. Così Cerere, una dea del munifico agosto, mese in cui le donne celebravano dei riti segreti in suo onore era anche la dea della morte delle piante che le rende commestibili e della morte degli esseri umani che li fa ritornare alla Mater Tellus, la terra.
Cerere era già presente nel pantheon dei popoli italici preromani, specialmente gli osco umbro sabelli e fu, in seguito, identificata con la dea greca Demetra. Sia come simbolo dell’intera terra, sia come simbolo della vegetazione commestibile, Demetra era adorata con sacrifici in cui si faceva uso del fuoco, poiché era necessario che le offerte fossero presentate così come si trovavano in natura.
Favi di miele, lana non filata, uva non spremuta, frumento non cotto venivano posti sui suoi altari. Non erano per lei le offerte di vini, dolci e tessuti: Demetra rappresentava il principio dei prodotti naturali, non artificiali.
Ella donò al genere umano la conoscenza delle tecniche agricole: la semina, l’aratura, la mietitura e le altre correlate. Come tale era particolarmente venerata dagli abitanti delle zone rurali, in parte perché beneficavano direttamente della sua assistenza, in parte perché nelle campagne c’è una maggiore tendenza a mantenere in vita le antiche tradizioni. Esclusivamente in relazione al suo culto sono state trovate offerte votive, come porcellini di creta( animale sacro alla dea), realizzati già nel Neolitico(“la porca” è un termine infatti che indica il rapporto tra maiale-fertilità e il suo legame rituale col solco e l’aratura). Si dice che Giasone si accoppiò con Demetra in un campo arato tre volte, e quindi fu padre di due gemelli Pluto e Polimelo (inventore dell’aratro), dal solco da cui nacquero, per fare loro da culla, furono utilizzate le messi. Chissà cosa vuol dire “avere in sè il principio della crescita”? Mi viene in mente il seme, da cui nascerà il frutto che ha in sè nuovamente un seme, secondo un processo autogenerativo ciclico e perenne…ma che cos’è allora che nel seme consente questa autogenerazione…è una sostanza, un meccanismo un processo????Vorrei proprio dare un NOME a tutto questo e, grazie ad un lampo di luce, poter dire finalmente:”EUREKA!” Un caro saluto a tutti

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