La tradizione magica, quella stessa che mitizzata fa sognare al popolino le conquiste del potere, della gloria e del denaro, in seno alla Miriam ci riconduce al suo adattamento terapeutico e al senso primo della vita: la salute. Grande livella di ogni essere vivente è l’enunciatore infallibile dello stato di equilibrio o squilibrio di un essere individuato e, per gli umani, condizione indispensabile ad un pensiero veramente INTELLIGENTE.
Il comune sentimento non attribuisce all’intelligenza le stesse logiche considerate ovvie per gli altri aspetti della materia vivente: nessuno pensa che dall’oggi al domani il signor X o la signora Y possano correre una maratona senza un allenamento costante, quotidiano e protratto nel tempo e nella qualità, eppure si ritiene che la volontà di guarire, magari attivata quando già si sta male, debba produrre effetti fulminei o essere una panzana.
Invece, ci si può educare alla salute, ma soprattutto ci si può educare a disporre della nostra volontà per mantenerla: NON PERCHÉ LO SCOPO SIA LA SALUTE MA IN QUANTO ESSA È IL MEZZO PERCHÉ SI MANIFESTI IN NOI L’INTELLIGENZA, IL NUME, IL CONTATTO INTUITIVO CON LA SCIENZA DELLA NATURA CHE CI REGOLA.
Potere, gloria e denaro sono fumo in confronto a una malattia degenerativa, un dolore spasmodico, un grido di aiuto di una creatura malata. Lo stato di squilibrio non è solo sofferenza da chetare ma ostacolo alla manifestazione del Senso dell’Esistenza.
Ecco perché la Miriam e l’opera pragmatzzata da Giuliano Kremmerz restano grandi oltre ogni immaginazione, lungo quella famosa curvatura di cui non si intravede la fine.
Original author: catulla