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catulla2008
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Da bambina vedevo la Befana con gli occhi di una delle tante fiabe che ascoltavo/leggevo e cioè come una bellissima Fata – la più bella – che in quanto Regina delle Fate stesse si nascondeva nei panni di una vecchia per provare il cuore degli uomini (che provenga da lì la sentenza col carbone? nero o bianco a seconda del grado di purezza del soppesato, nero quando il carbone è spento ma bianco quando è arso dal fuoco?).
Comunque, a parte le speculazioni di induzione infantile, e rimandando alla lettura delle tante narrazioni in proposito, mi piace la Fata Aquilina riportata da Italo Calvino ne LE FIABE ITALIANE, anche perché personalmente vi ho trovato rimandi alla Sibilla centro italica e ai luoghi in cui è stata raccolta la narrazione orale.
E ancora a proposito di curiosità… La parola FATA derivante da FATUM latino e cioè “destino” che il Maestro Kremmerz indicava legata al Latino FOR, FARIS, FATUS = profetare, richiama credo la Divinità Egizia PTAH legata alla PAROLA SACRA
Nella lirica con cui l’Italia affermò la propria supremazia artistica nella musica dell’800, Verdi la colloca nell’AIDA accompagnata da questa invocazione delle sacerdotesse, del capo dei sacerdoti e dello stesso ‘eroe’ Radames :
“Possente Fthà, Del mondo creator, Spirito animator, Spirito fecondator, Immenso Fthà! Possente Fthà, Spirito fecondator, Tu che dal nulla Hai tratto il mondo, Noi t’invochiamo, Noi t’invochiam, Immenso Fthà! Tu che dal nulla hai tratto L’onde, la terra, il cielo,
Noi t’invochiamo, Immenso Fthà!”
Nei panni di Sibilla antica o di Divinità Maschia, comunque è bello farsi ispirare.

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