Il vento, ricordato da Dafne e mandragola mi ha riportato alla mente un fil visto qualche anno fa. È la
storia di una famiglia francese che si trasferisce nelle valli occitane del Piemonte, abbandonando gli agi e i comfort della vita cittadina per realizzare il sogno di un’esistenza più vera e più a contatto con la natura e per iniziare un’attività di allevamento delle capre per produrre il formaggio
La piccola comunità alla quale approdano sembra accoglierli, all’inizio, favorevolmente, aiutandoli addirittura a installarsi nella nuova casa, ma poi vengono fuori tutti i limiti e le cattiverie di chi non accetta possa esserci un modo di vita diverso dal proprio, e quando, a Pasqua, la famiglia rifiuta di farsi benedire la casa, l’ostilità verso il diverso, il rancore e la frustrazione per la vita da repressi che conducevano, esplode in un crescendo che porterà la famiglia ad abbandonare il villaggio. Però il vento fa il suo giro, e nella casa che fu della famiglia arriva un nuovo inquilino che ha tutto le apparenze di seguirne le orme…e dunque il vento, che porta in se i germi di nuove possibilità di vita continua, incurante dei muri che un’umanita’ meschina tenta di erigere, ad impollinare. Come a dire che la Vita va avanti a dispetto di tutto il male che a questa terra possiamo fare